Tutto quello che devi sapere sull’allattamento al Seno

Cara neo Mamma, se stai per avere un bimbo, la prima sfida che ti troverai davanti è quella dell’allattamento.

Sull’allattamento al seno ci sono molti vecchi miti che vanno sfatati.

Abitudini alimentari

La donna che allatta al seno deve sentirsi libera di mangiare seguendo le proprie abitudini.

Se la madre nota che il consumo di certi cibi determina disturbi al bambino, potrà allora decidere a ragione di provare ad eliminarli dalla sua dieta.

In generale in caso di coliche è consigliabile evitare di mangiare in grandi quantità i seguenti alimenti: alcolici in genere (vino, birra, liquori), the, caffe, bevande gasate, frutta secca, verdure aromatiche (cavolfiore, rape, carciofi, asparagi), Spezie (rigano, peperoncino, prezzemolo, ecc), Aglio, Formaggi fermentati (gorgonzola, mascarpone, ecc), Cibi speziati e carne in scatola, Cioccolata, Legumi(ad eccezione delle lenticchie), Frutti di mare e crostacei.

Solo se la donna segue una dieta vegetariana stretta il latte materno prodotto può essere carente di vitamina B 12, che la mamma assumerà sotto forma di integratori alimentari specifici.

L’idratazione

E’ importante bere per ogni individuo, a prescindere dall’allattamento.

Per un’ adeguata idratazione la regola è:  30 gr ogni kg di peso.

Non è documentato che bere molti liquidi aumenti la produzione del latte, quindi bevete la dose consigliata per tutti gli altri. Questa è una credenza giustificata solo nel caso in cui il clima sia molto caldo e perciò si ha, da parte della mamma, un’eccessiva perdita di liquidi con il sudore.

Cosa dire alla pediatra che mi aveva sgridato per non aver bevuto almeno 3 litri d’acqua al giorno, io che sono mingherlina e arrivavo a mala pena a 54 Kg?

Igiene e salute

La pulizia quotidiana del corpo e del seno è sufficiente per proteggere il bambino da molti rischi di infezione, senza dover ricorrere a particolari rituali igienici.

La mamma può continuare l’allattamento anche se ha l’influenza o altre infezioni comuni.

Può sottoporsi ad accertamenti diagnostici (radiografie per esempio), sottoporsi ad anestesie (dentarie per esempio), assumere la maggior parte dei farmaci, se ne ha bisogno, una volta verificata la loro compatibilità con l’allattamento e può fare una normale attività sportiva, anzi questa incrementa la produzione di latte.

Abitudini da evitare quando si allatta al seno

Ci sono abitudini che invece dovrebbero essere evitate perché possono influenzare negativamente l’allattamento.

Il fumo di sigarette può ridurre la produzione di latte e fa sicuramente male alla mamma e a chi le sta vicino.

Aumenta il rischio di malattie respiratorie e di morte improvvisa in culla.

Gli alcolici vanno evitati o almeno consumati con molta moderazione e solo ai pasti, perché l’alcool passa liberamente nel latte e, se in eccesso, è capace di causare sonnolenza e disturbi dell’alimentazione nel poppante.

Tutte le Difficoltà dell’allattamento al seno

La vera difficoltà è il dolore.

Il dolore potrà essere causato da varie ragioni.

Una potrebbe essere un iperproduzione di latte e seno dolente a causa di ingorghi o mastiti. Se vuoi approfondire l’argomento, puoi leggere qui -> Montata Lattea – Produzione e Conservazione del Latte Materno

Ma la prima ragione solitamente, si presenta  sotto forma di capezzoli dolenti e sensibili al tocco, soprattutto una volta avvenuta la montata lattea, intorno al secondo-quarto giorno dalla nascita. Il bambino si alimenterà ogni paio d’ore, con la conseguenza che il problema possa peggiorare velocemente; inoltre, alcune madri riscontreranno capezzoli screpolati, sanguinanti o la comparsa di vesciche.

Le possibili soluzioni sono:

1.Verifica che l’attacco sia corretto.

Se il bambino si attacca al seno in maniera non corretta e se di conseguenza succhia in maniera poco efficace, possono comparire alla mamma delle ragadi, taglietti dolorosi della pelle del capezzolo. E’ quindi opportuno che la madre si metta in una posizione comoda, rilassata, senza contratture muscolari nel sostenere il figlio, magari con i piedi un po’ sollevati.

Per ridurre al massimo l’eventuale trauma al seno materno, occorre controllare che l’attacco del bambino. sia corretto.

