Rimettersi in forma dopo il parto

Per tornare in forma dopo il parto e recuperare la forma fisica pre-gravidanza, è necessario vincere la pigrizia e prepararsi a seguire sia un programma di allenamento, fatto di sport e “fatica”, sia una dieta adeguata.

Svezzamento 9-11 mesi: menù + ricette – Parte V

Vorrei iniziare con il rassicurare tutte le mamme che temono il soffocamento dei neonati.
Io ho sempre avuto tantissima paura.

Pensavo che quando sarebbe arrivato il momento di dare cibi solidi avrei lasciato l’onere a mio marito perché la mia ansia ed inquietudine avrebbe reso tutto più difficile e poco razionale.

Ciò che accaduto in realtà è molto diverso e molto più naturale.

È iniziato tutto durante l’inizio dell’ottavo mese circa quando mi sono resa conto che la mia piccola Nina cominciava ad essere particolarmente attratta dalle nostre portate, ma la mia ansia non mi permetteva di avvicinarle nulla.

Il consiglio più grande che mi hanno dato, e che darò a voi, è cominciare con i biscottini plasmon.

Si sciolgono in bocca e a meno che non spezzi bocconi troppo grossi non si corre particolare pericolo… dapprima dalle mie mani e poi in autonomia ho visto che era perfettamente in grado di masticare anche con appena due dentini allora un po più rassicurata ho cominciato a darle pezzi minuscoli del nostro cibo e ingrandendoli sempre più.

Il problema che è sorto poi, è stato che la pappa con il brodo e le farine non erano più di suo gradimento ed è così che sono passata gradualmente a pastina di dimensioni sempre maggiori. Tutto in massima tranquillità perché graduale.

Abboccata alle nostre portate, delle quali però non sapevo le quantità da lei ingerite, ha iniziato a fare un po di storie con la sua pappa allora sono andata alla ricerca di menù che avrei potuto preparargli abbandonando definitivamente il pappone con gli omogeneizzati.

Cominciamo con le porzioni più abbondanti e a ridurre il latte gradualmente.

Nota bene: 4/5 pasti sono i pasti (consigliati) da fare durante la giornata, due di questi sono ancora a base di latte.

La frutta, la verdura e la pappa in generale non viene più sminuzzata fino a farne una poltiglia ma si può cominciare a provare a dare qualche boccone più grosso.

Seguilo sempre durante il pasto, non perderlo di vista e accompagna sempre con un sorso d’acqua il boccone di pappa per aiutarlo a deglutire meglio.

Lo svezzamento a quest’età è ormai quasi completo.

Dai 9 mesi si possono aggiungere i legumi: 40-50gr di fagioli, ceci piselli e lenticchie e l’uovo: proponendo prima qualche cucchino di tuorlo e successivamente di albume, rigorosamente cotto e inserirlo nel pasto serale. Infine aggiungere anche il pomodoro (magari bollito nel brodo vegetale, insieme alle verdure).

Questo periodo lo definirei di transito perché conduce a un graduale passaggio da pasto unico preparato appositamente per il piccolo a ciò che sarà un menù completo che lo accompagnerà per il resto della sua esistenza. Di seguito piatti unici più elaborati. Quando il bambino sarà pronto a iniziare con un pasto separato è importante ricordare che è fondamentale che ogni pasto sia composto da: primo, secondo e contorno.

Mi sono fatta dare un menù direttamente dall’asilo comunale della mia zona e questo è composto come segue:

PRIMO = Passato di verdure di stagione con pastina.

SECONDO = Prosciutto Cotto, Ricotta, Robiola, Petto di Pollo al Vapore, Pesce al vapore o in umido, Uovo.

MERENDA = Frullato mela e pera + biscotti primi mesi; Yogurt + biscotti primi mesi; Pera grattugiata + biscotti primi mesi; Latte di proseguimento+ biscotti primi mesi; Banana + biscotti primi mesi.

Di seguito dei primi e secondi alternativi che potrete cominciare a dare quando il piccolo si sarà abituato a separare i pasti.

RICETTE: Le varietà di verdure, di carne e di pesce sono variabili in base al gusto e alla stagionalità.

PIATTI UNICI

Purea di piselli e robiola

INGREDIENTI: 40 gr di piselli freschi, 1 patata piccola (circa 60 g), 50 g robiola, acqua 1 cucchiaino di olio extravergine di oliva 1 cucchiaino di parmigiano

PREPARAZIONE: Pulire bene i piselli e pulire e tagliare a pezzi la patata e fate cuocere il tutto al vapore. . Frullate quindi il tutto con il mixer a immersione, in modo da ottenere una crema “morbida”,aggiungete acqua se risulta necessario. Aggiungete il formaggio ed amalgamate alla crema. Potete aggiungere sia un filo d’olio a crudo che un po’ di parmigiano a piacimento.

Sformatino di piselli e ricotta

INGREDIENTI: 40 gr di piselli freschi, ricotta, 1 cucchiaino di olio extravergine di oliva 1 cucchiaino di parmigiano

PREPARAZIONE: Bollire in poca acqua un cucchiaio di piselli freschi, quando l’acqua si e’ asciugata e i piselli sono teneri, spegnere e aggiungere un paio di cucchiaini di ricotta, un cucchiaino di parmigiano e uno di olio extra vergine.

Minestra di lenticchie

INGREDIENTI: 20 g di lenticchie, 1 carota, 1/2 gambo di sedano (circa 10 g), 30 g di pastina 350 ml di acqua 1 cucchiaino di olio extravergine di oliva

PREPARAZIONE: La prima cosa da fare è mettere le lenticchie a bagno per almeno 12 ore: l’ideale, quindi è lasciarle in ammollo la sera prima per tutta la notte. Una volta che le lenticchie saranno pronte per la cottura, ricoprile in una pentola con l’acqua, il sedano e la carota e fai cuocere per circa un’ora, aggiungendo altra acqua se necessario. Passa le lenticchie con un frullatore ad immersione e poi rimettile sul fuoco, aggiungendo anche la pastina. Una volta pronta la pastina, aggiungi in filo d’olio a crudo.

Vellutata di ceci

INGREDIENTI: 20 g di ceci secchi, mezzo gambo di sedano, mezza patata, un cucchiaino di olio extravergine d’oliva e uno di formaggio grattugiato tipo grana, un cucchiaio di bicarbonato, qualche fogliolina di prezzemolo o erba cipollina.

PREPARAZIONE: ascia in ammollo i ceci per un giorno intero con il bicarbonato e poi sciacqua bene. Pulisci le verdure, taglia a tocchetti e cuocile insieme ai ceci al vapore per una mezz’ora o anche di più se i ceci non risultano cotti. Passa i legumi con il passaverdure, avendo cura di eliminare il grosso della buccia esterna. Versa in un piattino, aggiungi qualche cucchiaio di acqua di cottura per evitare che diventi troppo denso, condisci con l’olio e il prezzemolo o l’erba cipollina e servi al bimbo.

Pastina con pesce, zucchine e basilico

INGREDIENTI: 30 g. di pastina, 40 g. di pesce lessato e frullato, ½ zucchina lessata e frullata, qualche fogliolina di basilico. Olio evo

PREPARAZIONE: Lavate e tagliate la zucchina e cuocetela al vapore per circa 15/20 minuti insieme al pesce, infine frullate il tutto. Dopodiché cuocete a parte la pasta e unite. Terminate con un filo d’olio a crudo.

Purea di patate ai due colori

INGREDIENTI: 1 patata, 30 ml di Latte, 1 carota

PREPARAZIONE: Pela la patata e lavala bene. Cuocila in poca acqua o al vapore, fino a che riuscirai ad attraversarla con i denti di una forchetta. Scola l’acqua e passa la patata allo schiacciapatate (o passaverdura con fori piccoli). Versa la patata schiacciata in un pentolino antiaderente, aggiungi il Latte, mescolando bene, e scalda a fuoco lento per 1 minuto.
Pela la patata e lavala bene. Cuocila in poca acqua o al vapore, fino a che riuscirai ad attraversarla con i denti di una forchetta. Scola l’acqua e passa la patata allo schiacciapatate (o passaverdura con fori piccoli) e condisci con l’ olio extra vergine d’oliva. Con la forchetta mescola grossolanamente il purè e la verdura, in modo da mantenerli separati, senza amalgamarli.

PRIMI PIATTI

Pastina con Pomodoro

INGREDIENTI: 20 pomodorini ciliegina, 1 foglia di basilico, 1 pezzetto di cipolla, 30 g di pastina, 2 cucchiaini di olio extra vergine d’oliva, acqua di cottura dei pomodorini qb

PREPARAZIONE: Lavate i pomodorini accuratamente, fate bollire una pentola d’acqua e quando avrà preso il bollo tuffatevi i pomodorini che dovranno cuocere per 10 minuti. Passate i pomodori e aggiungete al sugo una foglia di basilico ben lavata e un pezzetto di cipolla. Mettete il pentolino sul fuoco piu piccolo a fiamma bassa con il coperchio e fate cuocere per 10 minuti. Il sugo dovrà risultare a fine cottura ancora liquidino, eliminate cipolla e basilico. Al momento della pappa fate bollire il sugo e buttatevi la pastina. Fatela cuocere per il tempo indicato sulla confezione a fiamma.Servite con olio a crudo.

Pappa con Pomodoro

INGREDIENTI: 250 gr. pomodori maturi, 150 gr. pane raffermo, 250 gr. brodo vegetale, uno spicchio d’aglio, olio evo qb, un cucchiaio di parmigiano, qualche fogliolina di basilico

PREPARAZIONE: Lavate i pomodorini accuratamente, fate bollire una pentola d’acqua e quando avrà preso il bollo tuffatevi i pomodorini che dovranno cuocere per 10 minuti. Passate i pomodori e aggiungete al sugo una foglia di basilico ben lavata e l’aglio. Mettete il pentolino sul fuoco piu piccolo a fiamma bassa con il coperchio e fate cuocere per 10 minuti. Spezzettare il pane e bagnarlo nel brodo caldo, aggiungere il pane al sugo di pomodoro e continuare la cottura per altri 10 minuti, aggiungere del brodo se necessario.

Pastina con crema di patata dolce, zucca e finocchi

INGREDIENTI: 60g di pastina; 1 bella fetta di zucca pulita; 1 cipolla dorata piccola; 80-100g patate dolci; 1 cuore di finocchio; Acqua; Olio evo

PREPARAZIONE: Lavate e pulite le verdure e tagliatele a tocchetti. Tritate un po’ di cipolla e mettetela in pentola con un pochino di olio extravergine di oliva. Aggiungete le patate dolci, la zucca ed il finocchio. Coprite di acqua e lasciate cuocere fino a che non si saranno sfaldate le verdure, più o meno una ventina di minuti. Frullate quindi il tutto con il mixer a immersione, in modo da ottenere una crema “morbida”. Cuocete la pastina direttamente dentro alla crema o separatamente in acqua come fate per una pastina normale ed amalgamate alla crema. Potete aggiungere sia un filo d’olio a crudo che un po’ di parmigiano a piacimento.

