Come scegliere il migliore latte artificiale in base al rapporto qualità prezzo

La scelta del latte artificiale

La normativa italiana ed europea sul latte per neonati è molto severa: tra l’altro non si possono utilizzare Ogm e sono molto bassi i livelli tollerati di residui di inquinanti fitosanitari (pesticidi). In etichetta deve essere chiara la distinzione tra latte per lattanti (fino a sei mesi) e latte di proseguimento, per bambini più grandi: due tipi che non bisogna confondere.

Come sottolinea il pediatra Alberto Ferrando nel suo libro Come nutrire mio figlio che potrai trovare qui“non ci sono prove scientifiche che evidenziano benefici o svantaggi di un latte rispetto ad un altro”, pertanto non temete di fare danni cambiando il latte o credere di dover chiedere al pediatra. Consiglio molto questa lettura poiché affronta il tema dell’alimentazione in tutte le età pediatriche, compresa l’adolescenza, ma focalizza l’attenzione sui primi 1000 giorni di vita, periodo fondamentale per dare al bambino corrette abitudini alimentari e prevenire malattie nell’età adulta.

Vi dico subito che l’80% dei genitori cambia almeno una volta la marca del LATTE. Il latte in formula può facilmente causare diarrea, stitichezza, coliche, reflusso e potrete trovarvi facilmente nella situazione di dover cambiare diverse volte marca del latte prima di trovare quello più adatto per il piccolo. Ogni bimbo è a se, adattatevi alle sue esigenze.

Le differenze fra i vari tipi di latte sono minime e dovrebbero essere proposte in base alle caratteristiche del neonato. Per i prematuri servirà un latte più ricco, per quelli nati con il parto cesareo un latte arricchito con probiotici, un latte “più semplice” per quelli con allattamento misto, artificiale e materno, e un latte “più completo” per i neonati che devono crescere esclusivamente con il latte in polvere.

prescrivere un tipo di latte piuttosto che un altro in base alle esigenze del lattante. (pretermine, nato con cesareo, ecc.)ma sono davvero rari i pediatri che fanno un analisi attenta in base alle diverse esigenze , molto più comunemente anche loro hanno delle preferenze e delle abitudini quindi se il neonato non ha necessità particolari andate pure in farmacia ad acquistare il neolatte che è uno dei meno cari.

Peccato che spesso i pediatri prescrivono spesso lo stesso tipo senza fare alcuna analisi.

Quindi possiamo dire che essendo la formula di base del latte uguale per tutti, la differenza sta nelle componenti superflue fermenti ecc… purtroppo sono davvero rari i pediatri che fanno un analisi attenta in base alle diverse esigenze , molto più comunemente anche loro hanno delle preferenze e delle abitudini quindi se il neonato non ha necessità particolari andate pure in farmacia ad acquistare il neolatte che è uno dei meno cari.

Altroconsumo ha testato 21 campioni di latte artificiale, quello per neonati, dalla nascita ai sei mesi, ciò che ne è risultato è che i prodotti di marca come sempre costano di più, indipendentemente dal canale di vendita. Ma il prezzo non è un indicatore di qualità. I 21 prodotti analizzati sono, dal punto di vista degli ingredienti, molto simili. E quelli che contengono gli ingredienti aggiuntivi non sempre sono tra i più cari. Insomma anche in questo caso il prezzo è più questione di marketing che di qualità. Un estratto del articolo a seguito.

Andiamo ancora più nel dettaglio. Un altro studio di altroconsumo riporta che il latte artificiale può contenere contaminanti pericolosi oltre la dose giornaliera tollerabile. Di seguito un estratto dall’articolo

Ultimi accorgimenti dedicati al risparmio.

Esistono due tipi di latte artificiale: latte in polvere da ricostituire e latte già liquido. In generale il latte liquido è più caro di quello in polvere, a parità di marca: è il prezzo da pagare per la maggiore comodità di utilizzo, è già pronto, basta scaldarlo a 37°C.

Diversi i canali di vendita, supermercati, negozi per bambini e farmacie. Il che implica prezzi molto variabili a seconda del luogo in cui il latte è venduto: i negozi per bambini sono spesso più cari anche delle farmacie. Un primo consiglio è dunque scegliere con attenzione il canale di vendita, ricordando che il più conveniente è il supermercato, che offre latte di qualità (per esempio Coop ha un ottimo prezzo e tutti gli ingredienti aggiuntivi).

Acquistate anche online se è possibile. Le spedizioni rapide con consegna in 2/3 giorni e l’integrità del prodotto garantisce la qualità.

Io ho acquistato il latte sempre online.

Con un unico ed affidabile canale di rifornimento.

Su Amazon, dove i prezzi sono decisamente più bassi anche del 50% e potrete trovare tutte le marche o quasi.

Vi scrivo una classifica dei migliori (secondo me): 

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Conservazione e preparazione latte materno

Prima di ogni raccolta è fondamentale un accurato lavaggio delle mani. Per lo svuotamento è possibile utilizzare spremitura manuale, estrazione con tiralatte manuale o elettrico. Tutto il materiale utilizzato deve essere lavato e risciacquato con cura in modo da eliminare i residui organici. ( Io per il lavaggio ho preferito non utilizzare il sapone ma il bicarbonato, per evitare contaminazione con saponi).

Se estrai piccole quantità di latte diverse volte al giorno, mescola le porzioni solo quando si saranno ben raffreddate, mai latte appena estratto insieme a quello già raffreddato.

Non raffreddare nella porta del frigorifero ma nella zona più fredda (solitamente la parte posteriore del ripiano sopra lo scomparto delle verdure.

Si sconsiglia di aggiungere latte appena estratto a quello già congelato.

Indicare sul contenitore ora e giorno di raccolta del latte.

Quando si congela il latte, lasciare spazio nel contenitore per permettere al liquido di espandersi, non riempire per più dei 3/4

Non scongelare ne scaldare il latte nel microonde o in acqua bollente per evitare la perdita delle vitamine e minerali ma a bagno maria partendo da acqua a temperatura ambiente.

