Tabella di marcia sui vaccini: quando farli e altre curiosità

I vaccini, che argomento spinoso!

Soprattutto da quest’anno che sono passati obbligatori.
Premetto che il mio ruolo non è assolutamente quello di dire se è giusto o sbagliato farli, ma vi posso dire ciò che ho fatto io e il perché, forse potrà aiutarvi nelle vostre scelte.

Io sono la prima che reperisce molte informazioni su internet, ma quando lo faccio, cerco quanto più possibile di non farmi condizionare dalle mie idee anzi cerco di farmi un opinione in modo razionale.

Un convinto sostenitore del fatto che i vaccini non facciano bene, in automatico leggerà notizie su notizie e le suddividerà credendo ovviamente che chi dice il contrario è un truffatore e che chi sostiene le stesse sue tesi è un genio, quindi scriverà anche la sua opinione da profano che però vuole illuminare gli altri su ciò che ha letto e così inevitabilmente si moltiplicheranno le opinioni di chi in fondo non ne sa nulla perché non ha fatto studi specifici e si basa su informazioni riportate chissà da chi, ma allora mi chiedo: è sempre bene fidarsi di Facebook o altri social per reperire notizie?

Io penso che internet sia un valido strumento ma deve essere sempre supportato da tesi comprovate di veri specialisti del settore.

Siamo arrivati al punto in cui i medici sono tutti opportunisti senza scrupoli che per guadagnare due soldi in più ucciderebbero un sacco di bambini innocenti, somministrando medicine inutili a infanti solo per un tornaconto economico? Ma dai! Siamo seri?

La paura è intrinseca in ognuno di noi, io sono molto credente e la sera prima del vaccino prego sempre che non capiti nulla. Purtroppo è questo che guida la vita di tutti quanti noi: la paura.

I medici stessi, razionali per antonomasia, dichiarano che seppur piccoli i rischi ci sono, i vantaggi sono sempre e comunque maggiori.

È questione di numeri e calcolo delle probabilità, i numeri non sbaglino mai.

Come tutti i farmaci anche i vaccini possono causare effetti indesiderati, ma questi, nella maggior parte dei casi sono lievi e transitori. Di solito consistono infatti in febbre e gonfiore nel punto di inoculazione.

Questi effetti possono essere facilmente trattati e prevenuti con farmaci antinfiammatori ed antifebbrili. Eventi avversi più seri si manifestano solo molto raramente: un caso ogni migliaia o milioni di dosi somministrate.

È possibile che ci siano effetti collaterali gravissimi ma nei bugiardini di quasi tutte le medicine in commercio ci sono degli effetti collaterali gravi, e finché uno non prende il farmaco non può sapere se toccherà a lui o no, e allora cosa facciamo noi adulti?

Non mi risulta che se stiamo male non prendiamo medicine per paura dei possibili effetti collaterali.

Ho visto mamme non fare i vaccini e poi somministrare nuovi farmaci seppur blandi, al neonato, senza preoccuparsi minimamente se potessero esserci degli eccipienti che avrebbero potuto creare qualche reazione allergica.

Io sinceramente non vedo proprio dove sta la differenza.

I vaccini sono creati dalle stesse case farmaceutiche delle medicine, c’è un complotto internazionale che vuole ucciderci i figli e far sopravvivere gli adulti, tipo piaga d’Egitto?
Non credo.

Tutti noi amiamo i nostri figli e non vorremmo che gli capitasse mai nulla.

Sapete qual è stato il motivo principale che mi ha fatto scegliere di fare il vaccino?

Non l’obbligatorietà e non le possibili sanzioni. È stato pensare alle centinaia di bambini, i cui genitori una scelta non ce l’hanno, perché i loro bambini sono gravemente malati e non sono in grado di sostenere loro stessi un vaccino che per loro sarebbe prezioso e pagherebbero per riceverlo.

