Gioie e “dolori” del parto cesareo: vi parlo della mia esperienza!

Cominciamo la nostra avventura insieme raccontando una elle cose più intime che ci sia:

Il parto.

Premetto che sono una che sopporta abbastanza bene il dolore e per questo non ero per nulla dubbiosa sul tipo di parto che desideravo.

Sognavo il parto naturale, con le sue sofferenze e le sue gioie, ma purtroppo il destino ha deciso per me.
Se devo essere sincera, ancora adesso un po’ invidio le mamme che hanno potuto vivere e raccontare questa esperienza, perché la mia è stata differente.

Non ricordo dove, ma ho letto che il parto è il momento in cui la vita più che mai si avvicina alla morte, la paura del momento che non puoi evitare e l’ansia di non riuscire a superarlo e in quell’istante che tutte le tue certezze svaniscono e non puoi fare altro che farti trascinare dagli eventi sperando che duri il meno possibile.

È un po’ questa la sofferenza che mi aspettavo ma nello stesso tempo non era ciò che agognavo. Ciò che desideravo era un marito amorevole al mio fianco che viveva la mia sofferenza e la mia enorme gioia accanto a me, desideravo vivere la sensazione di calma dopo la tempesta e di infinita pace avendo tra le braccia mia figlia, ancora faccio fatica a dire figlia.

Purtroppo però questa è la storia di tante altre mamme ma non la mia.

Io che a differenza di molte volevo il parto naturale, ho avuto già delle avvisaglie alla ventesima settimana, che non sarebbe andata così.

Ancora ricordo la prima volta che il ginecologo mi disse che la mia placenta era molto bassa, sarebbe potuta salire con l’aumentare del pancione ma non accadde, anche perché la mia pancia era relativamente piccola, e mese dopo mese ad ogni controllo mi davano sempre meno speranze.

Quando al 8°mese mi dissero che si trattava di placenta previa, ricordo che una lacrima mi solcò il viso, sembra stupido lo so, molte esulterebbero di sapere che hanno un bel cesareo programmato ma io avrei tanto voluto vivere l’esperienza naturale con mio marito accanto.

Detto ciò ovviamente per farmi del male, da ragazza mai operata ho avuto la brillante idea di vedere le statistiche di morte per parto cesareo e fami passare le paure….risultato: non credevo ce ne fossero ancora così tante.

Sembra assurdo ma da quel momento ho cominciato a vedere le cose sotto un’altra luce, le vivevo come se fosse l’ultima volta, non ho mai avuto il coraggio ma avevo scritto e nascosto anche una lettera di addio che ho poi strappato al mio ritorno a casa.

Insomma esagerata ma organizzata come al mio solito ero pronta ad ogni evenienza, tanto che il giorno del cesareo ero serena, niente ansia e paura.

Non posso dire lo stesso di mio marito!

Fatto sta che ho vissuto l’operazione secondo per secondo in attesa di quel pianto che è arrivato all’istante, si vede che era stata disturbata anzitempo.

Purtroppo il brutto è arrivato dopo quando, nei primi giorni non ho potuto godermi la mia piccolina quanto volevo. Non riuscivo ad alzarmi e i primi 2 giorni il dolore non mi permetteva di fare alcun movimento.

Il solo alzarmi dal letto per andare in bagno era un incubo, senza contare che tolto il catetere dovevo andarci più o meno ogni mezz’ora. Senza contare che la notte non ho potuto coricarmi lateralmente e farla mangiare dormendo, quindi dopo svariate notti insonni è subentrato il sonno che mi ha fatto perdere di lucidità non facendomi vivere appieno la gioia di quei momenti.

Come invidiavo le altre mamme che potevano dormire e spupazzarsi tranquillamente i loro piccoli senza che nessuno gliele dovesse mettere addosso.

