Come si cambia un pannolino e quanto spesso?

Questa sarà l’azione che ripeterai più spesso nella tua nuova vita da mamma, soprattutto se tuo marito non riesce a gestire, per vari motivi, questa incombenza.

Il famoso cambio pannolino, quando e quanto?

Questa è senz’altro la pratica che si svolge più spesso ed è inoltre la prima che ci si trova a dover affrontare.

Nei primi giorni dopo la nascita il bambino va generalmente cambiato e lavato molto spesso, in rapporto alla frequenza dei suoi bisogni poiché le feci, le urine, il sudore sono irritanti per la pelle e il loro contatto potrebbe essere dannoso e portare ad irritazioni.

Detto questo va seguita anche una regola del buon senso, se il bambino dorme e ha fatto la pipì non occorre svegliarlo.

Vi consiglio nei primissimi mesi di effettuare il cambio prima di farlo mangiare per un duplice motivo:

  • il primo per evitare spiacevoli reflussi
  • il secondo deriva dal fatto che il più delle volte si addormenterà subito dopo aver poppato,

È anche vero che spesso, soprattutto se allattati al seno, questi defecheranno dopo il pasto in tal caso sarà opportuno cambiarli anche dopo. Man mano che il bimbo crescerà, e rimarrà sveglio più a lungo, potrete slittare il cambio.

Come si cambia il Pannolino?

Le prime volte, cambiare il pannolino a un neonato può risultare un po’ difficoltoso. Niente paura! E’ tutto normale.

Prepara il fasciatoio. Devi avere tutto l’occorrente pronto a portata di mano, in modo da non dover abbandonare mai il bambino, soprattutto se sei da sola.

Il fasciatoio per comodità sarebbe meglio posizionarlo in bagno per agevolare la pratica ed evitare di andare in giro con un neonato nudo e urlante per la casa, soprattutto d’inverno.

Ma per chi non ha spazio in bagno come la sottoscritta non ci sono molte alternative, per questo vi consiglio di mettere una stufetta vicino al fasciatoio che lo terrà al caldo.

Ad ogni cambio il bambino dovrebbe essere lavato con acqua nel lavandino del bagno, tenendolo in braccio a pancia in giù e ben appoggiato sul braccio di sostegno, mentre viene deterso e risciacquato con l’altra mano.

Non è necessario che il piccolo stia a penzoloni, quando e se vorrà ,per sentirsi più comodo potrete fargli appoggiare i piedini al lavandino.

Verificate sempre prima che l’acqua corrente sia tiepida e dopodiché asciugate subito il piccolo,  l’umidità fa proliferare i germi.

Per quanto riguarda le bambine, per evitare che eventuali fonti d’infezione passino dall’ano alla vagina, sarà opportuno lavarle e asciugarle allargando le grandi labbra e procedendo dal davanti al dietro, per le mamme dovrebbe essere una prassi normale, niente di nuovo, occorre quindi solo avvisare i papà. Inoltre per quanto riguarda le bambine, nel corso delle prime settimane dopo la nascita, è bene sapere che possono essere frequenti delle secrezioni vaginali biancastre (conseguenza dell’effetto di ormoni materni ricevuti attraverso la placenta nel corso della gravidanza, ma nel volgere di 15-20 giorni esauriscono i loro effetti), ma non è assolutamente opportuno tentare di rimuoverle dall’interno.

Nei maschietti il prepuzio è spesso aderente al glande, ma nelle delicate manovre di detersione del pene non è opportuno cercare di scoprire del tutto il glande con manovre di stiramento verso il dietro del prepuzio inoltre in attesa del distacco del cordone ombelicale, il pene dovrebbe essere rivolto verso il basso, nel tentativo di evitare che, facendo la pipì, il piccolo lo bagni.

Infine quando si asciuga è bene fare attenzione alle pieghine dello scroto, dove possono rimanere residui di feci.

Detto ciò è ovvio che per occorre eliminare le feci prima del lavaggio.

Io mi sono attrezzata con delle salviette umidificate al 99.9% composte d’acqua e 0.1% estratti di frutta. Ve le consiglio perché essendo naturali anche in caso foste fuori casa non avreste problema di irritazioni o problema alcuno, le potete trovare qui. Inizialmente utilizzavo i quadrotti di cotone ma occorreva bagnarli (dovevo riempire una ciotola d’acqua da cambiare dopo ogni lavaggio, non essendo vicino al lavandino, alche a parità di prezzo ho preferito orientarmi sulle salviettine umide e i quadrotto rimasti li utilizzo per struccarmi).

Dopo averlo lavato occorre mettergli il pannolino:

Aprilo prima di fare tutte le altre operazioni così da evitare perdite di tempo.

Sollevagli le gambine con una mano e con l’altra infila sotto al culetto il pannolino pulito. Ora è meglio specificare che per evitare le eruzioni, non mi riferisco alla pipì, occorre scegliere un buon pannolino, della taglia giusta (quando cominciano a essere piccoli perdono e bisogna aumentare la taglia) e soprattutto chiuderli correttamente.

Quando la parte posteriore, quella con gli elastici, sarà all’altezza dei reni circa, adagiate giù le gambine.

Inizialmente il cambio cercherete di praticarlo nel minor tempo possibile e non farete caso alle linee che delimitano i bordi delle gambine, ecco quando andate a coprirlo con la parte superiore dovrete fare in modo che quelle linee aderiscano bene all’inguine così da evitare le fuoriuscite.

Infine fissatelo con gli adesivi sul davanti, ne troppo stretto ne troppo largo.

Ricordate che inizialmente il pannolino dovrà essere risvoltato per non coprire il cordone e farlo respirare.

 

Ecco alcuni problemi del Cambio pannolino

Di fronte a banali arrossamenti del sederino è spesso sufficiente, cambiare con più frequenza il pannolino e se le condizioni ambientali lo consentono, detergere e asciugare delicatamente la parte e lasciarla esposta alla circolazione d’aria attraverso l’impiego di un pannolino applicato in modo ampio e molto largo, oppure ponendo per qualche ora il piccolo a pancia in giù adagiato su un telo cambio assorbente per raccogliere la pipì.

In ogni caso il pannolino non deve mai essere troppo aderente, ma di misura adatta e posizionato con gli adesivi davanti.

Se il piccolo si è scaricato più volte e ha una pelle molto sensibile, magari già irritata, si può pensare di proteggerla con un velo di crema all’ossido di zinco, ma diciamo che l’applicazione della crema è a necessità, non abituale.

Nel caso si presentasse invece una vera e propria dermatite da pannolino, che si mostra come un eritema o un arrossamento della pelle, talvolta anche leggermente gonfia e calda al tatto, che può estendersi anche su tutti i glutei.

Le cause possono essere molteplici:

  • Sfregamento ripetuto con il pannolino che appare maggiormente tra i 9 e i 12 mesi, quando stanno molto a lungo seduti;
  • irritazione dovuta al contatto con urina e feci e sudore più frequente in estate o successiva a episodi di diarrea;
  • allergia da contatto: in questo caso l’irritazione può dipendere da una reazione a detergenti, profumi, creme, materiali del pannolino o, in caso di pannolini lavabili, detersivi utilizzati per lavarli;
  • infezioni come la Candida;
  • variazioni nell’alimentazione. L’introduzione di nuovi cibi (per esempio durante lo svezzamento). In tal caso è utile sciacquare la pelle con acqua e bicarbonato o lavarlo con amido di riso e successivamente applicare una crema adeguata all’ossido di zinco pasta o pomate alla Calendula e Camomilla, in farmacia sapranno consigliarvi, se riuscite munitevi di foto sul cellulare così da far capire bene la situazione.

Nel caso anche con l’applicazione delle creme specifiche l’eritema non dovesse guarire entro un paio di giorni risulta indispensabile la visita del pediatra che dovrà valutare se vi è una possibile infezione e nel caso prescrivere una crema antimicotica.

Tutto quello che ti serve per fare il cambio pannolino

  • Ovviamente i Pannolini Qui potete leggere come scegliere i pannolini migliori;
  • Salviette Umide il più neutre possibile o quadrotti di cotone, io utilizzo le WaterWipes 99,9% acqua depurata, 0,1% di estratto di frutta;
  • Sapone Neutro essendo un po’ fissata per le cose naturali pertanto non sono andata sul sapone più economico ma su quello che mi hanno consigliato essere tra i più naturali Intimo Me di Fiocchi di Riso (Senza sodium lauryl sulfate, senza sodium laureth sulfate, senza profumi sintetici, senza coloranti). Utilizzo della linea Fiocchi di Riso anche lo shampoo, sono un po’ carucci ma risparmio sulla crema che non ho praticamente mai avuto bisogno di mettere. Questo prodotto è fondamentale nella “fase pannolino”, deterge con agenti schiumogeni naturali delicati, rispetta le mucose delle parti intime promuovendo il mantenimento di un pH acido protettivo e la fisiologica attività della flora vaginale prevenendo gli arrossamenti,
  • Crema a base di ossido di ossido di zinco da utilizzare in caso di necessità. Sinceramente non l’ho mai acquistata, mi hanno dato dei campioncini di Connettivina Baby e nei rari casi in cui, dopo dissenteria, la mia piccola ha avuto il sederino arrossato, ho utilizzato appunto questi campioncini che hanno risolto il problema. Per chi volesse andare sul tradizionale anche la Pasta per il Cambio della Mustela è ottima.