Per garantire un attacco al seno efficiente, verificare che:

  • il capezzolo ed una buona porzione dell’areola della mammella entrino correttamente in bocca al bambino;
  • il labbro inferiore sia tenuto rovesciato in fuori.;
  • la bocca ben aperta del piccolo con guance belle piene e tonde;
  • tranne le prime suzioni, la mamma non deve sentire dolore al capezzolo;
  • al termine della poppata, la forma del capezzolo deve essere come prima.

Un attacco non corretto  può causare problemi durante l’allattamento al seno. Tale attacco presenta le seguenti caratteristiche:

  • l’attaccarsi in punta al solo capezzolo;
  • il succhiare il labbro inferiore;
  • lo schioccare mentre succhia.

Sono infatti tutti elementi che impediscono una suzione efficiente.

Alcuni neonati semplicemente sembrano non riuscire ad attaccarsi al meglio. Potreste avere entrambi bisogno di più tempo per coordinare l’allattamento; oppure il tuo bambino è nato prematuro, non si è ancora ripreso da un parto difficile o i tuoi capezzoli sono introflessi o piatti. In questo ultimo caso potrebbe essere opportuno: Estroflettere eventuali capezzoli introflessi o piatti con i modellatori del capezzolo o  allattare utilizzando dei paracapezzoli

2. Cambia posizione per l’allattamento

Cambia posizione, potresti dover provare diverse posizioni prima di trovare quella che più efficace per te e per il tuo bambino. Prima di iniziare ad allattare avvicina tutto ciò che ti potrebbe servire, mettetevi comode e mettete comodo il bambino.

La posizione reclinata, è spesso la prima posizione che le mamme provano, usa dei cuscini per sostenerti e riuscire a vedere il tuo bambino. Se subito dopo la nascita viene appoggiato sul petto o sulla pancia della mamma, il bambino dovrebbe dirigersi istintivamente verso uno dei seni e provare ad attaccarvisi. Il contatto pelle a pelle favorisce la stimolazione dei suoi istinti nutritivi, mentre la forza di gravità lo aiuta ad attaccarsi correttamente e a rimanere fermo. Può risultare comoda soprattutto se il bambino non gradisce che gli si tocchi la testa durante la poppata, se la tua erogazione è particolarmente forte o se i tuoi seni sono piuttosto grandi.

Posizione a culla. Questa è la classica posizione che viene in mente pensando all’allattamento al seno. Consiste nel sedersi dritte con il bambino posizionato di lato, la sua testa e il suo collo appoggiati lungo il tuo avambraccio e il suo corpo contro la tua pancia, in una posizione “pancia-verso-mamma”. Sarà utile acquistare un cuscino da allattamento da riporre sul tuo grembo in modo che sostenga il tuo bambino. Se usi un cuscino da allattamento assicurati che non sollevi il bambino troppo in alto; il tuo seno deve rimanere nella naturale posizione a riposo per prevenire capezzoli dolenti e un attacco al seno in tensione.

Posizione a rugby. In questa posizione, tu sei seduta e il bambino è appoggiato lateralmente lungo il tuo avambraccio e sorretto dal cuscino dall’allattamento. Il suo corpo è posizionato al tuo fianco con i piedi rivolti verso la tua schiena. Anche le mamme che hanno subito un taglio cesareo, che hanno avuto un parto gemellare o prematuro oppure che hanno seni particolarmente voluminosi apprezzeranno questa posizione.

La posizione sdraiata di lato è ideale per le poppate notturne e per l’allattamento a letto o sul divano; Tu e il tuo bambino dovete essere distesi sul fianco, uno accanto all’altra, pancia contro pancia. Può risultare scomoda in caso di taglio cesareo o punti di sutura.

Allattamento al seno reclinato dopo un parto cesareo. Se hai avuto un parto cesareo e non riesci a trovare una posizione comoda per l’allattamento, questa ti potrebbe aiutare. Sdraiarti con il corpo del bambino appoggiato alla spalla ti permetterà di allattare comodamente senza applicare peso o pressione sulla ferita; potresti anche provare a farlo distendere al tuo fianco.

Allattamento al seno in posizione verticale o a koala. Nella posizione verticale o a koala il bambino è seduto a cavalcioni sulla tua coscia o sul tuo fianco, mantenendo schiena e testa dritte mentre si nutre. Puoi optare per questa posizione con un neonato, offrendogli però molto sostegno, oppure con un bambino più grande capace di stare seduto da solo. La posizione verticale o a koala risulta spesso essere la posizione di allattamento più comoda per i bambini che soffrono di reflusso o di infezione all’orecchio.