Quindi confermo che se avessi potuto decidere avrei certamente scelto un parto naturale, anche se il sorriso che ho sulla pancia mi ricorderà per sempre di quel giorno e della gioia immensa di averle fatto conoscere il mondo.

È il segno indissolubile che lei fa parte di me e che il nostro legame non cesserà mai di esistere.

Perché non dorme Sereno?

I disturbi del sonno a volte sono inevitabili. Anche bambini che di solito dormono bene possono attraversare questi periodi di irrequietezza. Questo accade di sovente in caso si manifestino le seguenti cause:

  • Quando si introducono cibi solidi e hanno aria.
  • Quando cominciano a muoversi nell’ambiente circostante e si mettono in posizioni da cui non riescono più ad uscire. A volte si svegliano confusi perché non capiscono in che posizione sono.
  • Quando attraversano un balzo di crescita possono svegliarsi affamati. Potrebbe durare un paio di giorni e cessare non appena aumentato la dose diurna di latte.
  • Quando mettono i denti e le gengive rosse ed infiammate le dolgono.
  • Quando hanno il pannolino sporco.
  • Hanno dormito troppo di giorno.
  • Hanno perso il ciuccio o fatto brutti sogni

In ogni caso evitate di accorrere ad ogni piccolo rumore. Il più delle volte hanno semplicemente un sonno irregolare. Quando andate a controllare adottate un atteggiamento calmo e amorevole, prendetevi cura dell’eventuale problema e proponetegli il ciuccio, per qualsiasi ragione evitate di essere troppo giocosi o amichevoli.

Cosa comprare: Mussole o fasce, sacco nanna, baby shosher, libro, baby monitor

Come abituarlo alla culla in 3 giorni!

Mamme ora il momento tanto atteso, la risposta alla domanda più importante. Io la risposta l’ho trovata in questo libro:

Il linguaggio segreto dei neonati”di Trancy Hogg.

Personalmente adoro tutti i suoi libri. Li potrete trovare tutti a questo link.

Per me questo libro è stata la salvezza. Nei momenti iniziali avere delle risposte concrete è fondamentale e io le ho trovate più in questo libro che in tante persone. Potrete trovare vari sistemi pratici, come capire i bisogni del piccolo, come capire la sua personalità, come creare una routine con flessibilità e possibilità di adattamento al temperamento del bambino, e nel limite del possibile alle esigenze della famiglia.

Quindi è bene dire che ciò che scriverò è un estratto del libro che consiglio a tutte le neomamme, vi assicuro che non ci sono soldi spesi meglio.

Per chi ha deciso di non optare per il metodo Sears cioè quello del “co-sleeping” che permette ai bambini di dormire nel lettone con i genitori ci sarà un grande scoglio da superare e cioè la riluttanza dei bambini alla culla. Ovviamente loro preferiscono il calore di un avvolgente abbraccio della mamma che una fredda e inanimata culla.

Prima di acquistare questo libro avevo provato il metodo Ferberizing cioè quello della “risposta ritardata”, mi avevano riferito che faceva i miracoli ma non teneva conto ne’ della personalità dei bambini ne’ tanto meno della resistenza dei genitori.

Il metodo suggerisce di fare piangere il bambino per periodi sempre più lunghi  5 -10 -15 minuti e così via, fino a che il piccolo non capirà che non verrà data una risposta e quindi si dovrà auto calmare.

Per me è stato impossibile, ho provato e sono arrivata anche a 30 minuti di seguito ma poi ho rinunciato per due ragioni, la prima è che fino a quel momento non avevo ottenuto risultati concreti per la soluzione del problema. La seconda perché non potevo credere che un metodo così insensibile nei confronti dei bisogni del bambino fosse la soluzione giusta per noi. Urgeva una soluzione alternativa dal momento che ero arrivata al punto che non potevo lasciarla neanche per andare in bagno, aveva una sorta di antifurto incorporato, come cercavo di posarla nella culla, suonava!!!!!!!

