Rimettersi in forma dopo il parto

Per tornare in forma dopo il parto e recuperare la forma fisica pre-gravidanza, è necessario vincere la pigrizia e prepararsi a seguire sia un programma di allenamento, fatto di sport e “fatica”, sia una dieta adeguata.

Tutti i bonus per il 2019 per le Mamme

Ciao quasi mamme,

se siete approdate in questo post e perché non riuscite più a destreggiarvi fra le tante leggi relativi ai contributi che lo stato definisce a favore delle famiglie. Vi farò quindi un elenco dei bonus elargiti grazie alla legge di bilancio 2019 entrata in vigore il 1° Gennaio.

Vi consiglio, se avete dimestichezza con il pc, di richiedere il pin dell’INPS così facendo potrete mandare avanti tutte le pratiche comodamente dal vostro pc di casa. La richiesta del pin stesso si può fare comodamente dal sito dell’INPS alla seguente pagina https://serviziweb2.inps.it/RichiestaPin/jsp/menu.jsp

Il PIN iniziale è composto da 16 caratteri. I primi 8 ti sono inviati via SMS, email o posta elettronica certificata; i secondi 8 con posta ordinaria all’indirizzo di residenza. Vi consiglio di richiederlo comunque perché potrà sempre servire in futuro perché ti consente di accedere a tutti servizi telematizzati dell’INPS, maternità disoccupazione ecc…In alternativa per la presentazione delle pratiche, ma anche per la richiesta del pin stesso potrete recarvi ad un qualsiasi patronato o alla sede inps di riferimento.

Facciamo subito una distinzione, non tutti i bonus possono essere richiesti liberamente, il maggior vincolo è il reddito ma ve ne sono anche altri pertanto li suddividerò proprio in base a questo. Inoltre ciò che scrivero è preso direttamente dal sito dell’INPS.

I bonus senza alcuna limitazione, per tutte le famiglie

Premio Nascita

Il premio alla nascita, chiamato anche bonus mamma domani corrisposto dall’INPS per la nascita o l’adozione di un minore , è stato riconfermato fino al 2020, insieme al bonus asilo nido 2019.

La domanda della futura madre deve essere presentata dopo il compimento del settimo mese di gravidanza (inizio dell’ottavo mese di gravidanza) e comunque, improrogabilmente entro un anno dal verificarsi dell’evento (nascita, adozione o affidamento.

Il bonus di importo pari a 800 € è concesso in un’unica soluzione per ogni evento (gravidanza, parto, adozione o affidamento) e in relazione a ogni figlio nato, adottato o affidato, ed è richiedibile a prescindere dal reddito.

Troverete gli approfondimenti su requisiti, le modalità e la possibilità di inoltro della domanda al seguente link: https://www.inps.it/nuovoportaleinps/default.aspx?itemdir=50895

Bonus asilo nido e forme di  supporto presso la propria abitazione

Il premio è corrisposto direttamente dall’INPS su domanda del genitore.

Il bonus per il pagamento di rette per la frequenza di asili nido pubblici e privati e di forme di assistenza domiciliare in favore di bambini con meno di tre anni affetti da gravi patologie croniche, ha subito dei cambiamento positivi con la nuova riforma. L’importo  del buono è stato elevato a 1.500 euro su base annua, per ciascuno degli anni riconfermati (fino al 2021).

Il bonus asilo nido viene erogato con cadenza mensile su 11 mensilità, per un importo massimo di 136.37 euro mensili, direttamente al beneficiario che ha sostenuto il pagamento, per ogni retta mensile pagata e documentata. Il contributo erogato dall’Istituto non può eccedere la spesa sostenuta per il pagamento della singola retta.

Il bonus per le forme di supporto presso la propria abitazione viene erogato dall’Istituto in un’unica soluzione direttamente al genitore richiedente, a seguito di presentazione di un attestato rilasciato dal pediatra, che attesti per l’intero anno di riferimento “l’impossibilità del bambino a frequentare gli asili nido in ragione di una grave patologia cronica”.

ATTENZIONE!  Il bonus viene erogato nel limite di spesa indicato per il 2019 è di 300 milioni di euro, secondo l’ordine di presentazione della domanda online. Nel caso venga raggiunto il limite di spesa, l’INPS non prenderà in considerazione ulteriori domande, quindi NON PERDETE TEMPO.