3.Parla con i consulenti

Potrebbe passare un po’ di tempo prima che tu ti senta sicura. Puoi chiedere a un operatore del punto nascita, del consultorio o di un gruppo di sostegno di aiutarti con l’allattamento al seno. Ricordate che dopo la dimissione, le Ostetriche offrono un servizio di sostegno all’allattamento. Sono disponibili per consulenze telefoniche o appuntamenti. Chiedete supporto in casi difficoltà.

Visita i siti www.unicef.it Ospedali e comunità amici dei bambini e www.lattematerno.it dove troverai altre informazioni sui servizi a tua disposizione.

Altre info su:

4.Prenditi cura dei tuoi capezzoli

Asciuga i capezzoli e impiega coppette assorbilatte usa e getta o lavabili per assorbire eventuali perdite di latte, in quanto le infezioni tendono a prosperare in condizioni di umidità. utilizza creme antiragadi o olio vea, o alcune gocce del tuo latte. Puoi anche provare con dei cuscinetti idrogel estratti direttamente dal frigorifero. Queste medicazioni per i capezzoli donano una sensazione di freschezza all’area interessata e alleviano istantaneamente il dolore causato dall’allattamento al seno, creando condizioni di guarigione ideali. I proteggi capezzolo evitano che gli indumenti sfreghino contro le zone dolenti.

Spero che ti siano state utili queste informazioni. Scrivimi a valeria@laprimanina.it o contattami attraverso i social per condividere esperienze, saperne di più o avere il giusto supporto.

Se vuoi approfondire gli argomenti: iper-produzione di latte (ingorghi, mastite, spremitura manuale); ipo-produzione di latte (come aumentare la produzione); Conservazione e materiali utili, puoi leggere qui -> Montata Lattea – Produzione e Conservazione del Latte Materno

Se per qualche motivo sei interessata a smettere di allattare trovi tute le informazioni qui -> Come smettere di allattare

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Come smettere di Allattare

Faccio di nuovo la premessa che sono davvero sconvolta del fatto che esistano gruppi di sostegno sull’allattamento al seno ma non esistono supporti per le donne che decidono di smettere e si debba passare per il ginecologo e il medico che quasi ti fanno sentire una reietta.

Detto ciò vorrei sottolineare che in caso non vi siano problemi di qualsivoglia genere l’allattamento è vivamente consigliato fino ai 6 mesi di vita del piccolo, quindi se avete scelta rimandate a dopo tale data questa pratica.

Non dirò di indagare sulle motivazioni ne sulle possibili conseguenze perché se siete arrivate a questo post la scelta è già stata compiuta quindi il mio compito in questo caso sarà spiegarvi come farlo progressivamente e senza traumi.

Esistono due metodi per smettere di allattare:

Il primo è il metodo naturale e il secondo e tramate farmaco.

In caso di produzione di poco latte NON è necessario in prima battuta assumere farmaci di alcun tipo.

Invece in caso di latte abbondante starà a voi scegliere ovviamente con l’ausilio e il supporto del vostro medico curante, poiché il percorso “naturale” potrebbe risultare essere più lungo e più doloroso.

Metodo naturale per smettere di allattare

Io ho adottato questo metodo perché come ho detto diverse volte, per varie ragioni dopo un mese producevo già pochissimo latte durante il giorno. Secondo il parere del mio ginecologo in questi casi non è necessario ricorrere a farmaci. Avrei dovuto chiamarlo e farmi prescrivere le pillole solo in caso di seno dolorante o febbre.

Il mio percorso è durato circa una decina di giorni, ho avuto il seno dolorante per un 3/4 giorni e ho dovuto massaggiarlo e spremerlo sotto la doccia, ma solo il tanto che bastava per sciogliere i nodulini, dopodiché è rimasto teso per qualche giorno e man mano è andato a diminuire.

A distanza di due settimane dallo stop, il seno risulta molle al tatto, e non ci sono più tracce di latte.

Procedere con questo metodo è molto semplice.

Diminuire le poppate in modo graduale e non repentino per due ragioni fondamentali. La prima è quella di evitare la formazione di ingorghi mammari, che potrebbero evolvere in mastiti e la seconda per evitare una sofferenza eccessiva al bambino. Nel concreto vi darò alcuni consigli di vitale importanza:

  • Elimina per prime le poppate meno importanti. Procedere con gradualità significa eliminare poco alla volta alcune poppate della giornata, fino ad arrivare a eliminarle del tutto. Le poppate più difficili da eliminare sono quelle della sera e della notte quindi saranno le ultime ad essere sostituite.
  • Non offrire il seno, se non c’è richiesta. Un errore ricorrente è utilizzare il seno come calmante ma adoperate i ciucci per questa ragione.
  • Non cedere alla richiesta del seno. Se avete preso la decisione di smettere sarà meglio non destabilizzare il bambino con cambi di decisione. I bambini sono abitudinari prima di tutto dovranno accettare la nuova routine. Se ha fame proponete il biberon e se vuole tranquillizzarsi il ciuccio. Ci vuole ovviamente sia fermezza che buonsenso. Deve essere un percorso graduale proprio per essere abitato nel momento di stop definitivo.
  • Svuotare il seno al bisogno. Ovviamente i primi giorni dovrete farlo più frequentemente ma fate attenzione a non esagerare con le spremiture, dovrete effettuarle solo quanto basta per togliere la tensione e il rossore. Controllare attraverso un auto palpazione che non ci siano nodini in quel caso massaggiare, scaldare il seno con impacchi o sotto il getto caldo della doccia può bastare per far fuoriuscire quel poco latte che basta a far passare un possibile piccolo ingorgo. Meglio procedere con la spremitura manuale che con il tiralatte che potrebbe iperstimolare il seno. Quando il seno inizia a sgonfiarsi non continuare a stimolarlo.
  • Un ulteriore consiglio che ritengo utile è stato quello di indossare un reggiseno di taglia più piccola. Recenti studi hanno evidenziato che fasciare il seno, come consigliavano anni fa, è pericoloso perché la compressione comporta il rischio di ingorghi e mastiti. Indossando un reggiseno più piccolo o una maglia molta aderente non comporta una restrizione così limitativa come una fasciatura ma assolve la funzione per la quale è stata indossata.

Metodo con pillole per smettere di allattare

Come già detto, nel caso in cui al momento di interruzione, la montata sia ancora piena in tutto il suo vigore o siano trascorsi già molti mesi, l’interruzione con il metodo naturale potrebbe durare anche 1 o 2 mesi prima della cessazione definitiva. Per questa ragione o anche nel caso vi sia un interruzione di gravidanza è spesso consigliato da subito il ricorso al farmaco.

Il medicinale in questione è il Dostinex, questo serve sia per inibire che per interrompere la normale produzione di latte materno:

Per inibire (ma non interrompere del tutto), la lattazione, si consiglia una dose pari a 1 mg al giorno (pari a due compresse in unica soluzione, da assumersi dopo il pasto) iniziando dal primo giorno dopo il parto.

Per far cessare del tutto la lattazione, invece, la dose di Dostinex rimane la stessa ma la somministrazione cambia. Si consiglia l’assunzione di mezza compressa (pari a 0,25 mg) ogni 12 ore per due giorni.

La somministrazione avviene sempre a stomaco pieno e durante tutta la cura è assolutamente indispensabile il continuo monitoraggio da parte del medico, visto che si tratta di un medicinale che può dare ipersensibilità ed effetti collaterali.

Durante la cura a base di Dostinex nelle donne si ripristina l’ovulazione e quindi la possibilità di concepire. Va da sè che in caso di gravidanza la somministrazione del farmaco deve essere immediatamente sospesa

Allattamento al Seno o latte Artificiale – una scelta da non giudicare

L’allattamento al seno è molto importante.

Il latte che la mamma produce è un latte unico, inimitabile, specifico per il proprio bambino, con una composizione ideale per le sue esigenze nutritive e di sviluppo. E’ anche ricco di sostanze biologicamente attive con molti effetti positivi: aiutano la digestione del bambino, rinforzano il suo sistema immunitario in maniera permanente, maturano il sistema nervoso e gli altri organi.

Anche il latte dei primi giorni (il colostro) è particolarmente prezioso per la ricchezza di anticorpi e la rispondenza alle necessità nutritive del neonato in attesa del latte vero e proprio. Il normale colore del colostro è giallastro. Inoltre, fatto non trascurabile, il latte materno è sempre pronto per l’uso, alla giusta temperatura, igienicamente adeguato.

Confermato che il latte materno è ineguagliabile….

…. ritengo anche fondamentale supportare le mamme che, per varie ragioni, decidono di non allattare al seno.

E’ giusto chiarire che allattare al seno è più difficile di quanto si pensi, ed è una cosa che generalmente si impara. Ad alcune viene naturale, ci sono fortunate che hanno un seno predisposto e che ha una montata lattea immediata, ma per la maggior parte delle neomamme è necessario acquisire la giusta tecnica.

Soprattutto in ospedale secondo me, vengono sempre più spesso adottate delle politiche un po’ troppo restrittive per le mamme che cominciano affrontando non poche difficoltà. C’è una sorta di terrorismo psicologico che impone il presupposto che la mamma DEVE allattare al seno altrimenti viene giudicata come reietta. Io invece credo fermamente che questa dovrebbe essere una scelta individuale e supportata dal personale sanitario qualunque essa sia e sicuramente non imposta o indotta.