Allora ho comprato questo libro in cui ho trovato il metodo di Tracy Hogg del “sonno ragionevole” è lontano da qualsiasi estremo e soprattutto rispetta i bisogni di tutti, bambino e genitori. Non solo ha funzionato ma mi ha letteralmente cambiato le mie giornate.

I principi del sonno ragionevole sono i seguenti:

  • Non rendete il bambino dipendente da aiuti esterni, come oggetti o comportamenti senza il quale i bambini si trovano in difficoltà. Va da se che se li abituerete ad addormentarli cullandoli o facendogli fare passeggiate per il corridoio, quando arriverà a 7 Kg o la stagione estiva sarà un problema, perché comunque quella è diventata la su routine per addormentarsi. Inoltre quando si svegliano si sentono disorientati e spaventati, e finiscono per non sentirsi a proprio agio e sicuri nel lettino.
  • Imparate a capire come si addormenta. I bambini attraversano 3 fasi che durano in totale circa 20 minuti. Fase1: l’attimo momento in cui attraverso segnali vi farà capire che è stanco. Fase2: la zona. Il bambino assume uno sguardo fisso, come se fosse imbambolato per 3-4 minuti. Fase3: lasciarsi andare. In questa fase sembra addormentarsi ma di colpo riapre gli occhi. Questa fase può ripetersi per 3 volte. Purtroppo se una di queste fasi viene interrotta da un rumore forte o altro motivi sarà probabile dover ricominciare tutto da capo. Inoltre niente funziona per tutti, quindi vi consiglio di tenere diario o almeno tenere presente i ritmi e i segni che il bambino vi da quando ha sonno. Oltre ad evitare che questo arrivi troppo stanco alla nanna, riuscirete anche ad organizzarvi la giornata di conseguenza.
  • Imparate a cogliere i segnali. Se possibile intervenite al primo sbadiglio e non oltre il terzo se volete evitare una crisi da stanchezza. I segnali da osservare oltre gli sbadigli sono: allontanarsi dagli oggetti, si mettono le mani davanti agli occhi, perdono la coordinazione e fanno movimenti involontari come muovere braccia e gambe. Inizialmente non conoscerete ancora il vostro bimbo ne tanto meno il suo linguaggio corporeo, pertanto è ragionevole che facciate fatica a cogliere in tempo i segnali, purtroppo però se un bambino è iperstimolato o molto stanco potrebbe essere particolarmente difficile calmarlo. Ci vogliono una pazienza e determinazione enormi, specialmente se hanno già qualche vizio, quindi non cedete e tenete duro senza tornare alle vecchie abitudini.
  • Potrebbe allora essere utile ricreare l’ambiente uterino attraverso i 5 sensi:

Metodo Winnicot

  1. AVVOLGETELO 
    Quando sono troppo stanchi è necessario immobilizzarli perchè vedere i propri arti li spaventa, pensano che qualcuno gli stia facendo qualcosa e allo stesso tempo stimola ancora di più i loro sensi.
  2. RASSICURATELO
    Fategli sapere che siete lì per aiutarlo: battetegli con delicatezza sulla schiena a u ritmo fisso e regolare come quello del cuore e aggiungete un suono tipo sh….sh…sh…. che simula il rumore del ventre materno. In commercio esiste un attrezzo che riproduce tale suono, si chiama babyshusher e lo puoi trovare qui. In alternativa sono utlili anche le app sul cellulare che riproducono diversi rumori cosiddetti bianchi.
  3. ELIMINATE GLI STIMOLI VISIVI
    Luci, oggetti in movimento, aggrediscono un bambino stanco pertanto sarebbe ideale portarlo in una stanza oscurata che riproduca il semibuio dell’utero.
  4. METTEGLIA A CONTATTO L’ODORE MATERNO
    Attualmente viene fatta un sacco di pubblicità ai cosiddetti dodoo o a pupazzi da dare al bimbo dopo averli impregnati del proprio odore m nel contempo le indicazioni dicono che sarebbe meglio evitare di mettere oggetti nella culla per il pericolo di soffocamento, quindi che fare? Io vi consiglio di “vestire” il materassino della culla con una vostra maglietta di cotone bianco, in modo che non si possa togliere o spostare e che al contempo emani il vostro odore per tranquillizzare il cucciolo.
  5. SUZIONE
    Per eccellenza la suzione dona al bimbo il sapore della mamma attraverso il latte, ma è la suzione che ha un fortissimo potere calmante quindi potrete utilizzare un ciuccio per fargli scaricare le energie in eccesso e inseguito sarà lui stesso a lasciarlo. E’ molto importante insistere con il ciuccio quando è stanco e piange così verrà rimarcato che la che tetta deve essere data come nutrizione