Invece loro sono costretti a pregare che il bambino accanto a loro sia stato vaccinato così non c’è rischio di contagio per una malattia che a causa del loro precario sistema immunitario sarebbe letale.

Non sono generosa o altruista ma aldilà dell’affetto per il proprio bambino, ogni bambino è importante e se il destino sceglierà che mia figlia sarà a pagarne il prezzo me ne farò una ragione ma non posso sentirmi responsabile per un eventuale decesso perché mia figlia ha attaccato qualche malattia. Io se avessi una bimba malata vorrei che gli altri non fossero egoisti e la pensassero così, allora qualsiasi discussione no vax svanirebbe nel nulla.

Ci si focalizza sull’obbligatorietà ma in realtà, almeno per quanto mi riguarda, non è stata quella a spingermi verso la scelta di vaccinarla. Se uno crede ai vaccini, lo fa a prescindere dall’imposizione.

Il decreto vaccini ha reso obbligatorie per i minori di 16 anni dieci delle vaccinazioni e ne ha fortemente raccomandate quattro ad offerta attiva e gratuita. Ma nel PNPV 2017-2019 sono altresì indicate in offerta attiva e gratuita anche le vaccinazioni antipapilloma virus (HPV) negli undicenni e anti-meningococcica tetravalente ACWY nell’adolescenza, che ovviamente mantengono il loro importante ruolo all’interno di una cornice di offerta vaccinale che mira alla protezione della popolazione fino all’età avanzata, sia attraverso i richiami periodici sia mediante vaccinazioni raccomandate specificatamente per l’anziano.

Di seguito il calendario delle vaccinazioni mese per mese:

– 3 MESE

Obbligatori

– Vaccino esavalente 1ª dose (difterite, il tetano, la pertosse, la polio, l’epatite B e le infezioni da Haemophilus influenzae tipo b)

Facoltativi

– Vaccino pneumococcico coniugato (PCV): 1ª dose
– Vaccino contro il meningococco B (MenB): 1ª dose (a distanza di 15 giorni dalla somministrazione dell’esavalente e del vaccino pneumococcico coniugato)
– Vaccino contro il rotavirus (Rotavirus): 1ª dose

– 4 MESE

Facoltativi

– Vaccino contro il meningococco B (MenB): 2ª dose (a distanza di 1 mese dalla 1ª )
– Vaccino contro il rotavirus (Rotavirus): 2ª dose

– 5 MESE

Obbligatori

– Vaccino esavalente 2ª dose (difterite, il tetano, la pertosse , la polio, l’epatite B e le infezioni da Haemophilus influenzae tipo b)

Facoltativi

– Vaccino pneumococcico coniugato (PCV): 2ª dose

– 6 MESE

Facoltativi

– Vaccino contro il meningococco B (MenB): 3ª dose (a distanza di 1 mese dalla 2ª )

– 11 MESE

Obbligatori

– Vaccino esavalente 3ª dose (difterite, il tetano, la pertosse , la polio, l’epatite B e le infezioni da Haemophilus influenzae tipo b)

Facoltativi

– Vaccino pneumococcico coniugato (PCV): 3ª dose

– 13 | 15 MESE

Obbligatori

– Vaccino tetravalente MPRV (morbillo, la parotite, la rosolia, e la varicella) o trivalente MPR + V: 1ª dose

Facoltativi

– Vaccino contro il meningococco C coniugato (MenC)
– Vaccino contro il meningococco B (MenB): 4ª dose

– 13 | 15 MESE

Obbligatori

– Vaccino tetravalente MPRV (morbillo, la parotite, la rosolia, e la varicella) o trivalente MPR + V: 2ª dose

Facoltativi

– Vaccino esavalente 4ª dose (difterite, il tetano, la pertosse , la polio) eliminati epatite B e influenza

 

Dopo la vaccinazione il bambino può condurre una vita “normale”: mangiare, bere, fare il bagnetto, uscire.

Alcune domande che mi sono sorte e a cui documentandomi e con l’esperienza ho dato una risposta.