Pastina con crema di cavolo nero, zucchina e spinaci

INGREDIENTI: 1 zucchina; 3 foglie di cuore di cavolo nero, quelle più interne morbide; Un pugno di spinacini; Mezza cipolla; 2 pugnetti di Pastina; 1 cucchiaio di olio evo; Parmigiano Reggiano (no ogm).

PREPARAZIONE: Lavate e tagliate tutte le verdure. La cipolla a pezzetti, la zucchina a rondelle, le foglie di cavolo e spinacino a pezzi. Cuocetele insieme a vapore. Il cavolo nero se volete potete prima sbollentarlo. Quando saranno morbide frullatele direttamente nel recipiente con un mixer ad immersione. Riportate a bollore e cuocete la pastina. Finite con un filo d’olio extravergine di oliva a crudo e una spolverata di parmigiano reggiano

Risotto con crema di carote

INGREDIENTI: 100 g di carote, 20 g di riso per bambini, 200 m di acqua, un cucchiaino di olio extravergine d’oliva, un cucchiaino di formaggio stagionato tipo parmigiano reggiano.

PREPARAZIONE: Lava, gratta e spunta le carote, tagliale a pezzi e cuocile a vapore per una mezz’ora. Quindi riducile in purea con il passaverdure. In un pentolino metti la passata di carote e l’acqua e fai bollire. Versavi il riso per bambini, cuoci per il tempo indicato sulla confezione (in genere 5-6 minuti) e versa nel piattino. Condisci con l’olio e il formaggio.

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Svezzamento 6-8 mesi: indicazioni giorno per giorno + ricette – Svezzamento parte IV

Un’alimentazione sana ed attenta a partire dai primi anni di vita ha una fondamentale importanza per la salute psicofisica, non soltanto nell’infanzia e adolescenza ma anche nell’ età adulta.

Per questo una corretta educazione alimentare, Un accurato equilibrio nutrizionale e una dieta variata, coerente con le esigenze del bambino nelle diverse fasce d’età, è fondamentale per garantire al piccolo una crescita adeguata; ma è altrettanto importante che il bambino acquisisca un atteggiamento positivo e favorevole nei confronti del cibo che lo porti a mangiare con gusto un’ampia varietà di alimenti, senza rifiuti ma anche senza eccessi, agendo favorevolmente anche sulla prevenzione di eventuali futuri disturbi dell’alimentazione.

Personalmente ho sempre avuto a cuore il tema dell’alimentazione per mia figlia ma spesso mi sono trovata a dare sempre le stesse cose perché non ero in grado di creare menu sempre nuovi e rispondessero alle esigenze in mutazione di consistenza e macronutrienti di cibi da proporre. Di seguito troverete quindi una serie di esempi di Menù da riprodurre in base alle fasce di età e alle capacità del bambino.

Fondamentale è, come sempre, osservare vostro figlio. Solo lui potrà darvi indicazioni su consistenza, dimensione e gusti che è pronto ad assaggiare. Le età servono come linee guida ma solo il piccolo potrà farvi capire quando passare allo step successivo.

Leitmotive:
Non abbiate eccessiva paura che si strozzi! Ricordate di non riversare le vostre paure sui piccini. Usate la cognizione ma non esagerate con le premure.

Le prime settimane di svezzamento sono una fase delicata, in cui il bambino dovrà abituarsi a nuovi alimenti, nuove consistenze, nuovi sapori.

Si comincerà gradualmente sostituendo dapprima il pranzo per poi passare anche alla cena circa un mese dopo.

Si comincia con l’introduzione della frutta frullata (mela o banana, solitamente), poi con la prima pappa di brodo vegetale e le prime creme (a sei mesi si può benissimo inserire anche il glutine e quindi la pastina).

Se il piccolo è ancora allattato al seno, è fondamentale iniziare da subito ad integrare l’alimentazione con alimenti ricchi di proteine poiché il ferro della mamma va via via diminuendo nel latte, quindi dopo qualche giorno dall’inizio si introdurrà la carne (prima bianca, poi rossa).

Se invece il bambino è alimentato con latte formulato, si può cominciare con diversi passati preparati con verdure miste, in modo da fargli variare un po’ i sapori, posticipando i cibi ricchi di proteine verso gli 8-9 mesi. Nel corso dei mesi si introdurranno pesce, legumi, formaggi, uova. L’alimentazione del bambino fra i 6 e gli 8 mesi si organizza in quattro pasti, sostanzialmente corrispondenti alla prima colazione, al pranzo, alla merenda e alla cena delle età successive.

Indicazioni generali:

  • Evitare lo zucchero, (no a bevande zuccherate e succhi di frutta) che fa sviluppare una maggiore propensione per i cibi dolci e un disinteresse per quelli non dolci, ed essere causa di seri problemi, quali carie e obesità. Inoltre, poiché lo zucchero si converte molto rapidamente in energia, i bambini che ne assumono troppo diventano spesso iperattivi. Lo zucchero aggiunto può anche ridurre l’appetito e limitare il consumo di cibi più nutrienti. Le bevande gassate zuccherate devono essere evitate per gli stessi motivi.
  • Evitate il miele per i primi 12 mesi, che oltre ad essere zucchero, rischia di veicolare il botulino.
  • No a tè e tisane sia perché sono solitamente molto zuccherati, sia per la presenza di componenti che possono interferire con la biodisponibilità di micronutrienti importanti come il ferro e lo zinco
  • Evitare il sale, il suo apporto dovrebbe essere ridotto a tutte le età, ma soprattutto nei primi 2 anni di vita, sia perché i sistemi metabolici, quello renale innanzitutto, non sono ancora maturi, sia perché questo è il periodo nel quale si pongono le basi per le abitudini alimentari di tutta la vita.
  • Utilizzate modalità di cottura semplici e rapide che permettano di mantenere inalterate le proprietà nutritive degli alimenti. Favorite perciò la cottura a pressione, al vapore, lessatura e cottura in forno.
  • I bambini allattati al seno in particolare, si alimentano con latte che non è particolarmente saporito, non serve quindi aggiungere troppo condimento o formaggio nella speranza che il sapore migliori. Il gusto di verdura o frutta così come si presenta è la cosa migliore da proporre al vostro bambino. Imparerà con calma ad assaporare cose diverse e deciderà lui stesso cosa gli piace o meno.
  • Latte vaccino: sconsigliato l’uso fino ai 12 mesi, per il rischio di anemia da carenza di ferro e per l’eccesso di apporto proteico.
  • Le diete vegetariane escludono in varia misura prodotti animali; le diete vegan li escludono del tutto. La preoccupazione maggiore per queste diete riguarda il piccolo ma importante rischio di carenze nutrizionali. Queste includono le carenze di ferro, zinco, riboflavina, vitamina B12, vitamina D e calcio (specialmente per le diete vegan), oltre all’inadeguato apporto calorico. Queste carenze sono più probabili in individui con bisogni aumentati, come i lattanti, i bambini e le donne in gravidanza e durante l’allattamento. Sebbene l’inclusione di prodotti animali non garantisca automaticamente l’adeguatezza di una dieta, è più facile riuscire ad avere una dieta bilanciata con prodotti animali.

Merenda:

Iniziare con pera, mela, banana, prugna o comunque con frutta di stagione. La frutta può essere offerta al bambino anche a fine pasto se lo desidera. Nella scelta della frutta tenete presente che:

  • A 5 mesi è bene cominciare con: mele, pere e prugne
  • A 6 mesi Banana
  • A 8 Pesche e Albicocche
  • Oltre 1-2 anni fragole, ciliegie

Normalmente la frutta si può dare dopo pranzo e cena, e a merenda.

A pranzo e cena andrebbe data solo la frutta, mentre a merenda possiamo dare: la frutta in un frullato con latte, frutta con lo yogurt, solo frutta con latte a parte o una pappa lattea alla frutta.

La cosa migliore è la frutta preparata in casa appena fatta, perché ha più vitamine e perché quasi tutti i tipi di frutta in commercio hanno zucchero aggiunto.
Mela e pera possono utilizzarsi con la buccia ma sempre che siano BIO e lavandole bene .In realtà la maggiore concentrazione delle vitamine sta nella buccia. Altri frutti, come la pesca (per allergia) e la prugna (per sapore acido) è meglio somministrarli senza buccia.

La mela (cruda) e la banana matura sono astringenti, la pera, l’arancia, mandarino e prugna favoriscono la defecazione, a patto che utilizziamo la frutta intera, non solo il succo, perché quella che fa effetto è la polpa.

Vi consiglio, sia che il piccolo abbia problemi di stitichezza che non, di dare la banana sempre insieme ad un frutto ad effetto lassativo come pera o prugna per evitare spiacevoli inconvenienti. Io mi sono spaventata un sacco un giorno. Premetto che la mia bimba non soffre di stitichezza, la prima volta che le ho dato la banana non è andata di corpo per un giorno, considerando che lei va dalle 3 alle 4 volte, era un tempo abnorme, comunque in un bel momento la mattina seguente la vedo diventare rossa con i sudori che le colavano, spingeva così tanto che le mancava il respiro e spaventata poi piangeva…insomma episodio che nell’arco si una mattinata è capitato diverse volte alchè con mia e sua somma gioia abbiamo dovuto fare una peretta, che io odio fare ,soprattutto quando sono sola a casa, comunque dopo aver tolto il tappo tutto risolto ma non è stata una mattina da ricordare.

PRIMA PAPPA

La base di tutte le primissime pappe è il brodo vegetale (successivamente si passerà a passati vegetali) a cui aggiungerete le farine di cereali specifiche per lo svezzamento,verdure, carni liofilizzate (10 gr) o omogeneizzate (40 gr), per passare infine alla carne fresca (35-40 g) cotta al vapore e omogeneizzata) da aumentare gradualmente fino a 50 gr dopo i 10 mesi.

Come tempistiche procedete come segue:

– GIORNO 1

Brodo vegetale : 150-200 gr + crema di riso o mais e tapioca : 2-3 cucchiai , circa 15-20 gr, in base alla consistenza gradita. L’introduzione degli alimenti contenenti glutine (frumento,orzo, segale, avena, farro, kamut) va fatta con attenzione. É bene evitare sia quella precoce (< 4 mesi) sia quella tardiva (>= 7 mesi), per ridurre il rischio di celiachia nei bambini predisposti. É bene inoltre, per la stessa ragione, introdurli quando il bambino è ancora allattato al seno. Gradualmente aggiungete i vari tipi di farina e aumentate le dosi in base alla fame del bimbo.

– GIORNO 2

Aggiungere a quanto già somministrato al giorno 1 un cucchiaino di olio d’oliva per neonati.
NB = l’olio andrebbe sempre aggiunto alla fine, a crudo, in modo da non soffriggere durante la cottura e non aumentare così i grassi.

– GIORNO 3

Aggiungere a quanto già somministrato al giorno 2 1 cucchiaino di parmigiano 24/36 mesi (possibilmente senza ogm).