Per ultimo il punto cardine del libro di Tracy Hogg.

Sistemate il bambino nella culla prima che si addormenti. Alcuni dopo un po’ di agitazione si tranquillizzano da soli, altri invece avranno bisogno di qualche aiutino in più, una canzoncina, qualche carezza o colpetto dolce dietro la schiena.

L’importante è smettere non appena si è calmato in modo che non associ questo gesto al momento della nanna. Se piange di nuovo, riprendetelo, ma quando si sarà tranquillizzato rimettetelo giù. E così via.

Concretamente gli state dicendo: “Va tutto bene io se hai bisogno sono qui” quindi niente pianti traumatici per il piccolo ma molta stanchezza per il genitore.

Vi preparo dicendovi che può darsi che dobbiate ripetere questa operazione un’infinità di volte ma nel giro di 3 giorni, sarete costanti, risolverete il problema. Se iniziate quando il bimbo è molto piccolo è più semplice perché dorme praticamente tutto il giorno quindi se iniziate il mattino ci sono molte probabilità che riusciate a dormire decentemente.

A me è capitato così, dopo una giornata infernale, dopo aver pensato di mollare un sacco di volte e aver resistito, mi sono guadagnata la prima di una lunga serie di notti serene senza zainetto. Ho diverse amiche che per diverse ragioni a loro tempo non hanno utilizzato questo metodo e si sono ritrovate con mille dolori perché devono tenere perennemente in braccio un bimbo ormai grande, quindi non rimandate più del necessario.

Aspettatevi qualche regressione, poiché le vecchie abitudini sono dure a morire, è necessario seguire il piano con costanza.

Inizialmente i genitori possono incappare in quella che viene definita “educazione involontaria”.

La chiave per modificare le conseguenze, quindi è fare qualcosa di diverso introducendo un nuovo comportamento in modo di consentire al vecchio di sparire lentamente.

Se il vostro piccolo ha meno di 3 mesi, di solito bastano 3 giorni o anche meno; ma se è più grande dovrete procedere un passo alla volta, quindi osservate e ideate una strategia, affrontate ogni complicazione lentamente e una alla volta. Ogni step dura circa tre giorni se sarete costanti.

Meglio Culla o Lettone?

MEGLIO CULLA O LETTONE?

Finalmente vi svelerò qual è la cosa giusta da fare a riguardo!

Vi sarete già scontrate con sostenitori delle diverse tesi e se state cercando una risposta vi sarete imbattuti sia in articoli che dimostrano che il “sonno condiviso” agevoli il legame genitori e figli e in altri che affermano che aumenta il rischio di SIDS e disturbi del sonno, quindi qual è la risposta alla domanda iniziale?

La risposta è che non c’è una cosa giusta o una sbagliata in assoluto, ma il metodo che dovete scegliere è quello che semplicemente vi fa stare più tranquilli! Potrete cercare per ore di capire cosa è meglio fare ma questa sarà solo la prima delle tante domande che vi farà riflettere non solo sull’importanza dei bisogni dei neonati ma anche su quelli dei neogenitori.

