Dentizione: sintomi e rimedi quando al tuo bambino sta per nascere il primo dentino

Buongiorno mamme, allora dove eravamo rimaste…?

Ah sì, avevamo superato lo step dei primi 3 mesi tempo dopo il quale, ho sentito dire, doveva avvenire una specie di miracolo, il bimbo o la bimba in questione si sarebbe dovuto mettere a dormire, basta coliche o disturbi incomprensibili… ahimè però ciò non corrisponde proprio al vero…sicuramente il bebè dovrebbe ormai avere assunto dei ritmi un po’ più regolari sia nel mangiare che nel dormire, le coliche man mano si stanno attenuando, insomma apparentemente tutto bene ma un giorno potrebbe capitare qualcosa di inaspettato che può cambiare i ritmi guadagnati duramente.

SINTOMI:

A volte possono comparire sintomi quali arrossamento e irritazione della pelle delle guance, del mento, del collo e del sederino, febbre, inappetenza, disturbi gastrointestinali (causati da una temporanea diminuzione delle difese immunitarie) ma soprattutto i segnali caratteristici sono: irritabilità, sonno disturbato con frequenti risvegli e smani di mordere qualsiasi cosa.

A quel punto dopo aver escluso che abbia fame o altro problema evidente, sorge un dubbio… ma è possibile? Non è presto? I dentini cominciano a spuntare più avanti. E invece non è proprio così.

Ogni bambino è differente!

La comparsa del primo dente avviene mediamente intorno al 6° mese di vita, tuttavia, non tutti i bimbi vedono spuntare i dentini nei periodi prestabiliti dalle tabelle dei pediatri in alcuni possono comparire addirittura al 9°-10° mese e in altri, sia pure molto più raramente, avviene molto prima già intorno al 4°-5°, senza costituire un’anomalia (la dentizione infatti è regolata da fattori ereditari).

C’è da dire inoltre che non tutti soffrono particolarmente ogni volta che un nuovo dente spunta dalle gengive

Già verso il 3° mese, si può cominciare a notare, che il bambino si mette a “fare le bave”. Questo fenomeno è dovuto sia alla maturazione dell’attività delle ghiandole che producono la saliva sia al fatto che il bambino non ha ancora imparato a deglutire la saliva. Questo fenomeno è spesso associato all‘inizio della dentizione, poiché l’irritazione delle gengive stimola, come conseguenza, una maggiore salivazione. Non corrisponde, invece, a una reale condizione dello sviluppo dentario del bambino, bensì più a una credenza popolare, la cosiddetta “duplicazione delle gengive” cioè la sensazione che il bordo gengivale del bambino si raddoppi per poter lasciare spazio all’eruzione dei denti.

A prescindere dalle tradizioni, una cosa è certa: la dentizione è un processo lungo e a volte fastidioso che il neonato inizia a sviluppare a partire dal 3°- 4° mese di vita e si completa, nella dentatura da latte, intorno ai 3 anni.

RIMEDI:

è proprio a causa della pressione sulle gengive esercitata dai denti, la causa dei fastidi dei bambini. La mia filosofia è intervenire nel modo più naturale e meno invasivo possibile, quindi i miei consigli tenderanno su questa direzione.

GIOCHI DA MORDERE: SÌ

E’ stato dimostrato che mordendo qualcosa i bimbi riescono a trovare sollievo, pertanto, in questa fase e in quella successiva della vera e propria dentizione, possiamo dargli sollievo offrendogli il ciuccio o i massaggiagengive creati appositamente a questo scopo, anche un massaggio con le dita (ben lavate) sulle gengive può alleviare il fastidio. Un altro buon sistema, non dispendioso, è quello di mettere un fazzoletto di cotone umido nel freezer per un’oretta e poi darlo al bambino da succhiare e per aumentare l’effetto calmante, è possibile anche immergerlo in camomilla non zuccherata.

Per chi optasse per i massaggia gengive, più comunemente definiti “DENTARUOLI” è bene dire che possono essere di silicone al 100%(morbido), oppure contenere acqua o gel necessario per l’azione refrigerante che effettuano, se tenuti nel frigo o nel freezer per essere raffreddati prima di usarli. Il freddo ha un effetto anestetizzante, che in generale aiuta a dare sollievo alle gengive gonfie. Ne esistono di diverse tipologie, specifiche per ogni periodo di crescita.

I massaggiagengive per la prima fase della dentizione, per esempio, si adattano delicatamente alla bocca per non procurare danni di nessun tipo al palato e per alleviare il fastidio procurato dai dentini che crescono nella parte frontale. I massaggiagengive da utilizzare nella seconda fase sono invece più grandi, realizzati in modo da limitare i fastidi provocati dai denti che spuntano nella zona mediana della bocca.

Per l’ultima fase, troviamo oggetti ancora più grandi, che permettono di intervenire sui denti che spuntano nella zona posteriore della bocca. Consiglio pertanto di scegliere un massaggiagengive che sia maneggevole e che sia adatto per la sua età, altrimenti potrebbe non risultare gradito. In commercio ce ne sono diversi validi, in cui è riportata appositamente l’età di riferimento, quindi in questo caso il mio indirizzo non è tanto sulla marca ma più orientato a seguire i mesi sulla confezione che in questo caso sono abbastanza fedeli per le esigenze del piccino, un altro elemento importante per la scelta è la leggerezza e maneggevolezza sia per voi che altrimenti dovreste tenerglielo sempre in bocca, sia per il piccolino che preferisce maneggiare personalmente, inoltre comincerà ad abituarsi a portare correttamente gli oggetti alla bocca.

Infine vi posso dire che non ho trovato dati sulla composizione del gel refrigerante all’interno dei massaggiagengive che è però garantito come atossico, la sua particolare consistenza permette di mantenere il freddo più a lungo, ma io per eccesso di precauzione ho preferito non acquistarlo, poiché nel caso si rompessero la bimba che non ha ancora provato altre consistenze oltre a quella liquida del latte si troverebbe con del gel in bocca e per i miei livelli di preoccupazione ho preferito dirottare la mia scelta altrove.

Esistono anche dei particolari ciucci apribili nei quali è possibile introdurre della frutta…a partire dal 4 mese infatti alcuni pediatri cominciano ad introdurre gli omogeneizzati di frutta, i più rigorosi invece ritengono che lo svezzamento debba iniziare a 6 mesi. Questi ciucci possono essere in silicone con dei forellini (sterilizzabile) o in rete lavabile (a mio avviso, meno igienico), con il duplice scopo quindi di introdurre cibi solidi in modo sicuro (i fori non consentono pezzi di cibo attraverso il quale potrebbero indurre soffocamento) e alleviare il dolore alle gengive unendo l’efficacia del fresco al sapore della frutta.

E’ possibile che il primo modello acquistato non sia quello di gradimento per il vostro piccolino, per forma o consistenza, vi consiglio di acquistare su Amazon per tempo, così senza problemi di tempistiche, riuscirete a trovare dentaruoli validi e di diversi tipi, a poco prezzo.

Di seguito vi elencherò alcuni che ho utilizzato:

Il primo l’ho acquistato e nonostante la consegna non immediata è il prodotto che ho pagato meno e che la mia piccola ha gradito di più, non ha una marca famosa ma è uguale a quelli della Tinabless con un costo decisamente inferiore. Qui per acquistarlo

Questo me lo hanno regalato, anche questo è stato molto gradito, soprattutto per la maneggevolezza. Ha diverse misure per i ciucci che si possono cambiare in base alla crescita della piccola, inoltre questo modello è dotato di tettarelle in silicone e non di rete, decisamente più igienico, lo trovate a questo indirizzo -> https://amzn.to/2PgEd6l

Questo l’ho acquistato ma la mia bimba non l’ha apprezzato molto, primo perché non riusciva a tenerlo in mano in autonomia e secondo per il materiale che per lei risultava essere troppo duro, eppure mi è stato molto consigliato, evidentemente per la mia bimba il fatto che non riuscisse a usarlo in autonomia è stato un deterrente. Lo trovate a questo indirizzo -> https://amzn.to/2UYBQdZ

PRODOTTI OMEOPATICI: SÌ

Anche l’omeopatia rappresenta un valido aiuto, naturale ed innocuo, di dare sollievo al piccolo durante questo evento fisiologico della sua vita. Mi è capitato di seguire le indicazioni presenti sul sito della Dott.ssa Alessandra Turconi, laureata in Medicina e Chirurgia e specializzata in Pediatria all’università di Milano, Omeopata e Pediatra di Famiglia; la dott.ssa Turconi si interessa di salvaguardia della salute dei bambini e alla prevenzione in generale, con una particolare attenzione alla medicina naturale e all’alimentazione in età pediatrica.

Riporto il link di quanto da lei scritto in merito alla dentizione: http://lamiadottoressa.it/index.php/i-miei-articoli/

Esistono anche in commercio, sia preparati “compositi”, ossia contenenti più rimedi omeopatici, in formulazione sia in granuli che in fiale; sia prodotti in gel da applicare 4-5 volte al giorno.

A me personalmente sono state consigliate da diversi pediatri le fiale di CAMILIA , composta da Belladonna 5CH – 333,3 mg; Chamomilla vulgaris 9CH – 333,3 mg; Ferrum phosphoricum 5CH – 333,3 mg; Eccipiente acqua purificata, contiene inoltre tre sostanze attive, tradizionalmente utilizzate dalla farmacologia omeopatica nel trattamento sintomatico dei disturbi della dentizione: Chamomilla vulgaris, Phytolacca decandra e Rheum. Chamomilla agisce sull’infiammazione, calmando il dolore e l’irritabilità del piccolo. Phytolacca calma la smania di mordere e il fastidio che il bimbo lamenta alla gengive. Infine, Rheum è indicato per la diarrea e le coliche dolorose che si possono manifestare durante la dentizione.

E’ un rimedio omeopatico pertanto non a tutti i bimbi garantisce effettivamente il risultato ma nel contempo è privo di effetti collaterali e non ha controindicazioni particolari, è bene comunque informare il proprio pediatra. Si tratta di una soluzione completa e sicura io le ho usate e mi sono trovata bene, poiché ancora non si parla di dentizione e dolore ma bensì di fastidio, infatti sono consigliate i giorni in cui il piccolino è particolarmente irritabile, in questi casi aiutano a rilassare il bambino e attenuano il male ma in caso di dolori acuti sicuramente sono da associare a qualcosa di più forte. Diciamo che in questa prima fase in cui la gengive si sta solo preparando possono essere un valido aiuto.

Un altro prodotto omeopatico è il KINDIVAL, buono anch’esso, ma quest’ultimo come eccipiente ha la saccarina cioè zucchero, che senz’altro male non fa, ma non lo rende ideale per la salute dei dentini e a parità di efficacia, mi sento di consigliare Camilia.