– GIORNO 4

Aggiungere a quanto già somministrato al giorno 3 il liofilizzato. Si inizia con metà per passare dopo 10 giorni a uno intero. Il liofilizzato è la preparazione più digeribile e quindi più adatta allo svezzamento; l’agnello è la carne meno allergizzante ma anche quella meno amata, quindi bene usarla per prima ; poi inserire le carni bianche ( pollo, coniglio, tacchino e vitello), quindi quelle rosse (Manzo, Cavallo, Prosciutto) . Una volta provati tutti i vari gusti di liofilizzato potrete passare agli omogeneizzati. (Io li ho dati dopo circa 1 settimana perché i liofilizzati non le piacevano e non li mangiava). Intorno ai 6-7 mesi la carne può essere preparata in casa facendone cuocere al vapore 50 gr, poi omogeneizzate.

– GIORNO 5

Aggiungere a quanto già somministrato al giorno 4, un paio di cucchiaini di Verdure. Ogni settimana si potrà aumentare la dose di verdure fino ad arrivare a sostituire gradualmente il brodo con il passato. Introdurre una verdura nuova iniziando con carota, patata, zucchina, e proseguendo con le verdure di stagione. A me è stato consigliato iniziare dando una verdura per volta così da farle capire a lei i differenti gusti e a voi se c’è qualcosa che non piace.

Nella scelta delle verdure tenete presente che:

  • cavoli, cavolfiori, verze, cipolle, asparagi, hanno aromi molto forti e non sempre sono graditi
  • il pomodoro può essere potenzialmente allergizzante e sarebbe meglio introdurlo dopo il 9° mese di vita
  • gli spinaci, le bietole per l’alto contenuto di nitrati, dopo l’8° mese
  • piselli, ceci, lenticchie dopo l’8° mese

Dopo un mese circa si sostituirà anche il pasto serale.

La pappa serale va preparata esattamente come descritto per la pappa del pranzo.

Conviene però effettuare le seguenti variazioni:

  • variare il CEREALE utilizzato la sera rispetto a quello usato a pranzo
  • variare il FORMAGGINO IPOLIPIDICO (ad esempio Plasmon, Hipp o altri) AL POSTO DELLA CARNE nella pappa della sera, 3-4 volte a settimana (o anche di più se gradito al bambino!). È opportuno iniziare con un terzo o mezzo vasetto e aumentare poi progressivamente. Dai 7 mesi in poi si può anche usare il FORMAGGINO NORMALE. Dai 8 mesi, i formaggi freschi possono essere anche introdotti robiola, stracchino, squacquerone, mozzarella, crescenza, ricotta. I formaggi freschi possono essere mescolati nella pappa serale nella quantità circa di 30gr per pasto.
  • variare con PROSCIUTTO COTTO 30-40 gr nella pappa della sera AL POSTO DELLA CARNE 2 o 3 volte a settimana.
  • variare con PESCE 30-40 gr nella pappa della sera AL POSTO DELLA CARNE 2 o 3 volte a settimana, a partire dai 7 mesi in poi. Iniziare con omogeneizzato di merluzzo o nasello, poi variare con orata, trota, sogliola, spigola, rombo, luccio, dentice; se si opta per il pesce fresco lessato o cotto a vapore aggiungerne una quantità triturata di 40-50 gr dopo averlo lessato o cotto a vapore.

RICETTE: (PIATTI UNICI)

Tenete presente che…

Dai 6 mesi: liofilizzati / omogeneizzati di carne; formaggi freschi (ricotta, crescenza, stracchino); cereali: crema di cereali, orzo, multicereali ; verdure: zucca, finocchio, lattuga, sedano, cavolfiore, broccolo; yogurt e gelati (fior di latte e frutta)

Dai 7 mesi: omogeneizzato di carne; farine e/o pastina 000; pomodoro; pesce liofilizzato o omogeneizzato (sogliola, trota, nasello, salmone, orata); yogurt

Dagli 8 mesi: prosciutto cotto (senza polifosfati); carne e pesce freschi, cotti al vapore e frullati; pesce fresco, cotto al vapore e frullato; verdure : gli spinaci, le bietole, peperoni, cavolini, verza …il pomodoro no;, frutta: Pesche e Albicocche.

Brodo Vegetale / Passato di Verdure

INGREDIENTI per 4 porzioni: 1 patata grossa (ca 150 g) 2 carote (ca 170 g) 1 zucchina (ca 150 g) 1 pezzo di gambo di sedano (ca 20 g) 1000 ml di acqua

PREPARAZIONE: Lavate tutte le verdure, privatele della pelle. Immergete le verdure in un litro di acqua, tagliate a pezzetti o lasciate intere. Potete utilizzare l’acqua del rubinetto, se non risulta troppo pesante, oppure preferire un’acqua confezionata più leggera. Non aggiungete sale al brodo vegetale e lasciate bollire per circa un’ora, finché la quantità di acqua non si sarà dimezzata.
A fine cottura filtrare il brodo e utilizzare subito una porzione come base per la prima pappa o passare le verdure.

CONSERVAZIONE: Il brodo vegetale si può conservare in frigorifero negli appositi contenitori ben chiusi per massimo 24 ore. L’ideale sarebbe di riuscire a prepararlo tutti i giorni, ma per molte mamme è impossibile riuscire a cuocerlo ogni giorno.. All’inizio il brodo si darà solo a pranzo, mentre dopo circa un mese dall’inizio dello svezzamento si potrà cominciare a dare la pappa anche a cena. Quindi inizialmente nell’arco di 24 ore vi basteranno 2 porzioni di brodo. Il brodo si può congelare nel freezer. Prima, lasciatelo raffreddare insieme alle verdure. Quando saranno freddi potrete dividerlo in porzioni, utilizzando appositi contenitori. La porzione di brodo per una pappa è inizialmente di circa 130 /150 gr. Le verdure è sempre meglio congelarne a parte, anche queste in porzioni (potete utilizzare uno stampo per i cubetti di ghiaccio e poi ogni volta potete scongelare 3 o 4 cubetti per la pappa). Il brodo vegetale si conserva in freezer per circa 3 mesi. Quando dovete utilizzarlo, lasciatelo scongelare a temperatura ambiente o a bagnomaria.

Crema di Mais e Tapioca alla Ricotta

INGREDIENTI: 2 cucchiai di crema di mais e tapioca, 20 gr di ricotta, 1/2 litro d’acqua, una patata, una carota, una zucchina, olio extravergine di oliva.

PREPARAZIONE: lavare le verdure, pelarle e tagliarle a pezzettini. Far bollire l’acqua, unire le verdure e cuocere per 30 minuti. Filtrare il brodo e passare le verdure al passaverdure. Far bollire una tazza di brodo (200ml), aggiungere la crema di mais e tapioca e cuocere per 5-6 minuti. Versare in un piatto la crema, unire tre cucchiai di verdura, la ricotta e l’olio e mescolare.

Crema di Riso con Zucca

INGREDIENTI: 1 fetta di zucca, 300gr di acqua, 2 cucchiai di crema di riso, 1 cucchiaino di olio di oliva, 1 cucchiaino di formaggio parmigiano.

PREPARAZIONE: Tagliare la zucca a pezzettini e farla bollire nell’acqua per circa 60 minuti e tenere da parte circa 200 gr. di brodo. Passare la zucca al passaverdure. Aggiungere al brodo caldo 2 cucchiai di crema di riso, stemperarla e aggiungere la zucca. Condire con l’olio e il parmigiano.

Vellutata di Carota e Pollo

INGREDIENTI : 5-6 pezzetti di carota (ca 100 g) 20 g di crema di riso, 40/80 g di omogeneizzato o 5/10 g di 40g carne al vapore omogeneizzata, 350 ml di acqua 1 cucchiaino di olio extravergine di oliva 1 cucchiaino di parmigiano.

PREPARAZIONE: Tagliare la carota a pezzettini e farla bollire nell’acqua per circa 30 minuti e tenere da parte circa 200 gr. di brodo. Passare la carota al passaverdure. Aggiungere al brodo caldo 2 cucchiai di crema di riso, stemperarla e aggiungere la carota, l’omogeneizzato di pollo. Condire con l’olio e il parmigiano.

Vellutata di Zucchina e Manzo

INGREDIENTI: 1 zucchina (ca 100 g) 20 g di crema di riso, 40/80 g di omogeneizzato o 5/10 g di 40g carne al vapore omogeneizzata, 350 ml di acqua 1 cucchiaino di olio extravergine di oliva 1 cucchiaino di parmigiano.

PREPARAZIONE: Tagliare la zucchina a pezzettini e farla bollire nell’acqua per circa 30 minuti e tenere da parte circa 200 gr. di brodo. Passare la zucchina al passaverdure. Aggiungere al brodo caldo 2 cucchiai di crema di riso, stemperarla e aggiungere la zucchina, l’omogeneizzato di pollo. Condire con l’olio e il parmigiano.

Sformatino di Zucca e Robiola

INGREDIENTI : 1 fetta di zucca, 300gr di acqua, 50 gr robiola, 1 cucchiaino di olio di oliva, 1 cucchiaino di formaggio parmigiano.

PREPARAZIONE: Far bollire e frullare un pezzo di zucca, poi amalgamarne 4 cucchiai con 2 cucchaini di robiola, un cucchiaino di parmigiano e uno di olio. Servire tiepido.

Crema di Prosciutto

INGREDIENTI: 120 gr patate sbucciate 20 gr prosciutto magro 2 foglie lattuga 20 gr semolino di grano istantaneo 250 gr acqua 1 cucchiaino olio extravergine

PREPARAZIONE: Far bollire l’insalata e le patate. Una volta cotte frullare insieme al prosciutto e il semolino. Condire con l’olio e il parmigiano.

Pappa di Sogliola / Platessa

INGREDIENTI : 100 gr carote, 50 gr patate sbucciate, 50 gr filetti di sogliola, 20 gr semolino di grano istantaneo o 20 gr pastina, 400 gr acqua, 1 cucchiaino olio extra vergine

PREPARAZIONE: Far bollire l’insalata, le patate, e il pesce al vapore per 30 minuti circa. Una volta cotte frullare e aggiungere il semolino / la pasta cotta a parte. Condire con l’olio e il parmigiano.

Pappa con Finocchi e Nasello

INGREDIENTI : 100 g di finocchi 1 patata pelata 40 g di nasello 20 g di pastina 250 g di acqua 2 cucchiaini di olio d’ oliva 1 cucchiaio di parmigiano

PREPARAZIONE: Far bollire cuocere i finocchi, la patata e il pesce al vapore per 20 minuti circa. Una volta cotte frullare e aggiungere la pasta. Terminare la cottura della pasta e condire con l’olio a crudo e il parmigiano.