Ad oggi i latti artificiali sono molto validi. Conosco mamme, con bambini allattati al seno perennemente ammalati e figli della stessa mamma allattati esclusivamente con artificiale e in perfetta salute. Con questo non dico che non sia necessario allattare al seno ma solo che è una scelta che non deve creare ripercussioni psicologiche alla mamma.

Per mia esperienza ho parlato con diverse mamme e la maggior parte per un motivo o per l’altro ha dovuto abbandonare l’ allattamento al seno prima di quanto pensasse, non credo siano state contente, come non lo ero io, ma la maggior parte delle volte sono le circostanze che conducono alle scelte, quindi MAI GIUDICARE!

Per decidere come allattare il vostro bambino vagliamo i vari aspetti a favore e contro all’allattamento al seno:

Ecco i Pro dell’allattamento al seno

  • La mamma che allatta avrà un risparmio economico
  • Alcuni studi ipotizzano che per chi ha allattato al seno una protezione contro il cancro al seno a ovaie e osteoporosi
  • La mamma che allatta al seno avrà più tempo per dormire la notte in posizione laterale ma avrà più interruzioni poiché sazia meno del latte artificiale e richiederà più poppate al giorno.
  • La mamma che allatta al seno non dovrà preoccuparsi di stipsi, e intolleranze e scelta ottimale del latte artificiale.
  • La mamma che allatta al seno non deve preoccuparsi di portarsi dietro tutto il necessario per allattare.
  • La mamma in linea di massima non si deve preoccupare per l’idratazione del piccolo

Gli svantaggi dell’allattamento al seno invece sono che:

  • Allattare al seno può , se non controllato, creare cattive abitudini
  • E’ più difficile proporre il ciuccio e tendenzialmente potrebbe creare più problemi la fase dello svezzamento.
  • Aiuta a smaltire i kg di troppo ma nello stesso tempo occorre mantenere un paio di kg in più per garantire il nutrimento adeguato
  • Una donna che allatta al seno per più di un anno e che ha un seno piccolo solitamente lo vede sparire, chi lo ha più grosso lo vede afflosciarsi
  • L’allattamento al seno è più difficile da prestabilire e pertanto non agevola l’organizzazione di spostamenti e uscite
  • Allattare al seno può essere doloroso e diventare un disagio se non avviene correttamente e causa ragadi, ingorghi o mastiti.

Io personalmente sono pro allattamento naturale ma se ripenso a quando per me è diventato un incubo per il dolore, quando ogni volta che la mia piccola piangeva per la fame a me veniva da piangere perché pensavo alla sofferenza che avrebbe seguito, quando dovevo fare notti insonni per tirarmi il latte che faticava a uscire, capisco coloro che non riescono a proseguire, perché io ho smesso per queste ragioni di allattare ma ho acquisito serenità nello stesso tempo, e secondo me questa è altrettanto importante nel crescere un piccolo neonato.

Se vuoi sapere di più sull’allattamento al seno leggi l’articolo “Tutto quello che devi sapere sull’allattamento al Seno

Se vuoi sapere di più sul latte artificiale leggi l’articolo “Tutto sul latte artificiale – Quando e come utilizzarlo

Tutto sul latte artificiale – Quando e come utilizzarlo

Vorrei fare una premessa.

Questo consiglio ve lo do per esperienza personale: Acquistate tutto l’occorrente per preparare il latte artificiale già alla nascita del piccolo, non sono soldi buttati, più avanti in un modo o nell’altro vi tornerà sicuramente utile anche se allattate al seno, e tenete in casa sempre almeno un ciuccio.

Informatevi prima come si prepara il latte (lo trovate anche in questo articolo), imparate a sterilizzare e ad assemblare i biberon e comprate una confezione di scorta nel caso vi rendiate conto nel bel mezzo della notte che il bimbo non mangia a sufficienza perché non avete latte e piange disperato per la fame, vi garantisco che in quel momento non vorreste trovarvi a dover ancora leggere le istruzioni.

Quando mi è capitato non sapevo che fare e vi assicuro che calmare un bambino che ha fame quando non puoi dargli da mangiare è molto difficile, ricordo benissimo quel giorno, credo fosse il 4° o 5° dal rientro a casa, fino ad allora era sempre stata molto tranquilla, un angioletto ma quella sera è stata un incubo.

A parte che mi ci è voluto un po’ per capire che aveva fame avendole dato il seno poco prima, credevo fossero coliche, solo il pediatra mi ha illuminato dicendomi che la sera il seno produce meno latte e quindi era possibile che non mi uscisse più nulla.