Per quanto riguarda le paste da mettere direttamente sulle gengive, un altro prodotto naturale di cui si sente parlare spesso, più per sentito dire che per consiglio medico, è il MIELE ROSATO che a differenza del miele da banco è depurato per surriscaldamento e non ha rischio di botulino ma è sconsigliato per i bambini sotto l’anno di età, perché potrebbe provocare l’insorgere di carie. Questo è il motivo per cui anche prodotti come il DENTINALE anch’esso molto consigliato, è a mio avviso da utilizzare solo in caso di emergenza assoluta poiché anch’esso ricco di zuccheri.

Diverse mamme mi hanno invece consigliato un BALSAMO PRIMI DENTI prodotto di origine naturale che calma i fastidi causati dalla dentizione (gengiva gonfia, rossa, infiammata, congestionata ed ipersalivazione) grazie alla presenza di peptidi naturali ad effetto analgesico; non contiene ne’ anestetico ne’ antinfiammatorio di sintesi, è privo di zuccheri ed è utilizzabile ripetutamente più volte al giorno, per questo considerato da loro molto efficace. Per i bimbi che soffrono di dolori dovuti alla dentizione in ogni caso NON si devono usare pomate a base di lidocaina, che possono provocare effetti collaterali seri che arrivano anche alla morte, ad affermarlo una nota dell’Fda, l’agenzia ha ricevuto 22 segnalazioni di effetti avversi dovuti all’ingestione di una quantità eccessiva di lidocaina, dalle convulsioni alle aritmie cardiache, con 11 decessi, probabilmente collegati. In generale, specifica l’Fda, i pediatri non dovrebbero prescrivere farmaci per il dolore dovuto ai denti che stanno uscendo, e i genitori dovrebbero seguire le raccomandazioni dell’American Academy of Pediatrics.

COLLANA D’AMBRA: NO

Queste collanine si possono trovare nei supermercati, nei negozi per bambini, nelle farmacie (In Francia e Svizzera No), su Internet e costano tra i 15 e i 20 euro. Ma sono realmente efficaci?

Secondo alcuni, la pietra d’ambra avrebbe proprietà analgesiche, disinfiammanti e stimolanti del sistema immunitario.
La sostanza contenuta nella pietra che, grazie al surriscaldamento ottenuto dal contatto con la pelle, sarebbe in grado di apportare questi benefici sarebbe l’acido succinico. Iniziamo col dire che sui presunti benefici dell’acido succinico non esistono riscontri scientifici, a sostenere tale tesi oltre le varie ricerche è anche la geologa Elisa Brussich, che sta muovendo una vera e propria campagna contro tali ornamenti. In secondo luogo, se anche si volesse credere a queste proprietà benefiche, va detto che l’acido succinico, che è effettivamente presente in proporzioni tra il 2 e l’8% nell’ambra baltica tanto da essere chiamato “spirito dell’ambra”, viene rilasciato dalla pietra solo a temperature molto elevate. Nel caso delle collanine d’ambra, quindi, non basterebbe il solo calore del corpo umano a far rilasciare questa sostanza. Al contrario, secondo molti pediatri è concreto il pericolo di soffocamento. Isabelle Claudet, capo del dipartimento di Pediatria d’emergenza del Children’s Hospital di Tolosa, in Francia, ha pubblicato nel 2012 uno studio nel quale ha analizzato il motivo per cui, a dispetto dei rischi, molti genitori continuino a mettere le collanine d’ambra al collo dei loro piccoli, la conclusione è stata che, vedendo la sofferenza dei bambini durante il periodo della dentizione, la percezione astratta del pericolo di strangolamento viene “oscurata” dal tentativo concreto di dargli sollievo. E’ assente invece, secondo i commercianti, sia pericolo di strangolamento poiché le collanine hanno una chiusura di sicurezza con un punto di cedimento, e se la collana viene sottoposta a trazione si apre, sia il pericolo di soffocamento, dal momento che le pietruzze sono bloccate una a una sul filo, e quindi in caso di rottura non esiste la possibilità che gli elementi si sfilino completamente, ma il rischio permane per la singola pietra. In conclusione mi sento di sconsigliare tale prodotto essendo a mio avviso, i rischi maggiori dei benefici, ma per chi non fosse giunto alla mia stessa conclusione poiché mamma, nonne, amiche l’hanno utilizzate senza che capitasse nulla, posso consigliare di non metterle attorno al collo ma alla caviglia così esplicherebbero il loro ruolo a riducendo i rischi.

Ricordo infine che, nei rari casi in cui, la dentizione si accompagna alla febbre il pediatra può consigliare un farmaco antipiretico a basa di paracetamolo (TACHIPIRINA) che, oltre a far abbassare la febbre ha anche un’azione antidolorifica, e in caso di diarrea è molto importante reintegrare i liquidi per evitare il rischio di disidratazione infine se il bambino mostra inappetenza è bene non forzarlo troppo evitando soprattutto di offrirgli cibi o bevande troppo calde che aumenterebbero la sensazione di fastidio.

Svezzamento 12-36 mesi: menù + ricette – Parte VI

Quasi tutti i bambini, al compimento del primo anno, iniziano a mangiare quasi la stessa varietà di alimenti degli adulti tuttavia, ancora non hanno i molari e quindi non riescono a masticare.

Alcuni bambini dai 15 mesi in poi riescono già a deglutire piccoli pezzetti di cibo. Altri invece preferiscono ancora le pappe cremose. Assecondate, come sempre, le sue necessità.
In questa fase occorrerebbe iniziare a fare una tabella con un menù tipo della settimana che corrisponda alla dieta mediterranea consigliata anche per gli adulti.

In sette giorni il bimbo consumerà 14 pasti tra pranzi e cene e potranno essere suddivise così:

  • tre o quattro volte a settimana si può proporre un piatto unico formato da cereali e legumi
  • due o tre volte il pesce
  • tre o quattro volte la carne magra
  • una o due volte l’uovo
  • una o due volte il prosciutto cotto
  • una o due volte il formaggio fresco o stagionato

Con elevata moderazione, si potrà aggiungere alla pastina un pochino di sale, rigorosamente iodato. Su questo punto, i pediatri si dividono: per alcuni infatti il sale va somministrato dopo i 3 anni. Per quanto riguarda il latte, il fabbisogno del bimbo a quest’età è di circa 350 grammi nell’intero arco della giornata. Meglio proseguire con il latte di crescita, piuttosto che con quello vaccino, ma anche qui, i pareri dei dottori sono divergenti. Il calcio il bimbo può trovarlo anche nello yogurt e nei formaggi. L’uovo può essere somministrato intero (tuorlo e albume), le verdure devono essere presenti tutti i giorni alla dose di 100 grammi circa e un piatto unico con legumi presente a tavola anche più di una volta alla settimana. Inutile dire che i cibi vietati ai più piccoli sono il cioccolato, i piatti piccanti, i fritti, l’alcool, il caffè e la frutta secca.

Il pasto a questo punto non sarà più unico ma composto da: primo, secondo e contorno.

Potete sfruttare anche i menù dello “Svezzamento 9-11 mesi” ma anche per questa fascia d’età mi sono fatta dare le indicazioni direttamente dall’asilo comunale della mia zona.

Ecco alcuni esempi di pasto:

PRIMO = Cereali (meglio semi-integrali nell’età 6 mesi- 2 anni e successivamente
integrali). Preferire pasta semplice (piuttosto che all’uovo o ripiena), saltuariamente riso, con condimenti
a base di sugo di pomodoro e/o verdure, evitando condimenti ricchi di grassi saturi (burro, panna, pancetta…). Si può abbinare un primo piatto asciutto a pranzo e una minestra la sera. Fusilli al pomodoro e basilico, Passato di verdure con riso, Pasta olio e parmigiano, Minestra di riso e patate, Fusilli con pesto fresco, Brodo vegetale con pastina, Vellutata di ceci con crostini, Lenticchie con pastina, Brodo vegetale con pastina, Gnocchetti sardi al sugo, Riso con ragù vegetale, Mezze penne in bianco, Pasta con cavolfiori, Vellutata di verdure, Vellutata di ceci, Lasagne, Passato di zucca con riso.

SECONDO = Sogliola alla mugnaia, Scaloppine petto di pollo, Polpette di bovino al forno, Fagioli in umido, Fesa di tacchino olio e limone, Fettina di bovino alla pizzaiola , Mozzarella, Merluzzo gratinato, Spezzatino di pollo, Polpette merluzzo al forno, Ricotta, Prosciutto cotto, Sovra cosce di pollo e patate al forno, Platessa in umido, Hamburger di bovino al forno, Bocconcini grana padano, Tacchino, Bocconcini di pollo, Legumi misti in umido, Frittata, Farinata.

CONTORNO = Insalata verde e carote, Purea, Fagiolini Saltati, Zucchine trifolate, Piselli e carote, Erbette all’olio, Carote e patate in insalata, Insalata di pomodori, Piselli in umido, Broccoli al vapore, Dadolata di verdure al vapore, Carote al forno,Frutta fresca di stagione.

MERENDA = Latte freddo e biscotti, Banana e grissini, Yogurt e cereali, Latte caldo con cacao e fette biscottate, Pane e pomodoro, Pane e olio evo, Gelato, Spremuta e grissini, Torta allo yogurt, Torta di mele.

RICETTE: Le varietà di verdure, di carne e di pesce sono variabili in base al gusto e alla stagionalità.

PRIMI PIATTI

Pastina con Pesto

INGREDIENTI: 20 foglie circa di basilico; 1/2 spicchio d’aglio ; olio extravergine d’oliva; 3 – 4 pinoli; 2 cucchiai di parmigiano reggiano fresco; 2 – 3 cucchiai di pastina.

PREPARAZIONE: Frullare anzitutto le foglie di basilico già lavate e pulite, con lo spicchio d’aglio e i pinoli stando particolarmente attenti che sia l’aglio sia i pinoli vengano sminuzzati completamente ridotto molto fine, infine aggiungete il parmigiano reggiano e un filo d’olio ed amalgamare bene il tutto con un cucchiaio.
Cuocere nel frattempo la pastina a fuoco basso a termine cottura condire con un cucchiaino di pesto precedentemente preparato e congelare invece il pesto in eccesso in mono-porzioni da utilizzare di volta in volta a seconda della necessità;

Farinata

INGREDIENTI: 2 tazze di farina di ceci, 4 bicchieri d’acqua, rosmarino

PREPARAZIONE: Versare la farina di ceci in una bull piena d’acqua lentamente e rimestando così che non si formino grumi. Aromatizzare la farinata con del rosmarino fresco sminuzzato finemente.
Lasciar riposare per qualche ora e poi infornare in una teglia bassa e antiaderente possibilmente (tipo quelle da pizza rotonde) a 200 gradi circa finché non sarà completamente solidificata e non vedrete la doratura della parte superiore.