Lo scongelamento puo avvenire lentamente ( in frigorifero per un periodo non superiore alle 24 ore) o rapidamente ( a bagnomaria con acqua non superiore a 37 gradi o sotto acua corrente tiepida)

Il latte estratto e congelato, dopo lo scongelamento, potrà essere conservato per massimo 2 ore a temperatura ambiente e per massimo 24 ore in frigorifero.

Il latte non deve essere ricongelato dopo lo scongelamento.

Fai roteare delicatamente il contenitore per miscelare il grasso separato. Evita di  scuotere o mescolare il latte.

Tempi di conservazione del latte per un bimbo nato a termine:

  • temperatura ambiente (19°-26°) 4-6 ore
  • frigo 3-8 giorni
  • congelatore 2 settimane-6 mesi
  • congelato e posto successivamente in frigo 24 ore

 

Tutto il necessario per la conservazione del latte Materno:

  • Tiralatte (prima di acquistarlo, visto il costo non indifferente soprattutto per quello elettrico, consiglio di valutare che vi sia una massiccia produzione, in caso contrario potrete affittarlo in farmacia. Sconsiglio il tiralatte manuale per risparmiare tempo ed energia. Per lo stesso motivo consiglio l’acquisto di un tiralatte doppio che ha un prezzo leggermente superiore ma vi assicuro che soprattutto di notte sarete felici di dormire mezz’ora in più perché avete svuotato i due seni in contemporanea.
  • Contenitori di plastica rigida appositi. Vi consiglio di acquistare subito quelli con capienza almeno 200ml altrimenti crescendo il vostro piccolo e aumentando le dosi di latte a poppata sarete costretti a ricomprarli. Inoltre li utilizzerete anche per la conservazione delle pappe più avanti.
  • Biberon. Vi consiglio l’acquisto di almeno due per tipo, vi tornerà utile di notte quando non avrete voglia di lavarlo e sterillarlo per il mattino e ci sarà il secondo biberon lavato e magari già pronto, solo da scaldare. Io vi consiglierò quelli della mam perché personalmente mi sono trovata splendidamente, ho evitato di acquistare lo sterilizzatore perché si sterilizzano in 3 minuti nel micronde e sono anticolica…fantastici. Vi consiglio il pluripac per risparmiare e nel quale troverete anche lo scovolino per il lavaggio e un ciuccio.
  • Sterilizzatore elettrico o sterilizzatore da microonde . Io non ho acquistato lo sterilizzatore elettrico ma vi messo il link di un prodotto di cui mi hanno parlato molto bene. Nel compenso ho acquistato lo sterilizzatore da microonde, e per quanto mi riguarda mi sono trovata benissimo, molto veloce e pratico per i contenitore del latte, i biberon e i ciucci li ho acquistati della mam così erano autosterilizzanti tramite microonde. Considerate che passati i primi 6 mesi smetterete di sterilizzare qualsiasi cosa. Fate attenzione alle misure del vostro forno a microonde prima dell’acquisto, alcuni modelli potrebbero non entrare nei forni piccoli.
  • Liquidi sterilizzanti. Alcune cose, come parti del tiralatte, paracapezzoli ecc, non possono essere sterilizzate ad alte temperature. Io inizialmente ho utilizzato il prodotto nel link dopodichè sono passata al bicarbonato.
  • Scaldabiberon
  • Termos da viaggio. E’ stato il mio salvavita fuori casa. Lo utilizzo ancora adesso per le pappe. L’acqua bollita all’interno del contenitore termico mantiene la temperatura fino a 6 ore e potrai riscaldare il biberon in 2,5 minuti. Compatibile con quasi tutte le marche di biberon e contenitori per la pappa. Utile da tenere sul comodino di notte per avere l’acqua calda già pronta.

Montata Lattea – Scarsa Produzione di Latte

Produzione di poco latte

Solitamente una madre produce da 10 a 50 ml di latte nelle 24 ore successive alla nascita. Queste quantità aumentano nei giorni successivi, in coincidenza con la trasformazione del colostro in latte di transizione. A distanza di circa 2-3 giorni dal parto scatta la montata lattea, la produzione abbondante di latte, che gradualmente viene a sostituire il prezioso latte dei primi giorni, il colostro.

Una delle cause maggiori di interruzione dell’allattamento al seno è proprio la non immediata montata lattea. Questo però, può anche avvenire nelle fasi di scatti di crescita, in cui il piccolo potrebbe il bimbo sembrare sempre insoddisfatto e piangere. In questi casi, dopo aver attaccato il piccolo, potete proporgli un aggiunta di latte in formula, ma sempre dopo avergli proposto e fatto svuotare i seni così da stimolare una produzione ulteriore.

E’ bene ricordare che la sera la produzione di latte è minore e la qualità potrebbe essere non soddisfacente, perché la mamma è stanca e potrebbe produrre latte più acquoso in questo caso se vi tirate il latte, fatelo maggiormente al mattino. La dose mattutina, sarà più consistente e grassa, utilissima da proporre alla poppata pre-serale per farlo durare più ore durante la notte.

La produzione di latte si basa su un meccanismo di domanda e offerta: più il bimbo succhia e più latte viene prodotto.

La maggior parte dei bambini è pienamente in grado, basandosi sulla propria fame, di succhiare più o meno spesso e più o meno a lungo per ogni singola poppata a secondo delle loro reali esigenze (allattamento a richiesta).

Se il neonato è sano e succhia bene, è opportuno lasciare che si regoli da solo, se staccato precocemente potrebbe non arrivare a succhiare il latte più sostanzioso che esce dopo, essendo il primo più ricco di acqua per rispondere il bisogno di dissetare. Il neonato deve mangiare “tanto da saziarsi e da crescere”.

Nello stesso tempo quando vi accorgete che non ingoia più, quindi sta ciucciando solo per conforto , vi consiglio a quel punto di staccarlo e di non abituarlo a spiacevoli rituali che potrebbero renderlo dipendente da tetta. Meglio il ciuccio che attaccarlo al seno, soprattutto se ha finito di mangiare mezz’ora prima.  E’ importante che lo stomaco del bambino non sia sempre pieno.