Troverete gli approfondimenti su requisiti, le modalità e la possibilità di inoltro della domanda al seguente link: https://www.inps.it/nuovoportaleinps/default.aspx?itemdir=51105

Assegni di maternità

In questo caso occorre fare una differenza tra Lavoratrici e disoccupate per la presentazione della domanda:

  • ASSEGNI DI MATERNITÀ DELLO STATO

Per le mamme o i papà lavoratori. La domanda per l’assegno di maternità dello Stato deve essere presentata alla sede INPS di competenza.

La domanda deve essere presentata entro sei mesi dalla nascita del bambino o dall’effettivo ingresso del minore in famiglia nel caso di adozione o affidamento, oppure in Italia in caso di adozione internazionale.

I requisiti generali richiesti per il diritto all’assegno di maternità di Stato sono la residenza in Italia e la cittadinanza italiana o di uno stato dell’Unione europea. Ai cittadini extracomunitari è richiesto il possesso del permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo.

Per la madre sono previsti i seguenti requisiti:

  • se lavoratrice, deve avere almeno tre mesi di contribuzione per maternità nel periodo compreso tra i 18 e i nove mesi precedenti il parto o l’effettivo ingresso del bambino in famiglia;
  • se ha lavorato almeno tre mesi e perso il diritto a prestazioni previdenziali o assistenziali, il lasso di tempo compreso tra la data della perdita del diritto e la data del parto o dell’effettivo ingresso in famiglia del bambino, non deve superare né il periodo delle prestazioni godute né i nove mesi;
  • se durante il periodo di gravidanza ha cessato di lavorare per recesso, anche volontario, dal rapporto di lavoro, deve poter far valere tre mesi di contribuzione nel periodo che va dai 18 ai nove mesi antecedenti al parto.

Per il padre sono previsti i seguenti requisiti:

  • in caso di abbandono del figlio da parte della madre o di affidamento esclusivo del figlio al padre;
  • se è affidatario preadottivo, in caso di separazione dei coniugi avvenuta durante la procedura di affidamento preadottivo;
  • se è padre adottante, nel caso di adozione senza affidamento durante la separazione dei coniugi;
  • se è padre adottante non coniugato, in caso di adozione pronunciata solo nei suoi confronti, al momento dell’adozione;
  • se ha riconosciuto il neonato o è coniuge della donna adottante o affidataria preadottiva, in caso di decesso della madre.

Troverete gli approfondimenti su requisiti, le modalità e la possibilità di inoltro della domanda al seguente link: https://www.inps.it/nuovoportaleinps/default.aspx?itemdir=50580

 

  • ASSEGNI DI MATERNITÀ DEI COMUNI

Per le mamme disoccupate e casalinghe con reddito inferiore a 16995.95 €, è previsto l’assegno di maternità di base, anche detto “assegno di maternità dei comuni”, è una prestazione assistenziale concessa dai comuni e pagata dall’INPS.

La domanda va presentata al comune di residenza al quale compete la verifica della sussistenza dei requisiti di legge per la concessione delle prestazione.

Troverete gli approfondimenti su requisiti, le modalità e la possibilità di inoltro della domanda al seguente link: https://www.inps.it/nuovoportaleinps/default.aspx?itemdir=50579

L’importo dell’assegno è rivalutato ogni anno per le famiglie di operai e impiegati sulla base della variazione dell’indice dei prezzi al consumo ISTAT. L’Istituto pubblica ogni anno l’importo nella circolare sui salari medi convenzionali.

La domanda deve essere presentata entro sei mesi dalla nascita del bambino o dall’effettivo ingresso del minore in famiglia nel caso di adozione o affidamento, oppure in Italia in caso di adozione internazionale.

L’ agevolazione in tal caso è garantita per un massimo di 5 mesi.

I bonus con alcune limitazioni

Assegno di natalità (limiti reddituali)

Il premio è corrisposto direttamente dall’INPS su domanda del genitore.

L’assegno di natalità, anche detto “Bonus Bebè” è un assegno mensile destinato alle famiglie per ogni figlio nato, adottato o in affido preadottivo tra il 1° gennaio 2019 e il 31 dicembre 2019.