Gemmine in salsa verde

INGREDIENTI: 1/2 zucchina (ca 70 g) 2-3 foglie di bietola (circa 25 g) 2-3 foglie di spinaci (ca 25 g) 50 gr di vitello 350 ml di acqua 30 gr di pastina a forma di gemmine per bambini o altri formati 1 cucchiaino di olio extravergine di oliva 1 cucchiaino di parmigiano

PREPARAZIONE: Lavate e tagliate tutte le verdure. Cuocetele insieme alla carne a vapore. Quando saranno morbide frullatele direttamente nel recipiente con un mixer ad immersione. Riportate a bollore e cuocete la pastina. Terminate con un filo d’olio extravergine di oliva a crudo e una spolverata di parmigiano reggiano

Purea di carote e formaggio

INGREDIENTI: ½ patata (circa 40 g) 1 carota piccola (circa 60 g) 20 gr di crema di riso 30 gr di formaggio fresco 350 ml di acqua 1 cucchiaino di olio extravergine di oliva

PREPARAZIONE: Lavate e tagliate tutte le verdure. Cuocetele a vapore. Quando saranno morbide frullatele direttamente nel recipiente con un mixer ad immersione. Aggiungere il formaggio, la crema di riso, terminate con un filo d’olio extravergine di oliva a crudo .

Risotto con crema di zucca

INGREDIENTI: 1/4 di una zucca piccola (ca 100 g) 30 g di riso per bambini 300 ml di acqua 1 cucchiaino di olio extravergine di oliva 1 cucchiaino di parmigiano.

PREPARAZIONE: Pulite la zucca e tagliatela a pezzi. Cuocetele a vapore. Quando sarà morbida frullatela direttamente nel recipiente con un mixer ad immersione, tenendola piuttosto liquida. Aggiungere il reso e fate cuocere per il tempo indicato. Terminate con un filo d’olio extravergine di oliva a crudo e una spolverata di parmigiano reggiano.

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Svezzamento: cosa fare e cosa non fare – Svezzamento parte III

Di seguito i miei consigli su cosa fare e cosa non fare quando l’argomento é lo svezzamento.

Partiamo con cosa sconsiglio di non fare.

Servire porzioni troppo grandi. Servigli delle porzioni appropriate e non insistere se si dichiara sazio. Ogni bambino è perfettamente capace di autoregolarsi sulla quantità di cibo che gli è necessaria, perciò è molto importante evitare ogni forzatura e imparare a riconoscere i segnali con i quali ci comunica quando è sazio o quando ha fame.

Sconsiglio anche ad insistere affinché svuoti il piatto. Forzare il bambino a mangiare controvoglia è controproducente. Il pasto deve comunque essere un momento di piacere. Se al contrario diventa un momento di tensione tra genitori e figli, si rischia di creare uno sbagliato rapporto con il cibo che si potrà ripercuotere anche sulla sua vita adulta.

Permettigli di scegliere qual è il menu.
Lascia che esprima i suoi gusti. Ricorda però che seppur privilegiando i suoi cibi preferiti, è importante proporre sempre nuovi sapori ed è bene che gli alimenti sani, come frutta e verdura, non facciano le spese a favore di alimenti di solito più graditi ai bambini come il formaggio. Ricordatevi che le abitudini alimentari imparate nei primi due anni di vita tendono a mantenersi nel tempo.

Smettere di provare! Possono volerci fino a 20 tentativi prima che un bambino accetti un determinato sapore quindi non mollate al primo colpo e continuate a proporre l’alimento incriminato. Inoltre se dovesse sputare un alimento non significa necessariamente che non gli piaccia, a cibi diversi corrispondono reazioni diverse…se invece proprio non gli piace riprovate dopo una settimana.

Non usare il cibo come premio: soprattutto se il premio consiste in alimenti grassi e zuccherosi che ovviamente ai bimbi piacciono molto. Se un dolce diventa una ricompensa, nella mente del bambino si crea l’idea che il dolce è auspicabile mentre il cibo sano non lo è, contribuendo così a creare uno sbagliato rapporto con l’alimentazione.

L’abitudine di offrire un ultimo pasto a base di latte prima della nanna è diffusa ma non per questo da incoraggiare per principio. Se il bambino reclama il latte e si ha la sensazione che accontentarlo significhi anche garantirgli un più rapido addormentamento e un riposo notturno più sereno e continuativo si può tranquillamente concederlo, diversamente non conviene proporglielo.

E se non mangia?

Vorrei rispondere a questa domanda dicendovi cosa è capitato a me.
Allora avevo appena finito di raccogliere tutte le informazioni quando cosa come ecc. ero prontissima, pazza come sono avevo già deciso il menù per i primi due mesi circa…hihihi….eccitatissima preparo con il mio fedele bimby il brodo e comincio a fare tutti gli intrugli mescolo la farina e il brodo, preparo il seggiolone tutto da manuale, prendo la piccola le metto il primo cucchiaino in bocca ed ecco l’inaspettato: mi risputa tutto con una faccia che più schifata non si può….e vabbè dovrà abituarsi penso, d’altronde la frutta se l’è sempre sbaffata con gusto, e invece il secondo cucchiaino uguale al primo il terzo peggio che i primi e al quarto aveva deciso di scioperare, bocca serrata e niente più…e quindi?

Ovviamente ho dovuto cambiare i programmi e trovare il metodo per fare mangiare la piccola.

Cominciamo con il dire che nel modo di crescere la mia piccolina ho scelto in leitmotive: serenità!

Cerco di essere una mamma poco apprensiva ma attenta ai bisogni, pericoli e necessità e sono fermamente convinta che i bambini non sono macchine.

È vero che seguono i medesimi ritmi e vanno incontro pressappoco alle medesime esigenze ma non è detto che il giorno del suo sesto mese sia pronto per lo svezzamento o perché è il calendario a dirlo o il pediatra.

Quando sarà pronto lui si potrà procedere e non prima, la mamma dovrebbe essere una guida, un sostegno e soprattutto in questi primi mesi una complice capace di capire le esigenze del neonato e non imporgli le proprie.

Quindi vi darò 7 consigli che per quanto mi riguarda sono risultati essere molto utili:

  1. Verificate e controllate che il bambino sia in salute.
    Febbre, diarrea, sintomi influenzali, dentini potrebbero essere la causa dell’inappetenza. Qualora si presentassero questi o altri sintomi e , se il rifiuto del cibo persiste, è svogliato, stanco e ha perso peso, non esitate a contattare il pediatra. Per tutti gli altri casi armatevi soltanto di una bella dose di pazienza.
  2. La primissima cosa è approcciare il piccolo al cucchiaino.
    Diversamente da quanto si creda l’accettazione del cucchiaino è, una cosa naturale e innata, nel caso in cui il neonato non collaborasse è semplicemente perché non è ancora pronto. Fino al quinto o sesto mese di vita il bambino presenta il cosiddetto riflesso di estrusione, che lo porta a cacciare istintivamente la lingua quando viene stimolata la bocca. Per permettere che il neonato accetti senza problemi il cucchiaio, è necessario che questo riflesso sia sparito pertanto, Non forzatelo e siate pazienti. Meglio iniziare, con un cucchiaino di silicone, morbido e sicuro. Assicuratevi che il cucchiaio che state scegliendo sia poco concavo, in modo da facilitarvi anche la raccolta dell’eventuale pappa che cola. Possibilmente lasciategli un cucchiaino tutto per lui per famigliarizzare.
  3. Istinto di sopravvivenza:
    Non forzate il bambino in alcun modo, e non vi preoccupate non si lascerà morire di fame! A riguardo vi consiglio questa lettura, è dedicata soprattutto alle mamme preoccupate di far mangiare i piccoli a tutti i costi facendosi venire crisi di nervi e ansie.
    Qui il libro che vi consiglio – > Il mio bambino non mi mangia
    L’inappetenza è un problema di equilibrio tra quello che un bambino mangia e quello che sua madre si aspetta che mangi. Mai obbligarlo. Non promettere regali, non dare stimolanti dell’appetito, né castighi. Il bambino conosce molto bene ciò di cui ha bisogno. Anche un bambino in buona salute non sempre ha lo stesso appetito. Per accontentarvi il bimbo potrebbe mangiare senza appetito E vi farà felice. Ma, alla lunga, andare al di so­pra delle sue esigenze “lo porterà a un cattivo rapporto con il cibo. Il pediatra Carlos González, responsabile della rubrica sull’allattamento materno della rivista Ser Padres, sdrammatizza il problema e, indicando regole chiare di comportamento, tranquillizza quelle madri che vivono il momento dell’allattamento e dello svezzamento come una questione personale, con angustia e sensi di colpa. Le mamme impareranno a riconoscere: l’importanza dell’allattamento al seno; quello che non bisogna fare all’ora dei pasti; i luoghi comuni e i falsi miti legati allo svezzamento e soprattutto a rispettare le preferenze e le necessità del loro bambino.
  4. Cibo è sperimentazione:
    Il momento del pasto DEVE essere vissuto come un momento positivo di condivisione tra genitori e figli, nota bene non tv e figli né cellulare e figli. Il bambino deve essere felice di essere seduto a fare esattamente ciò che sta facendo, mangiando senza distrazioni. Il suo approccio al cibo potrebbe condizionare il suo rapporto futuro con lo stesso, quindi se non volete dover corrergli in futuro dietro per tutta la casa per farlo mangiare o essere costretti ad avere televisione o radio a portata di mano. Evitate di dare cattive abitudini.
  5. Attivo no passivo:
    Fate in modo che sia il più presente possibile, avvicinatelo al tavolo mentre mangiate, iniziate da subito a condividere il momento familiare del pasto, create una routine, un po come per la nanna, adagiatelo nel seggiolone mentre apparecchiate, offritegli un suo cucchiaino con cui giocare mentre fa la pappa e non. Permettetegli di pasticciare con le mani la pappa stessa. Insomma rendetelo il più partecipe possibile a ciò che avviene durante il pasto.
  6. Rispettate i suoi tempi:
    Se non è pronto, non è pronto! Senza frustrazioni, ne paure ansie o vergogna di essere diversi considerate le sue priorità e non le vostre, cercate di capire cosa gli crea disagio (il seggiolone, il cucchiaino, l’ambiente, il gusto, ecc) e agite per correggere il problema, un passo alla volta. Difficilmente osservandolo attentamente non riuscirete a coglierne il motivo. Ricordate che non ci sono tempistiche o scadenze da rispettare e non dovete rendere conto a nessuno se non alla creatura che avete davanti. La mia piccola per esempio inizialmente non gradiva ne la consistenza ne il gusto della prima pappa alche per la prima settimana ho preparato la pappa che le proponevo con il cucchiaino ma che dopo i primi pianti rovesciavo senza indugio nel biberon allungandola con un altro po’ di brodo e anche se non era proprio di suo gusto la beveva tranquilla. Credo che arrivasse troppo affamata e il cucchiaino non la saziava così ho spostato la frutta a metà mattinata e dopo una settimana così ,il numero di cucchiaini ha cominciato ad aumentare e la quantità da travasare nel biberon a diminuire, ma non c’era ancora quel clima disteso che tanto agognavo alche bando alle indicazioni telefonai alla pediatra chiedendo se potevo passare prima agli omogeneizzati, la sua risposta? Signora, la bimba deve mangiare la carne scelga lei come…La adoro! Con gli omogeneizzati è cambiato tutto e ho addirittura dopo pochi giorni dovuto aumentare le dosi per come se la sbaffava. Amiche invece hanno avuto problemi con il seggiolone e capendo facendolo mangiare in braccio, che il problema era quello hanno gradualmente fatto accettare al piccolo la situazione. Quindi regola fondamentale: Osservatelo!
  7. Non combattete ma perseverate:
    Se dopo aver provato diversi sapori, diverse consistenze, diversi luoghi, il piccolo dovesse ancora rifiutare il cibo, potrete sempre chiedere consiglio al vostro pediatra di famiglia. Ricordate che un’atmosfera comoda e rilassata durante i pasti facilità buone pratiche alimentari, con incoraggiamenti e senza litigi, questi episodi saranno passeggeri e non inficeranno un adeguato consumo di alimenti. Ma concretamente che fare se il piccolo comincia a piangere disperato? Io sono per toglietegli il piatto e farlo tranquillizzare, provare a riproporglielo dopo una mezz’oretta (potrebbe non essere ancora abbastanza affamato all’orario che avete scelto per il pranzo) ma fate attenzione a non farlo mangiare irregolarmente, potrebbe innescare un circolo in cui avrà sempre meno appetito al pasto successivo. Ma se invece non si dovesse calmare per la troppa fame? Provate con la frutta o con lo yogurt, in modo che non associ il fatto che se piange evita la pappa per ottenere il latte. Successivamente potrete anticipare la poppata successiva se fosse ancora affamato, ma questo potrete valutarlo solo dopo aver osservato ed effettuato le diverse prove. Non combattete quindi contro di lui imponendogli una particolare alimentazione ma nello stesso tempo non demordete e portate avanti la vostra linea step by step.