Alcuni invece tendono a dormire troppo a lungo, pur essendo sani; vanno allora svegliati e stimolati a succhiare, soprattutto nei primi giorni dopo il parto ossia nella fase di avvio dell’allattamento. In questa fase è utile evitare di offrire altri liquidi o il ciuccio, proprio per favorire la produzione di latte.

Ci sono diversi modi per aumentare la produzione di latte:

  • Attaccare spesso il bambino è il metodo migliore ovviamente.
  • Affidatevi alle erbe. Andate in erboristeria e fatevi dare una tisana apposita. Possono risultare miracolose.
  • Io ho utilizzato le bustine PIU LATTE PLUS che hanno in un primo momento migliorato sensibilmente la situazione
  • Utilizzare il Tiralatte. C’è una tecnica per aumentare la quantità di latte prodotta in caso di poco latte o scatto di crescita. Tirare il latte per 20 minuti a seno, fare una pausa di 15 minuti e tirarlo per altri 10 minuti per parte. Ripeterlo per una terza volta per 5 minuti. Anche se non uscirà nulla stimolerete la produzione. Il tutto ovviamente senza che vi sia dolore.

Montata Lattea – Iper produzione del Latte Materno

Solitamente la maggior parte delle mamme si preoccupano di avere poco latte, lottano per averne qualche millilitro in più e invidiano coloro che hanno seni abbondanti e pieni. Purtroppo non sanno che, anche questo spesso, può essere causa di problemi. Si può incorrere in spiacevoli ingorghi o ancor peggio a mastiti.

Iperproduzione di latte

La montata lattea può essere davvero abbondante. E’ possibile avere una produzione eccessiva di latte per qualche settimana. Sino ad allora il  seno potrebbe essere spesso rigido e dolente, anche subito dopo le poppate, e potresti notare abbondanti perdite di latte.

La forza della eiezione potrebbe far tossire o rigettare il latte al bambino, che potrebbe vomitarlo appena viene mosso dopo la poppata. Il piccolo potrebbe soffrire anche di mal di pancia o fare popò a spruzzo, schiumose e verdognole.

Le possibili soluzioni sono molteplici:

1.Prova ad allattare con la schiena inclinata all’indietro. Questa posizione permette al bambino di controllare meglio il flusso di latte, e non sprecare neanche una goccia! Le coppe raccoglilatte sono adatte per essere indossate sotto al reggiseno e raccogliere il latte che fuoriesce ma non indossare coppe raccoglilatte per più di due-tre ore consecutive.  Estrai una piccola quantità di latte manualmente prima di ogni poppata per ridurre la forza del tuo riflesso di eiezione.

2.Allatta a richiesta. La produzione di latte si basa su un meccanismo di domanda e offerta: più il bimbo succhia e più latte viene prodotto. In questa fase però può accadere che il seno, se non viene drenato, cioè svuotato, adeguatamente e con una certa frequenza si ingorghi.

Quando si verifica un ingorgo mammario il seno appare gonfio, arrossato e duro. Per alleviare il disagio, la mamma potrà fare degli impacchi caldo-umidi e massaggiare delicatamente il seno e in particolare la zona dolente, così da sciogliere lentamente l’ingorgo.

La mastite è un’infiammazione, che può essere anche di origine batterica, e si manifesta con seno duro e dolente come per l’ingorgo ma si differenzia da questo perché vi è un rialzo della temperatura, che supera i 38.5°, ed è proprio questo l’elemento che permette di diagnosticare questo disturbo. Inoltre la mastite riguarda, in genere, un solo seno, dove possono comparire delle striature rosse, e il dolore è molto intenso. Per risolvere la situazione sono validi i suggerimenti dati per l’ingorgo: quindi impacchi caldo-umidi, massaggi e poppate frequenti per evitare il ristagno di latte. Per ridurre l’infiammazione è fondamentale che la mamma riposi, talvolta è necessario valutare l’opportunità di un trattamento antibiotico. Ricordiamo che un’eventuale terapia antibiotica non rappresenta un ostacolo al normale proseguimento delle poppate dato che, in questi casi, il principio attivo scelto sarà compatibile con l’allattamento al seno.

Se il tuo seno è troppo pieno o se il tuo bambino non succhia bene e non vuoi comprare e usare un tiralatte elettrico, nei primi giorni dopo il parto è più efficace utilizzare la spremitura manuale perché il colostro è presente in piccole quantità. Io consiglio comunque per chi non fosse pratica di questa manovra affittare un tiralatte in farmacia per le emergenze ed evitare il rischio di mastite.

3.La spremitura manuale stimola l’emissione del latte: mettiti comoda e rilassata e pensa al bambino o guardalo. Scalda il seno, massaggiandolo delicatamente. Rigira dolcemente i capezzoli tra le dita e il pollice. (Quando avrai familiarizzato con questa pratica, potresti non aver più bisogno di stimolare la fuoriuscita del latte). Palpa dolcemente il seno alla distanza di circa 4 cm dal capezzolo, fino ad identificare una parte di seno che sembra avere una consistenza diversa. Una volta trovato il punto metti il pollice e l’indice a C (il pollice sopra e l’indice sotto). Puoi sostenere il seno con le altre dita. Spingi delicatamente pollice e indice all’indietro verso la parete del torace. Quindi premi il pollice contro l’indice, comprimendo il seno. Rilascia la pressione e ripeti i movimenti più volte fino a che il latte inizia a fluire; potrebbero volerci alcuni minuti. Dopodiché, il latte potrebbe uscire a zampilli o a fiotti; quando la fuoriuscita di latte rallenta, ruota le dita intorno al bordo dell’areola, verso un’altra parte del seno e ripeti le stesse manovre. Quando la fuoriuscita di latte cessa, passa all’altro seno, allo stesso modo. Puoi passare più volte da un seno all’altro, se necessario; se il latte non esce, prova ad avvicinare o allontanare le dita dal capezzolo oppure prova un massaggio dolce.

Vuoi sapere come conservare il Latte materno?