Due saranno le fasce di reddito da considerarsi: con un ISEE sino a 25.000 euro l’anno darà diritto a. L’assegno è annuale e viene corrisposto ogni mese fino al compimento del primo anno di età o del primo anno di ingresso nel nucleo familiare a seguito di adozione o affidamento preadottivo.

L’assegno spetta a partire dal mese di nascita o di ingresso in famiglia del figlio adottato o affidato, purché residente in Italia. La domanda deve essere presentata entro 90 giorni dalla nascita oppure dalla data di ingresso del minore nel nucleo familiare, a seguito dell’adozione o dell’affidamento preadottivo.

La misura dell’assegno dipende dall’ ISEE. Con ISEE minorenni inferiore ai 7.000 euro la misura è di 1.920 €. Con ISEE minorenni compreso tra 7.000 euro e 25.000 euro annui la misura è di 960 €. Con incremento del 20% su secondo figlio con entrambi gli isee.

Troverete gli approfondimenti su requisiti, le modalità e la possibilità di inoltro della domanda al seguente link: https://www.inps.it/nuovoportaleinps/default.aspx?itemdir=51611

Voucher baby sitting (limitazioni lavorative)

ATTENZIONE: il contributo baby sitting o asilo nido non è stato prorogato per il 2019.
Pertanto, a far data dal 1° gennaio 2019 non è più possibile presentare domanda per accedere a tale contributo.

Troverete gli approfondimenti su requisiti, le modalità e la possibilità di inoltro della domanda al seguente link: https://www.inps.it/nuovoportaleinps/default.aspx?itemdir=50575

Bonus Famiglie numerose (limitazioni n° figli e reddituali)

Un assegno, concesso dal Comune ma pagato dall’INPS.

La domanda deve essere presentata al Comune di residenza del richiedente entro il 31 gennaio dell’anno successivo a quello per il quale è richiesto l’assegno dalle famiglie con almeno tre figli minori e che hanno patrimoni e redditi limitati. E’ necessario avere un valore ISEE ad Euro 23.200,30 per nuclei familiari con 5 componenti.

La misura intera dell’assegno è pari ad euro 128,89 mensili fino ad un massimo annuo di tredici mensilità, è pagato dall’INPS con due rate semestrali posticipate ciascuna con l’importo totale dovuto nel semestre precedente, sulla base dei dati trasmessi dal Comune. In rapporto al valore dell’ ISEE l’assegno può essere corrisposto in misura ridotta.

Troverete gli approfondimenti su requisiti, le modalità e la possibilità di inoltro della domanda al seguente link: https://www.inps.it/nuovoportaleinps/default.aspx?itemdir=45085

Gioie e “dolori” del parto cesareo: vi parlo della mia esperienza!

Cominciamo la nostra avventura insieme raccontando una elle cose più intime che ci sia:

Il parto.

Premetto che sono una che sopporta abbastanza bene il dolore e per questo non ero per nulla dubbiosa sul tipo di parto che desideravo.

Sognavo il parto naturale, con le sue sofferenze e le sue gioie, ma purtroppo il destino ha deciso per me.
Se devo essere sincera, ancora adesso un po’ invidio le mamme che hanno potuto vivere e raccontare questa esperienza, perché la mia è stata differente.

Non ricordo dove, ma ho letto che il parto è il momento in cui la vita più che mai si avvicina alla morte, la paura del momento che non puoi evitare e l’ansia di non riuscire a superarlo e in quell’istante che tutte le tue certezze svaniscono e non puoi fare altro che farti trascinare dagli eventi sperando che duri il meno possibile.

È un po’ questa la sofferenza che mi aspettavo ma nello stesso tempo non era ciò che agognavo. Ciò che desideravo era un marito amorevole al mio fianco che viveva la mia sofferenza e la mia enorme gioia accanto a me, desideravo vivere la sensazione di calma dopo la tempesta e di infinita pace avendo tra le braccia mia figlia, ancora faccio fatica a dire figlia.

Purtroppo però questa è la storia di tante altre mamme ma non la mia.

Io che a differenza di molte volevo il parto naturale, ho avuto già delle avvisaglie alla ventesima settimana, che non sarebbe andata così.

Ancora ricordo la prima volta che il ginecologo mi disse che la mia placenta era molto bassa, sarebbe potuta salire con l’aumentare del pancione ma non accadde, anche perché la mia pancia era relativamente piccola, e mese dopo mese ad ogni controllo mi davano sempre meno speranze.