Per chi volesse acquistare marchi più conosciuti, mi hanno parlato molto bene della Mustela ed Euphidra, e dopo aver visto l’INCI posso dire che sono comunque un valida alternativa con un buon rapporto qualità, anche in termini di ingredienti/prezzo.

 

Come pulire e medicare il cordone ombelicale

Una delle prime operazioni delicate da fare al nostro bambino, è quella di pulire e medicare il cordone ombelicale.

Moltissime mamme mi hanno riferito di sentirsi a disagio a effettuare questa operazione, un po’ perché impressionabili, e per questo non c’è rimedio a parte il pensiero di aiutare il proprio piccolo, un po’ per paura di fargli male e su questo invece mi sento di tranquillizzarvi.

Non correte alcun rischio di arrecare dolore se procedete con cautela inoltre è un operazione più semplice di quanto si immagini.

Per medicare il moncone sono necessarie solo delle garze sterili da avvolgere attorno al moncone in modo che rimanga sempre ben asciutto, e una benda per bloccare il tutto da avvolgere alla vita del neonato, non serve nient’altro, utilizzare antibatterici o disinfettanti potrebbe rivelarsi addirittura controproducente e ritardare il distacco.

In commercio vendono Kit già così composti  che potrete trovare qui, ma nel caso si avessero già a casa delle comunissime garze si possono tagliare lungo la metà di un lato fino al centro, in questo modo si può infilare l’ombelico nel taglio della garza stessa.

La medicazione è da cambiare almeno 3 volte al giorno, e comunque ogni volta che viene accidentalmente bagnata, fino alla caduta. Fate attenzione quindi quando lo lavate o quando lo cambiate, la mia piccolina durante il cambio del pannolino lo ha bagnato diverse volte.

È possibile che alla base si formi un po’ di secrezione non vi preoccupate e procedete normalmente, solo qualora l’odore della secrezione non fosse buono, o se l’emanazione fosse tanta ci sarebbe la necessità di disinfettare la zona con gli stessi prodotti che si utilizzano dopo la caduta del cordone stesso cioè con Acqua Ossigenata o Eosina al 2%, sino alla completa guarigione, che di solito avviene entro una settimana.

Non preoccuparti se, caduto questo, l’ombelico è sporgente, rientrerà col tempo spontaneamente senza necessità particolari, ricordate invece che il mancato distacco del tralcio del cordone ombelicale, dopo 15-20 giorni, o la presenza d’infezioni ombelicali o peri-ombelicali richiedono l’intervento e le cure di personale sanitario specializzato.

Da acquistare: garze, bende e disinfettante.

Tutto quello che devi sapere sull’allattamento al Seno

Cara neo Mamma, se stai per avere un bimbo, la prima sfida che ti troverai davanti è quella dell’allattamento.

Sull’allattamento al seno ci sono molti vecchi miti che vanno sfatati.

Abitudini alimentari

La donna che allatta al seno deve sentirsi libera di mangiare seguendo le proprie abitudini.

Se la madre nota che il consumo di certi cibi determina disturbi al bambino, potrà allora decidere a ragione di provare ad eliminarli dalla sua dieta.

In generale in caso di coliche è consigliabile evitare di mangiare in grandi quantità i seguenti alimenti: alcolici in genere (vino, birra, liquori), the, caffe, bevande gasate, frutta secca, verdure aromatiche (cavolfiore, rape, carciofi, asparagi), Spezie (rigano, peperoncino, prezzemolo, ecc), Aglio, Formaggi fermentati (gorgonzola, mascarpone, ecc), Cibi speziati e carne in scatola, Cioccolata, Legumi(ad eccezione delle lenticchie), Frutti di mare e crostacei.

Solo se la donna segue una dieta vegetariana stretta il latte materno prodotto può essere carente di vitamina B 12, che la mamma assumerà sotto forma di integratori alimentari specifici.

L’idratazione

E’ importante bere per ogni individuo, a prescindere dall’allattamento.

Per un’ adeguata idratazione la regola è:  30 gr ogni kg di peso.

Non è documentato che bere molti liquidi aumenti la produzione del latte, quindi bevete la dose consigliata per tutti gli altri. Questa è una credenza giustificata solo nel caso in cui il clima sia molto caldo e perciò si ha, da parte della mamma, un’eccessiva perdita di liquidi con il sudore.

Cosa dire alla pediatra che mi aveva sgridato per non aver bevuto almeno 3 litri d’acqua al giorno, io che sono mingherlina e arrivavo a mala pena a 54 Kg?

Igiene e salute

La pulizia quotidiana del corpo e del seno è sufficiente per proteggere il bambino da molti rischi di infezione, senza dover ricorrere a particolari rituali igienici.

La mamma può continuare l’allattamento anche se ha l’influenza o altre infezioni comuni.

Può sottoporsi ad accertamenti diagnostici (radiografie per esempio), sottoporsi ad anestesie (dentarie per esempio), assumere la maggior parte dei farmaci, se ne ha bisogno, una volta verificata la loro compatibilità con l’allattamento e può fare una normale attività sportiva, anzi questa incrementa la produzione di latte.

Abitudini da evitare quando si allatta al seno

Ci sono abitudini che invece dovrebbero essere evitate perché possono influenzare negativamente l’allattamento.

Il fumo di sigarette può ridurre la produzione di latte e fa sicuramente male alla mamma e a chi le sta vicino.

Aumenta il rischio di malattie respiratorie e di morte improvvisa in culla.

Gli alcolici vanno evitati o almeno consumati con molta moderazione e solo ai pasti, perché l’alcool passa liberamente nel latte e, se in eccesso, è capace di causare sonnolenza e disturbi dell’alimentazione nel poppante.

Tutte le Difficoltà dell’allattamento al seno

La vera difficoltà è il dolore.

Il dolore potrà essere causato da varie ragioni.

Una potrebbe essere un iperproduzione di latte e seno dolente a causa di ingorghi o mastiti. Se vuoi approfondire l’argomento, puoi leggere qui -> Montata Lattea – Produzione e Conservazione del Latte Materno

Ma la prima ragione solitamente, si presenta  sotto forma di capezzoli dolenti e sensibili al tocco, soprattutto una volta avvenuta la montata lattea, intorno al secondo-quarto giorno dalla nascita. Il bambino si alimenterà ogni paio d’ore, con la conseguenza che il problema possa peggiorare velocemente; inoltre, alcune madri riscontreranno capezzoli screpolati, sanguinanti o la comparsa di vesciche.

Le possibili soluzioni sono:

1.Verifica che l’attacco sia corretto.

Se il bambino si attacca al seno in maniera non corretta e se di conseguenza succhia in maniera poco efficace, possono comparire alla mamma delle ragadi, taglietti dolorosi della pelle del capezzolo. E’ quindi opportuno che la madre si metta in una posizione comoda, rilassata, senza contratture muscolari nel sostenere il figlio, magari con i piedi un po’ sollevati.

Per ridurre al massimo l’eventuale trauma al seno materno, occorre controllare che l’attacco del bambino. sia corretto.

Per garantire un attacco al seno efficiente, verificare che:

  • il capezzolo ed una buona porzione dell’areola della mammella entrino correttamente in bocca al bambino;
  • il labbro inferiore sia tenuto rovesciato in fuori.;
  • la bocca ben aperta del piccolo con guance belle piene e tonde;
  • tranne le prime suzioni, la mamma non deve sentire dolore al capezzolo;
  • al termine della poppata, la forma del capezzolo deve essere come prima.

Un attacco non corretto  può causare problemi durante l’allattamento al seno. Tale attacco presenta le seguenti caratteristiche:

  • l’attaccarsi in punta al solo capezzolo;
  • il succhiare il labbro inferiore;
  • lo schioccare mentre succhia.

Sono infatti tutti elementi che impediscono una suzione efficiente.

Alcuni neonati semplicemente sembrano non riuscire ad attaccarsi al meglio. Potreste avere entrambi bisogno di più tempo per coordinare l’allattamento; oppure il tuo bambino è nato prematuro, non si è ancora ripreso da un parto difficile o i tuoi capezzoli sono introflessi o piatti. In questo ultimo caso potrebbe essere opportuno: Estroflettere eventuali capezzoli introflessi o piatti con i modellatori del capezzolo o  allattare utilizzando dei paracapezzoli

2. Cambia posizione per l’allattamento

Cambia posizione, potresti dover provare diverse posizioni prima di trovare quella che più efficace per te e per il tuo bambino. Prima di iniziare ad allattare avvicina tutto ciò che ti potrebbe servire, mettetevi comode e mettete comodo il bambino.