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Il metodo più semplice ed efficace per svezzare un bambino – Svezzamento parte II

Più del cosa, è importante il come, abbiamo visto nel precedente articolo, che secondo l’autosvezzamento non ci sarebbe un ordine specifico di alimenti, ma per semplificarci la vita vi darò delle istruzioni su come comportarvi nell’approccio con i vari alimenti.

Il metodo più semplice ed efficace per svezzare un bambino è:

solitamente, l’introduzione graduale dei vari alimenti, iniziando con piccole dosi.
Questo serve alla mamma per capire se il bimbo riesce a gestire la deglutizione e tollera il cucchiaino, per saggiare la tolleranza delle nuove consistenze dei cibi e dei gusti che hanno e per verificare che non vi siano allergie o intolleranze.

Proprio per limitare le possibili intolleranze la regola è “un alimento al giorno” cercando di mantenerlo per almeno 3 giorni di fila, così da poter notare l’insorgere di eventuali modifiche di qualsivoglia genere. Generalmente sono lievi intolleranze, quindi non preoccuparti più del dovuto, di solito si possono presentare eritemi, asma, tosse, irritazioni al sederino, diarrea, lacrimazione, vomito.

Con lo svezzamento dopo i 6 mesi e specialmente nel periodo estivo occorre iniziare a somministrare l’acqua.
Deve bere molto perché con le prime pappe anche i reni lavorano molto di più per eliminare le scorie, inoltre agevolerà il transito intestinale. Ecco allora che ingerire molti liquidi, così come succede per gli adulti, è importante anche nell’alimentazione dei piccoli.

Il bimbo si regola da solo per quanto riguarda la quantità da assumere nelle 24 ore, il bambino assume una consistente quantità di liquidi grazie al latte, al brodo vegetale e alla frutta, quindi non bisogna preoccuparsi se si ha la sensazione che non beva abbastanza: se rifiuta l’acqua vuol dire che non ha sete, bisogna però ricordarsi di offrirgli da bere più volte al giorno.

Il latte materno contiene circa l’87% di acqua pertanto un bambino sano allattato al seno a libera domanda generalmente prende liquidi a sufficienza.

Un bambino non allattato al seno deve ricevere liquidi da altre fonti quando prende alimenti complementari e latte artificiale.

Nei climi temperati sono necessari almeno 400-600 ml/die di altri liquidi in aggiunta ai circa 200-700 ml/die di acqua provenienti dal latte e da altri cibi; in climi molto caldi sono necessari 800-1200 ml/die.

Degli alimenti complementari sono generalmente necessari a partire da quest’età, in aggiunta al latte materno.

Gli alimenti complementari possono essere classificati in:

  • Alimenti di transizione (passati, in purea, semisolidi), alimenti cioè appartenenti a specifiche categorie ma adattati per andare incontro alle particolari esigenze nutrizionali e fisiologiche del lattante.
  • Alimenti familiari, basati su una dieta familiare varia ed equilibrata, con qualche piccolo adattamento.

Il passaggio dal latte materno agli alimenti di transizione, fino alla completa integrazione nella dieta familiare con la cessazione dell’allattamento al seno, dev’essere graduale.

Quando il bambino si sarà abituato a mangiare un po’ di tutto, è bene programmare pranzo e cena variando gli alimenti in modo da offrire un “pasto completo” anche somministrato separatamente (meglio dopo l’anno), l’importante è che contenga tutti i nutrienti secondo le indicazioni riportate a seguire, valide sia per gli adulti che per il bambino.

Contenere acqua (i primi mesi è data con il brodo)+ carboidrati,(prima farine poi pasta o pane) + grassi (olio) + proteine(si comincia con liofilizzati per passare ad omogeneizzato a cucinai al vapore) + vitamine e minerali (verdura).

Per ragioni di sicurezza, un bambino deve sempre essere adeguatamente sorvegliato.
L’adattamento al mutare delle abilità motorie del bambino richiede una stretta attenzione, dato che queste cambiano rapidamente nei primi due anni di vita. Il tempo necessario al bambino per mangiare una certa quantità di cibo diminuisce con l’età per gli alimenti solidi e viscosi, ma non per le puree più diluite. Anche l’abilità di maneggiare un cucchiaio o una tazza, o di afferrare un pezzo di cibo con le mani migliora con l’età durante i pasti. Dagli un cucchiaio tutto per lui e quando sarà in grado di portarlo alla bocca riempilo recuperando con il vostro ciò che cade. Imparerà in fretta che può fare da solo.

Come procedere

Pur considerando che vi sono variazioni nei bisogni dei singoli bambini, il latte materno da solo non è sufficiente a soddisfare tutte le esigenze nutrizionali dei bambini dopo i sei mesi. Il fabbisogno di latte è di circa 700 ml dalla nascita a due mesi, dopodiché tra i 3 e i 5 mesi passa a circa 800 ml.

A 6 mesi si prevedono 4-5 pasti, di cui uno rappresentato dalla pappa e 3-4 dal latte artificiale, in quantità variabili da 170 a 230 ml di latte a pasto. Il fabbisogno di latte ritorna ad essere i latte (circa 700 ml) e 200 Kcal di alimenti complementari. Pertanto nel mio caso che la piccolina mangia 4 volte al giorno, di cui una pappa, e le rimanenti 230 di latte, sarebbe meglio non sostituire una poppata con la frutta ma dargliela in aggiunta ad essa, altrimenti non riceverebbe abbastanza latte.

Questo problema non si pone a chi fa 5 pasti che potrà sostituire quello pomeridiano alla frutta. Quando il piccolo comincerà a non bere molto latte il pomeriggio, si potrà sostituire con yogurt, frutta o una dose inferiore di latte a propria scelta.

Tra i 7 e gli 11 mesi si prevedono 4-5 pasti, di cui due rappresentati dalla pappa e 2-3 dal latte artificiale, in quantità variabili da 170 a 230 ml di latte a pasto. Il fabbisogno di latte sarà di circa 500ml e 455 Kcal di alimenti complementari. Il problema dello spuntino per chi fa 4 pasti totali al giorno rimane come nel mese precedente.

Tra i 12 e i 24 mesi, i pasti dovrebbero diventare 5 colazione, pranzo, cena e due merende. Si raccomandano 200-400 ml/die di latte vaccino intero non diluito se altri cibi di derivazione animale sono inclusi nella dieta, 300-500 ml/die se non lo sono. Il latte deve continuare ad essere parte integrante della dieta durante l’alimentazione complementare e si raccomanda di continuare con l’allattamento al seno fino a due anni ed oltre.

Igiene

Usate panni di carta per lavare e asciugare le superfici poiché più igieniche rispetto qa spugne ed asciugamani, acquistate anti batterici come il napisan (quello che si può anche non risciaquare).
Lavate bene la frutta e fino al compimento dei 6 mesi occorre cuocerle al vapore o bollirle. La sterilizzazione fino ai 6 mesi riveste ancora un ruolo importante pertanto sterilizzate tutto ciò che viene a contatto con i cibi.

Cosa comprare

Spugne dedicate, scottex, Napisan, frullatore, grattuggia( meglio di vetro), colino, cucchiaino (Importante è verificare che nessun oggetto in plastica che utilizzate per le pappe contenga il Bisfenolo BPA con il riscaldamento con molta probabilità può contaminare l’alimento), vasetti, vaporiera passaverdure.

Qui puoi leggere l’articolo sullo Svezzamento – parte I

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Come scegliere il migliore latte artificiale in base al rapporto qualità prezzo

La scelta del latte artificiale

La normativa italiana ed europea sul latte per neonati è molto severa: tra l’altro non si possono utilizzare Ogm e sono molto bassi i livelli tollerati di residui di inquinanti fitosanitari (pesticidi). In etichetta deve essere chiara la distinzione tra latte per lattanti (fino a sei mesi) e latte di proseguimento, per bambini più grandi: due tipi che non bisogna confondere.

Come sottolinea il pediatra Alberto Ferrando nel suo libro Come nutrire mio figlio che potrai trovare qui“non ci sono prove scientifiche che evidenziano benefici o svantaggi di un latte rispetto ad un altro”, pertanto non temete di fare danni cambiando il latte o credere di dover chiedere al pediatra. Consiglio molto questa lettura poiché affronta il tema dell’alimentazione in tutte le età pediatriche, compresa l’adolescenza, ma focalizza l’attenzione sui primi 1000 giorni di vita, periodo fondamentale per dare al bambino corrette abitudini alimentari e prevenire malattie nell’età adulta.

Vi dico subito che l’80% dei genitori cambia almeno una volta la marca del LATTE. Il latte in formula può facilmente causare diarrea, stitichezza, coliche, reflusso e potrete trovarvi facilmente nella situazione di dover cambiare diverse volte marca del latte prima di trovare quello più adatto per il piccolo. Ogni bimbo è a se, adattatevi alle sue esigenze.