SECONDI PIATTI

Uovo strapazzato e Pomodoro

INGREDIENTI: 10 pomodorini ciliegina, 1 foglia di basilico, 1 pezzetto di cipolla, 1 uovo, 2 cucchiaini di olio extra vergine d’oliva, acqua di cottura dei pomodorini qb

PREPARAZIONE: Lavate i pomodorini accuratamente, fate bollire una pentola d’acqua e quando avrà preso il bollo tuffatevi i pomodorini e toglietegli la buccia. Mettete in padella la cipolla con i pomodorini e fate cuocere sino a che non si disferanno. Infine aggiungete l’uovo mescolando sempre. Terminate con basilico e olio a crudo.

Crocchette di ricotta al forno

INGREDIENTI (8 crocchette): 200 gr di ricotta, 1 uovo piccolo, 1 cucchiaio colmo di Parmigiano grattugiato (circa 10 gr), prezzemolo tritato, 4 fette di pancarré (oppure 80 gr di mollica di pane fresco), 2 fette di prosciutto cotto (circa 50 gr). Per impanare: 1 uovo, pangrattato, farina..

PREPARAZIONE: Sbattete l’uovo e unitevi il prosciutto finemente tritato. Unite la ricotta e il Parmigiano. Frullate il pane per ridurlo in briciole e unitelo al composto . Formate 8 polpette, rotolando piccole porzioni di composto fra le mani umide. Infarinate rapidamente le polpette e impanatele: con una doppia impanatura otterrete un guscio esterno molto solido e non rischierete di vedere uscire tutto linterno delle polpette. (Doppia impanatura: passare 1 nella farina; 2 nell’uovo; 3 nel pangrattato; 4 nell’uovo; 5 nel pangrattato.) Potete anche friggerle, ma queste polpette, se le cuocete per 15/20 minuti nel forno a 200 gradi saranno ottime. Servitele cosi con una insalata, oppure accompagnate con un podi salsa di pomodoro. I bambini gradiranno molto, ma anche i grandi.

Polpette di tonno e zucchine

INGREDIENTI(16/17 polpette): 3 scatolette di tonno sott’olio da 120 gr, 2 zucchine medie, 1 uovo, 75 gr di grana grattugiato, 100 gr di pangrattato, prezzemolo.

PREPARAZIONE: Lavate e tagliate a pezzetti le zucchine e cucinatele a l vapore. Appena morbide, mettetele in un colapasta, scolatele e premetele con una forchetta, in modo che perdano il più possibile l’acqua.
Lasciatele raffreddare. Aprite le scatolette di tonno e fate scolare l’olio. Mettete il tonno in una ciotola e schiacciate con una forchetta. Aggiungete l’uovo, la polpa di zucchine, il grana, il prezzemolo tritato finemente ed il pangrattato. Aggiungete il sale ed un pizzico di pepe e formate delle palline da 40 gr ciascuno. Ricoprite la leccarda con carta forno. Bagnate il fondo con dell’olio extravergine d’oliva e disponete sopra le polpette. Cuocete, rigirandole a metà cottura, per circa 30 minuti a 180°, o comunque fino a quando saran ben dorate. Potrete mangiarle subito calde, oppure fredde

Platessa al pomodoro

INGREDIENTI: 70 g di filetti di platessa, 50 g di pomodorini, un pezzetto di cipolla, un rametto di prezzemolo, un cucchiaino d’olio extravergine d’oliva.

PREPARAZIONE: Lava i pomodorini. Fai bollire in un pentolino un po’ d’acqua e immergici i pomodorini per un minuto. Scola, leva la buccia e togli i semini interni. Sciacqua i filetti di platessa e asciugali con carta assorbente. Lava e trita la cipolla, sciacqua le foglioline di prezzemolo. In una padella antiaderente, sistema i filetti, aggiungi i pomodorini, il prezzemolo e la cipolla tritata, versa mezzo bicchiere d’acqua e cuoci coperto a fuoco basso per circa 10 minuti. Metti nel piatto, irrora con l’olio e servi al bimbo.

Zucchine Ripiene

INGREDIENTI: 100 g di zucchine, 100 g di crescenza, 50 g di ricotta, 2 cucchiai di pangrattato, 2 cucchiaini di formaggio grattugiato tipo grana, un cucchiaio di olio extravergine d’oliva

PREPARAZIONE: Lava e spunta le zucchine, tagliale a metà per il lungo e falle bollire in una pentola con un po’ d’acqua per 15 minuti. Togli un po’ di polpa centrale dalle zucchine cercando di non rovinare i bordi. Metti la polpa in un frullatore per l’infanzia insieme alla crescenza, alla ricotta e a un cucchiaino di formaggio tipo grana. Frulla fino a ottenere un composto omogeneo. Mescola la crema ottenuta con il pangrattato e riempi le barchette di zucchine con questo composto, cospargi con l’altro cucchiaino di formaggio e con l’olio. Adagia le zucchine ripiene su una teglia ricoperta con carta da forno e falle gratinare in forno a 180° C per 15 minuti circa. Servi tiepide.

Tortino con Patate

INGREDIENTI: 80 g di filetto di nasello, 100 g di patate, 20 g di latte, 5 g di pangrattato, un cucchiaio di formaggio grattugiato tipo grana

PREPARAZIONE: Lava, sbuccia le patate e tagliale a pezzetti; sciacqua il nasello. Metti il cestello per la cottura al vapore in una pentola con due dita d’acqua e adagia all’interno le patate a pezzetti e il pesce. Cuoci per mezz’ora, poi versa tutto in una zuppiera. Aggiungi il formaggio grattugiato e il latte e mescola il tutto. Travasa il composto in una piccola teglia rivestita con carta da forno, cospargi con il pangrattato e fai dorare per 10 minuti in forno preriscaldato a 180° C.

Scarica la guida completa sullo svezzamento

Sviluppo nei primi 12 mesi : consigli, metodi, primi giochi

Personalmente amo, amo, amo il Metodo Montessori.

Anche se la stessa Montessori non amava chiamarlo “metodo”, la sua proposta didattica infatti, si basa sull’indipendenza, sulla libertà di scelta del percorso educativo e sul rispetto per il naturale sviluppo fisico, psicologico e sociale del bambino.

Maria Montessori diceva: “l’educazione è un processo naturale effettuato dal bambino, e non è acquisita attraverso l’ascolto di parole, ma attraverso le esperienze che
lui stesso fa nell’ambiente”

Da quando sono mamma, ho scoperto che la maggior parte dei libri fornisce criteri per la scelta dei giocattoli legati alla fascia d’età.

Ci sono delle fasi di crescita ricorrenti: intervalli temporali in cui i bambini tendono ad acquisire determinate capacità, ci tengo a sottolineare che lo schema che segue è indicativo, ciascun bambino segue i propri tempi e i propri ritmi.

Vorrei però ribadire il concetto che questo tipo di riferimenti servono solo come guida generica, è fondamentale sapere che tra bambini normali esistono differenze enormi sulle capacità e le tempistiche di apprendimento, il vostro bimbo raggiungerà i vari stadi evolutivi con i suoi tempi (e questa affermazione è molto “montessoriana” se così si può dire) voi dovete solo stare ad osservare e adeguarvi a proporgli dei compiti fisici e mentali che i piccoli possano eseguire traendone piacere, non deve essere ne un lavoro ne tantomeno una tortura.

In altre parole è importantissimo, invece di guardare il cosa si dovrebbe fare a quell’età, instaurando una sorta di gara con i coetanei, osservatelo e assecondatelo nel loro sviluppo individuale.

Di fatto, proprio il movimento e la scoperta di quello che può fare con il suo corpo rappresentano per ogni piccolo la sfida principale durante il primo anno di vita. Ecco perché è così importante non costringere il bimbo tutto il giorno dentro seggiolini, box, lettini con sbarre che lo limitano.

È invece opportuno stimolarlo con semplici giochi e attività.

0-1 mesi

  • Vedere gli oggetti a 20-25 cm di distanza senza però metterli a fuoco o distiguerne i colori
  • Seguire gli oggetti lentamente con gli occhi a distanze ravvicinate
  • Mimare semplici espressioni del viso e, quando gli si parla, osservare intensamente
  • Tiene i pugnetti chiusi

GIOCHI

  • Fissano particolarmente volentieri delle linee, hai suoi occhi le linee rette appaiono in movimento perché la retina non è ancora fissata. Con un pennello nero traccia delle linee rette su un cartellino bianco questo gli fornirà un fuoco importante per la sua visione ancora confusa e bidimensionale. Attenti ai colori, quelli primari sono stimolanti mentre quelli pastelli calmano
  • Se desiderate comprare un giocattolo per il nuovo arrivato una scatola che ricrea i rumori del grembo materno da mettere nella culla. Anche un carillon con una semplice ninna nanna soft.

2 mesi (8 settimane)

  • Mantenere la testa dritta in maniera più stabile se messo a pancia sotto.
  • Comincerà a vedere in tre dimensioni e comincerà ad avere una postura leggermente più erette.
  • Comincia a sorridere in risposta al sorriso di un adulto, segue con gli occhi i vostri movimenti, e inizia le prime vocalizzazioni.
  • Mostra eccitazione agitando le braccia e le gambe
  • È in grado di capire che ad un evento particolare ne segue un altro

GIOCHI

  • Può iniziare a toccare, battendolo, un oggetto colorato appeso davanti a lui e ha la forza sufficiente per stringerlo se gli viene posto tra le mani. Questo potrebbe essere il momento buono per acquistare una Sdraietta o un Dondolo con i giochi da osservare e toccare e delle piccole giostrine mobili che si possono applicare sulla culla.
  • I neonati sorridono ai disegni che raffigurano volti umani. Le linee rette del primo mese diventeranno linee curve, cerchi e semplici figure come una casa una faccia sorridente è possibile anche mettere lo specchietto nella culla quando un piccolo sorride lo specchio di rimando il sorriso.

3 mesi

  • Comincia a riconoscere volti e oggetti familiari, anche a distanza.
  • Riesce a seguire gli oggetti in movimento e attivare la coordinazione occhio mano afferrarli, scuoterli e portarli alla bocca. bambino che è in grado di afferrare gli oggetti cosa che si verifica intorno ai 3 mesi e qualsivoglia oggetto finisce in bocca ora il piccolo può anche
  • Sollevare il mento e fare dei piccoli gorgheggi.
  • Disteso a pancia in giù è capace di sostenersi sui gomiti e di sollevare il busto
  • Gira la testa nella direzione di un suono e vi osserva mentre parlat

GIOCHI

  • Il suo passatempo preferito siete voi ma vanno bene anche altre cose semplici e reattive che fanno rumore e piacevole al tatto come pupazzetti di gomma con sonagli. Attirerà la vostra attenzione con un colpo di tosse quando si stuferà e lascerà cadere giocattolo.
  • Da 3 fino a sei mesi proponete sempre la stessa filastrocca, alla fine la adorerà.
  • Potrebbe essere il momento ideale per creare uno spazio a lui dedicato, luogo che diventerà piacevole anche per il gioco quotidiano insieme al genitore. Ideale sarebbe l’acquisto di comode palestrine con i giochi incorporati che li stimoleranno.