La posizione reclinata, è spesso la prima posizione che le mamme provano, usa dei cuscini per sostenerti e riuscire a vedere il tuo bambino. Se subito dopo la nascita viene appoggiato sul petto o sulla pancia della mamma, il bambino dovrebbe dirigersi istintivamente verso uno dei seni e provare ad attaccarvisi. Il contatto pelle a pelle favorisce la stimolazione dei suoi istinti nutritivi, mentre la forza di gravità lo aiuta ad attaccarsi correttamente e a rimanere fermo. Può risultare comoda soprattutto se il bambino non gradisce che gli si tocchi la testa durante la poppata, se la tua erogazione è particolarmente forte o se i tuoi seni sono piuttosto grandi.

Posizione a culla. Questa è la classica posizione che viene in mente pensando all’allattamento al seno. Consiste nel sedersi dritte con il bambino posizionato di lato, la sua testa e il suo collo appoggiati lungo il tuo avambraccio e il suo corpo contro la tua pancia, in una posizione “pancia-verso-mamma”. Sarà utile acquistare un cuscino da allattamento da riporre sul tuo grembo in modo che sostenga il tuo bambino. Se usi un cuscino da allattamento assicurati che non sollevi il bambino troppo in alto; il tuo seno deve rimanere nella naturale posizione a riposo per prevenire capezzoli dolenti e un attacco al seno in tensione.

Posizione a rugby. In questa posizione, tu sei seduta e il bambino è appoggiato lateralmente lungo il tuo avambraccio e sorretto dal cuscino dall’allattamento. Il suo corpo è posizionato al tuo fianco con i piedi rivolti verso la tua schiena. Anche le mamme che hanno subito un taglio cesareo, che hanno avuto un parto gemellare o prematuro oppure che hanno seni particolarmente voluminosi apprezzeranno questa posizione.

La posizione sdraiata di lato è ideale per le poppate notturne e per l’allattamento a letto o sul divano; Tu e il tuo bambino dovete essere distesi sul fianco, uno accanto all’altra, pancia contro pancia. Può risultare scomoda in caso di taglio cesareo o punti di sutura.

Allattamento al seno reclinato dopo un parto cesareo. Se hai avuto un parto cesareo e non riesci a trovare una posizione comoda per l’allattamento, questa ti potrebbe aiutare. Sdraiarti con il corpo del bambino appoggiato alla spalla ti permetterà di allattare comodamente senza applicare peso o pressione sulla ferita; potresti anche provare a farlo distendere al tuo fianco.

Allattamento al seno in posizione verticale o a koala. Nella posizione verticale o a koala il bambino è seduto a cavalcioni sulla tua coscia o sul tuo fianco, mantenendo schiena e testa dritte mentre si nutre. Puoi optare per questa posizione con un neonato, offrendogli però molto sostegno, oppure con un bambino più grande capace di stare seduto da solo. La posizione verticale o a koala risulta spesso essere la posizione di allattamento più comoda per i bambini che soffrono di reflusso o di infezione all’orecchio.

3.Parla con i consulenti

Potrebbe passare un po’ di tempo prima che tu ti senta sicura. Puoi chiedere a un operatore del punto nascita, del consultorio o di un gruppo di sostegno di aiutarti con l’allattamento al seno. Ricordate che dopo la dimissione, le Ostetriche offrono un servizio di sostegno all’allattamento. Sono disponibili per consulenze telefoniche o appuntamenti. Chiedete supporto in casi difficoltà.

Visita i siti www.unicef.it Ospedali e comunità amici dei bambini e www.lattematerno.it dove troverai altre informazioni sui servizi a tua disposizione.

Altre info su:

4.Prenditi cura dei tuoi capezzoli

Asciuga i capezzoli e impiega coppette assorbilatte usa e getta o lavabili per assorbire eventuali perdite di latte, in quanto le infezioni tendono a prosperare in condizioni di umidità. utilizza creme antiragadi o olio vea, o alcune gocce del tuo latte. Puoi anche provare con dei cuscinetti idrogel estratti direttamente dal frigorifero. Queste medicazioni per i capezzoli donano una sensazione di freschezza all’area interessata e alleviano istantaneamente il dolore causato dall’allattamento al seno, creando condizioni di guarigione ideali. I proteggi capezzolo evitano che gli indumenti sfreghino contro le zone dolenti.

Spero che ti siano state utili queste informazioni. Scrivimi a valeria@laprimanina.it o contattami attraverso i social per condividere esperienze, saperne di più o avere il giusto supporto.

Se vuoi approfondire gli argomenti: iper-produzione di latte (ingorghi, mastite, spremitura manuale); ipo-produzione di latte (come aumentare la produzione); Conservazione e materiali utili, puoi leggere qui -> Montata Lattea – Produzione e Conservazione del Latte Materno

Se per qualche motivo sei interessata a smettere di allattare trovi tute le informazioni qui -> Come smettere di allattare

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Come smettere di Allattare

Faccio di nuovo la premessa che sono davvero sconvolta del fatto che esistano gruppi di sostegno sull’allattamento al seno ma non esistono supporti per le donne che decidono di smettere e si debba passare per il ginecologo e il medico che quasi ti fanno sentire una reietta.

Detto ciò vorrei sottolineare che in caso non vi siano problemi di qualsivoglia genere l’allattamento è vivamente consigliato fino ai 6 mesi di vita del piccolo, quindi se avete scelta rimandate a dopo tale data questa pratica.

Non dirò di indagare sulle motivazioni ne sulle possibili conseguenze perché se siete arrivate a questo post la scelta è già stata compiuta quindi il mio compito in questo caso sarà spiegarvi come farlo progressivamente e senza traumi.

Esistono due metodi per smettere di allattare:

Il primo è il metodo naturale e il secondo e tramate farmaco.

In caso di produzione di poco latte NON è necessario in prima battuta assumere farmaci di alcun tipo.

Invece in caso di latte abbondante starà a voi scegliere ovviamente con l’ausilio e il supporto del vostro medico curante, poiché il percorso “naturale” potrebbe risultare essere più lungo e più doloroso.

Metodo naturale per smettere di allattare

Io ho adottato questo metodo perché come ho detto diverse volte, per varie ragioni dopo un mese producevo già pochissimo latte durante il giorno. Secondo il parere del mio ginecologo in questi casi non è necessario ricorrere a farmaci. Avrei dovuto chiamarlo e farmi prescrivere le pillole solo in caso di seno dolorante o febbre.

Il mio percorso è durato circa una decina di giorni, ho avuto il seno dolorante per un 3/4 giorni e ho dovuto massaggiarlo e spremerlo sotto la doccia, ma solo il tanto che bastava per sciogliere i nodulini, dopodiché è rimasto teso per qualche giorno e man mano è andato a diminuire.

A distanza di due settimane dallo stop, il seno risulta molle al tatto, e non ci sono più tracce di latte.

Procedere con questo metodo è molto semplice.

Diminuire le poppate in modo graduale e non repentino per due ragioni fondamentali. La prima è quella di evitare la formazione di ingorghi mammari, che potrebbero evolvere in mastiti e la seconda per evitare una sofferenza eccessiva al bambino. Nel concreto vi darò alcuni consigli di vitale importanza:

  • Elimina per prime le poppate meno importanti. Procedere con gradualità significa eliminare poco alla volta alcune poppate della giornata, fino ad arrivare a eliminarle del tutto. Le poppate più difficili da eliminare sono quelle della sera e della notte quindi saranno le ultime ad essere sostituite.
  • Non offrire il seno, se non c’è richiesta. Un errore ricorrente è utilizzare il seno come calmante ma adoperate i ciucci per questa ragione.
  • Non cedere alla richiesta del seno. Se avete preso la decisione di smettere sarà meglio non destabilizzare il bambino con cambi di decisione. I bambini sono abitudinari prima di tutto dovranno accettare la nuova routine. Se ha fame proponete il biberon e se vuole tranquillizzarsi il ciuccio. Ci vuole ovviamente sia fermezza che buonsenso. Deve essere un percorso graduale proprio per essere abitato nel momento di stop definitivo.
  • Svuotare il seno al bisogno. Ovviamente i primi giorni dovrete farlo più frequentemente ma fate attenzione a non esagerare con le spremiture, dovrete effettuarle solo quanto basta per togliere la tensione e il rossore. Controllare attraverso un auto palpazione che non ci siano nodini in quel caso massaggiare, scaldare il seno con impacchi o sotto il getto caldo della doccia può bastare per far fuoriuscire quel poco latte che basta a far passare un possibile piccolo ingorgo. Meglio procedere con la spremitura manuale che con il tiralatte che potrebbe iperstimolare il seno. Quando il seno inizia a sgonfiarsi non continuare a stimolarlo.
  • Un ulteriore consiglio che ritengo utile è stato quello di indossare un reggiseno di taglia più piccola. Recenti studi hanno evidenziato che fasciare il seno, come consigliavano anni fa, è pericoloso perché la compressione comporta il rischio di ingorghi e mastiti. Indossando un reggiseno più piccolo o una maglia molta aderente non comporta una restrizione così limitativa come una fasciatura ma assolve la funzione per la quale è stata indossata.