Quando al 8°mese mi dissero che si trattava di placenta previa, ricordo che una lacrima mi solcò il viso, sembra stupido lo so, molte esulterebbero di sapere che hanno un bel cesareo programmato ma io avrei tanto voluto vivere l’esperienza naturale con mio marito accanto.

Detto ciò ovviamente per farmi del male, da ragazza mai operata ho avuto la brillante idea di vedere le statistiche di morte per parto cesareo e fami passare le paure….risultato: non credevo ce ne fossero ancora così tante.

Sembra assurdo ma da quel momento ho cominciato a vedere le cose sotto un’altra luce, le vivevo come se fosse l’ultima volta, non ho mai avuto il coraggio ma avevo scritto e nascosto anche una lettera di addio che ho poi strappato al mio ritorno a casa.

Insomma esagerata ma organizzata come al mio solito ero pronta ad ogni evenienza, tanto che il giorno del cesareo ero serena, niente ansia e paura.

Non posso dire lo stesso di mio marito!

Fatto sta che ho vissuto l’operazione secondo per secondo in attesa di quel pianto che è arrivato all’istante, si vede che era stata disturbata anzitempo.

Purtroppo il brutto è arrivato dopo quando, nei primi giorni non ho potuto godermi la mia piccolina quanto volevo. Non riuscivo ad alzarmi e i primi 2 giorni il dolore non mi permetteva di fare alcun movimento.

Il solo alzarmi dal letto per andare in bagno era un incubo, senza contare che tolto il catetere dovevo andarci più o meno ogni mezz’ora. Senza contare che la notte non ho potuto coricarmi lateralmente e farla mangiare dormendo, quindi dopo svariate notti insonni è subentrato il sonno che mi ha fatto perdere di lucidità non facendomi vivere appieno la gioia di quei momenti.

Come invidiavo le altre mamme che potevano dormire e spupazzarsi tranquillamente i loro piccoli senza che nessuno gliele dovesse mettere addosso.

Quindi confermo che se avessi potuto decidere avrei certamente scelto un parto naturale, anche se il sorriso che ho sulla pancia mi ricorderà per sempre di quel giorno e della gioia immensa di averle fatto conoscere il mondo.

È il segno indissolubile che lei fa parte di me e che il nostro legame non cesserà mai di esistere.

Come smettere di Allattare

Faccio di nuovo la premessa che sono davvero sconvolta del fatto che esistano gruppi di sostegno sull’allattamento al seno ma non esistono supporti per le donne che decidono di smettere e si debba passare per il ginecologo e il medico che quasi ti fanno sentire una reietta.

Detto ciò vorrei sottolineare che in caso non vi siano problemi di qualsivoglia genere l’allattamento è vivamente consigliato fino ai 6 mesi di vita del piccolo, quindi se avete scelta rimandate a dopo tale data questa pratica.

Non dirò di indagare sulle motivazioni ne sulle possibili conseguenze perché se siete arrivate a questo post la scelta è già stata compiuta quindi il mio compito in questo caso sarà spiegarvi come farlo progressivamente e senza traumi.

Esistono due metodi per smettere di allattare:

Il primo è il metodo naturale e il secondo e tramate farmaco.

In caso di produzione di poco latte NON è necessario in prima battuta assumere farmaci di alcun tipo.

Invece in caso di latte abbondante starà a voi scegliere ovviamente con l’ausilio e il supporto del vostro medico curante, poiché il percorso “naturale” potrebbe risultare essere più lungo e più doloroso.

Metodo naturale per smettere di allattare

Io ho adottato questo metodo perché come ho detto diverse volte, per varie ragioni dopo un mese producevo già pochissimo latte durante il giorno. Secondo il parere del mio ginecologo in questi casi non è necessario ricorrere a farmaci. Avrei dovuto chiamarlo e farmi prescrivere le pillole solo in caso di seno dolorante o febbre.

Il mio percorso è durato circa una decina di giorni, ho avuto il seno dolorante per un 3/4 giorni e ho dovuto massaggiarlo e spremerlo sotto la doccia, ma solo il tanto che bastava per sciogliere i nodulini, dopodiché è rimasto teso per qualche giorno e man mano è andato a diminuire.