1. Ci sono controindicazioni nella somministrazione del vaccino?

La vaccinazione può essere controindicata temporaneamente o in maniera definitiva.

Si hanno controindicazioni temporanee quando si verificano delle situazioni transitorie che non permettono la vaccinazione solo per il periodo in cui sono presenti. Si deve quindi rimandare la vaccinazione quando:

  • il bambino ha malattie acute con febbre di grado elevato;
  • se il bambino sta prendendo farmaci che agiscono sul sistema immunitario come cortisonici ad alte dosi.

Si hanno controindicazioni definitive, è bene quindi non fare il vaccino, quando il bambino:

  • ha manifestato gravi reazioni a precedenti vaccinazioni;
  • è affetto da malattie neurologiche in evoluzione;
  • è allergico ad alcuni antibiotici quali streptomicina e neomicina (se l’antibiotico ne contiene)

Se il bambino è affetto da malattie quali leucemie, tumori, AIDS la situazione va valutata caso per caso.

Vi sono poi situazioni che non rappresentano vere e proprie controindicazioni ma richiedono alcune precauzioni.

Dovete segnalare quindi al pediatra se…

  • il bambino ha avuto febbre molto alta ad una precedente dose dello stesso vaccino;
  • se ha pianto molto ed era inconsolabile;
  • se il bambino ha avuto convulsioni febbrili;
  • se di recente gli sono state somministrate immunoglobuline;

2. Il bambino è contagioso?

Tanto per cominciare, bisogna distinguere tra ”vaccini inattivati e vaccini vivi attenuati”.

I primi non contengono agenti patogeni vivi, ma virus inattivati e sono costituiti solo da minime componenti di virus o batteri e non dai microrganismi nella loro interezza. I secondi, invece, proprio come dice il termine, sono costituiti da microrganismi ancora vivi, ma indeboliti.

Un vaccino inattivato – come l’esavalente – è per definizione incapace di trasmettere la malattia, perché di fatto non contiene l’agente responsabile.

In linea puramente teorica, il discorso potrebbe essere leggermente diverso per i vaccini che contengono virus vivi attenuati. Perché, appunto, in questo caso i microrganismi presenti sono vivi. Non dobbiamo però dimenticare che sono attenuati, cioè trattati in modo tale da non risultare infettivi, considerato che il loro obiettivo non è far ammalare chi li riceve, ma solo mettere in guardia il suo sistema immunitario, quindi anche il vaccino MPR è sicuro.
Il caso del vaccino contro la varicella è leggermente diverso. Chi riceve il vaccino può a sviluppare una forma molto lieve di malattia, con febbre e qualche vescicola. In questo caso il bimbo in questione è contagioso fino a che le vescicole saranno guarite. Ciò però accade molto raramente.

3. Il mio bambino è irrequieto. Che cosa devo fare?

Dopo la vaccinazione i bambini possono essere particolarmente irrequieti o piangere in modo inconsolabile, poiché possono sentire dolore nella sede di iniezione e/o avere la febbre. Si può somministrare un farmaco, il “paracetamolo” che aiuta a ridurre il dolore e la febbre. Se lo stato di irrequietezza persiste, nonostante il farmaco, per più di 24 ore consultate il pediatra di base.

4. La sede di iniezione è calda ed arrossata. Cosa devo fare?

Applicare un panno intriso di acqua fredda (ghiacciata), ben strizzato sulla zona dolente ed infiammata. Se ritenete che il bambino abbia molto dolore, poiché reagisce alla minima pressione, potete somministrare il paracetamolo secondo il peso del bambino. La zona di inoculazione non va mai massaggiata ma potrebbe essere utile spalmare Arnica gel.