4-5 mesi

  • Riconosce volti familiari e comincia a comportarsi in modo diverso dal solito quando si trova con estranei.
  • Gli piace giocare con gli altri, soprattutto i genitori.
  • Inizio della mobilità del bambino che comincia a rotolare su se stesso a pancia in giù.
  • Potrebbe iniziare ad avere fastidio alle gengive
  • Sorride agli altri bambini-e alla sua immagine riflessa!
  • È in grado di fare più cose contemporaneamente ad esempio, vocalizzare e cercare di compiere un’azione.
  • Per esplorare il suo mondo, inizierà a vocalizzare per riferirsi agli oggetti

GIOCO

  • Gli piace guardarsi allo specchio, quindi potrete giocare a fare espressioni buffe per attrarre l’attenzione del tuo bambino sulla tua immagine riflessa
  • Visto i probabili dolori ai denti potete acquistare dei giochi che si possano anche mordere o mettere nel frigorifero per alleviargli il fastidio.
  • le palestrine potrebbero cominciare a essere strette sarebbe utile creare una zona confortevole sul pavimento, con un tappeto o una coperta, dove lasciare il bebè libero di muoversi. il bambino si tra preparando a girarsi su sé stesso e aiutarlo nei primi tentativi non fa altro che dargli la giusta motivazione per continuare a provare. Io faccio ancora adesso l’impasto cioè la tratto come se stessi facendo un rotolo con l’impasto della pizza.
  • continuerò ad amare i giocattoli che fanno rumore. Seleziona una serie di oggetti diversi che fanno rumore come qualche giochino, un campanellino, della carta da arricciare, dei contenitori da colpire con un cucchiaio, etc. Mostrali uno dopo l’altro al tuo bambino e poco a poco porgiglieli affinché possa produrre anche lui il rumore
  • un’altra cosa che lo diverte giocare con piccole forme geometriche come cubi sfere triangoli che ci crediate o meno girando e rigirando le cerca di capire come sono fatte sentire le differenze alcune ricerche sappiamo che i bambini molto piccoli sono in grado di distinguere le forme geometriche con la bocca per fino a un mese di vita e lavoratori sono stati visti abbinare immagini visive la sensazione tattile Dentro e fuori. Questo è il periodo migliore per concentrarsi su concetti come “dentro e fuori” e “acceso e spento”. Incoraggiate il vostro bambino ad inserire la manina o una forma all’interno del giocattolo cercaforme… che cosa succederà? Se verrà premiato con un suono divertente o una sorpresa musicale, di sicuro il vostro bambino non vorrà più smettere di giocare a “dentro e fuori”.
  • Giochiamo con i colori. Usate le diverse parti del giocattolo per introdurre i vari colori al vostro bambino, dicendo il nome di ogni colore mentre lo indicate. Questo è il momento in cui i bambini rafforzano le loro capacità ricettive del linguaggio, perciò più parole sentono, più prenderanno confidenza.

6-7 mesi

  • Può cominciare a rispondere al proprio nome.
  • Comincia la lallazione
  • Comincia a stare seduto eretto con solo un piccolissimo supporto o forse nessuno
  • Quando fa cadere qualcosa, la cerca
  • inizia a sviluppae raggiungere e afferrare goffamente un oggetto con cui giocare- fino ad arrivare alla capacità di usare la pinza formata dal pollice e uno o due dita per prendere piccoli oggetti.
  • inizia a svilupparsi il legame tra suono e significato delle parole
  • Si solleva “a quattro zampe” e dondola, e potrebbe anche strisciare sulla pancia.
  • può succedere che si piega improvvisamente in avanti per raggiungere l’oggetto desiderato finendo a pancia in giù a causa del peso ancora più importante della testa le braccia e le gambe si muovono per aria come se stesse volando in questo caso vi consiglio di non offrite di subito ciò che vuole siete indietro e piuttosto incoraggiato gli darete sicurezza in se stesso, solo dopo che ha tentato di raggiungere giocattolo potrete offrirglielo

GIOCO

  • Cucù: sbizzarrisci la tua fantasia per continuare a sorprendere tuo figlio con il vecchio gioco del cucù. Costringilo a cercarti, esci fuori con espressioni e accessori sempre diversi, cerca soprattutto di essere inconsueto e “strano” per stimolare sempre la sua immaginazione
  • Vola, vola: quando il bambino è in grado di reggere la testa da solo inizierà anche ad apprezzare volare come un elicottero o un aereo, con tanto di effetti sonori.
  • Lo slittino: metti tuo figlio a pancia in giù su una coperta un po’ grande appoggiata a terra e spostalo lentamente come se fosse uno slittino.
  • Potrete giocare a fargli il solletico.
  • Altalena: io sono contro all’utilizzo del box ma in questi casi l’altalena molleggiante potrebbe essere un piacevole diversivo per allenarla a stare in equilibrio.
  • Insegnategli a gattonare: Mettete il vostro bambino disteso sul pancino. Posizionate un giocattolo colorato a pochi centimetri di distanza dalla testa del vostro bambino e richiamate la sua attenzione sul giocattolo. Sedetevi dietro il bambino con le gambe o le mani premute contro i suoi piedini. Lasciate che faccia resistenza alla pressione facendolo muovere in avanti. Continuate a muovere il giocattolo e a premere contro i piedini del bambino fino a che non avanzerà
  • Usate i giocattoli impilabili per introdurre semplici parole e descrizioni, come grande e piccolo o sopra e sotto. Potete inoltre usarli per rafforzare la comprensione della relazione causa-effetto.

8 mesi

  • Rotola, striscia, gattona, si mette a sedere da solo. Riesce a sostenere il proprio peso sulle gambe e, in alcuni casi, a mettersi in piedi.
  • La sua memoria s’incrementa e compare una nuova abilità nel ricordare esperienze passate.
  • Passa oggetti da una mano all’altra, li lascia, riesce ad afferrare oggetti con due dita.
  • Può avere paura degli estranei.
  • Comincia ad avere i suoi giocattoli preferiti. Accertatevi che tutti i giochi siano lavabili robusti e privi di spigoli taglienti un oggetto troppo piccolo.
  • Comincia a imitare gesti familiari (smorfie, battimani)

GIOCHI

  • Cavalluccio: offri a tuo figlio una cavalcata sulle tue ginocchia ricca di effetti sonori e canzoncine come “op! op! trotta cavallino”
  • La matriosca: mentre tuo figlio ti osserva crea una sorta di matriosca di scatole in fondo alle quali inserire un suo piccolo giocattolo e lascia che si diverta ad aprirle
  • Per stimolare il coordinamento delle mani e di altri parti del corpo puoi insegnare a tuo figlio filastrocche che abbiano i gesti.
  • Potrebbe essere il caso di sistemare, in una zona attigua al divano un tatami colorato, (tappeti puzzle) in modo che si impratichisca agrappandosi al divanoa stare in piedi ed acquisire sicurezza.
  • Corsa ad ostacoli: quando il bambino ha imparato a gattonare o comunque muoversi per casa abbastanza bene, predisponi una sorta di percorso ad ostacoli con cuscini, libri, mucchi di vestiti o peluche per esercitare le sue capacità motorie
  • A questa età, probabilmente è meglio concentrarsi su giocattoli azione/reazione, insegnategli a premere i tasti, girare le pagine, picchiettare i rulli
  • Insegnategli piccoli comportamenti come fare ciao con la manina o mandare baci.

9-10 mesi

  • Corregge la sua postura mentre cammina, sostenendosi ai mobili per mantenere l’equilibrio
  • Se si fa rotolare una palla verso di lui, la riesce a prendere
  • I suoi movimenti sono più vari e intenzionali
  • Riesce a comunicare con i gesti, per esempio salutando con la manina o sollevando le braccia per essere preso in braccio
  • Le sue mani sono più agili; riesce a passare un oggetto da una mano a Sa eseguire una o due semplici istruzioni
  • Tenendo la vostra mano, potrebbe camminare

GIOCHI

  • Giocattoli che incoraggiano lo sviluppo del linguaggio, libri e giochi con lettere, numeri e parole.
  • Il linguaggio dei segni: questo è probabilmente il momento giusto per iniziare ad insegnare a tuo figlio a comunicare tramite il linguaggio dei segni; questo migliorerà la sua capacità di farsi capire e probabilmente diminuirà la frustrazione reciproca

11-12 mesi

  • Riesce a stare in piedi senza aiuto e a muovere i primi passi sostenendosi ai mobili
  • I suoi versetti iniziano ad avere inflessioni linguistiche
  • Capisce che gli oggetti più piccoli entrano in quelli più grandi
  • Riesce a tirarsi su e a stare seduto in modo stabile
  • Sebbene capisca che cosa vuol dire “no”, potrebbe essere troppo curioso per resistere
  • Inizia a usare da solo il cucchiaino.
  • Gioca con i vestiti e, se può, si sfila le calze.
  • Mette e toglie oggetti da un contenitore.
  • Può mostrare paura in alcune circostanze.
  • Allunga un libro ai genitori (o a chi lo accudisce) quando vuole ascoltare una storia.
  • Spesso piange quando la mamma o il papà si allontanano.
  • Inizia a utilizzare gli oggetti in modo corretto (il pettine per pettinarsi, il bicchiere per bere, il telefono per telefonare…).
  • Indica e Mostra preferenze verso particolari giochi o persone.
  • Dice “mamma” e “papà” e accenna qualche altra parola.
  • Capisce la maggior parte delle cose che gli dite.
  • Dimostra l’affetto con abbracci, baci, sorrisi e buffetti

GIOCO

  • Chiacchieriamo. Favorite lo sviluppo linguistico del vostro bambino e incoraggiate le prime “conversazioni” facendo finta di chiamarlo al telefono, o aiutandolo a chiamare le sue bambole e i suoi pupazzetti.
  • Un piccolo aiuto. All’inizio potreste dover mettere il vostro bambino sul giocattolo cavalcabil. In futuro sarà in grado di salire e scendere da solo, ma si sentirà più sicuro ad avervi vicino durante le prime esperienze
  • Preparate un “percorso” da far seguire al vostro bambino di 1 anno. Aiutatelo a comprendere le indicazioni usando semplici parole per descrivere le azioni: fermo, vai, sali, scendi, procedi.