Le differenze fra i vari tipi di latte sono minime e dovrebbero essere proposte in base alle caratteristiche del neonato. Per i prematuri servirà un latte più ricco, per quelli nati con il parto cesareo un latte arricchito con probiotici, un latte “più semplice” per quelli con allattamento misto, artificiale e materno, e un latte “più completo” per i neonati che devono crescere esclusivamente con il latte in polvere.

prescrivere un tipo di latte piuttosto che un altro in base alle esigenze del lattante. (pretermine, nato con cesareo, ecc.)ma sono davvero rari i pediatri che fanno un analisi attenta in base alle diverse esigenze , molto più comunemente anche loro hanno delle preferenze e delle abitudini quindi se il neonato non ha necessità particolari andate pure in farmacia ad acquistare il neolatte che è uno dei meno cari.

Peccato che spesso i pediatri prescrivono spesso lo stesso tipo senza fare alcuna analisi.

Quindi possiamo dire che essendo la formula di base del latte uguale per tutti, la differenza sta nelle componenti superflue fermenti ecc… purtroppo sono davvero rari i pediatri che fanno un analisi attenta in base alle diverse esigenze , molto più comunemente anche loro hanno delle preferenze e delle abitudini quindi se il neonato non ha necessità particolari andate pure in farmacia ad acquistare il neolatte che è uno dei meno cari.

Altroconsumo ha testato 21 campioni di latte artificiale, quello per neonati, dalla nascita ai sei mesi, ciò che ne è risultato è che i prodotti di marca come sempre costano di più, indipendentemente dal canale di vendita. Ma il prezzo non è un indicatore di qualità. I 21 prodotti analizzati sono, dal punto di vista degli ingredienti, molto simili. E quelli che contengono gli ingredienti aggiuntivi non sempre sono tra i più cari. Insomma anche in questo caso il prezzo è più questione di marketing che di qualità. Un estratto del articolo a seguito.

Andiamo ancora più nel dettaglio. Un altro studio di altroconsumo riporta che il latte artificiale può contenere contaminanti pericolosi oltre la dose giornaliera tollerabile. Di seguito un estratto dall’articolo

Ultimi accorgimenti dedicati al risparmio.

Esistono due tipi di latte artificiale: latte in polvere da ricostituire e latte già liquido. In generale il latte liquido è più caro di quello in polvere, a parità di marca: è il prezzo da pagare per la maggiore comodità di utilizzo, è già pronto, basta scaldarlo a 37°C.

Diversi i canali di vendita, supermercati, negozi per bambini e farmacie. Il che implica prezzi molto variabili a seconda del luogo in cui il latte è venduto: i negozi per bambini sono spesso più cari anche delle farmacie. Un primo consiglio è dunque scegliere con attenzione il canale di vendita, ricordando che il più conveniente è il supermercato, che offre latte di qualità (per esempio Coop ha un ottimo prezzo e tutti gli ingredienti aggiuntivi).

Acquistate anche online se è possibile. Le spedizioni rapide con consegna in 2/3 giorni e l’integrità del prodotto garantisce la qualità.

Io ho acquistato il latte sempre online.

Con un unico ed affidabile canale di rifornimento.

Su Amazon, dove i prezzi sono decisamente più bassi anche del 50% e potrete trovare tutte le marche o quasi.

Vi scrivo una classifica dei migliori (secondo me): 

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Montata Lattea – Iper produzione del Latte Materno

Solitamente la maggior parte delle mamme si preoccupano di avere poco latte, lottano per averne qualche millilitro in più e invidiano coloro che hanno seni abbondanti e pieni. Purtroppo non sanno che, anche questo spesso, può essere causa di problemi. Si può incorrere in spiacevoli ingorghi o ancor peggio a mastiti.

Iperproduzione di latte

La montata lattea può essere davvero abbondante. E’ possibile avere una produzione eccessiva di latte per qualche settimana. Sino ad allora il  seno potrebbe essere spesso rigido e dolente, anche subito dopo le poppate, e potresti notare abbondanti perdite di latte.

La forza della eiezione potrebbe far tossire o rigettare il latte al bambino, che potrebbe vomitarlo appena viene mosso dopo la poppata. Il piccolo potrebbe soffrire anche di mal di pancia o fare popò a spruzzo, schiumose e verdognole.

Le possibili soluzioni sono molteplici:

1.Prova ad allattare con la schiena inclinata all’indietro. Questa posizione permette al bambino di controllare meglio il flusso di latte, e non sprecare neanche una goccia! Le coppe raccoglilatte sono adatte per essere indossate sotto al reggiseno e raccogliere il latte che fuoriesce ma non indossare coppe raccoglilatte per più di due-tre ore consecutive.  Estrai una piccola quantità di latte manualmente prima di ogni poppata per ridurre la forza del tuo riflesso di eiezione.

2.Allatta a richiesta. La produzione di latte si basa su un meccanismo di domanda e offerta: più il bimbo succhia e più latte viene prodotto. In questa fase però può accadere che il seno, se non viene drenato, cioè svuotato, adeguatamente e con una certa frequenza si ingorghi.

Quando si verifica un ingorgo mammario il seno appare gonfio, arrossato e duro. Per alleviare il disagio, la mamma potrà fare degli impacchi caldo-umidi e massaggiare delicatamente il seno e in particolare la zona dolente, così da sciogliere lentamente l’ingorgo.

La mastite è un’infiammazione, che può essere anche di origine batterica, e si manifesta con seno duro e dolente come per l’ingorgo ma si differenzia da questo perché vi è un rialzo della temperatura, che supera i 38.5°, ed è proprio questo l’elemento che permette di diagnosticare questo disturbo. Inoltre la mastite riguarda, in genere, un solo seno, dove possono comparire delle striature rosse, e il dolore è molto intenso. Per risolvere la situazione sono validi i suggerimenti dati per l’ingorgo: quindi impacchi caldo-umidi, massaggi e poppate frequenti per evitare il ristagno di latte. Per ridurre l’infiammazione è fondamentale che la mamma riposi, talvolta è necessario valutare l’opportunità di un trattamento antibiotico. Ricordiamo che un’eventuale terapia antibiotica non rappresenta un ostacolo al normale proseguimento delle poppate dato che, in questi casi, il principio attivo scelto sarà compatibile con l’allattamento al seno.

Se il tuo seno è troppo pieno o se il tuo bambino non succhia bene e non vuoi comprare e usare un tiralatte elettrico, nei primi giorni dopo il parto è più efficace utilizzare la spremitura manuale perché il colostro è presente in piccole quantità. Io consiglio comunque per chi non fosse pratica di questa manovra affittare un tiralatte in farmacia per le emergenze ed evitare il rischio di mastite.

3.La spremitura manuale stimola l’emissione del latte: mettiti comoda e rilassata e pensa al bambino o guardalo. Scalda il seno, massaggiandolo delicatamente. Rigira dolcemente i capezzoli tra le dita e il pollice. (Quando avrai familiarizzato con questa pratica, potresti non aver più bisogno di stimolare la fuoriuscita del latte). Palpa dolcemente il seno alla distanza di circa 4 cm dal capezzolo, fino ad identificare una parte di seno che sembra avere una consistenza diversa. Una volta trovato il punto metti il pollice e l’indice a C (il pollice sopra e l’indice sotto). Puoi sostenere il seno con le altre dita. Spingi delicatamente pollice e indice all’indietro verso la parete del torace. Quindi premi il pollice contro l’indice, comprimendo il seno. Rilascia la pressione e ripeti i movimenti più volte fino a che il latte inizia a fluire; potrebbero volerci alcuni minuti. Dopodiché, il latte potrebbe uscire a zampilli o a fiotti; quando la fuoriuscita di latte rallenta, ruota le dita intorno al bordo dell’areola, verso un’altra parte del seno e ripeti le stesse manovre. Quando la fuoriuscita di latte cessa, passa all’altro seno, allo stesso modo. Puoi passare più volte da un seno all’altro, se necessario; se il latte non esce, prova ad avvicinare o allontanare le dita dal capezzolo oppure prova un massaggio dolce.

Vuoi sapere come conservare il Latte materno?

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Hai poco latte? Qui trovi alcuni consigli su come aumentare la montata lattea

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Tutto quello che devi sapere sull’allattamento al Seno

Cara neo Mamma, se stai per avere un bimbo, la prima sfida che ti troverai davanti è quella dell’allattamento.

Sull’allattamento al seno ci sono molti vecchi miti che vanno sfatati.

Abitudini alimentari

La donna che allatta al seno deve sentirsi libera di mangiare seguendo le proprie abitudini.

Se la madre nota che il consumo di certi cibi determina disturbi al bambino, potrà allora decidere a ragione di provare ad eliminarli dalla sua dieta.

In generale in caso di coliche è consigliabile evitare di mangiare in grandi quantità i seguenti alimenti: alcolici in genere (vino, birra, liquori), the, caffe, bevande gasate, frutta secca, verdure aromatiche (cavolfiore, rape, carciofi, asparagi), Spezie (rigano, peperoncino, prezzemolo, ecc), Aglio, Formaggi fermentati (gorgonzola, mascarpone, ecc), Cibi speziati e carne in scatola, Cioccolata, Legumi(ad eccezione delle lenticchie), Frutti di mare e crostacei.

Solo se la donna segue una dieta vegetariana stretta il latte materno prodotto può essere carente di vitamina B 12, che la mamma assumerà sotto forma di integratori alimentari specifici.

L’idratazione

E’ importante bere per ogni individuo, a prescindere dall’allattamento.

Per un’ adeguata idratazione la regola è:  30 gr ogni kg di peso.

Non è documentato che bere molti liquidi aumenti la produzione del latte, quindi bevete la dose consigliata per tutti gli altri. Questa è una credenza giustificata solo nel caso in cui il clima sia molto caldo e perciò si ha, da parte della mamma, un’eccessiva perdita di liquidi con il sudore.

Cosa dire alla pediatra che mi aveva sgridato per non aver bevuto almeno 3 litri d’acqua al giorno, io che sono mingherlina e arrivavo a mala pena a 54 Kg?

Igiene e salute

La pulizia quotidiana del corpo e del seno è sufficiente per proteggere il bambino da molti rischi di infezione, senza dover ricorrere a particolari rituali igienici.

La mamma può continuare l’allattamento anche se ha l’influenza o altre infezioni comuni.

Può sottoporsi ad accertamenti diagnostici (radiografie per esempio), sottoporsi ad anestesie (dentarie per esempio), assumere la maggior parte dei farmaci, se ne ha bisogno, una volta verificata la loro compatibilità con l’allattamento e può fare una normale attività sportiva, anzi questa incrementa la produzione di latte.

Abitudini da evitare quando si allatta al seno

Ci sono abitudini che invece dovrebbero essere evitate perché possono influenzare negativamente l’allattamento.

Il fumo di sigarette può ridurre la produzione di latte e fa sicuramente male alla mamma e a chi le sta vicino.

Aumenta il rischio di malattie respiratorie e di morte improvvisa in culla.

Gli alcolici vanno evitati o almeno consumati con molta moderazione e solo ai pasti, perché l’alcool passa liberamente nel latte e, se in eccesso, è capace di causare sonnolenza e disturbi dell’alimentazione nel poppante.

Tutte le Difficoltà dell’allattamento al seno

La vera difficoltà è il dolore.