Sono andata nel panico, inoltre il pianto ininterrotto a cui non ero ancora abituata mi faceva impazzire, ero sola, insomma un inferno finché non è tornato mio marito dalla farmacia di turno con il latte e credetemi se fosse arrivato con un diamante non sarei stata così contenta come per il latte.

Quando e come utilizzare artificiale

L’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda l’allattamento materno esclusivo per i primi sei mesi di vita e consiglia di mantenerlo, pur introducendo per gradi altri alimenti, fino almeno a tutto il primo anno.

Ci sono rari casi però, in cui allattare non è possibile o bisogna integrare il latte materno con quello artificiale: che è poi latte di mucca, trattato per diventare il più simile possibile a quello della mamma.

Ma non illudiamoci: non diventerà mai davvero uguale.

Nei casi in cui il calo ponderale fisiologico supera il 10% o se all’arrivo della montata il lattante non si è ancora attaccato correttamente, o se la crescita non risulta adeguata è probabile che il vostro pediatra consigli di dare un aggiunta di latte artificiale.

Se l’aggiunta viene somministrata ad ogni poppata, non si saprà effettivamente quanto mangia il neonato, quindi questo metodo non è consigliato in caso di prematuri o neonati con peso molto basso.

Una seconda possibilità è quella di tirarsi il latte con un tiralatte, continuando comunque ad attaccare il bimbo al seno per stimolare la montata. In tal caso sarà opportuno alternare il latte materno (al raggiungimento della dose necessaria) a quello artificiale.

Quando l’allattamento al seno non è possibile, va usato latte in polvere almeno fino ai 6 mesi di età del bambino (Formula 1). Successivamente è preferibile continuare con un latte di “proseguimento” (Formula 2), liquido o in polvere, per tutto il primo anno di vita.  In caso di bambini con esigenze particolari si possono scegliere le formule speciali (ad esempio formula 0 per bambini prematuri).

Uno schema classico prevede come numero dei pasti, fino al terzo mese del bebè 6 pasti  che orientativamente possono coincidere con 6 -9.30 – 13 – 16.3 – 20 – 23.30;

intorno al quarto mese si passa a 5 pasti: 6 -10 -14 -18 -22;

solitamente all’inizio del quinto si passa ai 4 pasti: 7.30 – 11.30 – 16.00 – 20.00

e al 6 si ridurranno a 2 con l’inizio dello svezzamento.

Indicativamente le dosi da seguire sono quelle sulle confezioni di latte ma per chiarire meglio riporto la tabella dell’ospedale per il primo mese:

 

ml per pasto 20 30 40 50 60 70 80 90 100 110 120
Giorni di vita 3 4 5 6 7 8 9 10 15 20 30

 

Il fabbisogno è calcolabile con la seguente formula: q=(160 x p) /n

Dove q è la quantità di latte per pasto, espressa in ml, p è il peso del bambino in kg e n il numero dei pasti giornalieri. 160deriva dal fabbisogno calorico del bambino in riferimento calorico del latte, in ogni caso se il bambino dovesse essere affamato non superare q=(200 x p) /n.

Dopo la poppata è consigliare tenere il neonato in posizione eretta per circa 15-20 minuti.

Preparazione del latte artificiale

Vi riporto le istruzioni corrette per la preparazione del latte artificiale in polvere e successivamente vi dirò il mio metodo per prepararlo nel più breve tempo possibile. Ovviamente se utilizzate il latte artificiale liquido basterà scaldarlo o con lo scaldabiberon o a bagnomaria, prestando attenzione a non metterlo in acqua a temperatura maggiore di 70°.

Anzitutto bisogna ricordarsi che occorre preparare una singola poppata per volta ed eventualmente eliminare il contenuto se non è stato consumato entro due ore.

  • Lavarsi le mani con acqua e sapone e poi asciugarle.
  • Versare l’acqua in un contenitore ben pulito e portarla a bollore.
  • IMPORTANTE: aggiungere la polvere quando la temperatura dell’acqua è a 70 gradi; in pratica coprire il contenitore con un coperchio dopo l’ebollizione e attendere non più di 30 minuti. Questa temperatura uccide i batteri presenti nella polvere. Questo è il passo più importante nella preparazione del latte in polvere, perché non è garantito che il latte in polvere sia sterile
  • Mettere in un biberon sterilizzato la quantità di acqua necessaria per sciogliere la polvere.
  • Aggiungere l’esatta quantità di polvere indicata nella confezione; non bisogna mai aggiungere una quantità diversa (in più o in meno) da quella indicata.
  • Chiudere il biberon e agitare bene il contenuto.
  • Raffreddare rapidamente il latte mettendo il biberon in un recipiente con acqua molto fredda. I batteri si moltiplicano rapidamente tra 7 e 65 gradi. Più a lungo il latte si trova a questa temperatura, maggiore è il rischio di aumentarne il contenuto di batteri e quindi il rischio che il bambino possa contrarre un’infezione
  • Controllare la temperatura facendo cadere qualche goccia di latte sul dorso della mano e sentire che è tiepida.