Svezzamento 9-11 mesi: menù + ricette – Parte V

Vorrei iniziare con il rassicurare tutte le mamme che temono il soffocamento dei neonati.
Io ho sempre avuto tantissima paura.

Pensavo che quando sarebbe arrivato il momento di dare cibi solidi avrei lasciato l’onere a mio marito perché la mia ansia ed inquietudine avrebbe reso tutto più difficile e poco razionale.

Ciò che accaduto in realtà è molto diverso e molto più naturale.

È iniziato tutto durante l’inizio dell’ottavo mese circa quando mi sono resa conto che la mia piccola Nina cominciava ad essere particolarmente attratta dalle nostre portate, ma la mia ansia non mi permetteva di avvicinarle nulla.

Il consiglio più grande che mi hanno dato, e che darò a voi, è cominciare con i biscottini plasmon.

Si sciolgono in bocca e a meno che non spezzi bocconi troppo grossi non si corre particolare pericolo… dapprima dalle mie mani e poi in autonomia ho visto che era perfettamente in grado di masticare anche con appena due dentini allora un po più rassicurata ho cominciato a darle pezzi minuscoli del nostro cibo e ingrandendoli sempre più.

Il problema che è sorto poi, è stato che la pappa con il brodo e le farine non erano più di suo gradimento ed è così che sono passata gradualmente a pastina di dimensioni sempre maggiori. Tutto in massima tranquillità perché graduale.

Abboccata alle nostre portate, delle quali però non sapevo le quantità da lei ingerite, ha iniziato a fare un po di storie con la sua pappa allora sono andata alla ricerca di menù che avrei potuto preparargli abbandonando definitivamente il pappone con gli omogeneizzati.

Cominciamo con le porzioni più abbondanti e a ridurre il latte gradualmente.

Nota bene: 4/5 pasti sono i pasti (consigliati) da fare durante la giornata, due di questi sono ancora a base di latte.

La frutta, la verdura e la pappa in generale non viene più sminuzzata fino a farne una poltiglia ma si può cominciare a provare a dare qualche boccone più grosso.

Seguilo sempre durante il pasto, non perderlo di vista e accompagna sempre con un sorso d’acqua il boccone di pappa per aiutarlo a deglutire meglio.

Lo svezzamento a quest’età è ormai quasi completo.

Dai 9 mesi si possono aggiungere i legumi: 40-50gr di fagioli, ceci piselli e lenticchie e l’uovo: proponendo prima qualche cucchino di tuorlo e successivamente di albume, rigorosamente cotto e inserirlo nel pasto serale. Infine aggiungere anche il pomodoro (magari bollito nel brodo vegetale, insieme alle verdure).

Questo periodo lo definirei di transito perché conduce a un graduale passaggio da pasto unico preparato appositamente per il piccolo a ciò che sarà un menù completo che lo accompagnerà per il resto della sua esistenza. Di seguito piatti unici più elaborati. Quando il bambino sarà pronto a iniziare con un pasto separato è importante ricordare che è fondamentale che ogni pasto sia composto da: primo, secondo e contorno.

Mi sono fatta dare un menù direttamente dall’asilo comunale della mia zona e questo è composto come segue:

PRIMO = Passato di verdure di stagione con pastina.

SECONDO = Prosciutto Cotto, Ricotta, Robiola, Petto di Pollo al Vapore, Pesce al vapore o in umido, Uovo.

MERENDA = Frullato mela e pera + biscotti primi mesi; Yogurt + biscotti primi mesi; Pera grattugiata + biscotti primi mesi; Latte di proseguimento+ biscotti primi mesi; Banana + biscotti primi mesi.

Di seguito dei primi e secondi alternativi che potrete cominciare a dare quando il piccolo si sarà abituato a separare i pasti.

RICETTE: Le varietà di verdure, di carne e di pesce sono variabili in base al gusto e alla stagionalità.

PIATTI UNICI

Purea di piselli e robiola

INGREDIENTI: 40 gr di piselli freschi, 1 patata piccola (circa 60 g), 50 g robiola, acqua 1 cucchiaino di olio extravergine di oliva 1 cucchiaino di parmigiano

PREPARAZIONE: Pulire bene i piselli e pulire e tagliare a pezzi la patata e fate cuocere il tutto al vapore. . Frullate quindi il tutto con il mixer a immersione, in modo da ottenere una crema “morbida”,aggiungete acqua se risulta necessario. Aggiungete il formaggio ed amalgamate alla crema. Potete aggiungere sia un filo d’olio a crudo che un po’ di parmigiano a piacimento.

Sformatino di piselli e ricotta

INGREDIENTI: 40 gr di piselli freschi, ricotta, 1 cucchiaino di olio extravergine di oliva 1 cucchiaino di parmigiano

PREPARAZIONE: Bollire in poca acqua un cucchiaio di piselli freschi, quando l’acqua si e’ asciugata e i piselli sono teneri, spegnere e aggiungere un paio di cucchiaini di ricotta, un cucchiaino di parmigiano e uno di olio extra vergine.

Minestra di lenticchie

INGREDIENTI: 20 g di lenticchie, 1 carota, 1/2 gambo di sedano (circa 10 g), 30 g di pastina 350 ml di acqua 1 cucchiaino di olio extravergine di oliva

PREPARAZIONE: La prima cosa da fare è mettere le lenticchie a bagno per almeno 12 ore: l’ideale, quindi è lasciarle in ammollo la sera prima per tutta la notte. Una volta che le lenticchie saranno pronte per la cottura, ricoprile in una pentola con l’acqua, il sedano e la carota e fai cuocere per circa un’ora, aggiungendo altra acqua se necessario. Passa le lenticchie con un frullatore ad immersione e poi rimettile sul fuoco, aggiungendo anche la pastina. Una volta pronta la pastina, aggiungi in filo d’olio a crudo.

Vellutata di ceci

INGREDIENTI: 20 g di ceci secchi, mezzo gambo di sedano, mezza patata, un cucchiaino di olio extravergine d’oliva e uno di formaggio grattugiato tipo grana, un cucchiaio di bicarbonato, qualche fogliolina di prezzemolo o erba cipollina.

PREPARAZIONE: ascia in ammollo i ceci per un giorno intero con il bicarbonato e poi sciacqua bene. Pulisci le verdure, taglia a tocchetti e cuocile insieme ai ceci al vapore per una mezz’ora o anche di più se i ceci non risultano cotti. Passa i legumi con il passaverdure, avendo cura di eliminare il grosso della buccia esterna. Versa in un piattino, aggiungi qualche cucchiaio di acqua di cottura per evitare che diventi troppo denso, condisci con l’olio e il prezzemolo o l’erba cipollina e servi al bimbo.

Pastina con pesce, zucchine e basilico

INGREDIENTI: 30 g. di pastina, 40 g. di pesce lessato e frullato, ½ zucchina lessata e frullata, qualche fogliolina di basilico. Olio evo

PREPARAZIONE: Lavate e tagliate la zucchina e cuocetela al vapore per circa 15/20 minuti insieme al pesce, infine frullate il tutto. Dopodiché cuocete a parte la pasta e unite. Terminate con un filo d’olio a crudo.

Purea di patate ai due colori

INGREDIENTI: 1 patata, 30 ml di Latte, 1 carota

PREPARAZIONE: Pela la patata e lavala bene. Cuocila in poca acqua o al vapore, fino a che riuscirai ad attraversarla con i denti di una forchetta. Scola l’acqua e passa la patata allo schiacciapatate (o passaverdura con fori piccoli). Versa la patata schiacciata in un pentolino antiaderente, aggiungi il Latte, mescolando bene, e scalda a fuoco lento per 1 minuto.
Pela la patata e lavala bene. Cuocila in poca acqua o al vapore, fino a che riuscirai ad attraversarla con i denti di una forchetta. Scola l’acqua e passa la patata allo schiacciapatate (o passaverdura con fori piccoli) e condisci con l’ olio extra vergine d’oliva. Con la forchetta mescola grossolanamente il purè e la verdura, in modo da mantenerli separati, senza amalgamarli.

PRIMI PIATTI

Pastina con Pomodoro

INGREDIENTI: 20 pomodorini ciliegina, 1 foglia di basilico, 1 pezzetto di cipolla, 30 g di pastina, 2 cucchiaini di olio extra vergine d’oliva, acqua di cottura dei pomodorini qb

PREPARAZIONE: Lavate i pomodorini accuratamente, fate bollire una pentola d’acqua e quando avrà preso il bollo tuffatevi i pomodorini che dovranno cuocere per 10 minuti. Passate i pomodori e aggiungete al sugo una foglia di basilico ben lavata e un pezzetto di cipolla. Mettete il pentolino sul fuoco piu piccolo a fiamma bassa con il coperchio e fate cuocere per 10 minuti. Il sugo dovrà risultare a fine cottura ancora liquidino, eliminate cipolla e basilico. Al momento della pappa fate bollire il sugo e buttatevi la pastina. Fatela cuocere per il tempo indicato sulla confezione a fiamma.Servite con olio a crudo.

Pappa con Pomodoro

INGREDIENTI: 250 gr. pomodori maturi, 150 gr. pane raffermo, 250 gr. brodo vegetale, uno spicchio d’aglio, olio evo qb, un cucchiaio di parmigiano, qualche fogliolina di basilico

PREPARAZIONE: Lavate i pomodorini accuratamente, fate bollire una pentola d’acqua e quando avrà preso il bollo tuffatevi i pomodorini che dovranno cuocere per 10 minuti. Passate i pomodori e aggiungete al sugo una foglia di basilico ben lavata e l’aglio. Mettete il pentolino sul fuoco piu piccolo a fiamma bassa con il coperchio e fate cuocere per 10 minuti. Spezzettare il pane e bagnarlo nel brodo caldo, aggiungere il pane al sugo di pomodoro e continuare la cottura per altri 10 minuti, aggiungere del brodo se necessario.

Pastina con crema di patata dolce, zucca e finocchi

INGREDIENTI: 60g di pastina; 1 bella fetta di zucca pulita; 1 cipolla dorata piccola; 80-100g patate dolci; 1 cuore di finocchio; Acqua; Olio evo

PREPARAZIONE: Lavate e pulite le verdure e tagliatele a tocchetti. Tritate un po’ di cipolla e mettetela in pentola con un pochino di olio extravergine di oliva. Aggiungete le patate dolci, la zucca ed il finocchio. Coprite di acqua e lasciate cuocere fino a che non si saranno sfaldate le verdure, più o meno una ventina di minuti. Frullate quindi il tutto con il mixer a immersione, in modo da ottenere una crema “morbida”. Cuocete la pastina direttamente dentro alla crema o separatamente in acqua come fate per una pastina normale ed amalgamate alla crema. Potete aggiungere sia un filo d’olio a crudo che un po’ di parmigiano a piacimento.