Metodo con pillole per smettere di allattare

Come già detto, nel caso in cui al momento di interruzione, la montata sia ancora piena in tutto il suo vigore o siano trascorsi già molti mesi, l’interruzione con il metodo naturale potrebbe durare anche 1 o 2 mesi prima della cessazione definitiva. Per questa ragione o anche nel caso vi sia un interruzione di gravidanza è spesso consigliato da subito il ricorso al farmaco.

Il medicinale in questione è il Dostinex, questo serve sia per inibire che per interrompere la normale produzione di latte materno:

Per inibire (ma non interrompere del tutto), la lattazione, si consiglia una dose pari a 1 mg al giorno (pari a due compresse in unica soluzione, da assumersi dopo il pasto) iniziando dal primo giorno dopo il parto.

Per far cessare del tutto la lattazione, invece, la dose di Dostinex rimane la stessa ma la somministrazione cambia. Si consiglia l’assunzione di mezza compressa (pari a 0,25 mg) ogni 12 ore per due giorni.

La somministrazione avviene sempre a stomaco pieno e durante tutta la cura è assolutamente indispensabile il continuo monitoraggio da parte del medico, visto che si tratta di un medicinale che può dare ipersensibilità ed effetti collaterali.

Durante la cura a base di Dostinex nelle donne si ripristina l’ovulazione e quindi la possibilità di concepire. Va da sè che in caso di gravidanza la somministrazione del farmaco deve essere immediatamente sospesa

Allattamento al Seno o latte Artificiale – una scelta da non giudicare

L’allattamento al seno è molto importante.

Il latte che la mamma produce è un latte unico, inimitabile, specifico per il proprio bambino, con una composizione ideale per le sue esigenze nutritive e di sviluppo. E’ anche ricco di sostanze biologicamente attive con molti effetti positivi: aiutano la digestione del bambino, rinforzano il suo sistema immunitario in maniera permanente, maturano il sistema nervoso e gli altri organi.

Anche il latte dei primi giorni (il colostro) è particolarmente prezioso per la ricchezza di anticorpi e la rispondenza alle necessità nutritive del neonato in attesa del latte vero e proprio. Il normale colore del colostro è giallastro. Inoltre, fatto non trascurabile, il latte materno è sempre pronto per l’uso, alla giusta temperatura, igienicamente adeguato.

Confermato che il latte materno è ineguagliabile….

…. ritengo anche fondamentale supportare le mamme che, per varie ragioni, decidono di non allattare al seno.

E’ giusto chiarire che allattare al seno è più difficile di quanto si pensi, ed è una cosa che generalmente si impara. Ad alcune viene naturale, ci sono fortunate che hanno un seno predisposto e che ha una montata lattea immediata, ma per la maggior parte delle neomamme è necessario acquisire la giusta tecnica.

Soprattutto in ospedale secondo me, vengono sempre più spesso adottate delle politiche un po’ troppo restrittive per le mamme che cominciano affrontando non poche difficoltà. C’è una sorta di terrorismo psicologico che impone il presupposto che la mamma DEVE allattare al seno altrimenti viene giudicata come reietta. Io invece credo fermamente che questa dovrebbe essere una scelta individuale e supportata dal personale sanitario qualunque essa sia e sicuramente non imposta o indotta.

Ad oggi i latti artificiali sono molto validi. Conosco mamme, con bambini allattati al seno perennemente ammalati e figli della stessa mamma allattati esclusivamente con artificiale e in perfetta salute. Con questo non dico che non sia necessario allattare al seno ma solo che è una scelta che non deve creare ripercussioni psicologiche alla mamma.

Per mia esperienza ho parlato con diverse mamme e la maggior parte per un motivo o per l’altro ha dovuto abbandonare l’ allattamento al seno prima di quanto pensasse, non credo siano state contente, come non lo ero io, ma la maggior parte delle volte sono le circostanze che conducono alle scelte, quindi MAI GIUDICARE!

Per decidere come allattare il vostro bambino vagliamo i vari aspetti a favore e contro all’allattamento al seno:

Ecco i Pro dell’allattamento al seno

  • La mamma che allatta avrà un risparmio economico
  • Alcuni studi ipotizzano che per chi ha allattato al seno una protezione contro il cancro al seno a ovaie e osteoporosi
  • La mamma che allatta al seno avrà più tempo per dormire la notte in posizione laterale ma avrà più interruzioni poiché sazia meno del latte artificiale e richiederà più poppate al giorno.
  • La mamma che allatta al seno non dovrà preoccuparsi di stipsi, e intolleranze e scelta ottimale del latte artificiale.
  • La mamma che allatta al seno non deve preoccuparsi di portarsi dietro tutto il necessario per allattare.
  • La mamma in linea di massima non si deve preoccupare per l’idratazione del piccolo

Gli svantaggi dell’allattamento al seno invece sono che:

  • Allattare al seno può , se non controllato, creare cattive abitudini
  • E’ più difficile proporre il ciuccio e tendenzialmente potrebbe creare più problemi la fase dello svezzamento.
  • Aiuta a smaltire i kg di troppo ma nello stesso tempo occorre mantenere un paio di kg in più per garantire il nutrimento adeguato
  • Una donna che allatta al seno per più di un anno e che ha un seno piccolo solitamente lo vede sparire, chi lo ha più grosso lo vede afflosciarsi
  • L’allattamento al seno è più difficile da prestabilire e pertanto non agevola l’organizzazione di spostamenti e uscite
  • Allattare al seno può essere doloroso e diventare un disagio se non avviene correttamente e causa ragadi, ingorghi o mastiti.

Io personalmente sono pro allattamento naturale ma se ripenso a quando per me è diventato un incubo per il dolore, quando ogni volta che la mia piccola piangeva per la fame a me veniva da piangere perché pensavo alla sofferenza che avrebbe seguito, quando dovevo fare notti insonni per tirarmi il latte che faticava a uscire, capisco coloro che non riescono a proseguire, perché io ho smesso per queste ragioni di allattare ma ho acquisito serenità nello stesso tempo, e secondo me questa è altrettanto importante nel crescere un piccolo neonato.

Se vuoi sapere di più sull’allattamento al seno leggi l’articolo “Tutto quello che devi sapere sull’allattamento al Seno

Se vuoi sapere di più sul latte artificiale leggi l’articolo “Tutto sul latte artificiale – Quando e come utilizzarlo

Tutto sul latte artificiale – Quando e come utilizzarlo

Vorrei fare una premessa.

Questo consiglio ve lo do per esperienza personale: Acquistate tutto l’occorrente per preparare il latte artificiale già alla nascita del piccolo, non sono soldi buttati, più avanti in un modo o nell’altro vi tornerà sicuramente utile anche se allattate al seno, e tenete in casa sempre almeno un ciuccio.

Informatevi prima come si prepara il latte (lo trovate anche in questo articolo), imparate a sterilizzare e ad assemblare i biberon e comprate una confezione di scorta nel caso vi rendiate conto nel bel mezzo della notte che il bimbo non mangia a sufficienza perché non avete latte e piange disperato per la fame, vi garantisco che in quel momento non vorreste trovarvi a dover ancora leggere le istruzioni.

Quando mi è capitato non sapevo che fare e vi assicuro che calmare un bambino che ha fame quando non puoi dargli da mangiare è molto difficile, ricordo benissimo quel giorno, credo fosse il 4° o 5° dal rientro a casa, fino ad allora era sempre stata molto tranquilla, un angioletto ma quella sera è stata un incubo.

A parte che mi ci è voluto un po’ per capire che aveva fame avendole dato il seno poco prima, credevo fossero coliche, solo il pediatra mi ha illuminato dicendomi che la sera il seno produce meno latte e quindi era possibile che non mi uscisse più nulla.

Sono andata nel panico, inoltre il pianto ininterrotto a cui non ero ancora abituata mi faceva impazzire, ero sola, insomma un inferno finché non è tornato mio marito dalla farmacia di turno con il latte e credetemi se fosse arrivato con un diamante non sarei stata così contenta come per il latte.

Quando e come utilizzare artificiale

L’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda l’allattamento materno esclusivo per i primi sei mesi di vita e consiglia di mantenerlo, pur introducendo per gradi altri alimenti, fino almeno a tutto il primo anno.

Ci sono rari casi però, in cui allattare non è possibile o bisogna integrare il latte materno con quello artificiale: che è poi latte di mucca, trattato per diventare il più simile possibile a quello della mamma.

Ma non illudiamoci: non diventerà mai davvero uguale.

Nei casi in cui il calo ponderale fisiologico supera il 10% o se all’arrivo della montata il lattante non si è ancora attaccato correttamente, o se la crescita non risulta adeguata è probabile che il vostro pediatra consigli di dare un aggiunta di latte artificiale.

Se l’aggiunta viene somministrata ad ogni poppata, non si saprà effettivamente quanto mangia il neonato, quindi questo metodo non è consigliato in caso di prematuri o neonati con peso molto basso.