Boiron Arnigel è un rimedio omeopatico in gel consigliato per attenuare i dolori di natura, viene utilizzato per calmare i gonfiori e i versamenti ematici, alle punture d’insetti. Buoni sono gli impieghi per il trattamento di disturbi osteo-articolari, leggere bruciature. Questa pianta difatti, oltre a ridurre il gonfiore, si presta come analgesico naturale. https://www.amazon.it/Arnica-35-6908-Boiron-Gel/dp/B00L7QNLAC/ref=sr_1_2?s=hpc&ie=UTF8&qid=1536323140&sr=8-2&keywords=arnica+gel+neonati
Se dopo 24 ore il rossore tende ancora ad aumentare chiamate il pediatra di fiducia o il vostro servizio vaccinale.

5. Penso che il bambino abbia la febbre. Che cosa devo fare?

Prima di tutto verificate se è vero, misurando la temperatura del bambino.

Se il bambino ha la febbre:

  • dategli da bere acqua in abbondanza;
  • vestitelo in modo leggero senza coprirlo eccessivamente
  • somministrate il paracetamolo

La febbre può comparire entro due giorni dall’effettuazione della maggior parte dei vaccini. Solo per i vaccini contro il morbillo-parotite-rosolia e varicella, la febbre ed eventualmente l’esantema (puntini rossi diffusi sul corpo) possono comparire dopo 7/26 giorni.

Se il bambino continua ad avere la febbre per oltre 24 ore, se la febbre aumenta o il bambino presenta sintomi insoliti, consultare il pediatra o il pronto soccorso.

Andare o non andare dal pediatra? Questo è il dilemma!

Care prime mamme, sì d’ora in poi vi chiamerò così perché noi mamme con poca esperienza siamo un po’ come le “prime donne” desiderose d’attenzioni.

Scherzi a parte, volevo oggi parlarvi del dilemma dei dilemmi: quando è necessario chiedere supporto al pediatra? Quando andare in ospedale?

So già che noi mamme ci auguriamo che nostro figlia o figlia stia sempre bene e non abbia mai necessità di visite straordinarie oltre a quelle canoniche ma purtroppo è del tutto naturale che talvolta si ammali.

Una notizia bomba. questo stato di ansia vi accompagnerà per il resto della vita, non si affievolisce man mano che il piccolo cresce.

Figli piccoli, piccole preoccupazioni. Figli grandi, grandi preoccupazioni.

Quindi se potete cominciare ad allenarvi e tranquillizzatevi il più possibile. Non è strettamente necessario portarlo dal pediatra ad ogni preoccupazione. E ve lo dice una che ha fatto esattamente così fino a che, stremato, mi ha dato queste linee guida che ho conservato gelosamente e che ora condividerò con tutte voi.

Riporto step by step tutti i comportamenti da seguire. Cominciamo però dall’inizio.

A chi rivolgersi?

Il pediatra di famiglia non è l’unico operatore a cui potersi rivolgersi. E’ importante che voi sappiate che in mancanza di esso operano altri servizi. Per perseguire l’obbiettivo di sicurezza ed efficienza dei servizi è importante comprendere le priorità da seguire:

Step 1 – Servizio di Base:
Pediatra = La figura di riferimento per la salute del vostro bambino e il primo a cui rivolgersi. Non vo parlerò in questo momento della scelta del pediatra perché credo che questo richieda un approfondimento a parte.
Consultori = Punto d’incontro tra genitori e operatori sanitari. Utile per ridimensionare i problemi e trovare soluzioni di buon senso per ridurre ansie e paure dei genitori.

Step 2 – Servizi Specialistici:
Reparti ospedalieri e Ambulatori specialistici = sarà il pediatra stesso che in caso di necessità di diagnosi o cura di malattie che richiedono tecnologie avanzate, vi garantirà un accesso rapido al reparto di pediatria presso l’ospedale o vi indirizzerà presso lo specialista di cui avete bisogno. Non fate di testa vostra!