Pastina con crema di cavolo nero, zucchina e spinaci

INGREDIENTI: 1 zucchina; 3 foglie di cuore di cavolo nero, quelle più interne morbide; Un pugno di spinacini; Mezza cipolla; 2 pugnetti di Pastina; 1 cucchiaio di olio evo; Parmigiano Reggiano (no ogm).

PREPARAZIONE: Lavate e tagliate tutte le verdure. La cipolla a pezzetti, la zucchina a rondelle, le foglie di cavolo e spinacino a pezzi. Cuocetele insieme a vapore. Il cavolo nero se volete potete prima sbollentarlo. Quando saranno morbide frullatele direttamente nel recipiente con un mixer ad immersione. Riportate a bollore e cuocete la pastina. Finite con un filo d’olio extravergine di oliva a crudo e una spolverata di parmigiano reggiano

Risotto con crema di carote

INGREDIENTI: 100 g di carote, 20 g di riso per bambini, 200 m di acqua, un cucchiaino di olio extravergine d’oliva, un cucchiaino di formaggio stagionato tipo parmigiano reggiano.

PREPARAZIONE: Lava, gratta e spunta le carote, tagliale a pezzi e cuocile a vapore per una mezz’ora. Quindi riducile in purea con il passaverdure. In un pentolino metti la passata di carote e l’acqua e fai bollire. Versavi il riso per bambini, cuoci per il tempo indicato sulla confezione (in genere 5-6 minuti) e versa nel piattino. Condisci con l’olio e il formaggio.

Scarica la guida completa sullo svezzamento

Tutti i bonus per il 2019 per le Mamme

Ciao quasi mamme,

se siete approdate in questo post e perché non riuscite più a destreggiarvi fra le tante leggi relativi ai contributi che lo stato definisce a favore delle famiglie. Vi farò quindi un elenco dei bonus elargiti grazie alla legge di bilancio 2019 entrata in vigore il 1° Gennaio.

Vi consiglio, se avete dimestichezza con il pc, di richiedere il pin dell’INPS così facendo potrete mandare avanti tutte le pratiche comodamente dal vostro pc di casa. La richiesta del pin stesso si può fare comodamente dal sito dell’INPS alla seguente pagina https://serviziweb2.inps.it/RichiestaPin/jsp/menu.jsp

Il PIN iniziale è composto da 16 caratteri. I primi 8 ti sono inviati via SMS, email o posta elettronica certificata; i secondi 8 con posta ordinaria all’indirizzo di residenza. Vi consiglio di richiederlo comunque perché potrà sempre servire in futuro perché ti consente di accedere a tutti servizi telematizzati dell’INPS, maternità disoccupazione ecc…In alternativa per la presentazione delle pratiche, ma anche per la richiesta del pin stesso potrete recarvi ad un qualsiasi patronato o alla sede inps di riferimento.

Facciamo subito una distinzione, non tutti i bonus possono essere richiesti liberamente, il maggior vincolo è il reddito ma ve ne sono anche altri pertanto li suddividerò proprio in base a questo. Inoltre ciò che scrivero è preso direttamente dal sito dell’INPS.

I bonus senza alcuna limitazione, per tutte le famiglie

Premio Nascita

Il premio alla nascita, chiamato anche bonus mamma domani corrisposto dall’INPS per la nascita o l’adozione di un minore , è stato riconfermato fino al 2020, insieme al bonus asilo nido 2019.

La domanda della futura madre deve essere presentata dopo il compimento del settimo mese di gravidanza (inizio dell’ottavo mese di gravidanza) e comunque, improrogabilmente entro un anno dal verificarsi dell’evento (nascita, adozione o affidamento.

Il bonus di importo pari a 800 € è concesso in un’unica soluzione per ogni evento (gravidanza, parto, adozione o affidamento) e in relazione a ogni figlio nato, adottato o affidato, ed è richiedibile a prescindere dal reddito.

Troverete gli approfondimenti su requisiti, le modalità e la possibilità di inoltro della domanda al seguente link: https://www.inps.it/nuovoportaleinps/default.aspx?itemdir=50895

Bonus asilo nido e forme di  supporto presso la propria abitazione

Il premio è corrisposto direttamente dall’INPS su domanda del genitore.

Il bonus per il pagamento di rette per la frequenza di asili nido pubblici e privati e di forme di assistenza domiciliare in favore di bambini con meno di tre anni affetti da gravi patologie croniche, ha subito dei cambiamento positivi con la nuova riforma. L’importo  del buono è stato elevato a 1.500 euro su base annua, per ciascuno degli anni riconfermati (fino al 2021).

Il bonus asilo nido viene erogato con cadenza mensile su 11 mensilità, per un importo massimo di 136.37 euro mensili, direttamente al beneficiario che ha sostenuto il pagamento, per ogni retta mensile pagata e documentata. Il contributo erogato dall’Istituto non può eccedere la spesa sostenuta per il pagamento della singola retta.

Il bonus per le forme di supporto presso la propria abitazione viene erogato dall’Istituto in un’unica soluzione direttamente al genitore richiedente, a seguito di presentazione di un attestato rilasciato dal pediatra, che attesti per l’intero anno di riferimento “l’impossibilità del bambino a frequentare gli asili nido in ragione di una grave patologia cronica”.

ATTENZIONE!  Il bonus viene erogato nel limite di spesa indicato per il 2019 è di 300 milioni di euro, secondo l’ordine di presentazione della domanda online. Nel caso venga raggiunto il limite di spesa, l’INPS non prenderà in considerazione ulteriori domande, quindi NON PERDETE TEMPO.

Troverete gli approfondimenti su requisiti, le modalità e la possibilità di inoltro della domanda al seguente link: https://www.inps.it/nuovoportaleinps/default.aspx?itemdir=51105

Assegni di maternità

In questo caso occorre fare una differenza tra Lavoratrici e disoccupate per la presentazione della domanda:

  • ASSEGNI DI MATERNITÀ DELLO STATO

Per le mamme o i papà lavoratori. La domanda per l’assegno di maternità dello Stato deve essere presentata alla sede INPS di competenza.

La domanda deve essere presentata entro sei mesi dalla nascita del bambino o dall’effettivo ingresso del minore in famiglia nel caso di adozione o affidamento, oppure in Italia in caso di adozione internazionale.

I requisiti generali richiesti per il diritto all’assegno di maternità di Stato sono la residenza in Italia e la cittadinanza italiana o di uno stato dell’Unione europea. Ai cittadini extracomunitari è richiesto il possesso del permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo.

Per la madre sono previsti i seguenti requisiti:

  • se lavoratrice, deve avere almeno tre mesi di contribuzione per maternità nel periodo compreso tra i 18 e i nove mesi precedenti il parto o l’effettivo ingresso del bambino in famiglia;
  • se ha lavorato almeno tre mesi e perso il diritto a prestazioni previdenziali o assistenziali, il lasso di tempo compreso tra la data della perdita del diritto e la data del parto o dell’effettivo ingresso in famiglia del bambino, non deve superare né il periodo delle prestazioni godute né i nove mesi;
  • se durante il periodo di gravidanza ha cessato di lavorare per recesso, anche volontario, dal rapporto di lavoro, deve poter far valere tre mesi di contribuzione nel periodo che va dai 18 ai nove mesi antecedenti al parto.

Per il padre sono previsti i seguenti requisiti:

  • in caso di abbandono del figlio da parte della madre o di affidamento esclusivo del figlio al padre;
  • se è affidatario preadottivo, in caso di separazione dei coniugi avvenuta durante la procedura di affidamento preadottivo;
  • se è padre adottante, nel caso di adozione senza affidamento durante la separazione dei coniugi;
  • se è padre adottante non coniugato, in caso di adozione pronunciata solo nei suoi confronti, al momento dell’adozione;
  • se ha riconosciuto il neonato o è coniuge della donna adottante o affidataria preadottiva, in caso di decesso della madre.

Troverete gli approfondimenti su requisiti, le modalità e la possibilità di inoltro della domanda al seguente link: https://www.inps.it/nuovoportaleinps/default.aspx?itemdir=50580

 

  • ASSEGNI DI MATERNITÀ DEI COMUNI

Per le mamme disoccupate e casalinghe con reddito inferiore a 16995.95 €, è previsto l’assegno di maternità di base, anche detto “assegno di maternità dei comuni”, è una prestazione assistenziale concessa dai comuni e pagata dall’INPS.

La domanda va presentata al comune di residenza al quale compete la verifica della sussistenza dei requisiti di legge per la concessione delle prestazione.

Troverete gli approfondimenti su requisiti, le modalità e la possibilità di inoltro della domanda al seguente link: https://www.inps.it/nuovoportaleinps/default.aspx?itemdir=50579

L’importo dell’assegno è rivalutato ogni anno per le famiglie di operai e impiegati sulla base della variazione dell’indice dei prezzi al consumo ISTAT. L’Istituto pubblica ogni anno l’importo nella circolare sui salari medi convenzionali.

La domanda deve essere presentata entro sei mesi dalla nascita del bambino o dall’effettivo ingresso del minore in famiglia nel caso di adozione o affidamento, oppure in Italia in caso di adozione internazionale.

L’ agevolazione in tal caso è garantita per un massimo di 5 mesi.

I bonus con alcune limitazioni

Assegno di natalità (limiti reddituali)

Il premio è corrisposto direttamente dall’INPS su domanda del genitore.

L’assegno di natalità, anche detto “Bonus Bebè” è un assegno mensile destinato alle famiglie per ogni figlio nato, adottato o in affido preadottivo tra il 1° gennaio 2019 e il 31 dicembre 2019.

Due saranno le fasce di reddito da considerarsi: con un ISEE sino a 25.000 euro l’anno darà diritto a. L’assegno è annuale e viene corrisposto ogni mese fino al compimento del primo anno di età o del primo anno di ingresso nel nucleo familiare a seguito di adozione o affidamento preadottivo.

L’assegno spetta a partire dal mese di nascita o di ingresso in famiglia del figlio adottato o affidato, purché residente in Italia. La domanda deve essere presentata entro 90 giorni dalla nascita oppure dalla data di ingresso del minore nel nucleo familiare, a seguito dell’adozione o dell’affidamento preadottivo.

La misura dell’assegno dipende dall’ ISEE. Con ISEE minorenni inferiore ai 7.000 euro la misura è di 1.920 €. Con ISEE minorenni compreso tra 7.000 euro e 25.000 euro annui la misura è di 960 €. Con incremento del 20% su secondo figlio con entrambi gli isee.

Troverete gli approfondimenti su requisiti, le modalità e la possibilità di inoltro della domanda al seguente link: https://www.inps.it/nuovoportaleinps/default.aspx?itemdir=51611

Voucher baby sitting (limitazioni lavorative)

ATTENZIONE: il contributo baby sitting o asilo nido non è stato prorogato per il 2019.
Pertanto, a far data dal 1° gennaio 2019 non è più possibile presentare domanda per accedere a tale contributo.