Una seconda possibilità è quella di tirarsi il latte con un tiralatte, continuando comunque ad attaccare il bimbo al seno per stimolare la montata. In tal caso sarà opportuno alternare il latte materno (al raggiungimento della dose necessaria) a quello artificiale.

Quando l’allattamento al seno non è possibile, va usato latte in polvere almeno fino ai 6 mesi di età del bambino (Formula 1). Successivamente è preferibile continuare con un latte di “proseguimento” (Formula 2), liquido o in polvere, per tutto il primo anno di vita.  In caso di bambini con esigenze particolari si possono scegliere le formule speciali (ad esempio formula 0 per bambini prematuri).

Uno schema classico prevede come numero dei pasti, fino al terzo mese del bebè 6 pasti  che orientativamente possono coincidere con 6 -9.30 – 13 – 16.3 – 20 – 23.30;

intorno al quarto mese si passa a 5 pasti: 6 -10 -14 -18 -22;

solitamente all’inizio del quinto si passa ai 4 pasti: 7.30 – 11.30 – 16.00 – 20.00

e al 6 si ridurranno a 2 con l’inizio dello svezzamento.

Indicativamente le dosi da seguire sono quelle sulle confezioni di latte ma per chiarire meglio riporto la tabella dell’ospedale per il primo mese:

 

ml per pasto 20 30 40 50 60 70 80 90 100 110 120
Giorni di vita 3 4 5 6 7 8 9 10 15 20 30

 

Il fabbisogno è calcolabile con la seguente formula: q=(160 x p) /n

Dove q è la quantità di latte per pasto, espressa in ml, p è il peso del bambino in kg e n il numero dei pasti giornalieri. 160deriva dal fabbisogno calorico del bambino in riferimento calorico del latte, in ogni caso se il bambino dovesse essere affamato non superare q=(200 x p) /n.

Dopo la poppata è consigliare tenere il neonato in posizione eretta per circa 15-20 minuti.

Preparazione del latte artificiale

Vi riporto le istruzioni corrette per la preparazione del latte artificiale in polvere e successivamente vi dirò il mio metodo per prepararlo nel più breve tempo possibile. Ovviamente se utilizzate il latte artificiale liquido basterà scaldarlo o con lo scaldabiberon o a bagnomaria, prestando attenzione a non metterlo in acqua a temperatura maggiore di 70°.

Anzitutto bisogna ricordarsi che occorre preparare una singola poppata per volta ed eventualmente eliminare il contenuto se non è stato consumato entro due ore.

  • Lavarsi le mani con acqua e sapone e poi asciugarle.
  • Versare l’acqua in un contenitore ben pulito e portarla a bollore.
  • IMPORTANTE: aggiungere la polvere quando la temperatura dell’acqua è a 70 gradi; in pratica coprire il contenitore con un coperchio dopo l’ebollizione e attendere non più di 30 minuti. Questa temperatura uccide i batteri presenti nella polvere. Questo è il passo più importante nella preparazione del latte in polvere, perché non è garantito che il latte in polvere sia sterile
  • Mettere in un biberon sterilizzato la quantità di acqua necessaria per sciogliere la polvere.
  • Aggiungere l’esatta quantità di polvere indicata nella confezione; non bisogna mai aggiungere una quantità diversa (in più o in meno) da quella indicata.
  • Chiudere il biberon e agitare bene il contenuto.
  • Raffreddare rapidamente il latte mettendo il biberon in un recipiente con acqua molto fredda. I batteri si moltiplicano rapidamente tra 7 e 65 gradi. Più a lungo il latte si trova a questa temperatura, maggiore è il rischio di aumentarne il contenuto di batteri e quindi il rischio che il bambino possa contrarre un’infezione
  • Controllare la temperatura facendo cadere qualche goccia di latte sul dorso della mano e sentire che è tiepida.

Questo è quanto è scritto dietro le confezioni per la preparazione del latte. Ora io vi sfido quando avete fra le mani un bambino urlante perché ha fame, di far bollire l’acqua e attendere 30 minuti che arrivi a 70°. Le possibili soluzioni che ho trovato io sono le seguenti:

  • Acquista uno Scaldabiberon : porterà la temperatura dell’acqua alla temperatura corretta
  • Acquista un termometro da alimenti: potrete spegnere il gas prima del bollore al raggiungimento della temperatura corretta
  • Non badate alla temperatura dell’acqua e fate il latte quando l’acqua è bollente. Questo è il metodo che ho sempre utilizzato io, probabilmente alcune vitamine e minerali li perderà ma il metodo è a prova di pianto.

Io metto nel biberon in quest’ordine un po’ di acqua bollente, il latte in polvere e miscelo dopodichè aggiungo acqua a temperatura ambiente fino alla dose corretta.

Per scaldare l’acqua (parlo dell’acqua non del latte) utilizzo il microonde, invece quando uscivo o  faceva la poppata notturna,  la sera riempivo il termos così di notte non dovevo scaldare neanche l’acqua. Se è pieno e ben chiuso, l’acqua manterrà una temperatura superiore ai 70 gradi per diverse ore. Il Termos da viaggio deve essere lavato accuratamente e risciacquato con acqua bollita prima di riempirlo.

Fate attenzione che ogni misurino di latte fa aumentare la quantità di latte nel biberon di 3ml

( es. 7 misurini sono circa ml in piu’rispetto alla dose)

 

Età Misurini Acqua Latte TOT Numero Biberon
1-2 Settimane 2 60 ml 70 ml 6-7
3-4 Settimane 3 90 ml 100 ml 6-7
2° Mese 4 120 ml 130 ml 5-6
3° Mese 5 150 ml 170 ml 4-5
4° Mese 6 180 ml 200 ml 4-5
5° Mese 7 210 ml 230 ml 3-4
6° Mese 7 230 ml 230 ml 2-3

La scelta del latte artificiale

Ho scritto una serie di consigli utili per la scelta del latte aritficiale, rispariamiando (anche non poco) senza rinunciare alla qualità e alla sicurezza. Trovi tutto nel post “La scelta del latte artificiale”

Che ninna nanna scelgo?

Recenti studi hanno dimostrato che ascoltare la musica in età neonatale sviluppa la capacità di comunicazione, stimola le capacità cognitive e inoltre ha un potere rilassante.

Canticchiare una filastrocca o una dolce ninnananna aiuta molto a calmare i bambini piccoli più che parlargli quindi quando i neonati danno segni di disagio, provate a cantare anziché parlargli.

I suoni e i rumori sono fondamentali per il piccolo, sin dai primi giorni proponetegli, tramite internet o app del cellulare, una playlist di rumori bianchi che riproducono i rumori del ventre materno, il rilassamento è assicurato.

Le ninna nanne per bambini sono tante, e secondo quanto ho riscontrato io non ce né una che funziona universalmente per tutti i bambini, occorre trovare quella più appropriata e per farlo vi do un elenco di caratteristiche che dovrebbero possedere per avere un effetto rilassante:

Ricordate di vivere questo momento come di condivisione, affetto e relax, è il momento in cui salutate il piccino fino al giorno seguente e non quello in cui tirate un respiro di sollievo perché la giornata è finita, quello potrete farlo dopo.

Elemento indispensabile per il suo totale abbandono e fiducia nell’addormentarsi è la voce di un membro della famiglia che il piccolo riconosce.

La melodia, è di solito una melodia di breve durata, molto dolce, che si ripete come un mantra.

Deve seguire un ritmo lento e deve risultare priva di salti ritmici, causa questi ultimi di eccitazione.

Le parole che la compongono devono essere bisbigliate, cantate in modo appena percettibile, ai limiti della cosiddetta soglia di percezione. Inoltre ciò che conta è la musicalità delle parole, non tanto le parole in se.

Non è il contenuto ma la melodia che lui ricorda e riconosce come rilassante, quindi potete già in gravidanza ascoltare delle canzoni in particolare da proporre al piccolo, non stupitevi se si innamora di pezzi che di rilassante hanno poco, e sempre lui a fare la sua scelta. Sembra una stranezza ma la mia piccolina si rilassa con “Voglio ballare con te” di Baby k. La ascoltavo spesso in gravidanza perché mi dava gioia, evidentemente lei o ha recepito, i primi mesi durante le crisi di pianto a volte solo quella canzone in loop la tranquillizzava, e quanto odiavo la pubblicità di youtube che a volte partiva e rovinava tutto il lavoro fatto.

Detto ciò potrete sbizzarrirvi e trovare insieme al vostro piccolo la canzone giusta per addormentarsi.

Io appena nata ho utilizzato molto le tradizionali “Stella Stellina” e “Ninna Nanna, ninna oh”, che mio marito le cantava con le strofe di Aldo Giovanni e Giacomo, vi lascio immaginare…

Successivamente grazie a Canzoni per bimbi.it nella smart tv abbiamo trovato la sua preferita in assoluto “L’elefante con le ghette”, la canzone con la quale la metto a letto tutte le sere nella sua culletta. Questo per dire che mi sono fatta guidare del suo istinto e da ciò che la faceva rilassare.