Step 3 – Emergenze:
Guardia medica = Garantisce assistenza nelle ore in cui il pediatra di famiglia non è reperibile ma è bene sapere che è un servizio prestato da medico generico, non specialista.
Pronto Soccorso = Non è un ambulatorio specialistico, è il servizio organizzato per affrontare situazioni di emergenza e urgenza. I casi da ritenersi di urgenza sono: ingestione di sostanze tossiche o formaci in dosi eccessive, ferite profonde, sospette fratture, perdita di coscienza, ustioni, convulsioni, difficoltà improvvisa a respirare. Non è pertanto adatto a soluzioni di problemi di crescita, di alimentazione, di febbre non accompagnata a repentini cambi di comportamento, in questi casi occorre rivolgersi al pediatra.

 

Quando?

Bisogna fare la prima visita di controllo entro i primi 15 giorni di vita, successivamente ogni mese fino al compimento del primo anno di vita. Sono particolarmente raccomandati i bilanci di salute alle seguenti età, da eseguirsi preferibilmente prima dell’esecuzione delle vaccinazioni:

  • 2°-3° mese
  • 4°-5° mese
  • 10°-12° mese
  • 24° mese
  • 36° mese
  • 5°-6° anno

Dopo, una visita l’anno può bastare, sempre che non vi siano particolari necessità nel frattempo.

Le situazioni che vanno sempre segnalate sono:

  • Vomito e/o diarree ripetuti
  • Reflusso con perdita di peso o segni debilitanti, potrebbero se non curati portare ad un esofagite
  • Febbre se il bambino ha meno di 28 giorni di vita

Un neonato che ha la febbre, deve venire portato subito in ospedale, per l’elevato rischio di patologie. Se invece si tratta di lattante, cioè bambino dalle 4 settimane compiute fino al compimento del dodicesimo mese di età, è necessario farlo visitare in giornata dal pediatra.

In ogni caso è bene rivolgersi rapidamente al pediatra se il lattante ha la febbre per più di 24 ore, piange in maniera inconsolabile, rifiuta completamente il cibo o assume un comportamento inusuale

  • Ittero oltre il primo mese
  • Cianosi (colorito bluastro della cute) diffuso e persistente anche se il neonato non piange
  • Crescita lenta (se dopo ave adottato le necessarie misure di alimentazione il lattante continua a non crescere oppure cala di peso, pur assumendo una quantità sufficiente di latte, potrebbero esserci problemi di assorbimento intestinale o malattie infettive )
  • Rifiuta il latte per 3 – 4 poppate consecutive (potrebbe essere presente qualche problema metabolico ma la causa più frequente è generalmente un ‘infezione come cistite, otite, rinofaringite.
  • Aumento della frequenza respiratoria ( compie più di 40 atti respiratori in un minuto. oppure il suo ventre quando respira si svuota completamente, oppure le sue narici si dilatano durante la respirazione, si tratta sempre di segni importanti che potrebbero anche essere legati a malattie dell’ apparato respiratorio .
  • La tosse è sintomo insolito nel neonato; pertanto quando è presente, onde scongiurare il pericolo di una pertosse.
  • Se un neonato appare eccessivamente irritabile oppure troppo tranquillo e sonnolento rispetto alle proprie abitudini.
  • Pianto insistente, se un bambino, messo a proprio agio, continua piangere insistentemente è meglio consultare il medico .
  • Oliguria. Un neonato può stare anche 12 o 24 ore senza urinare. Questo succede più facilmente se il clima o l’ambiente sono molto caldi, comportando una perdita di liquidi con il sudore e una ridotta formazione di urine, ma è sempre meglio informare il pediatra se il neonato bagna meno di 6 pannolini al dì.

Ultima ma non ultimissima cosa da sapere è che i controlli devono avvenire a scadenze precise.

L’ecografia, per esempio, alle anche entro il terzo mese di vita e quella reno-vescicale entro l’anno, in assenza di problematiche rilevanti (mancata eruzione dei denti da latte, frenuli labiali e linguali corti, malformazioni oro-facciali, malattie sistemiche con interessamento del cavo orale), è consigliabile recarsi per un primo consulto dal dentista al termine dell’eruzione di tutti i denti decidui (24-30 mesi).

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