Troverete gli approfondimenti su requisiti, le modalità e la possibilità di inoltro della domanda al seguente link: https://www.inps.it/nuovoportaleinps/default.aspx?itemdir=50575

Bonus Famiglie numerose (limitazioni n° figli e reddituali)

Un assegno, concesso dal Comune ma pagato dall’INPS.

La domanda deve essere presentata al Comune di residenza del richiedente entro il 31 gennaio dell’anno successivo a quello per il quale è richiesto l’assegno dalle famiglie con almeno tre figli minori e che hanno patrimoni e redditi limitati. E’ necessario avere un valore ISEE ad Euro 23.200,30 per nuclei familiari con 5 componenti.

La misura intera dell’assegno è pari ad euro 128,89 mensili fino ad un massimo annuo di tredici mensilità, è pagato dall’INPS con due rate semestrali posticipate ciascuna con l’importo totale dovuto nel semestre precedente, sulla base dei dati trasmessi dal Comune. In rapporto al valore dell’ ISEE l’assegno può essere corrisposto in misura ridotta.

Troverete gli approfondimenti su requisiti, le modalità e la possibilità di inoltro della domanda al seguente link: https://www.inps.it/nuovoportaleinps/default.aspx?itemdir=45085

Svezzamento: cosa fare e cosa non fare – Svezzamento parte III

Di seguito i miei consigli su cosa fare e cosa non fare quando l’argomento é lo svezzamento.

Partiamo con cosa sconsiglio di non fare.

Servire porzioni troppo grandi. Servigli delle porzioni appropriate e non insistere se si dichiara sazio. Ogni bambino è perfettamente capace di autoregolarsi sulla quantità di cibo che gli è necessaria, perciò è molto importante evitare ogni forzatura e imparare a riconoscere i segnali con i quali ci comunica quando è sazio o quando ha fame.

Sconsiglio anche ad insistere affinché svuoti il piatto. Forzare il bambino a mangiare controvoglia è controproducente. Il pasto deve comunque essere un momento di piacere. Se al contrario diventa un momento di tensione tra genitori e figli, si rischia di creare uno sbagliato rapporto con il cibo che si potrà ripercuotere anche sulla sua vita adulta.

Permettigli di scegliere qual è il menu.
Lascia che esprima i suoi gusti. Ricorda però che seppur privilegiando i suoi cibi preferiti, è importante proporre sempre nuovi sapori ed è bene che gli alimenti sani, come frutta e verdura, non facciano le spese a favore di alimenti di solito più graditi ai bambini come il formaggio. Ricordatevi che le abitudini alimentari imparate nei primi due anni di vita tendono a mantenersi nel tempo.

Smettere di provare! Possono volerci fino a 20 tentativi prima che un bambino accetti un determinato sapore quindi non mollate al primo colpo e continuate a proporre l’alimento incriminato. Inoltre se dovesse sputare un alimento non significa necessariamente che non gli piaccia, a cibi diversi corrispondono reazioni diverse…se invece proprio non gli piace riprovate dopo una settimana.

Non usare il cibo come premio: soprattutto se il premio consiste in alimenti grassi e zuccherosi che ovviamente ai bimbi piacciono molto. Se un dolce diventa una ricompensa, nella mente del bambino si crea l’idea che il dolce è auspicabile mentre il cibo sano non lo è, contribuendo così a creare uno sbagliato rapporto con l’alimentazione.

L’abitudine di offrire un ultimo pasto a base di latte prima della nanna è diffusa ma non per questo da incoraggiare per principio. Se il bambino reclama il latte e si ha la sensazione che accontentarlo significhi anche garantirgli un più rapido addormentamento e un riposo notturno più sereno e continuativo si può tranquillamente concederlo, diversamente non conviene proporglielo.

E se non mangia?

Vorrei rispondere a questa domanda dicendovi cosa è capitato a me.
Allora avevo appena finito di raccogliere tutte le informazioni quando cosa come ecc. ero prontissima, pazza come sono avevo già deciso il menù per i primi due mesi circa…hihihi….eccitatissima preparo con il mio fedele bimby il brodo e comincio a fare tutti gli intrugli mescolo la farina e il brodo, preparo il seggiolone tutto da manuale, prendo la piccola le metto il primo cucchiaino in bocca ed ecco l’inaspettato: mi risputa tutto con una faccia che più schifata non si può….e vabbè dovrà abituarsi penso, d’altronde la frutta se l’è sempre sbaffata con gusto, e invece il secondo cucchiaino uguale al primo il terzo peggio che i primi e al quarto aveva deciso di scioperare, bocca serrata e niente più…e quindi?

Ovviamente ho dovuto cambiare i programmi e trovare il metodo per fare mangiare la piccola.

Cominciamo con il dire che nel modo di crescere la mia piccolina ho scelto in leitmotive: serenità!

Cerco di essere una mamma poco apprensiva ma attenta ai bisogni, pericoli e necessità e sono fermamente convinta che i bambini non sono macchine.

È vero che seguono i medesimi ritmi e vanno incontro pressappoco alle medesime esigenze ma non è detto che il giorno del suo sesto mese sia pronto per lo svezzamento o perché è il calendario a dirlo o il pediatra.

Quando sarà pronto lui si potrà procedere e non prima, la mamma dovrebbe essere una guida, un sostegno e soprattutto in questi primi mesi una complice capace di capire le esigenze del neonato e non imporgli le proprie.

Quindi vi darò 7 consigli che per quanto mi riguarda sono risultati essere molto utili:

  1. Verificate e controllate che il bambino sia in salute.
    Febbre, diarrea, sintomi influenzali, dentini potrebbero essere la causa dell’inappetenza. Qualora si presentassero questi o altri sintomi e , se il rifiuto del cibo persiste, è svogliato, stanco e ha perso peso, non esitate a contattare il pediatra. Per tutti gli altri casi armatevi soltanto di una bella dose di pazienza.
  2. La primissima cosa è approcciare il piccolo al cucchiaino.
    Diversamente da quanto si creda l’accettazione del cucchiaino è, una cosa naturale e innata, nel caso in cui il neonato non collaborasse è semplicemente perché non è ancora pronto. Fino al quinto o sesto mese di vita il bambino presenta il cosiddetto riflesso di estrusione, che lo porta a cacciare istintivamente la lingua quando viene stimolata la bocca. Per permettere che il neonato accetti senza problemi il cucchiaio, è necessario che questo riflesso sia sparito pertanto, Non forzatelo e siate pazienti. Meglio iniziare, con un cucchiaino di silicone, morbido e sicuro. Assicuratevi che il cucchiaio che state scegliendo sia poco concavo, in modo da facilitarvi anche la raccolta dell’eventuale pappa che cola. Possibilmente lasciategli un cucchiaino tutto per lui per famigliarizzare.
  3. Istinto di sopravvivenza:
    Non forzate il bambino in alcun modo, e non vi preoccupate non si lascerà morire di fame! A riguardo vi consiglio questa lettura, è dedicata soprattutto alle mamme preoccupate di far mangiare i piccoli a tutti i costi facendosi venire crisi di nervi e ansie.
    Qui il libro che vi consiglio – > Il mio bambino non mi mangia
    L’inappetenza è un problema di equilibrio tra quello che un bambino mangia e quello che sua madre si aspetta che mangi. Mai obbligarlo. Non promettere regali, non dare stimolanti dell’appetito, né castighi. Il bambino conosce molto bene ciò di cui ha bisogno. Anche un bambino in buona salute non sempre ha lo stesso appetito. Per accontentarvi il bimbo potrebbe mangiare senza appetito E vi farà felice. Ma, alla lunga, andare al di so­pra delle sue esigenze “lo porterà a un cattivo rapporto con il cibo. Il pediatra Carlos González, responsabile della rubrica sull’allattamento materno della rivista Ser Padres, sdrammatizza il problema e, indicando regole chiare di comportamento, tranquillizza quelle madri che vivono il momento dell’allattamento e dello svezzamento come una questione personale, con angustia e sensi di colpa. Le mamme impareranno a riconoscere: l’importanza dell’allattamento al seno; quello che non bisogna fare all’ora dei pasti; i luoghi comuni e i falsi miti legati allo svezzamento e soprattutto a rispettare le preferenze e le necessità del loro bambino.
  4. Cibo è sperimentazione:
    Il momento del pasto DEVE essere vissuto come un momento positivo di condivisione tra genitori e figli, nota bene non tv e figli né cellulare e figli. Il bambino deve essere felice di essere seduto a fare esattamente ciò che sta facendo, mangiando senza distrazioni. Il suo approccio al cibo potrebbe condizionare il suo rapporto futuro con lo stesso, quindi se non volete dover corrergli in futuro dietro per tutta la casa per farlo mangiare o essere costretti ad avere televisione o radio a portata di mano. Evitate di dare cattive abitudini.
  5. Attivo no passivo:
    Fate in modo che sia il più presente possibile, avvicinatelo al tavolo mentre mangiate, iniziate da subito a condividere il momento familiare del pasto, create una routine, un po come per la nanna, adagiatelo nel seggiolone mentre apparecchiate, offritegli un suo cucchiaino con cui giocare mentre fa la pappa e non. Permettetegli di pasticciare con le mani la pappa stessa. Insomma rendetelo il più partecipe possibile a ciò che avviene durante il pasto.
  6. Rispettate i suoi tempi:
    Se non è pronto, non è pronto! Senza frustrazioni, ne paure ansie o vergogna di essere diversi considerate le sue priorità e non le vostre, cercate di capire cosa gli crea disagio (il seggiolone, il cucchiaino, l’ambiente, il gusto, ecc) e agite per correggere il problema, un passo alla volta. Difficilmente osservandolo attentamente non riuscirete a coglierne il motivo. Ricordate che non ci sono tempistiche o scadenze da rispettare e non dovete rendere conto a nessuno se non alla creatura che avete davanti. La mia piccola per esempio inizialmente non gradiva ne la consistenza ne il gusto della prima pappa alche per la prima settimana ho preparato la pappa che le proponevo con il cucchiaino ma che dopo i primi pianti rovesciavo senza indugio nel biberon allungandola con un altro po’ di brodo e anche se non era proprio di suo gusto la beveva tranquilla. Credo che arrivasse troppo affamata e il cucchiaino non la saziava così ho spostato la frutta a metà mattinata e dopo una settimana così ,il numero di cucchiaini ha cominciato ad aumentare e la quantità da travasare nel biberon a diminuire, ma non c’era ancora quel clima disteso che tanto agognavo alche bando alle indicazioni telefonai alla pediatra chiedendo se potevo passare prima agli omogeneizzati, la sua risposta? Signora, la bimba deve mangiare la carne scelga lei come…La adoro! Con gli omogeneizzati è cambiato tutto e ho addirittura dopo pochi giorni dovuto aumentare le dosi per come se la sbaffava. Amiche invece hanno avuto problemi con il seggiolone e capendo facendolo mangiare in braccio, che il problema era quello hanno gradualmente fatto accettare al piccolo la situazione. Quindi regola fondamentale: Osservatelo!
  7. Non combattete ma perseverate:
    Se dopo aver provato diversi sapori, diverse consistenze, diversi luoghi, il piccolo dovesse ancora rifiutare il cibo, potrete sempre chiedere consiglio al vostro pediatra di famiglia. Ricordate che un’atmosfera comoda e rilassata durante i pasti facilità buone pratiche alimentari, con incoraggiamenti e senza litigi, questi episodi saranno passeggeri e non inficeranno un adeguato consumo di alimenti. Ma concretamente che fare se il piccolo comincia a piangere disperato? Io sono per toglietegli il piatto e farlo tranquillizzare, provare a riproporglielo dopo una mezz’oretta (potrebbe non essere ancora abbastanza affamato all’orario che avete scelto per il pranzo) ma fate attenzione a non farlo mangiare irregolarmente, potrebbe innescare un circolo in cui avrà sempre meno appetito al pasto successivo. Ma se invece non si dovesse calmare per la troppa fame? Provate con la frutta o con lo yogurt, in modo che non associ il fatto che se piange evita la pappa per ottenere il latte. Successivamente potrete anticipare la poppata successiva se fosse ancora affamato, ma questo potrete valutarlo solo dopo aver osservato ed effettuato le diverse prove. Non combattete quindi contro di lui imponendogli una particolare alimentazione ma nello stesso tempo non demordete e portate avanti la vostra linea step by step.