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Hai poco latte? Qui trovi alcuni consigli su come aumentare la montata lattea

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Tutto quello che devi sapere sull’allattamento al Seno

Cara neo Mamma, se stai per avere un bimbo, la prima sfida che ti troverai davanti è quella dell’allattamento.

Sull’allattamento al seno ci sono molti vecchi miti che vanno sfatati.

Abitudini alimentari

La donna che allatta al seno deve sentirsi libera di mangiare seguendo le proprie abitudini.

Se la madre nota che il consumo di certi cibi determina disturbi al bambino, potrà allora decidere a ragione di provare ad eliminarli dalla sua dieta.

In generale in caso di coliche è consigliabile evitare di mangiare in grandi quantità i seguenti alimenti: alcolici in genere (vino, birra, liquori), the, caffe, bevande gasate, frutta secca, verdure aromatiche (cavolfiore, rape, carciofi, asparagi), Spezie (rigano, peperoncino, prezzemolo, ecc), Aglio, Formaggi fermentati (gorgonzola, mascarpone, ecc), Cibi speziati e carne in scatola, Cioccolata, Legumi(ad eccezione delle lenticchie), Frutti di mare e crostacei.

Solo se la donna segue una dieta vegetariana stretta il latte materno prodotto può essere carente di vitamina B 12, che la mamma assumerà sotto forma di integratori alimentari specifici.

L’idratazione

E’ importante bere per ogni individuo, a prescindere dall’allattamento.

Per un’ adeguata idratazione la regola è:  30 gr ogni kg di peso.

Non è documentato che bere molti liquidi aumenti la produzione del latte, quindi bevete la dose consigliata per tutti gli altri. Questa è una credenza giustificata solo nel caso in cui il clima sia molto caldo e perciò si ha, da parte della mamma, un’eccessiva perdita di liquidi con il sudore.

Cosa dire alla pediatra che mi aveva sgridato per non aver bevuto almeno 3 litri d’acqua al giorno, io che sono mingherlina e arrivavo a mala pena a 54 Kg?

Igiene e salute

La pulizia quotidiana del corpo e del seno è sufficiente per proteggere il bambino da molti rischi di infezione, senza dover ricorrere a particolari rituali igienici.

La mamma può continuare l’allattamento anche se ha l’influenza o altre infezioni comuni.

Può sottoporsi ad accertamenti diagnostici (radiografie per esempio), sottoporsi ad anestesie (dentarie per esempio), assumere la maggior parte dei farmaci, se ne ha bisogno, una volta verificata la loro compatibilità con l’allattamento e può fare una normale attività sportiva, anzi questa incrementa la produzione di latte.

Abitudini da evitare quando si allatta al seno

Ci sono abitudini che invece dovrebbero essere evitate perché possono influenzare negativamente l’allattamento.

Il fumo di sigarette può ridurre la produzione di latte e fa sicuramente male alla mamma e a chi le sta vicino.

Aumenta il rischio di malattie respiratorie e di morte improvvisa in culla.

Gli alcolici vanno evitati o almeno consumati con molta moderazione e solo ai pasti, perché l’alcool passa liberamente nel latte e, se in eccesso, è capace di causare sonnolenza e disturbi dell’alimentazione nel poppante.

Tutte le Difficoltà dell’allattamento al seno

La vera difficoltà è il dolore.

Il dolore potrà essere causato da varie ragioni.

Una potrebbe essere un iperproduzione di latte e seno dolente a causa di ingorghi o mastiti. Se vuoi approfondire l’argomento, puoi leggere qui -> Montata Lattea – Produzione e Conservazione del Latte Materno

Ma la prima ragione solitamente, si presenta  sotto forma di capezzoli dolenti e sensibili al tocco, soprattutto una volta avvenuta la montata lattea, intorno al secondo-quarto giorno dalla nascita. Il bambino si alimenterà ogni paio d’ore, con la conseguenza che il problema possa peggiorare velocemente; inoltre, alcune madri riscontreranno capezzoli screpolati, sanguinanti o la comparsa di vesciche.

Le possibili soluzioni sono:

1.Verifica che l’attacco sia corretto.

Se il bambino si attacca al seno in maniera non corretta e se di conseguenza succhia in maniera poco efficace, possono comparire alla mamma delle ragadi, taglietti dolorosi della pelle del capezzolo. E’ quindi opportuno che la madre si metta in una posizione comoda, rilassata, senza contratture muscolari nel sostenere il figlio, magari con i piedi un po’ sollevati.

Per ridurre al massimo l’eventuale trauma al seno materno, occorre controllare che l’attacco del bambino. sia corretto.

Per garantire un attacco al seno efficiente, verificare che:

  • il capezzolo ed una buona porzione dell’areola della mammella entrino correttamente in bocca al bambino;
  • il labbro inferiore sia tenuto rovesciato in fuori.;
  • la bocca ben aperta del piccolo con guance belle piene e tonde;
  • tranne le prime suzioni, la mamma non deve sentire dolore al capezzolo;
  • al termine della poppata, la forma del capezzolo deve essere come prima.

Un attacco non corretto  può causare problemi durante l’allattamento al seno. Tale attacco presenta le seguenti caratteristiche:

  • l’attaccarsi in punta al solo capezzolo;
  • il succhiare il labbro inferiore;
  • lo schioccare mentre succhia.

Sono infatti tutti elementi che impediscono una suzione efficiente.

Alcuni neonati semplicemente sembrano non riuscire ad attaccarsi al meglio. Potreste avere entrambi bisogno di più tempo per coordinare l’allattamento; oppure il tuo bambino è nato prematuro, non si è ancora ripreso da un parto difficile o i tuoi capezzoli sono introflessi o piatti. In questo ultimo caso potrebbe essere opportuno: Estroflettere eventuali capezzoli introflessi o piatti con i modellatori del capezzolo o  allattare utilizzando dei paracapezzoli

2. Cambia posizione per l’allattamento

Cambia posizione, potresti dover provare diverse posizioni prima di trovare quella che più efficace per te e per il tuo bambino. Prima di iniziare ad allattare avvicina tutto ciò che ti potrebbe servire, mettetevi comode e mettete comodo il bambino.