La risposta corretta sarete voi stessi a darvela in base alle vostre esigenze, l’importante è che sia una decisione condivisa dalla coppia per non rischiare di destabilizzare un rapporto che è già in fase si riassestamento dovuto al nuovo arrivo.

Tutti hanno un’opinione sul modo migliore per addormentare un bambino.

Ricordate che Ogni bambino è diverso ed ha esigenze differenti chi ha più bisogno di contatto (specialmente i prematuri) chi sta poco bene, chi rigurgita sovente o chi proprio nel lettino non ci vuole stare, sta a voi comprenderlo e trovare il giusto percorso che concilia sia i suoi che i vostri bisogni.

E’ facile dire e pensare soprattutto prima di partorire “mio figlio assolutamente mai nel lettone” ma andiamo a valutare bene la situazione…i primi giorni dopo la nascita tutto o quasi perde valore e la priorità assoluta diventa una: dormire!!!!

Chi, come la sottoscritta, pensa di essere una super donna si ricrederà amaramente, tutte andiamo incontro a questo problema e diciamola tutta: per chi allatta al seno è una vera comodità, continuare a dormire invece di alzarsi, cambiare stanza e stare sveglie, è una condizione che inizialmente risponde al bisogno primario delle mamme e sicuramente è una scelta molto allettante meno scontato è per chi allatta con il biberon che deve comunque svegliarsi per andare a fare il latte.

Io non sono qua a giudicare anzi sono proprio qua per condividere queste necessità che quasi sembrano passare in secondo piano rispetto alle esigenze del bambino ma in realtà il sonno è davvero fondamentale per avere un buon equilibrio psicofisico che vi permetterà di essere più calme e razionali per tutto il resto della giornata.

Valutate però bene i pro i contro, quelli che sono vantaggi potrebbero trasformarsi in lotte vere e proprie, accogliere il bebè nel proprio letto significa abituarlo ad addormentarsi sempre e solo accanto a voi. Potreste scontrarvi con una condivisione totale degli spazi, e difficilmente questa privacy non vi verrà a mancare, la vita dei bambini e quella degli adulti dovrebbero comunque avere spazi e momenti fra loro ben distinti. Inoltre vi assicuro che l’idillio dopo un paio di mesi finisce e mamma e papà preoccupati di schiacciare il bambino dormendo, perdono il sonno e decidono di spostarlo, ma a quel punto potrebbe non essere più così semplice, quindi sarebbe meglio tenere lo stesso comportamento dal principio, e ricordate che autonomia non significa abbandono!

In base a quanto molte mamme mi hanno riferito, vi consiglio di spostare il bimbo in culla non appena i ritmi delle poppate si stabilizzeranno e i risvegli si diraderanno, poiché andando avanti avrete sempre più l’esigenza di intimità ma di contro lo spostamento sarà sempre più complesso e richiederà più tempo e pazienza.

A volte, sono proprio mamma e papà i primi a non esserlo e nascondono i loro timori dietro la necessità di infondere sicurezza ai bambini.

Per chi invece ritiene che la presenza del bambino nel lettone, non sia un “vizio” ma più un modo per infondere serenità e sicurezza, può mantenere la propria opinione, progressivamente, però, questa abitudine andrà abbandonata e, dai tre anni in poi, il bambino dovrà dormire da solo. Ricordiamoci che di per se, per i bambini il momento della nanna è come un momento di separazione e addormentarlo nel lettone, per poi spostarlo nel lettino, può essere destabilizzante.

Solitamente non le consiglio poiché credo siano una spesa inutile se già in possesso di una navicella, ma in questo caso potrebbero essere un giusto compromesso le nuove culle side-bed, che permettono il contatto visivo, dando la possibilità di essere agganciate al letto, e agevolando così l’allattamento notturno ma nel contempo non lo espongono ai rischi del co-sleeping e risulta più facile il distacco in seguito.