Quindi come sempre il mio consiglio è: osservate e ascoltate il vostro piccolino, canzoni classiche, canzoni per bambini ma anche quelle da canticchiare, lasciate a lui la scelta.

Evitate di addormentare il piccolo in braccio, mettetelo nella sua culla e cantate.

I neonati devono stare a contatto con la mamma ma devono anche acquisire indipendenza.

Tempo fa ho letto questa frase e mi sono innamorata:

“Immagina che chi ami sia una farfalla: se la tieni stretta muore, ma se la lasci libera di volare tornerà  per sempre da te!”

Ed è proprio così: prendete pure in braccio il vostro bambino, coccolatelo e baciatelo ma poi posatelo nella sua culletta, apprezzerà ancora di più quando tornerà fra le vostre braccia.

IL TESTO DI STELLA STELLINA

Stella stellina
la notte s’avvicina:
la fiamma traballa,
la mucca è nella stalla.
La mucca e il vitello,
la pecora e l’agnello,
la chioccia e il pulcino,
la mamma e il suo bambino.
Ognuno ha il suo piccino,
ognuno ha la sua mamma
e tutti fan la nanna.

IL TESTO DI NINNA NANNA NINNA OH (Versione Tradizionale)

Ninna nanna ninna oh, questo bimbo a chi lo do
Lo daremo alla befana, che lo tiene una settimana.
Lo daremo al lupo nero, che lo tiene un anno intero.
Lo daremo al buon Gesù, che lo tiene un giorno in più.
Ninna nanna, ninna oh, questo bimbo a chi lo do
Lo daremo alla sua mamma che le farà fare la nanna.

IL TESTO DI NINNA NANNA NINNA OH (Versione Aldo Giovanni e Giacomo)

Ninna nanna ninna oh, questo bimbo a chi lo do
Lo daremo alla befana, che lo tiene una settimana.
Lo daremo al lupo nero, che lo tiene un anno intero.
Lo daremo al buon Gesù, che lo tiene un giorno in più.
Ninna nanna, ninna oh, questo bimbo a chi lo do
Lo daremo alla moffetta, che lo tiene stretta stretta.
Lo daremo alla tartaruga, che lo tiene nella lattuga
Lo daremo al paparino, che se lo porta in motorino
Ninna nanna, ninna oh, questo bimbo a chi lo do
Lo daremo alla nonnina, che lo mette giù in cantina
Lo daremo al fratellino, che lo mette nel camino
Lo daremo al dottor Sirchioli, che lo impasta coi ravioli.

IL TESTO DELL’ELEFANTE CON LE GHETTE
L’elefante, l’elefante con le ghette
Se le leva, se le leva e se le mette
Se le mette e se le leva per potersi divertir
La balena, la balena poverina
Sa che l’acqua, sa che l’acqua le fa male
Quando arriva il temporale si nasconde in fondo al mar
Tre topini, tre topini in bicicletta
Fanno a gara, fanno a gara nel cassetto
Ma la pulce dispettosa il cassetto rovesciò
Due micini, due micini innamorati
Vanno a fare, vanno a fare la serenata
Alla Bella Addormentata che si è presa il raffreddor. Etchì!

Se proprio non avete un ugola d’oro ci sono sempre i carillon con una delle più conosciute e popolari ninna nanne, composta da Brahms nel 1868.

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Tutto quello che serve per la valigia dell’ospedale prima del parto

Buongiorno future mamme,

Se siete in cerca di informazioni utili per preparare l’occorrente per l’ospedale è perché volete essere pronte e non farvi mancare nulla, inoltre se state cercando sul web è perché vi state scontrando con uno dei primi problemi di disinformazione che si protenderà per tutto il tempo. Non vi aspettate di ricevere più informazioni dall’ospedale o dai pediatri o consultori…vi dico subito che come per il necessario dell’ospedale dovrete essere voi a cercare tutte le informazioni di cui avrete bisogno, di qualsiasi argomento concerne i bambini….io cerco proprio di dare un aiuto in questo quindi se seguirete i miei consigli non sarete colte dal panico di non sapere.

Ma torniamo a noi e alla valigia. Per prima cosa rivolgiti all’ospedale dove hai programmato di partorire e richiedi l’elenco degli articoli che dovrai portare. Io vi scrivo l’elenco che è stato dato a me, e sebbene il necessario sia similarmente uguale per tutte le strutture, sarebbe meglio non arrivare impreparati. Ogni struttura ha le proprie esigenze ed abitudini, per esempio io ho dovuto portare una bacinella per l’igiene intimo poiché le camere erano sprovviste di bidet, ma non tutti gli ospedali sono così.

Di seguito troverete i vari prodotti che ho scelto per me, per la comodità di chi non ha voglia di impazzire a cercare, ma ovviamente potrete scegliere articoli simili a vostra discrezione

Ricordate di preparare e tenere l’occorrente entro il settimo mese, non è detto che vostro figlio abbia intenzione di rimanere al calduccio fino al termine.

 

Occorrente per la mamma:

Una Maglia larga di cotone bianco per il parto.
Anche di vostro marito o quelle da 1 euro al mercato. Verrà utilizzata durante il parto e gettata subito dopo direttamente dalle ostetriche. Appena nato il nuovo arrivato verrà adagiato sul vostro corpo “natur” senza pulizia alcuna e la maglia sarà a quel punto ridotta in condizioni pietose.

Due Camicie da notte aperte totalmente o parzialmente per l’allattamento.
Vi consiglio le maniche corte anche d’inverno a causa del riscaldamento soffocante.  Sebbene io non sia una fanatica delle camicie da notte, anzi al contrario non le sopporto molto, devo dire che in questo caso sono molto più pratiche dei pigiami. Spesso verrete controllate sia prima per valutare la dilatazione, sia dopo per verificare che sia tutto ok. Quando l’acquistate fate attenzione alla taglia, considerate che quando la indosserete probabilmente avrete una pancia più grande del momento d’acquisto.

Una Vestaglia o Golfino sia d’inverno che d’estate. L’aria condizionata potrebbe darvi fastidio.

Due Reggiseni allattamento

Due Confezioni di slip a rete che potrete trovare qui.

Una confezione assorbenti post parto. Io ho comprato quelli della chicco mummy che consigliano in farmacia, questi qui per intenderci. Al corso preparto però ci hanno poi fatto vedere quelli che utilizzano loro e sono più larghi, infatti quelli della chicco occorre metterne 2. Acqustateli nei supermercati, costano meno e sono gli stessi dell’ospedale. In allegato link di quelli del carrefour.  https://myshop.carrefour.it/dettaglio-prodotto?id=0001631575

Un paio di calze antitrombo (se previsto parto cesareo) consiglio l’acquisto in negozi specializzati perché vi prenderanno le misure della gamba in modo che queste svolgano al meglio la funzione per la quale si indossano.

Una guaina o fascia post parto che troverete qui (se previsto parto cesareo)

Una confezione coppette assorbilatte che troverete qui.

Una Crema per prevenire e curare le ragadi. All’ospedale vi consigliaranno di mettere il proprio latte ma purtroppo a meno che non stiate con le tette al vento dopo  è difficile che sia sufficiente. Ottime sono le creme della Medela che trovate qui e l’Olio Vea  qui.

Ricordate di portare gli esami effettuati in gravidanza e i documenti.

Macchina fotografica e carica batterie sono d’obbligo.

Occorrente per l’igiene personale

Cambio per quando uscirete

4 paia di calze di cotone

Asciugamani

1 Accappatoio + Infradito. La doccia sarà vostra alleata durante il travaglio.

1 Paio di Ciabatte

Occorrente bebè

1 fiocco nascita

1 copertina

2 cappellini. Il primo da combattimento, anch’esso come la maglia verrà buttato. Il secondo da rappresentanza verrà fatto indossare, dopo averlo lavato, il primo giorno che è il giorno in cui necessitano di più calore per ambientarsi alla nuova realtà.

4 Paia di Calzine

6 Body rigorosamente in cotone a maniche corte, eventualmente d’inverno a maniche lunghe solo per il primo giorno.

6 Tutine: Solitamente funziona la contrario, d’inverno vi chiederanno il cotone e d’estate il caldo cotone, questo perché all’ospedale d’inverno ci sono i tropici a causa del riscaldamento e d’estate il gelo dovuto all’aria condizionata.

1 Tutone imbottito o giubbino per quando uscirà, in base alla stagione.

6 Bavaglini

1 Accappatoio Quadrato con cappuccio

6 Asciugamanini

Per quanto riguarda il corredino nascita ho comprato l’occorrente per l’ospedale da ovs e kiabi. Sono i siti che ho trovato più convenienti e soprattutto che avevano sia i body a kimono che la taglia per i prematuri. Ovviamente la mia spesa si è limitata al necessario per l’ospedale giusto per non rimanere sprovvista, per il resto ho aspettato dopo aver scartato i regali, per regolarmi

Ricordate che non dovete per forza portare dietro la casa, inizialmente non essendo pratici con i cambi noi abbiamo dovuto cambiarla più del dovuto perché puntualmente quando la cambiavamo faceva la pipì e bagnava qualsiasi cosa body tutine asciugamani, quindi ho dovuto mandare farmi portare cambi aggiuntivi ma non è un carcere, solo voi siete obbligate a stare li tutti gli altri saranno liberi di portarvi tutto ciò di cui avrete bisogno.