La posizione reclinata, è spesso la prima posizione che le mamme provano, usa dei cuscini per sostenerti e riuscire a vedere il tuo bambino. Se subito dopo la nascita viene appoggiato sul petto o sulla pancia della mamma, il bambino dovrebbe dirigersi istintivamente verso uno dei seni e provare ad attaccarvisi. Il contatto pelle a pelle favorisce la stimolazione dei suoi istinti nutritivi, mentre la forza di gravità lo aiuta ad attaccarsi correttamente e a rimanere fermo. Può risultare comoda soprattutto se il bambino non gradisce che gli si tocchi la testa durante la poppata, se la tua erogazione è particolarmente forte o se i tuoi seni sono piuttosto grandi.

Posizione a culla. Questa è la classica posizione che viene in mente pensando all’allattamento al seno. Consiste nel sedersi dritte con il bambino posizionato di lato, la sua testa e il suo collo appoggiati lungo il tuo avambraccio e il suo corpo contro la tua pancia, in una posizione “pancia-verso-mamma”. Sarà utile acquistare un cuscino da allattamento da riporre sul tuo grembo in modo che sostenga il tuo bambino. Se usi un cuscino da allattamento assicurati che non sollevi il bambino troppo in alto; il tuo seno deve rimanere nella naturale posizione a riposo per prevenire capezzoli dolenti e un attacco al seno in tensione.

Posizione a rugby. In questa posizione, tu sei seduta e il bambino è appoggiato lateralmente lungo il tuo avambraccio e sorretto dal cuscino dall’allattamento. Il suo corpo è posizionato al tuo fianco con i piedi rivolti verso la tua schiena. Anche le mamme che hanno subito un taglio cesareo, che hanno avuto un parto gemellare o prematuro oppure che hanno seni particolarmente voluminosi apprezzeranno questa posizione.

La posizione sdraiata di lato è ideale per le poppate notturne e per l’allattamento a letto o sul divano; Tu e il tuo bambino dovete essere distesi sul fianco, uno accanto all’altra, pancia contro pancia. Può risultare scomoda in caso di taglio cesareo o punti di sutura.

Allattamento al seno reclinato dopo un parto cesareo. Se hai avuto un parto cesareo e non riesci a trovare una posizione comoda per l’allattamento, questa ti potrebbe aiutare. Sdraiarti con il corpo del bambino appoggiato alla spalla ti permetterà di allattare comodamente senza applicare peso o pressione sulla ferita; potresti anche provare a farlo distendere al tuo fianco.

Allattamento al seno in posizione verticale o a koala. Nella posizione verticale o a koala il bambino è seduto a cavalcioni sulla tua coscia o sul tuo fianco, mantenendo schiena e testa dritte mentre si nutre. Puoi optare per questa posizione con un neonato, offrendogli però molto sostegno, oppure con un bambino più grande capace di stare seduto da solo. La posizione verticale o a koala risulta spesso essere la posizione di allattamento più comoda per i bambini che soffrono di reflusso o di infezione all’orecchio.

3.Parla con i consulenti

Potrebbe passare un po’ di tempo prima che tu ti senta sicura. Puoi chiedere a un operatore del punto nascita, del consultorio o di un gruppo di sostegno di aiutarti con l’allattamento al seno. Ricordate che dopo la dimissione, le Ostetriche offrono un servizio di sostegno all’allattamento. Sono disponibili per consulenze telefoniche o appuntamenti. Chiedete supporto in casi difficoltà.

Visita i siti www.unicef.it Ospedali e comunità amici dei bambini e www.lattematerno.it dove troverai altre informazioni sui servizi a tua disposizione.

Altre info su:

4.Prenditi cura dei tuoi capezzoli

Asciuga i capezzoli e impiega coppette assorbilatte usa e getta o lavabili per assorbire eventuali perdite di latte, in quanto le infezioni tendono a prosperare in condizioni di umidità. utilizza creme antiragadi o olio vea, o alcune gocce del tuo latte. Puoi anche provare con dei cuscinetti idrogel estratti direttamente dal frigorifero. Queste medicazioni per i capezzoli donano una sensazione di freschezza all’area interessata e alleviano istantaneamente il dolore causato dall’allattamento al seno, creando condizioni di guarigione ideali. I proteggi capezzolo evitano che gli indumenti sfreghino contro le zone dolenti.

Spero che ti siano state utili queste informazioni. Scrivimi a valeria@laprimanina.it o contattami attraverso i social per condividere esperienze, saperne di più o avere il giusto supporto.

Se vuoi approfondire gli argomenti: iper-produzione di latte (ingorghi, mastite, spremitura manuale); ipo-produzione di latte (come aumentare la produzione); Conservazione e materiali utili, puoi leggere qui -> Montata Lattea – Produzione e Conservazione del Latte Materno

Se per qualche motivo sei interessata a smettere di allattare trovi tute le informazioni qui -> Come smettere di allattare

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Come smettere di Allattare

Faccio di nuovo la premessa che sono davvero sconvolta del fatto che esistano gruppi di sostegno sull’allattamento al seno ma non esistono supporti per le donne che decidono di smettere e si debba passare per il ginecologo e il medico che quasi ti fanno sentire una reietta.

Detto ciò vorrei sottolineare che in caso non vi siano problemi di qualsivoglia genere l’allattamento è vivamente consigliato fino ai 6 mesi di vita del piccolo, quindi se avete scelta rimandate a dopo tale data questa pratica.

Non dirò di indagare sulle motivazioni ne sulle possibili conseguenze perché se siete arrivate a questo post la scelta è già stata compiuta quindi il mio compito in questo caso sarà spiegarvi come farlo progressivamente e senza traumi.

Esistono due metodi per smettere di allattare:

Il primo è il metodo naturale e il secondo e tramate farmaco.

In caso di produzione di poco latte NON è necessario in prima battuta assumere farmaci di alcun tipo.

Invece in caso di latte abbondante starà a voi scegliere ovviamente con l’ausilio e il supporto del vostro medico curante, poiché il percorso “naturale” potrebbe risultare essere più lungo e più doloroso.