Questo è quanto è scritto dietro le confezioni per la preparazione del latte. Ora io vi sfido quando avete fra le mani un bambino urlante perché ha fame, di far bollire l’acqua e attendere 30 minuti che arrivi a 70°. Le possibili soluzioni che ho trovato io sono le seguenti:

  • Acquista uno Scaldabiberon : porterà la temperatura dell’acqua alla temperatura corretta
  • Acquista un termometro da alimenti: potrete spegnere il gas prima del bollore al raggiungimento della temperatura corretta
  • Non badate alla temperatura dell’acqua e fate il latte quando l’acqua è bollente. Questo è il metodo che ho sempre utilizzato io, probabilmente alcune vitamine e minerali li perderà ma il metodo è a prova di pianto.

Io metto nel biberon in quest’ordine un po’ di acqua bollente, il latte in polvere e miscelo dopodichè aggiungo acqua a temperatura ambiente fino alla dose corretta.

Per scaldare l’acqua (parlo dell’acqua non del latte) utilizzo il microonde, invece quando uscivo o  faceva la poppata notturna,  la sera riempivo il termos così di notte non dovevo scaldare neanche l’acqua. Se è pieno e ben chiuso, l’acqua manterrà una temperatura superiore ai 70 gradi per diverse ore. Il Termos da viaggio deve essere lavato accuratamente e risciacquato con acqua bollita prima di riempirlo.

Fate attenzione che ogni misurino di latte fa aumentare la quantità di latte nel biberon di 3ml

( es. 7 misurini sono circa ml in piu’rispetto alla dose)

 

Età Misurini Acqua Latte TOT Numero Biberon
1-2 Settimane 2 60 ml 70 ml 6-7
3-4 Settimane 3 90 ml 100 ml 6-7
2° Mese 4 120 ml 130 ml 5-6
3° Mese 5 150 ml 170 ml 4-5
4° Mese 6 180 ml 200 ml 4-5
5° Mese 7 210 ml 230 ml 3-4
6° Mese 7 230 ml 230 ml 2-3

La scelta del latte artificiale

Ho scritto una serie di consigli utili per la scelta del latte aritficiale, rispariamiando (anche non poco) senza rinunciare alla qualità e alla sicurezza. Trovi tutto nel post “La scelta del latte artificiale”

Omogeneizzati – Tutto quello che c’è da sapere, Pro e Contro

Se sei arrivata al momento di comprare o decidere se utilizzare gli omogenizzati, questo articolo è quello che fa per te. Ti farò vedere i pro e i contro degli omogenizzati e in più ti darò qualche consiglio su quali acquistare eventualmente.

Iniziamo dai contro

I Contro degli omogenizzati

  1. vengono eliminate tutte le parti considerate “indigeste” come per esempio la cellulosa della frutta, che in realtà sono necessarie per un buon funzionamento intestinale.
  2. le qualità nutritive (apporto vitaminico, minerali) rispetto ad un alimento fresco sono ridotte notevolmente si perde “l’energia” nutritiva dell’alimento.
  3. contengono conservanti che alterano i sapori e fanno perdere il contatto al bambino con il reale sapore degli alimenti perdendo la stagionalità degli alimenti.
  4. La pubblicità li presenta come controllatissimi, ma da test effettuati a campione da altroconsumo in due omogeneizzati sono state trovate tracce di antibiotici (nei limiti dei valore ma comunque presenti): Nestlè Mio Omogeneizzato pollo, Mellin Omogeneizzato con carne di pollo.

I Pro degli omogenizzati

  1. Le modalità di cottura garantiscono più proprietà nutritive rispetto ad alimenti che vengono surgelati a casa. Soprattutto le verdure che essendo cotte più velocemente ad alte temperature a differenza della cottura lenta di un’ora.
  2. Comodità, praticità, trasportabilità e varietà. Pronti per l’uso, gli omogeneizzati si conservano bene e non si deteriorano perché i vasetti sono chiusi ermeticamente. Un paio di vasetti e qualche pannolino ci consentono una gita fuori porta con bambini e senza impegni. Possono rappresentare anche un buon sostituto alle pappine durante i viaggi o quando siamo in vacanza privi dei comfort delle nostre cucine o desiderosi di assoluto relax.

Alla luce di queste considerazioni, gli omogeneizzati, così come i liofilizzati, non sono indispensabili; probabilmente per alcuni sono proprio inutili. Ma per altri possono essere una scelta e per altri ancora dei prodotti da usare in caso di emergenza.