A distanza di due settimane dallo stop, il seno risulta molle al tatto, e non ci sono più tracce di latte.

Procedere con questo metodo è molto semplice.

Diminuire le poppate in modo graduale e non repentino per due ragioni fondamentali. La prima è quella di evitare la formazione di ingorghi mammari, che potrebbero evolvere in mastiti e la seconda per evitare una sofferenza eccessiva al bambino. Nel concreto vi darò alcuni consigli di vitale importanza:

  • Elimina per prime le poppate meno importanti. Procedere con gradualità significa eliminare poco alla volta alcune poppate della giornata, fino ad arrivare a eliminarle del tutto. Le poppate più difficili da eliminare sono quelle della sera e della notte quindi saranno le ultime ad essere sostituite.
  • Non offrire il seno, se non c’è richiesta. Un errore ricorrente è utilizzare il seno come calmante ma adoperate i ciucci per questa ragione.
  • Non cedere alla richiesta del seno. Se avete preso la decisione di smettere sarà meglio non destabilizzare il bambino con cambi di decisione. I bambini sono abitudinari prima di tutto dovranno accettare la nuova routine. Se ha fame proponete il biberon e se vuole tranquillizzarsi il ciuccio. Ci vuole ovviamente sia fermezza che buonsenso. Deve essere un percorso graduale proprio per essere abitato nel momento di stop definitivo.
  • Svuotare il seno al bisogno. Ovviamente i primi giorni dovrete farlo più frequentemente ma fate attenzione a non esagerare con le spremiture, dovrete effettuarle solo quanto basta per togliere la tensione e il rossore. Controllare attraverso un auto palpazione che non ci siano nodini in quel caso massaggiare, scaldare il seno con impacchi o sotto il getto caldo della doccia può bastare per far fuoriuscire quel poco latte che basta a far passare un possibile piccolo ingorgo. Meglio procedere con la spremitura manuale che con il tiralatte che potrebbe iperstimolare il seno. Quando il seno inizia a sgonfiarsi non continuare a stimolarlo.
  • Un ulteriore consiglio che ritengo utile è stato quello di indossare un reggiseno di taglia più piccola. Recenti studi hanno evidenziato che fasciare il seno, come consigliavano anni fa, è pericoloso perché la compressione comporta il rischio di ingorghi e mastiti. Indossando un reggiseno più piccolo o una maglia molta aderente non comporta una restrizione così limitativa come una fasciatura ma assolve la funzione per la quale è stata indossata.

Metodo con pillole per smettere di allattare

Come già detto, nel caso in cui al momento di interruzione, la montata sia ancora piena in tutto il suo vigore o siano trascorsi già molti mesi, l’interruzione con il metodo naturale potrebbe durare anche 1 o 2 mesi prima della cessazione definitiva. Per questa ragione o anche nel caso vi sia un interruzione di gravidanza è spesso consigliato da subito il ricorso al farmaco.

Il medicinale in questione è il Dostinex, questo serve sia per inibire che per interrompere la normale produzione di latte materno:

Per inibire (ma non interrompere del tutto), la lattazione, si consiglia una dose pari a 1 mg al giorno (pari a due compresse in unica soluzione, da assumersi dopo il pasto) iniziando dal primo giorno dopo il parto.

Per far cessare del tutto la lattazione, invece, la dose di Dostinex rimane la stessa ma la somministrazione cambia. Si consiglia l’assunzione di mezza compressa (pari a 0,25 mg) ogni 12 ore per due giorni.

La somministrazione avviene sempre a stomaco pieno e durante tutta la cura è assolutamente indispensabile il continuo monitoraggio da parte del medico, visto che si tratta di un medicinale che può dare ipersensibilità ed effetti collaterali.

Durante la cura a base di Dostinex nelle donne si ripristina l’ovulazione e quindi la possibilità di concepire. Va da sè che in caso di gravidanza la somministrazione del farmaco deve essere immediatamente sospesa

Il baby blues! 7 consigli pratici per vivere questo momento al meglio

Chi non ha vissuto il baby blues alzi la mano! 7 consigli pratici per vivere questo momento al meglio

L’insorgenza del baby blues è fisiologica, poiché conseguente al drastico cambiamento ormonale che avviene nelle ore successive al parto (crollo degli estrogeni e del progesterone) e alla spossatezza fisica e mentale dovuta al travaglio e al parto stesso.