Metodo naturale per smettere di allattare

Io ho adottato questo metodo perché come ho detto diverse volte, per varie ragioni dopo un mese producevo già pochissimo latte durante il giorno. Secondo il parere del mio ginecologo in questi casi non è necessario ricorrere a farmaci. Avrei dovuto chiamarlo e farmi prescrivere le pillole solo in caso di seno dolorante o febbre.

Il mio percorso è durato circa una decina di giorni, ho avuto il seno dolorante per un 3/4 giorni e ho dovuto massaggiarlo e spremerlo sotto la doccia, ma solo il tanto che bastava per sciogliere i nodulini, dopodiché è rimasto teso per qualche giorno e man mano è andato a diminuire.

A distanza di due settimane dallo stop, il seno risulta molle al tatto, e non ci sono più tracce di latte.

Procedere con questo metodo è molto semplice.

Diminuire le poppate in modo graduale e non repentino per due ragioni fondamentali. La prima è quella di evitare la formazione di ingorghi mammari, che potrebbero evolvere in mastiti e la seconda per evitare una sofferenza eccessiva al bambino. Nel concreto vi darò alcuni consigli di vitale importanza:

  • Elimina per prime le poppate meno importanti. Procedere con gradualità significa eliminare poco alla volta alcune poppate della giornata, fino ad arrivare a eliminarle del tutto. Le poppate più difficili da eliminare sono quelle della sera e della notte quindi saranno le ultime ad essere sostituite.
  • Non offrire il seno, se non c’è richiesta. Un errore ricorrente è utilizzare il seno come calmante ma adoperate i ciucci per questa ragione.
  • Non cedere alla richiesta del seno. Se avete preso la decisione di smettere sarà meglio non destabilizzare il bambino con cambi di decisione. I bambini sono abitudinari prima di tutto dovranno accettare la nuova routine. Se ha fame proponete il biberon e se vuole tranquillizzarsi il ciuccio. Ci vuole ovviamente sia fermezza che buonsenso. Deve essere un percorso graduale proprio per essere abitato nel momento di stop definitivo.
  • Svuotare il seno al bisogno. Ovviamente i primi giorni dovrete farlo più frequentemente ma fate attenzione a non esagerare con le spremiture, dovrete effettuarle solo quanto basta per togliere la tensione e il rossore. Controllare attraverso un auto palpazione che non ci siano nodini in quel caso massaggiare, scaldare il seno con impacchi o sotto il getto caldo della doccia può bastare per far fuoriuscire quel poco latte che basta a far passare un possibile piccolo ingorgo. Meglio procedere con la spremitura manuale che con il tiralatte che potrebbe iperstimolare il seno. Quando il seno inizia a sgonfiarsi non continuare a stimolarlo.
  • Un ulteriore consiglio che ritengo utile è stato quello di indossare un reggiseno di taglia più piccola. Recenti studi hanno evidenziato che fasciare il seno, come consigliavano anni fa, è pericoloso perché la compressione comporta il rischio di ingorghi e mastiti. Indossando un reggiseno più piccolo o una maglia molta aderente non comporta una restrizione così limitativa come una fasciatura ma assolve la funzione per la quale è stata indossata.

Metodo con pillole per smettere di allattare

Come già detto, nel caso in cui al momento di interruzione, la montata sia ancora piena in tutto il suo vigore o siano trascorsi già molti mesi, l’interruzione con il metodo naturale potrebbe durare anche 1 o 2 mesi prima della cessazione definitiva. Per questa ragione o anche nel caso vi sia un interruzione di gravidanza è spesso consigliato da subito il ricorso al farmaco.

Il medicinale in questione è il Dostinex, questo serve sia per inibire che per interrompere la normale produzione di latte materno:

Per inibire (ma non interrompere del tutto), la lattazione, si consiglia una dose pari a 1 mg al giorno (pari a due compresse in unica soluzione, da assumersi dopo il pasto) iniziando dal primo giorno dopo il parto.

Per far cessare del tutto la lattazione, invece, la dose di Dostinex rimane la stessa ma la somministrazione cambia. Si consiglia l’assunzione di mezza compressa (pari a 0,25 mg) ogni 12 ore per due giorni.

La somministrazione avviene sempre a stomaco pieno e durante tutta la cura è assolutamente indispensabile il continuo monitoraggio da parte del medico, visto che si tratta di un medicinale che può dare ipersensibilità ed effetti collaterali.

Durante la cura a base di Dostinex nelle donne si ripristina l’ovulazione e quindi la possibilità di concepire. Va da sè che in caso di gravidanza la somministrazione del farmaco deve essere immediatamente sospesa

Allattamento al Seno o latte Artificiale – una scelta da non giudicare

L’allattamento al seno è molto importante.

Il latte che la mamma produce è un latte unico, inimitabile, specifico per il proprio bambino, con una composizione ideale per le sue esigenze nutritive e di sviluppo. E’ anche ricco di sostanze biologicamente attive con molti effetti positivi: aiutano la digestione del bambino, rinforzano il suo sistema immunitario in maniera permanente, maturano il sistema nervoso e gli altri organi.

Anche il latte dei primi giorni (il colostro) è particolarmente prezioso per la ricchezza di anticorpi e la rispondenza alle necessità nutritive del neonato in attesa del latte vero e proprio. Il normale colore del colostro è giallastro. Inoltre, fatto non trascurabile, il latte materno è sempre pronto per l’uso, alla giusta temperatura, igienicamente adeguato.

Confermato che il latte materno è ineguagliabile….

…. ritengo anche fondamentale supportare le mamme che, per varie ragioni, decidono di non allattare al seno.

E’ giusto chiarire che allattare al seno è più difficile di quanto si pensi, ed è una cosa che generalmente si impara. Ad alcune viene naturale, ci sono fortunate che hanno un seno predisposto e che ha una montata lattea immediata, ma per la maggior parte delle neomamme è necessario acquisire la giusta tecnica.