Quindi, come sceglierli?

Per scegliere l’omogeneizzato è sempre importante controllare l’etichetta e…

  • preferire prodotti senza sale aggiunto: limitare l’apporto di sale è importante a tutte le età, ma soprattutto nel primo anno di vita, sia perché i sistemi metabolici, a cominciare da quello renale, non sono ancora maturi, sia per impostare una soglia bassa del gusto salato da adulto;
  • preferire prodotti senza zucchero aggiunto: è importante limitarne l’apporto sia per l’effetto diretto sulla salute, ), sia perchè i bambini vengono abituati fin da subito ai sapori molto dolci, potrebbero poi avere delle difficoltà nell’apprezzare il gusto di altri cibi;
  • leggere sempre bene la lista degli ingredienti e confrontare i prodotti: le marche di omogenizzati hanno percentuali diverse di carne che si aggira intorno al 40%; in quelli di pesce la percentuale di questo ingrediente è bassa (18%)
  • leggere se è presente l’olio e la sua origine: non tutti i prodotti hanno l’olio nella loro formulazione, ma se è presente deve essere indicata l’origine. Per esempio l’olio di girasole, una valida alternativa all’olio d’oliva, da preferirsi all’olio di palma o di cocco, entrambi ricchi di grassi saturi.

Detto ciò vi posso dare i dati delle ricerche che ho effettuato:

QUALITATIVAMENTE:

Dal migliore al peggiore (le percentuali di ingredienti possono variare da gusto a gusto)

ECONOMICAMENTE:

Dal meno caro al più caro
Nipiol, Mellin, Hipp Bio, Plasmon, AlceNero Bio

Concludendo vi dirò come mi comporto io:

Sicuramente gli omogeneizzati di frutta sono di rapida preparazione e scartando la buccia, relativamente sicuri, quindi personalmente questi li faccio al momento considerando che un pugno di frutta pulita equivale circa ad un vasetto.

Per quanto riguarda la verdura in caso di brodo fresco di giornata utilizzo il passato del brodo in caso contrario preferisco i vasetti rispetto al prodotto congelato che dopo essere stato bollito perde praticamente tutte le proprietà. Meglio poche del vasetto che nulle del prodotto congelato.

Per la carne e il pesce non so cosa pensare a riguardo.
Si legge spesso che il consiglio è quello di preparare il più possibile in casa gli omogenizzati, ma a meno che non si abbia un macellaio e una pescheria di fiducia, i prodotti acquistati al supermercato chi mi dice che non abbiano antibiotici e conservanti? Così facendo credo peggiorerei la situazione almeno gli omogenizzati essendo destinati ai neonati hanno dei parametri più rigidi si controllo e sicurezza credo. Senza contare la varietà di sapore.

E’ anche vero che è inutile garantire cibi supercontrollati, solo tra 6 mesi e 3 anni e dopo? Dopo i 3 anni si possono mangiare porcherie, perché? Che fare quindi? Sono in cerca di un macellaio di fiducia e per il pesce, abitando in Piemonte, mi affido al signore.

Per quanto riguarda la scelta degli omogeneizzati io scelgo la qualità piuttosto che il pezzo. Acquisto Hipp o Plasmon per la frutta. Pesce Mellin. Carne Verdure e Formaggino Hipp.

Io una volta scelta la marca da utilizzare, ho fatto un confronto tra i punti vendita vicino a casa mia in modo da acquistare al prezzo più conveniente, inoltre sapendo i prezzi di quel particolare prodotto posso facilmente capire se incontro delle offerte altrove se mi convengono realmente oppure no rapportandoli a quello acquistato abitualmente.

Purtroppo nelle varie zone d’Italia i prezzi cambiano pertanto io vi posso dire che i prezzi migliori (escluso offerte li ho trovati al Carrefour), ma vi consiglio di fare un confronto come il mio e una volta che avete scoperto qual è il supermercato con i prezzi migliori, quando vedrete delle offerte in giro potrete sempre rapportarle a quanto spendete solitamente.

Offerte:

Se avete buoni sconto utilizzati quando il supermercato mette il prodotto in offerta così lo pagherete ancora meno! (Es. avevo un buono 0.50€ degli omogenizzati mellin il supermercato li aveva messi in offerta a 0.80 in più il martedì faceva il 10 % di sconto su tutta le spesa, praticamente li ho pagati meno di 0.20€)

  • HippBio Frutta puoi trovarlo qui.
  • Plasmon Frutta puoi trovarli qui.
  • Mellin Pesce puoi trovarli qui.
  • Mellin Carne puoi trovarlo qui.