Ogni anno almeno il 50% (1 su 2) delle donne vive un baby blues dopo il parto e il 10-15% soffre di disturbi di tipo depressivo (con intensità diverse).

Nell’1% dei casi circa, si rivela una vera e propria psicosi post-parto che può condurre addirittura al suicidio o l’infanticidio.

Puoi scaricare la guida completa al Baby Bluse andando compilando il form qui.

 

Distinguere la baby blues dalla depressione post parto:

La prima si manifesta nella prima settimana dopo il parto fra il 3° e il 6° giorno ed è caratterizzata da forti pianti senza motivo, tristezza, irritabilità, ansia, ecc.

Tuttavia le neomamme non perdono la capacità di prendersi cura nel neonato e di provare gioia. Dopo un paio di settimane il disturbo tende a svanire spontaneamente.

La depressione invece esordisce più tardi, solitamente tra la 4° e 6° settimana dopo il parto e in rari casi può manifestarsi anche più tardi. I sintomi specifici più importanti sono: tristezza, perdita d’interesse, di autostima e di energia, incapacità di provare gioia, fastidio o ostilità per il neonato ritenuto troppo esigente, pessimismo e senso di incompetenza, difficoltà nel contatto fisico con il neonato e eventualmente nell’allattamento, disperazione.

La “tristezza del terzo giorno” capita a moltissime neomamme. L’importante è cercare di vivere questo momento il più serenamente possibile. Ecco alcuni suggerimenti che ti aiuteranno ad affrontare questa tristezza passeggera:

1. Una delle prove più difficili da superare per una neomamma è la mancanza di sonno, o il sonno continuamente interrotto, non mi stancherò mai di ripeterlo. La mancanza di sonno offusca la mente, accentua nervosismo e rende tutto più complicato. Questo, a volte, è uno dei fattori che accentua il baby blues. Io prima del parto ho sottovalutato questo aspetto credendo di essere una superdonna e invece sono crollata. Non cercate di contrastare il bisogno continuo che ha il neonato di stare con voi ma assecondatelo e nello stesso tempo sfruttate il più possibile i suoi sonnellini per dormire! Non fate nulla in casa, delegate a marito, mamma o all’amica di turno. Se poi avete bisogno di una o due ore di sonno chiedere aiuto è il modo più semplice per superare le difficoltà.

2. Un’altra regola d’oro contro la tristezza è uscire di casa per una passeggiata. Vestirsi, preparare il neonato e prendere una boccata d’aria è un vero toccasana. Cercate di fare una passeggiata ogni giorno, in modo da non stravolgere completamente la vostra vita, ma semplicemente di completarla creando nuove abitudini.

3. Non azzerate del tutto la vostra vita sociale! Chiamate un’amica che sapete esserci già passata, o anche le vostre compagne di corso pre-parto che forse stanno vivendo in contemporanea le vostre sensazioni. Parlate del vostro disagio con vostro marito, con la vostra famiglia e condividetelo con serenità. Chiedere aiuto non é un segno di debolezza, ma un atto d’amore per sé e per il proprio bambino.

4. Sentitevi libere di non accettare visite. Se non avete voglia di parlare, se non vi sentite emotivamente serene da intrattenere ospiti, se siete stanche o semplicemente avete bisogno di stare sole con il vostro piccolino per creare una vostra nuova routine e conoscervi, non fatelo! Non preoccupatevi di ferire gli altri e di ciò che potrebbero pensare, se sono sufficientemente intelligenti capiranno che è una situazione delicata e vi daranno i vostri spazi. I momenti di inebriante felicità e gratificazione dovuta all’aver messo al mondo una creatura, vi concederanno un momentaneo stop in cui tutto o quasi, vi sarà perdonato.