Soprattutto in ospedale secondo me, vengono sempre più spesso adottate delle politiche un po’ troppo restrittive per le mamme che cominciano affrontando non poche difficoltà. C’è una sorta di terrorismo psicologico che impone il presupposto che la mamma DEVE allattare al seno altrimenti viene giudicata come reietta. Io invece credo fermamente che questa dovrebbe essere una scelta individuale e supportata dal personale sanitario qualunque essa sia e sicuramente non imposta o indotta.

Ad oggi i latti artificiali sono molto validi. Conosco mamme, con bambini allattati al seno perennemente ammalati e figli della stessa mamma allattati esclusivamente con artificiale e in perfetta salute. Con questo non dico che non sia necessario allattare al seno ma solo che è una scelta che non deve creare ripercussioni psicologiche alla mamma.

Per mia esperienza ho parlato con diverse mamme e la maggior parte per un motivo o per l’altro ha dovuto abbandonare l’ allattamento al seno prima di quanto pensasse, non credo siano state contente, come non lo ero io, ma la maggior parte delle volte sono le circostanze che conducono alle scelte, quindi MAI GIUDICARE!

Per decidere come allattare il vostro bambino vagliamo i vari aspetti a favore e contro all’allattamento al seno:

Ecco i Pro dell’allattamento al seno

  • La mamma che allatta avrà un risparmio economico
  • Alcuni studi ipotizzano che per chi ha allattato al seno una protezione contro il cancro al seno a ovaie e osteoporosi
  • La mamma che allatta al seno avrà più tempo per dormire la notte in posizione laterale ma avrà più interruzioni poiché sazia meno del latte artificiale e richiederà più poppate al giorno.
  • La mamma che allatta al seno non dovrà preoccuparsi di stipsi, e intolleranze e scelta ottimale del latte artificiale.
  • La mamma che allatta al seno non deve preoccuparsi di portarsi dietro tutto il necessario per allattare.
  • La mamma in linea di massima non si deve preoccupare per l’idratazione del piccolo

Gli svantaggi dell’allattamento al seno invece sono che:

  • Allattare al seno può , se non controllato, creare cattive abitudini
  • E’ più difficile proporre il ciuccio e tendenzialmente potrebbe creare più problemi la fase dello svezzamento.
  • Aiuta a smaltire i kg di troppo ma nello stesso tempo occorre mantenere un paio di kg in più per garantire il nutrimento adeguato
  • Una donna che allatta al seno per più di un anno e che ha un seno piccolo solitamente lo vede sparire, chi lo ha più grosso lo vede afflosciarsi
  • L’allattamento al seno è più difficile da prestabilire e pertanto non agevola l’organizzazione di spostamenti e uscite
  • Allattare al seno può essere doloroso e diventare un disagio se non avviene correttamente e causa ragadi, ingorghi o mastiti.

Io personalmente sono pro allattamento naturale ma se ripenso a quando per me è diventato un incubo per il dolore, quando ogni volta che la mia piccola piangeva per la fame a me veniva da piangere perché pensavo alla sofferenza che avrebbe seguito, quando dovevo fare notti insonni per tirarmi il latte che faticava a uscire, capisco coloro che non riescono a proseguire, perché io ho smesso per queste ragioni di allattare ma ho acquisito serenità nello stesso tempo, e secondo me questa è altrettanto importante nel crescere un piccolo neonato.

Se vuoi sapere di più sull’allattamento al seno leggi l’articolo “Tutto quello che devi sapere sull’allattamento al Seno

Se vuoi sapere di più sul latte artificiale leggi l’articolo “Tutto sul latte artificiale – Quando e come utilizzarlo

Tutto sul latte artificiale – Quando e come utilizzarlo

Vorrei fare una premessa.

Questo consiglio ve lo do per esperienza personale: Acquistate tutto l’occorrente per preparare il latte artificiale già alla nascita del piccolo, non sono soldi buttati, più avanti in un modo o nell’altro vi tornerà sicuramente utile anche se allattate al seno, e tenete in casa sempre almeno un ciuccio.

Informatevi prima come si prepara il latte (lo trovate anche in questo articolo), imparate a sterilizzare e ad assemblare i biberon e comprate una confezione di scorta nel caso vi rendiate conto nel bel mezzo della notte che il bimbo non mangia a sufficienza perché non avete latte e piange disperato per la fame, vi garantisco che in quel momento non vorreste trovarvi a dover ancora leggere le istruzioni.

Quando mi è capitato non sapevo che fare e vi assicuro che calmare un bambino che ha fame quando non puoi dargli da mangiare è molto difficile, ricordo benissimo quel giorno, credo fosse il 4° o 5° dal rientro a casa, fino ad allora era sempre stata molto tranquilla, un angioletto ma quella sera è stata un incubo.

A parte che mi ci è voluto un po’ per capire che aveva fame avendole dato il seno poco prima, credevo fossero coliche, solo il pediatra mi ha illuminato dicendomi che la sera il seno produce meno latte e quindi era possibile che non mi uscisse più nulla.

Sono andata nel panico, inoltre il pianto ininterrotto a cui non ero ancora abituata mi faceva impazzire, ero sola, insomma un inferno finché non è tornato mio marito dalla farmacia di turno con il latte e credetemi se fosse arrivato con un diamante non sarei stata così contenta come per il latte.

Quando e come utilizzare artificiale

L’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda l’allattamento materno esclusivo per i primi sei mesi di vita e consiglia di mantenerlo, pur introducendo per gradi altri alimenti, fino almeno a tutto il primo anno.

Ci sono rari casi però, in cui allattare non è possibile o bisogna integrare il latte materno con quello artificiale: che è poi latte di mucca, trattato per diventare il più simile possibile a quello della mamma.

Ma non illudiamoci: non diventerà mai davvero uguale.

Nei casi in cui il calo ponderale fisiologico supera il 10% o se all’arrivo della montata il lattante non si è ancora attaccato correttamente, o se la crescita non risulta adeguata è probabile che il vostro pediatra consigli di dare un aggiunta di latte artificiale.

Se l’aggiunta viene somministrata ad ogni poppata, non si saprà effettivamente quanto mangia il neonato, quindi questo metodo non è consigliato in caso di prematuri o neonati con peso molto basso.