La Nanna – Tutto quello che hai sempre voluto sapere

Buongiorno a Mamme

Oggi vi parlerò di un argomento che mi sta molto a cuore, e sono certa che sia particolarmente importante anche per tutte voi, forse l’esigenza primaria a cui quasi tutte cerchiamo risposta…come far addormentare il piccolo nella culla e dormire sonni tranquilli. Le domande che ci siamo poste riguardo l’argomento nanna, sono sicuramente molteplici:

Le prime notti, la mia piccolina era un angelo, dormiva beata nella culla, che dolce ancora doveva abituarsi alla nuova realtà. Ero io l’ingenua, che per paura che non respirasse per la coperta, piuttosto che il rigurgito o motivazioni che mi creavo io nella testa, ogni mezz’ora mi svegliavo per controllare che fosse tutto ok e viva soprattutto, stessa ragione per cui quando ero sola e lei dormiva io non facevo lo stesso.

Niente di più sbagliato!

Adesso ditemi che non lo avete fatto anche voi? Quando dopo alcuni giorni ha cominciato a prendere il ritmo e a quel punto era lei a svegliarmi, le mie ore di sonno hanno cominciato a diminuire drasticamente, e così anche la mia sanità mentale. A questo si è aggiunto il fatto che volesse stare sempre in braccio, di notte ma anche giorno, ormai si era abituata, è stato il momento in cui ho deciso che dovevo correre ai ripari.

Vi posso solo dire che la mia piccolina dopo poco meno di 2 mesi dormiva già tutta la notte nella culla, e io anche ma comodamente nel mio lettone.

Ma andiamo in ordine, partiamo dalla prima domanda:

MEGLIO CULLA O LETTONE?

Finalmente vi svelerò qual è la cosa giusta da fare a riguardo! Vi sarete già scontrate con sostenitori delle diverse tesi e se state cercando una risposta vi sarete imbattuti sia in articoli che dimostrano che il “sonno condiviso” agevoli il legame genitori e figli e in altri che affermano che aumenta il rischio di SIDS e disturbi del sonno, quindi qual è la risposta alla domanda iniziale? La risposta è che non c’è una cosa giusta o una sbagliata in assoluto, ma il metodo che dovete scegliere è quello che semplicemente vi fa stare più tranquilli!

Leggete tutto  nell’articolo “Meglio culla o lettone?”

COME RIDURRE IL RISCHIO DI SIDS?

Per prevenire la sindrome della morte improvvisa infantile (Sudden Infant Death Syndrome – SIDS), conosciuta anche come morte in culla, che consiste nel decesso improvviso del bambino (picco è fra i 2 e 4 mesi di età, soprattutto nel periodo invernale; è più rara dopo i 6 mesi, eccezionale nel primo mese, ma l’attenzione va mantenuta alta fino al tutto il primo anno), potete leggere qui dei consigli su come ridurre il rischio di SIDS.

In tema di sicurezza nello stesso articolo trovate anche una piccola guida su come mettere in sicurezza la culla

Ma torniamo al nostro argomento nanna.

COME ASSOCIARE LA NANNA A UN FATTO POSITIVO?

Iniziamo con il dire che per i bambini il momento della nanna è vissuto come separazione quindi per portarsi avanti l’ideale sarebbe agire per cambiare questo sentimento sin dai primissimi giorni. Potrebbe essere utile tenere a mente alcuni fattori che trovate nel post “Come associare la nanna a un fatto positivo”

COME ABITUARLO ALLA CULLA IN 3 GIORNI

Mamme ora il momento tanto atteso, la risposta alla domanda più importante. Io la risposta l’ho trovata in questo libro:

Il linguaggio segreto dei neonati”di Trancy Hogg.

Personalmente adoro tutti i suoi libri. Li potrete trovare tutti a questo link.

Per me questo libro è stata la salvezza. Nei momenti iniziali avere delle risposte concrete è fondamentale e io le ho trovate più in questo libro che in tante persone.

Qui ho riassunto le cose più importanti da sapere. Leggete “Come abituarlo alla culla in 3 giorni!” e non ve ne pentirete nemmeno per un minuto. Lo ripeto, per me è stato la salvezza!

Perché NON DORME SERENO?

I disturbi del sonno a volte sono inevitabili. Anche bambini che di solito dormono bene possono attraversare questi periodi di irrequietezza. Questo accade spesso e le cause possono essere diverse. Le ho raccolte in un post sul perché non dorme sereno qui.

Come vestire i neonati mese per mese

Buongiorno mammine,
quest’oggi mi sono svegliata e quando ho aperto le finestre una gradevole novità ha fatto il suo ingresso in casa, un piacevole tepore e un bellissimo sole, dopo giorni di pioggia torrenziale e freddo. Non so voi se per voi è lo stesso ma io sono molto metereopatica, quando vedo il sole il mio cuore si riempie di gioia e tutto cambia aspetto, tutto diventa positivo, se non fosse per un piccolo particolare a cui non avevo ancora pensato : il cambio di temperatura!

Mi piacerebbe avervi di fronte per vedere quante di voi non si sono poste la domanda: come devo vestirmi con questo tempo? E’ difficile risolvere il dilemma quando riguarda noi che possiamo vestirci e spogliarci all’occorrenza figuriamoci per dei neonati che ancora non possono dirci se hanno caldo o freddo.

Diversi sono i fattori da considerare, intanto noi ci muoviamo e disponiamo di capi diversi dai loro sia come tipologia che come materiali, ovviamente è tutto più semplice in estate o inverno, ma in primavera e in autunno? Ogni tanto mi chiedo perché deve essere tutto così complicato…

Chiaramente ora che vi scrivo sono passati alcuni mesi dalla nascita della mia piccolina, nata in pieno inverno, ma ricordo come fosse ieri, che quando è stato il momento di acquistare il primo corredino, mi posi le stesse domande, quindi vorrei specificare che le informazioni a seguire sono valide oggi come allora, conclusioni a cui sono giunta dopo aver parlato con un medico specializzato in Pediatria, una neonatologa, e un ostetrica.

REGOLA #1

Vestire in eccesso i neonati è da ritenersi utile solo i primo giorno di vita dopodichè è controproducente poichè aumenta il rischio di SIDS e di malanni, per questo consiglio l’uso del body a maniche lunghe solo il primo giorno se nati d’inverno.

I neonati, al contrario di ciò che si è soliti pensare, sono sensibili al freddo unicamente nei loro primi giorni di vita che solitamente trascorrono in ospedale, con il passare del tempo il corpo del bambino riesce a mantenere stabile la temperatura corporea e termoregolarsi.

Al contrario di quanto si creda le “correnti d’aria” non rappresentano alcun rischio per un organismo se non nel caso in cui, questo sia sudato. E’ opportuno pertanto soffermarsi su come evitare che il bimbo sudi, scegliendo ad esempio capi in materiali naturali. Il cotone e la lana trattengono il calore, mentre i tessuti sintetici oltre a far sudare, non mantengono molto caldo e spesso sono proprio la causa della pelle sudata e umida, responsabile di spiacevoli raffreddamenti stagionali.

Il principio di base è vestirlo abbastanza da non fargli avere freddo ma non così tanto da farlo sudare.

REGOLA #2

I bambini vanno vestiti come noi, per cui se noi abbiamo caldo, anche loro ne avranno e di solito loro hanno più caldo degli adulti. Ora ammetto che quando ho chiesto consiglio per vestire la mia piccola e mi sono sentita dire questo, ho cominciato a spazientirmi…cosa significa?

In casa io sto con pantaloni e maglia a maniche lunghe e mio marito in pantaloncini e maglietta, quindi come mi devo regolare?

Questa è sicuramene una regola generale che può aiutare a dare un indicazione ma è bene sapere che non è sempre valida, ogni adulto e ogni neonato è differente, la temperatura percepita cambia in base a quantità di grasso, di muscoli e tipologia di costituzione, anche in caso di neonato, se il neonato è grassottello è più possibile che percepisca più caldo rispetto a uno smilzo, pertanto a mio parere, occorre imparare a conoscere il proprio bambino osservandolo con attenzione e seguire ciò che lui è il suo corpo ti dicono di fare.

Il neonato sente freddo quando il suo viso si presenta pallido con macchie bianche e rosse o quando tende a respirare più velocemente, al contrario le sue guance appariranno rosse se invece sente caldo.

E’ opportuno però prima che si verifichino tali condizioni controllare la sua temperatura corporea. Il metodo più attendibile, è quella che si percepisce dietro il collo, se la nuca e la schiena, risulteranno calde e umide di sudore, inutile dire che il piccolo ha caldo. La temperatura delle mani e dei piedini invece, soprattutto nelle prime settimane di vita, non è mai la quella reale.