Il dolore potrà essere causato da varie ragioni.

Una potrebbe essere un iperproduzione di latte e seno dolente a causa di ingorghi o mastiti. Se vuoi approfondire l’argomento, puoi leggere qui -> Montata Lattea – Produzione e Conservazione del Latte Materno

Ma la prima ragione solitamente, si presenta  sotto forma di capezzoli dolenti e sensibili al tocco, soprattutto una volta avvenuta la montata lattea, intorno al secondo-quarto giorno dalla nascita. Il bambino si alimenterà ogni paio d’ore, con la conseguenza che il problema possa peggiorare velocemente; inoltre, alcune madri riscontreranno capezzoli screpolati, sanguinanti o la comparsa di vesciche.

Le possibili soluzioni sono:

1.Verifica che l’attacco sia corretto.

Se il bambino si attacca al seno in maniera non corretta e se di conseguenza succhia in maniera poco efficace, possono comparire alla mamma delle ragadi, taglietti dolorosi della pelle del capezzolo. E’ quindi opportuno che la madre si metta in una posizione comoda, rilassata, senza contratture muscolari nel sostenere il figlio, magari con i piedi un po’ sollevati.

Per ridurre al massimo l’eventuale trauma al seno materno, occorre controllare che l’attacco del bambino. sia corretto.

Per garantire un attacco al seno efficiente, verificare che:

  • il capezzolo ed una buona porzione dell’areola della mammella entrino correttamente in bocca al bambino;
  • il labbro inferiore sia tenuto rovesciato in fuori.;
  • la bocca ben aperta del piccolo con guance belle piene e tonde;
  • tranne le prime suzioni, la mamma non deve sentire dolore al capezzolo;
  • al termine della poppata, la forma del capezzolo deve essere come prima.

Un attacco non corretto  può causare problemi durante l’allattamento al seno. Tale attacco presenta le seguenti caratteristiche:

  • l’attaccarsi in punta al solo capezzolo;
  • il succhiare il labbro inferiore;
  • lo schioccare mentre succhia.

Sono infatti tutti elementi che impediscono una suzione efficiente.

Alcuni neonati semplicemente sembrano non riuscire ad attaccarsi al meglio. Potreste avere entrambi bisogno di più tempo per coordinare l’allattamento; oppure il tuo bambino è nato prematuro, non si è ancora ripreso da un parto difficile o i tuoi capezzoli sono introflessi o piatti. In questo ultimo caso potrebbe essere opportuno: Estroflettere eventuali capezzoli introflessi o piatti con i modellatori del capezzolo o  allattare utilizzando dei paracapezzoli

2. Cambia posizione per l’allattamento

Cambia posizione, potresti dover provare diverse posizioni prima di trovare quella che più efficace per te e per il tuo bambino. Prima di iniziare ad allattare avvicina tutto ciò che ti potrebbe servire, mettetevi comode e mettete comodo il bambino.

La posizione reclinata, è spesso la prima posizione che le mamme provano, usa dei cuscini per sostenerti e riuscire a vedere il tuo bambino. Se subito dopo la nascita viene appoggiato sul petto o sulla pancia della mamma, il bambino dovrebbe dirigersi istintivamente verso uno dei seni e provare ad attaccarvisi. Il contatto pelle a pelle favorisce la stimolazione dei suoi istinti nutritivi, mentre la forza di gravità lo aiuta ad attaccarsi correttamente e a rimanere fermo. Può risultare comoda soprattutto se il bambino non gradisce che gli si tocchi la testa durante la poppata, se la tua erogazione è particolarmente forte o se i tuoi seni sono piuttosto grandi.

Posizione a culla. Questa è la classica posizione che viene in mente pensando all’allattamento al seno. Consiste nel sedersi dritte con il bambino posizionato di lato, la sua testa e il suo collo appoggiati lungo il tuo avambraccio e il suo corpo contro la tua pancia, in una posizione “pancia-verso-mamma”. Sarà utile acquistare un cuscino da allattamento da riporre sul tuo grembo in modo che sostenga il tuo bambino. Se usi un cuscino da allattamento assicurati che non sollevi il bambino troppo in alto; il tuo seno deve rimanere nella naturale posizione a riposo per prevenire capezzoli dolenti e un attacco al seno in tensione.

Posizione a rugby. In questa posizione, tu sei seduta e il bambino è appoggiato lateralmente lungo il tuo avambraccio e sorretto dal cuscino dall’allattamento. Il suo corpo è posizionato al tuo fianco con i piedi rivolti verso la tua schiena. Anche le mamme che hanno subito un taglio cesareo, che hanno avuto un parto gemellare o prematuro oppure che hanno seni particolarmente voluminosi apprezzeranno questa posizione.

La posizione sdraiata di lato è ideale per le poppate notturne e per l’allattamento a letto o sul divano; Tu e il tuo bambino dovete essere distesi sul fianco, uno accanto all’altra, pancia contro pancia. Può risultare scomoda in caso di taglio cesareo o punti di sutura.

Allattamento al seno reclinato dopo un parto cesareo. Se hai avuto un parto cesareo e non riesci a trovare una posizione comoda per l’allattamento, questa ti potrebbe aiutare. Sdraiarti con il corpo del bambino appoggiato alla spalla ti permetterà di allattare comodamente senza applicare peso o pressione sulla ferita; potresti anche provare a farlo distendere al tuo fianco.

Allattamento al seno in posizione verticale o a koala. Nella posizione verticale o a koala il bambino è seduto a cavalcioni sulla tua coscia o sul tuo fianco, mantenendo schiena e testa dritte mentre si nutre. Puoi optare per questa posizione con un neonato, offrendogli però molto sostegno, oppure con un bambino più grande capace di stare seduto da solo. La posizione verticale o a koala risulta spesso essere la posizione di allattamento più comoda per i bambini che soffrono di reflusso o di infezione all’orecchio.

3.Parla con i consulenti

Potrebbe passare un po’ di tempo prima che tu ti senta sicura. Puoi chiedere a un operatore del punto nascita, del consultorio o di un gruppo di sostegno di aiutarti con l’allattamento al seno. Ricordate che dopo la dimissione, le Ostetriche offrono un servizio di sostegno all’allattamento. Sono disponibili per consulenze telefoniche o appuntamenti. Chiedete supporto in casi difficoltà.

Visita i siti www.unicef.it Ospedali e comunità amici dei bambini e www.lattematerno.it dove troverai altre informazioni sui servizi a tua disposizione.

Altre info su:

4.Prenditi cura dei tuoi capezzoli

Asciuga i capezzoli e impiega coppette assorbilatte usa e getta o lavabili per assorbire eventuali perdite di latte, in quanto le infezioni tendono a prosperare in condizioni di umidità. utilizza creme antiragadi o olio vea, o alcune gocce del tuo latte. Puoi anche provare con dei cuscinetti idrogel estratti direttamente dal frigorifero. Queste medicazioni per i capezzoli donano una sensazione di freschezza all’area interessata e alleviano istantaneamente il dolore causato dall’allattamento al seno, creando condizioni di guarigione ideali. I proteggi capezzolo evitano che gli indumenti sfreghino contro le zone dolenti.

Spero che ti siano state utili queste informazioni. Scrivimi a valeria@laprimanina.it o contattami attraverso i social per condividere esperienze, saperne di più o avere il giusto supporto.

Se vuoi approfondire gli argomenti: iper-produzione di latte (ingorghi, mastite, spremitura manuale); ipo-produzione di latte (come aumentare la produzione); Conservazione e materiali utili, puoi leggere qui -> Montata Lattea – Produzione e Conservazione del Latte Materno

Se per qualche motivo sei interessata a smettere di allattare trovi tute le informazioni qui -> Come smettere di allattare

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Come smettere di Allattare

Faccio di nuovo la premessa che sono davvero sconvolta del fatto che esistano gruppi di sostegno sull’allattamento al seno ma non esistono supporti per le donne che decidono di smettere e si debba passare per il ginecologo e il medico che quasi ti fanno sentire una reietta.

Detto ciò vorrei sottolineare che in caso non vi siano problemi di qualsivoglia genere l’allattamento è vivamente consigliato fino ai 6 mesi di vita del piccolo, quindi se avete scelta rimandate a dopo tale data questa pratica.

Non dirò di indagare sulle motivazioni ne sulle possibili conseguenze perché se siete arrivate a questo post la scelta è già stata compiuta quindi il mio compito in questo caso sarà spiegarvi come farlo progressivamente e senza traumi.

Esistono due metodi per smettere di allattare:

Il primo è il metodo naturale e il secondo e tramate farmaco.

In caso di produzione di poco latte NON è necessario in prima battuta assumere farmaci di alcun tipo.

Invece in caso di latte abbondante starà a voi scegliere ovviamente con l’ausilio e il supporto del vostro medico curante, poiché il percorso “naturale” potrebbe risultare essere più lungo e più doloroso.

Metodo naturale per smettere di allattare

Io ho adottato questo metodo perché come ho detto diverse volte, per varie ragioni dopo un mese producevo già pochissimo latte durante il giorno. Secondo il parere del mio ginecologo in questi casi non è necessario ricorrere a farmaci. Avrei dovuto chiamarlo e farmi prescrivere le pillole solo in caso di seno dolorante o febbre.

Il mio percorso è durato circa una decina di giorni, ho avuto il seno dolorante per un 3/4 giorni e ho dovuto massaggiarlo e spremerlo sotto la doccia, ma solo il tanto che bastava per sciogliere i nodulini, dopodiché è rimasto teso per qualche giorno e man mano è andato a diminuire.

A distanza di due settimane dallo stop, il seno risulta molle al tatto, e non ci sono più tracce di latte.

Procedere con questo metodo è molto semplice.

Diminuire le poppate in modo graduale e non repentino per due ragioni fondamentali. La prima è quella di evitare la formazione di ingorghi mammari, che potrebbero evolvere in mastiti e la seconda per evitare una sofferenza eccessiva al bambino. Nel concreto vi darò alcuni consigli di vitale importanza:

  • Elimina per prime le poppate meno importanti. Procedere con gradualità significa eliminare poco alla volta alcune poppate della giornata, fino ad arrivare a eliminarle del tutto. Le poppate più difficili da eliminare sono quelle della sera e della notte quindi saranno le ultime ad essere sostituite.
  • Non offrire il seno, se non c’è richiesta. Un errore ricorrente è utilizzare il seno come calmante ma adoperate i ciucci per questa ragione.
  • Non cedere alla richiesta del seno. Se avete preso la decisione di smettere sarà meglio non destabilizzare il bambino con cambi di decisione. I bambini sono abitudinari prima di tutto dovranno accettare la nuova routine. Se ha fame proponete il biberon e se vuole tranquillizzarsi il ciuccio. Ci vuole ovviamente sia fermezza che buonsenso. Deve essere un percorso graduale proprio per essere abitato nel momento di stop definitivo.
  • Svuotare il seno al bisogno. Ovviamente i primi giorni dovrete farlo più frequentemente ma fate attenzione a non esagerare con le spremiture, dovrete effettuarle solo quanto basta per togliere la tensione e il rossore. Controllare attraverso un auto palpazione che non ci siano nodini in quel caso massaggiare, scaldare il seno con impacchi o sotto il getto caldo della doccia può bastare per far fuoriuscire quel poco latte che basta a far passare un possibile piccolo ingorgo. Meglio procedere con la spremitura manuale che con il tiralatte che potrebbe iperstimolare il seno. Quando il seno inizia a sgonfiarsi non continuare a stimolarlo.
  • Un ulteriore consiglio che ritengo utile è stato quello di indossare un reggiseno di taglia più piccola. Recenti studi hanno evidenziato che fasciare il seno, come consigliavano anni fa, è pericoloso perché la compressione comporta il rischio di ingorghi e mastiti. Indossando un reggiseno più piccolo o una maglia molta aderente non comporta una restrizione così limitativa come una fasciatura ma assolve la funzione per la quale è stata indossata.