5. Coccolatevi e prendetevi cura di voi stesse ritagliando del tempo per voi. Diversamente da quanto si pensi, questo è possibile anche senza fare chilometri ma comodamente stando a casa e facendo un bel bagno o doccia rilassante. Sarò sincera, inizialmente sarà difficile trovare il tempo anche solo per togliersi il pigiama. Non sono qua per farvi la paternale e dirvi di farlo perché si deve fare per non annullarsi, si deve fare in rispetto al proprio marito, e bla bla bla… tante belle parole che lasciano il tempo che trovano. Io invece vi suggerisco di fare quello che avete voglia di fare,nulla dovrebbe essere imposto o vissuto come un dovere, specialmente in questi primi giorni. Non preoccupatevi, sarete voi stesse a sentire la necessità di cambiarvi se il piccolo vi rigurgiterà o farà pipì addosso e sarete sempre voi a sentire l’esigenza di lavarvi quando i capelli saranno un groviglio informe. L’unico accorgimento che vi dico di avere è  che almeno in questo momento vi prendiate tutto il tempo di cui avete bisogno per rilassarvi e rigenerarvi, per quanto vi sarà possibile.

6. Non sentitevi in colpa. Anche se c’è omertà e tendenzialmente nessuna delle vostre amiche vi ha parlato di aver passato questi momenti, è bene che voi sappiate che 1 neomamma su 2 vive questa esperienza anche se non la condivide. Non pensate di essere deboli o instabili mentalmente perché vi è capitato. Non vivete la momentanea infelicità come un vostro difetto. Tutto ciò che vi sta capitando è semplicemente dovuto a fattori ormonali e alla stanchezza, ed è fuori dal vostro controllo. Dobbiamo iniziare a pensare alla maternità non solo come momento di estrema gioia ma anche come momento di drastico cambiamento che può condurci momentaneamente a non amare come vorremmo i nostri bambini. Se tutte le mamme sapessero prima che arrivi questo momento, che ci è concesso sentirci così, che è un passaggio del tutto fisiologico e che NON siamo delle cattive mamme, staremmo sicuramente più tranquille a accelereremmo le tempistiche di questa fase, che seppur transitoria può essere molto destabilizzante. .

7. Ultimo “rimedio” contro il baby blues, ma più importante di tutti, è proprio il vostro bimbo appena nato! Soffermatevi ad osservarlo cercando di lasciare da parte le paure e le angosce. Il rimedio più potente contro la tristezza sarà lasciarsi sopraffare da questo rapporto unico che vi accompagnerà per la vita. Non temete se credete di non amarlo o di esservi rovinate la vita, perché vi assicuro che è questa fase di momentanea tristezza a parlare. Alcune mamme si innamorano a prima vista (poche nella realtà, anche se è difficile sentirlo ammettere alle mamme è raro sia così), per quanto mi riguarda non è successo e reputo che capiti solo nei film ma potrebbe succedere. E’ sicuramente vero che per la maggior parte, per imparare ad amare il proprio bambino può volerci del tempo, proprio come succede tra persone adulte. D’altronde siete due individui che hanno bisogno di conoscersi e solo dopo questa fase iniziale solitamente sboccia l’amore vero. Questa fase può durare pochi giorni o settimane, comunque sia, tutti i genitori arriveranno ad amare il piccolo ed accettare la vita che ne consegue.

Io non mi vergogno di ammettere che per me è stata dura.

Io che mi sono sempre ritenuta una persona razionale e pragmatica non potevo credere di essere entrata in questa spirale di tristezza.

Io che ho desiderato per due anni di rimanere incinta non potevo credere di pensare di aver fatto un errore.

Ho trascorso circa 15 giorni a piangere, senza nascondere a nessuno le mie sensazione e anche andando incontro agli sguardi inquisitori della gente, perché infondo sapevo che non potevo vergognarmi di ciò che provavo perché non era ciò che desideravo ma nello stesso tempo non potevo rinnegare.

Poi fortunatamente come è arrivata la malinconia se n’è andata, anche se credo di essermi innamorata perdutamente solo nel momento in cui la mia bimba mi ha rivolto il primo sorriso, quindi intorno al secondo mese.

E quando, qualche settimana più tardi, per la prima volta mi ha teso le mani mi sono resa conto di essere cotta definitivamente e di essere completamente in balia dei suoi occhioni.

Questa è stata la mia esperienza ma visto l’argomento delicato, mi renderebbe molto felice se anche voi, nell’anonimato del web , condivideste la vostra esperienza. Mi piacerebbe davvero che insieme, semplicemente raccontando le nostre storie, riuscissimo a dare supporto a chi, per paura di esprimere queste sensazioni, sta vivendo questa esperienza e non è supportata da nessuno.

Puoi scaricare la guida completa al Baby Bluse andando compilando il form qui.