Una seconda possibilità è quella di tirarsi il latte con un tiralatte, continuando comunque ad attaccare il bimbo al seno per stimolare la montata. In tal caso sarà opportuno alternare il latte materno (al raggiungimento della dose necessaria) a quello artificiale.

Quando l’allattamento al seno non è possibile, va usato latte in polvere almeno fino ai 6 mesi di età del bambino (Formula 1). Successivamente è preferibile continuare con un latte di “proseguimento” (Formula 2), liquido o in polvere, per tutto il primo anno di vita.  In caso di bambini con esigenze particolari si possono scegliere le formule speciali (ad esempio formula 0 per bambini prematuri).

Uno schema classico prevede come numero dei pasti, fino al terzo mese del bebè 6 pasti  che orientativamente possono coincidere con 6 -9.30 – 13 – 16.3 – 20 – 23.30;

intorno al quarto mese si passa a 5 pasti: 6 -10 -14 -18 -22;

solitamente all’inizio del quinto si passa ai 4 pasti: 7.30 – 11.30 – 16.00 – 20.00

e al 6 si ridurranno a 2 con l’inizio dello svezzamento.

Indicativamente le dosi da seguire sono quelle sulle confezioni di latte ma per chiarire meglio riporto la tabella dell’ospedale per il primo mese:

 

ml per pasto 20 30 40 50 60 70 80 90 100 110 120
Giorni di vita 3 4 5 6 7 8 9 10 15 20 30

 

Il fabbisogno è calcolabile con la seguente formula: q=(160 x p) /n

Dove q è la quantità di latte per pasto, espressa in ml, p è il peso del bambino in kg e n il numero dei pasti giornalieri. 160deriva dal fabbisogno calorico del bambino in riferimento calorico del latte, in ogni caso se il bambino dovesse essere affamato non superare q=(200 x p) /n.

Dopo la poppata è consigliare tenere il neonato in posizione eretta per circa 15-20 minuti.

Preparazione del latte artificiale

Vi riporto le istruzioni corrette per la preparazione del latte artificiale in polvere e successivamente vi dirò il mio metodo per prepararlo nel più breve tempo possibile. Ovviamente se utilizzate il latte artificiale liquido basterà scaldarlo o con lo scaldabiberon o a bagnomaria, prestando attenzione a non metterlo in acqua a temperatura maggiore di 70°.

Anzitutto bisogna ricordarsi che occorre preparare una singola poppata per volta ed eventualmente eliminare il contenuto se non è stato consumato entro due ore.

  • Lavarsi le mani con acqua e sapone e poi asciugarle.
  • Versare l’acqua in un contenitore ben pulito e portarla a bollore.
  • IMPORTANTE: aggiungere la polvere quando la temperatura dell’acqua è a 70 gradi; in pratica coprire il contenitore con un coperchio dopo l’ebollizione e attendere non più di 30 minuti. Questa temperatura uccide i batteri presenti nella polvere. Questo è il passo più importante nella preparazione del latte in polvere, perché non è garantito che il latte in polvere sia sterile
  • Mettere in un biberon sterilizzato la quantità di acqua necessaria per sciogliere la polvere.
  • Aggiungere l’esatta quantità di polvere indicata nella confezione; non bisogna mai aggiungere una quantità diversa (in più o in meno) da quella indicata.
  • Chiudere il biberon e agitare bene il contenuto.
  • Raffreddare rapidamente il latte mettendo il biberon in un recipiente con acqua molto fredda. I batteri si moltiplicano rapidamente tra 7 e 65 gradi. Più a lungo il latte si trova a questa temperatura, maggiore è il rischio di aumentarne il contenuto di batteri e quindi il rischio che il bambino possa contrarre un’infezione
  • Controllare la temperatura facendo cadere qualche goccia di latte sul dorso della mano e sentire che è tiepida.

Questo è quanto è scritto dietro le confezioni per la preparazione del latte. Ora io vi sfido quando avete fra le mani un bambino urlante perché ha fame, di far bollire l’acqua e attendere 30 minuti che arrivi a 70°. Le possibili soluzioni che ho trovato io sono le seguenti:

  • Acquista uno Scaldabiberon : porterà la temperatura dell’acqua alla temperatura corretta
  • Acquista un termometro da alimenti: potrete spegnere il gas prima del bollore al raggiungimento della temperatura corretta
  • Non badate alla temperatura dell’acqua e fate il latte quando l’acqua è bollente. Questo è il metodo che ho sempre utilizzato io, probabilmente alcune vitamine e minerali li perderà ma il metodo è a prova di pianto.

Io metto nel biberon in quest’ordine un po’ di acqua bollente, il latte in polvere e miscelo dopodichè aggiungo acqua a temperatura ambiente fino alla dose corretta.

Per scaldare l’acqua (parlo dell’acqua non del latte) utilizzo il microonde, invece quando uscivo o  faceva la poppata notturna,  la sera riempivo il termos così di notte non dovevo scaldare neanche l’acqua. Se è pieno e ben chiuso, l’acqua manterrà una temperatura superiore ai 70 gradi per diverse ore. Il Termos da viaggio deve essere lavato accuratamente e risciacquato con acqua bollita prima di riempirlo.

Fate attenzione che ogni misurino di latte fa aumentare la quantità di latte nel biberon di 3ml

( es. 7 misurini sono circa ml in piu’rispetto alla dose)

 

Età Misurini Acqua Latte TOT Numero Biberon
1-2 Settimane 2 60 ml 70 ml 6-7
3-4 Settimane 3 90 ml 100 ml 6-7
2° Mese 4 120 ml 130 ml 5-6
3° Mese 5 150 ml 170 ml 4-5
4° Mese 6 180 ml 200 ml 4-5
5° Mese 7 210 ml 230 ml 3-4
6° Mese 7 230 ml 230 ml 2-3

La scelta del latte artificiale

Ho scritto una serie di consigli utili per la scelta del latte aritficiale, rispariamiando (anche non poco) senza rinunciare alla qualità e alla sicurezza. Trovi tutto nel post “La scelta del latte artificiale”