Metodo con pillole per smettere di allattare

Come già detto, nel caso in cui al momento di interruzione, la montata sia ancora piena in tutto il suo vigore o siano trascorsi già molti mesi, l’interruzione con il metodo naturale potrebbe durare anche 1 o 2 mesi prima della cessazione definitiva. Per questa ragione o anche nel caso vi sia un interruzione di gravidanza è spesso consigliato da subito il ricorso al farmaco.

Il medicinale in questione è il Dostinex, questo serve sia per inibire che per interrompere la normale produzione di latte materno:

Per inibire (ma non interrompere del tutto), la lattazione, si consiglia una dose pari a 1 mg al giorno (pari a due compresse in unica soluzione, da assumersi dopo il pasto) iniziando dal primo giorno dopo il parto.

Per far cessare del tutto la lattazione, invece, la dose di Dostinex rimane la stessa ma la somministrazione cambia. Si consiglia l’assunzione di mezza compressa (pari a 0,25 mg) ogni 12 ore per due giorni.

La somministrazione avviene sempre a stomaco pieno e durante tutta la cura è assolutamente indispensabile il continuo monitoraggio da parte del medico, visto che si tratta di un medicinale che può dare ipersensibilità ed effetti collaterali.

Durante la cura a base di Dostinex nelle donne si ripristina l’ovulazione e quindi la possibilità di concepire. Va da sè che in caso di gravidanza la somministrazione del farmaco deve essere immediatamente sospesa

Tutto sul latte artificiale – Quando e come utilizzarlo

Vorrei fare una premessa.

Questo consiglio ve lo do per esperienza personale: Acquistate tutto l’occorrente per preparare il latte artificiale già alla nascita del piccolo, non sono soldi buttati, più avanti in un modo o nell’altro vi tornerà sicuramente utile anche se allattate al seno, e tenete in casa sempre almeno un ciuccio.

Informatevi prima come si prepara il latte (lo trovate anche in questo articolo), imparate a sterilizzare e ad assemblare i biberon e comprate una confezione di scorta nel caso vi rendiate conto nel bel mezzo della notte che il bimbo non mangia a sufficienza perché non avete latte e piange disperato per la fame, vi garantisco che in quel momento non vorreste trovarvi a dover ancora leggere le istruzioni.

Quando mi è capitato non sapevo che fare e vi assicuro che calmare un bambino che ha fame quando non puoi dargli da mangiare è molto difficile, ricordo benissimo quel giorno, credo fosse il 4° o 5° dal rientro a casa, fino ad allora era sempre stata molto tranquilla, un angioletto ma quella sera è stata un incubo.

A parte che mi ci è voluto un po’ per capire che aveva fame avendole dato il seno poco prima, credevo fossero coliche, solo il pediatra mi ha illuminato dicendomi che la sera il seno produce meno latte e quindi era possibile che non mi uscisse più nulla.

Sono andata nel panico, inoltre il pianto ininterrotto a cui non ero ancora abituata mi faceva impazzire, ero sola, insomma un inferno finché non è tornato mio marito dalla farmacia di turno con il latte e credetemi se fosse arrivato con un diamante non sarei stata così contenta come per il latte.

Quando e come utilizzare artificiale

L’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda l’allattamento materno esclusivo per i primi sei mesi di vita e consiglia di mantenerlo, pur introducendo per gradi altri alimenti, fino almeno a tutto il primo anno.

Ci sono rari casi però, in cui allattare non è possibile o bisogna integrare il latte materno con quello artificiale: che è poi latte di mucca, trattato per diventare il più simile possibile a quello della mamma.

Ma non illudiamoci: non diventerà mai davvero uguale.

Nei casi in cui il calo ponderale fisiologico supera il 10% o se all’arrivo della montata il lattante non si è ancora attaccato correttamente, o se la crescita non risulta adeguata è probabile che il vostro pediatra consigli di dare un aggiunta di latte artificiale.

Se l’aggiunta viene somministrata ad ogni poppata, non si saprà effettivamente quanto mangia il neonato, quindi questo metodo non è consigliato in caso di prematuri o neonati con peso molto basso.

Una seconda possibilità è quella di tirarsi il latte con un tiralatte, continuando comunque ad attaccare il bimbo al seno per stimolare la montata. In tal caso sarà opportuno alternare il latte materno (al raggiungimento della dose necessaria) a quello artificiale.

Quando l’allattamento al seno non è possibile, va usato latte in polvere almeno fino ai 6 mesi di età del bambino (Formula 1). Successivamente è preferibile continuare con un latte di “proseguimento” (Formula 2), liquido o in polvere, per tutto il primo anno di vita.  In caso di bambini con esigenze particolari si possono scegliere le formule speciali (ad esempio formula 0 per bambini prematuri).

Uno schema classico prevede come numero dei pasti, fino al terzo mese del bebè 6 pasti  che orientativamente possono coincidere con 6 -9.30 – 13 – 16.3 – 20 – 23.30;

intorno al quarto mese si passa a 5 pasti: 6 -10 -14 -18 -22;

solitamente all’inizio del quinto si passa ai 4 pasti: 7.30 – 11.30 – 16.00 – 20.00

e al 6 si ridurranno a 2 con l’inizio dello svezzamento.

Indicativamente le dosi da seguire sono quelle sulle confezioni di latte ma per chiarire meglio riporto la tabella dell’ospedale per il primo mese:

 

ml per pasto 20 30 40 50 60 70 80 90 100 110 120
Giorni di vita 3 4 5 6 7 8 9 10 15 20 30

 

Il fabbisogno è calcolabile con la seguente formula: q=(160 x p) /n

Dove q è la quantità di latte per pasto, espressa in ml, p è il peso del bambino in kg e n il numero dei pasti giornalieri. 160deriva dal fabbisogno calorico del bambino in riferimento calorico del latte, in ogni caso se il bambino dovesse essere affamato non superare q=(200 x p) /n.

Dopo la poppata è consigliare tenere il neonato in posizione eretta per circa 15-20 minuti.

Preparazione del latte artificiale

Vi riporto le istruzioni corrette per la preparazione del latte artificiale in polvere e successivamente vi dirò il mio metodo per prepararlo nel più breve tempo possibile. Ovviamente se utilizzate il latte artificiale liquido basterà scaldarlo o con lo scaldabiberon o a bagnomaria, prestando attenzione a non metterlo in acqua a temperatura maggiore di 70°.

Anzitutto bisogna ricordarsi che occorre preparare una singola poppata per volta ed eventualmente eliminare il contenuto se non è stato consumato entro due ore.

  • Lavarsi le mani con acqua e sapone e poi asciugarle.
  • Versare l’acqua in un contenitore ben pulito e portarla a bollore.
  • IMPORTANTE: aggiungere la polvere quando la temperatura dell’acqua è a 70 gradi; in pratica coprire il contenitore con un coperchio dopo l’ebollizione e attendere non più di 30 minuti. Questa temperatura uccide i batteri presenti nella polvere. Questo è il passo più importante nella preparazione del latte in polvere, perché non è garantito che il latte in polvere sia sterile
  • Mettere in un biberon sterilizzato la quantità di acqua necessaria per sciogliere la polvere.
  • Aggiungere l’esatta quantità di polvere indicata nella confezione; non bisogna mai aggiungere una quantità diversa (in più o in meno) da quella indicata.
  • Chiudere il biberon e agitare bene il contenuto.
  • Raffreddare rapidamente il latte mettendo il biberon in un recipiente con acqua molto fredda. I batteri si moltiplicano rapidamente tra 7 e 65 gradi. Più a lungo il latte si trova a questa temperatura, maggiore è il rischio di aumentarne il contenuto di batteri e quindi il rischio che il bambino possa contrarre un’infezione
  • Controllare la temperatura facendo cadere qualche goccia di latte sul dorso della mano e sentire che è tiepida.

Questo è quanto è scritto dietro le confezioni per la preparazione del latte. Ora io vi sfido quando avete fra le mani un bambino urlante perché ha fame, di far bollire l’acqua e attendere 30 minuti che arrivi a 70°. Le possibili soluzioni che ho trovato io sono le seguenti:

  • Acquista uno Scaldabiberon : porterà la temperatura dell’acqua alla temperatura corretta
  • Acquista un termometro da alimenti: potrete spegnere il gas prima del bollore al raggiungimento della temperatura corretta
  • Non badate alla temperatura dell’acqua e fate il latte quando l’acqua è bollente. Questo è il metodo che ho sempre utilizzato io, probabilmente alcune vitamine e minerali li perderà ma il metodo è a prova di pianto.

Io metto nel biberon in quest’ordine un po’ di acqua bollente, il latte in polvere e miscelo dopodichè aggiungo acqua a temperatura ambiente fino alla dose corretta.

Per scaldare l’acqua (parlo dell’acqua non del latte) utilizzo il microonde, invece quando uscivo o  faceva la poppata notturna,  la sera riempivo il termos così di notte non dovevo scaldare neanche l’acqua. Se è pieno e ben chiuso, l’acqua manterrà una temperatura superiore ai 70 gradi per diverse ore. Il Termos da viaggio deve essere lavato accuratamente e risciacquato con acqua bollita prima di riempirlo.

Fate attenzione che ogni misurino di latte fa aumentare la quantità di latte nel biberon di 3ml

( es. 7 misurini sono circa ml in piu’rispetto alla dose)

 

Età Misurini Acqua Latte TOT Numero Biberon
1-2 Settimane 2 60 ml 70 ml 6-7
3-4 Settimane 3 90 ml 100 ml 6-7
2° Mese 4 120 ml 130 ml 5-6
3° Mese 5 150 ml 170 ml 4-5
4° Mese 6 180 ml 200 ml 4-5
5° Mese 7 210 ml 230 ml 3-4
6° Mese 7 230 ml 230 ml 2-3

La scelta del latte artificiale

Ho scritto una serie di consigli utili per la scelta del latte aritficiale, rispariamiando (anche non poco) senza rinunciare alla qualità e alla sicurezza. Trovi tutto nel post “La scelta del latte artificiale”