REGOLA #3

Accessori. Le calzine vanno messe sotto le tutine, e non sopra! Queste aiutano a tenere il bambino in una condizione di tepore che può favorire il suo benessere, sempre che la temperatura esterna non sia troppo alta. Se fuori è caldo e i piedini sono freschi e rosei non occorre mettergli i calzini, mentre se i piedini sono freddi con un colorito che tende al bianco è meglio farglieli indossare a prescindere dalla temperatura esterna.

Il cappellino è fondamentale sia di inverno per proteggerlo dal freddo che d’estate per proteggerlo dal sole. La testa tende a disperdere molto calore e per questo motivo va coperta, questo aiuta a ridurre la termo dispersione e a mantenere la temperatura il più possibile costante, inoltre quando i bambini sono molto piccoli potrebbero insorgere fastidiose otiti, anche per questo i cappellini sono molto importanti per proteggere le orecchie.

Inutili invece le scarpine fino a che non muovono i primi passi.

Vestire i bambini in INVERNO (fino a 16°C)

Abbigliamento in casa:

Le abitazioni oggi sono molto calde, talvolta anche troppo, quindi il neonato può essere vestito meno.

BODY a maniche corte + CALZE (anche sotto le tutine con il piede) + TUTINA DI COTONE a maniche lunghe oppure COPRIFASCIA e GHETTINA sempre di cotone (che sono maglia e pantaloni con il piedino).

Abbigliamento fuori casa:

La carrozzina che ha la sua copertura e il passeggino, che nella maggior parte dei modelli è dotato di sacco, hanno già un effetto termico di per se e non necessitano di ulteriori coperture, mentre per l’ovetto la copertina potrebbe essere utile, pertanto occorre scegliere gli indumenti con razionalità.

BODY a maniche corte + CALZE + TUTINA DI CALDO COTONE o CINIGLIA a maniche lunghe oppure COPRIFASCIA e GHETTINA di caldo cotone o ciniglia (Sconsiglio cotone normale con un golf sopra per evitare effetto mummia dopo aver fatto indossare anche tutone) + CAPPELLO + TUTONE DI PIUMINO + COPERTINA in caso di ovetto a basse temperature.

Abbigliamento per la nanna:

Rispetto al giorno, però, le temperature esterne e della casa si abbassano perciò è meglio coprirli di più.

I lattanti, nei primissimi mesi di vita, durante la notte, NON si scoprono perché si muovono poco, e quindi di solito li si ritrova così come sono stati coperti. In questo caso consiglio:

BODY a maniche corte + CALZE + TUTINA DI CALDO COTONE o CINIGLIA a maniche lunghe oppure COPRIFASCIA e GHETTINA di caldo cotone o ciniglia + COPERTINA PESANTE.

Crescendo potrebbero muoversi molto di più e a volte, diventare insofferenti alle coperte. Inquesto caso le proposte sono due: Sacco Nanna (possibilmente scegliere modello con maniche) o Pigiamoni (possibilmente senza cappuccio che può essere causa di soffocamenti o surriscaldamenti eccessivi)

In questi casi non c’è bisogno di aumentare lo spessore della tutina, perché i sacchi nanna sono già molto caldi. In questi casi l’abbigliamento sarà:

BODY a maniche corte + CALZE + TUTINA DI  COTONE a maniche lunghe + SACCO NANNA / PIGIAMONE.

Vestire i bambini in PRIMAVERA e AUTUNNO (da 17°C a 25°C)

Le mezze stagioni sono quelle che, da sempre, danno i maggiori problemi. Ancora peggio , oggi che le mezze stagioni durano una manciata di giorni se va bene,altrimenti si passa direttamente da estate a inverno o viceversa e noi andiamo letteralmente in confusione per paura di svestirci troppo presto e ammalarci.

In questo caso, i consigli per l’abbigliamento dei neonati non sono diversi da quelli degli adulti, parola d’ordine: Stratificare (abbigliamento a cipolla). Occorre in via generale indossare molti capi leggeri anziché uno pesante così da vestirsi o svestirsi in base alle temperatura.

I neonati necessitano di comodità e freschezza, quindi in questo periodo sono ancora più importanti i materiali, banditi i capi sintetici che impediscono la traspirazione della pelle e favoriscono la sudorazione.

Abbigliamento in casa:

BODY a maniche lunghe + CALZE (non fa ancora così caldo da toglierle) + PANTALONE di cotone (in questo caso è preferibile il doppio pezzo perchè la tutina è vincolante ma vanno ugualmente bene quelle a maniche corte ma senza piedini, saranno sufficienti le calze che si possono togliere all’occorrenza per rinfrescare) + GOLFINO.

Per stare a casa ,in caso non faccia ancora molto freddo, e due strati body e maglia risultino eccessivi, potrebbero tornare utili i body a maniche lunghe con dei Pantaloni.

Abbigliamento fuori casa:

BODY a maniche corte + CALZE (non fa ancora così caldo da toglierle) + COPRIFASCIA o MAGLIETTA a maniche corte di cotone + PANTALONE di cotone (in questo caso è preferibile il doppio pezzo perchè la tutina è vincolante ma vanno ugualmente bene quelle a maniche corte ma senza piedini, saranno sufficienti le calze che si possono togliere all’occorrenza per rinfrescare) + GOLFINO + FASCIA (per proteggere orecchie nei giorni ventosi) + GIACCA A VENTO + COPERTINA DI LINO leggera in caso di cambiamenti climatici improvvisi.

In caso non faccia ancora molto freddo, e due strati body e maglia risultino eccessivi, potrebbero tornare utili i body a maniche lunghe con dei Pantaloni.

Abbigliamento per la nanna:

Anche nel caso del completo notturno occorre stratificare, mettendo un lenzuolino, appropriato per i riposi pomeridiani e una copertina un po più pesante ma sempre di cotone per la notte. I sacchi nanna sono già troppo caldi, pertanto da non utilizzare.

Per stare a casa e per la notte,in caso non faccia ancora molto freddo, e due strati body e maglia risultino eccessivi, potrebbero tornare utili i body a maniche lunghe con dei Pantaloni.

BODY a maniche corte + CALZE + COPRIFASCIA o MAGLIETTA di cotone (se la casa è particolarmente calda si utilizzerà la manica corta in caso contrario manica lunga) + PANTALONE di cotone oppure TUTINA a maniche corte/lumghe + LENZUOLINO + COPERTINA DI COTONE.

Vestire i bambini in ESTATE ( oltre 26°C )

La cosa importante da ricordare è che i neonati soffrono molto di più il caldo che il freddo: ovviamente stando sdraiati con la schiena sempre poggiata, sudano molto di più.

È importante avere dietro sempre un cambio perché se al tocco notiamo che la schiena è troppo bagnata, è necessario cambiare il piccolo.

D’estate aumenta anche la possibilità di dermatiti da pannolino. La maggior parte dei pannolini, anche quelli migliori, sono in realtà poco traspiranti pertanto possono far sviluppare delle irritazioni nella zona intima e nella schiena quindi è consigliabile in questo periodo utilizzare pannolini che abbiano più cotone (meno assorbenti).

Abbigliamento in casa:

Meglio utilizzare un ventilatore non rivolto verso il bambino, e avere l’accortezza di tenere le finestre chiuse nelle ore più calde della giornata e aperte durante la notte, se avete l’aria condizionata (la temperatura ideale, secondo il Ministero della Salute, è di 24­-25 °C,mai di meno) lasciatela accesa prima di mettere a nanna il bimbo,spegnete del tutto quando si sarà addormentato e durante la notte, oppure tenete ad una temperatura di 26-27°.

A seconda della temperatura si consiglia di non lasciarli nudi con solo il pannolino ma vestirli sempre con il body di cotone che mantiene il giusto calore addosso e permette di buttare fuori quello in eccesso. Il telino di mussola di lino/cotone ha lo stesso principio: se si addormentano è bene utilizzarlo senza accaldarli troppo.

I calzini di cotone possono essere tenuti a portata di mano in caso di uscite nel tardo pomeriggio o serali.

BODY a maniche corte o giromanica o CANOTTIERA di cotone/lino/seta + PANTALONCINO oppure PAGLIACCIETTO (a pantaloncino) o VESTITINO a maniche corte o GIROMANICA .

Abbigliamento fuori casa:

BODY a maniche corte o giromanica o CANOTTIERA di cotone/lino/seta + Pantaloncino o PAGLIACCIETTO (a pantaloncino) o VESTITINO a maniche corte o GIROMANICA + CAPPELLINO DA SOLE

Calze, Pantaloncini e Magliettine da indossare sopra la tutina, o Golfino per coprirli un po’ di più la sera o in caso di sbalzi di temperatura, da far indossare se si entra ad esempio in un centro commerciale o in un luogo più fresco + LENZUOLINO O COPERTINA DI MUSSOLA DI COTONE.

Abbigliamento per la nanna:

BODY a maniche corte o giromanica o PAGLIACCETTO + LENZUOLINO+ se necessario CALZINI leggeri