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Il metodo più semplice ed efficace per svezzare un bambino – Svezzamento parte II

Più del cosa, è importante il come, abbiamo visto nel precedente articolo, che secondo l’autosvezzamento non ci sarebbe un ordine specifico di alimenti, ma per semplificarci la vita vi darò delle istruzioni su come comportarvi nell’approccio con i vari alimenti.

Il metodo più semplice ed efficace per svezzare un bambino è:

solitamente, l’introduzione graduale dei vari alimenti, iniziando con piccole dosi.
Questo serve alla mamma per capire se il bimbo riesce a gestire la deglutizione e tollera il cucchiaino, per saggiare la tolleranza delle nuove consistenze dei cibi e dei gusti che hanno e per verificare che non vi siano allergie o intolleranze.

Proprio per limitare le possibili intolleranze la regola è “un alimento al giorno” cercando di mantenerlo per almeno 3 giorni di fila, così da poter notare l’insorgere di eventuali modifiche di qualsivoglia genere. Generalmente sono lievi intolleranze, quindi non preoccuparti più del dovuto, di solito si possono presentare eritemi, asma, tosse, irritazioni al sederino, diarrea, lacrimazione, vomito.

Con lo svezzamento dopo i 6 mesi e specialmente nel periodo estivo occorre iniziare a somministrare l’acqua.
Deve bere molto perché con le prime pappe anche i reni lavorano molto di più per eliminare le scorie, inoltre agevolerà il transito intestinale. Ecco allora che ingerire molti liquidi, così come succede per gli adulti, è importante anche nell’alimentazione dei piccoli.

Il bimbo si regola da solo per quanto riguarda la quantità da assumere nelle 24 ore, il bambino assume una consistente quantità di liquidi grazie al latte, al brodo vegetale e alla frutta, quindi non bisogna preoccuparsi se si ha la sensazione che non beva abbastanza: se rifiuta l’acqua vuol dire che non ha sete, bisogna però ricordarsi di offrirgli da bere più volte al giorno.

Il latte materno contiene circa l’87% di acqua pertanto un bambino sano allattato al seno a libera domanda generalmente prende liquidi a sufficienza.

Un bambino non allattato al seno deve ricevere liquidi da altre fonti quando prende alimenti complementari e latte artificiale.

Nei climi temperati sono necessari almeno 400-600 ml/die di altri liquidi in aggiunta ai circa 200-700 ml/die di acqua provenienti dal latte e da altri cibi; in climi molto caldi sono necessari 800-1200 ml/die.

Degli alimenti complementari sono generalmente necessari a partire da quest’età, in aggiunta al latte materno.

Gli alimenti complementari possono essere classificati in:

  • Alimenti di transizione (passati, in purea, semisolidi), alimenti cioè appartenenti a specifiche categorie ma adattati per andare incontro alle particolari esigenze nutrizionali e fisiologiche del lattante.
  • Alimenti familiari, basati su una dieta familiare varia ed equilibrata, con qualche piccolo adattamento.

Il passaggio dal latte materno agli alimenti di transizione, fino alla completa integrazione nella dieta familiare con la cessazione dell’allattamento al seno, dev’essere graduale.

Quando il bambino si sarà abituato a mangiare un po’ di tutto, è bene programmare pranzo e cena variando gli alimenti in modo da offrire un “pasto completo” anche somministrato separatamente (meglio dopo l’anno), l’importante è che contenga tutti i nutrienti secondo le indicazioni riportate a seguire, valide sia per gli adulti che per il bambino.

Contenere acqua (i primi mesi è data con il brodo)+ carboidrati,(prima farine poi pasta o pane) + grassi (olio) + proteine(si comincia con liofilizzati per passare ad omogeneizzato a cucinai al vapore) + vitamine e minerali (verdura).

Per ragioni di sicurezza, un bambino deve sempre essere adeguatamente sorvegliato.
L’adattamento al mutare delle abilità motorie del bambino richiede una stretta attenzione, dato che queste cambiano rapidamente nei primi due anni di vita. Il tempo necessario al bambino per mangiare una certa quantità di cibo diminuisce con l’età per gli alimenti solidi e viscosi, ma non per le puree più diluite. Anche l’abilità di maneggiare un cucchiaio o una tazza, o di afferrare un pezzo di cibo con le mani migliora con l’età durante i pasti. Dagli un cucchiaio tutto per lui e quando sarà in grado di portarlo alla bocca riempilo recuperando con il vostro ciò che cade. Imparerà in fretta che può fare da solo.

Come procedere

Pur considerando che vi sono variazioni nei bisogni dei singoli bambini, il latte materno da solo non è sufficiente a soddisfare tutte le esigenze nutrizionali dei bambini dopo i sei mesi. Il fabbisogno di latte è di circa 700 ml dalla nascita a due mesi, dopodiché tra i 3 e i 5 mesi passa a circa 800 ml.

A 6 mesi si prevedono 4-5 pasti, di cui uno rappresentato dalla pappa e 3-4 dal latte artificiale, in quantità variabili da 170 a 230 ml di latte a pasto. Il fabbisogno di latte ritorna ad essere i latte (circa 700 ml) e 200 Kcal di alimenti complementari. Pertanto nel mio caso che la piccolina mangia 4 volte al giorno, di cui una pappa, e le rimanenti 230 di latte, sarebbe meglio non sostituire una poppata con la frutta ma dargliela in aggiunta ad essa, altrimenti non riceverebbe abbastanza latte.

Questo problema non si pone a chi fa 5 pasti che potrà sostituire quello pomeridiano alla frutta. Quando il piccolo comincerà a non bere molto latte il pomeriggio, si potrà sostituire con yogurt, frutta o una dose inferiore di latte a propria scelta.

Tra i 7 e gli 11 mesi si prevedono 4-5 pasti, di cui due rappresentati dalla pappa e 2-3 dal latte artificiale, in quantità variabili da 170 a 230 ml di latte a pasto. Il fabbisogno di latte sarà di circa 500ml e 455 Kcal di alimenti complementari. Il problema dello spuntino per chi fa 4 pasti totali al giorno rimane come nel mese precedente.

Tra i 12 e i 24 mesi, i pasti dovrebbero diventare 5 colazione, pranzo, cena e due merende. Si raccomandano 200-400 ml/die di latte vaccino intero non diluito se altri cibi di derivazione animale sono inclusi nella dieta, 300-500 ml/die se non lo sono. Il latte deve continuare ad essere parte integrante della dieta durante l’alimentazione complementare e si raccomanda di continuare con l’allattamento al seno fino a due anni ed oltre.

Igiene

Usate panni di carta per lavare e asciugare le superfici poiché più igieniche rispetto qa spugne ed asciugamani, acquistate anti batterici come il napisan (quello che si può anche non risciaquare).
Lavate bene la frutta e fino al compimento dei 6 mesi occorre cuocerle al vapore o bollirle. La sterilizzazione fino ai 6 mesi riveste ancora un ruolo importante pertanto sterilizzate tutto ciò che viene a contatto con i cibi.

Cosa comprare

Spugne dedicate, scottex, Napisan, frullatore, grattuggia( meglio di vetro), colino, cucchiaino (Importante è verificare che nessun oggetto in plastica che utilizzate per le pappe contenga il Bisfenolo BPA con il riscaldamento con molta probabilità può contaminare l’alimento), vasetti, vaporiera passaverdure.

Qui puoi leggere l’articolo sullo Svezzamento – parte I

Scarica la guida completa sullo svezzamento

Tutto sullo svezzamento – Parte I

Partiamo da una domanda importante:
Svezzamento o Autosvezzamento?

La mia reazione quando la pediatra mi ha chiesto se avevo una preferenza tra svezzamento e autosvezzamento è stata pensare: “ma stiamo scherzando?”

Ovviamente non sapevo neanche ci fosse un diverso approccio e un’altra scelta da compiere…uff, ma non potevano creare una guida da distribuire?

Parto con il dire che ogni pediatra ha una propria visione di svezzamento e difficilmente se ne parlerete con le amiche, avrete una direzione univoca da seguire, sia come tempistiche che come modalità, io ho parlato con 10 pediatri diversi per scrivere una guida che segua una direzione omogenea.

Secondo l’opinione della mia pediatra occorre muoversi nel mezzo.

Io personalmente, per l’esperienza che ho vissuto fino ad ora con la mia piccolina, posso affermare che seguo moltissimo un consiglio che diede una pediatra a mia zia quando nacque mia cugina, e cioè che la mamma sono io e che sono io che sto con lei tutto il giorno e tutti i giorni, pertanto sono io che la conosco e la capisco e posso seguire ciò che il suo atteggiamento mi indica.

Alcuni pediatri propongono linee guida per l’introduzione graduale degli alimenti, che nell’arco di due o tre mesi dall’inizio dello svezzamento permettono di arrivare ad un’alimentazione completa questa è la base dello svezzamento classico.

Altri pediatri lasciano completamente in mano alla madre o al padre la gestione di questo momento prediligendo la scuola di pensiero dell’autosvezzamento, ovvero una modalità più libera che permette di aggiungere man mano alimenti diversi dal latte, nessuna preparazione specifica per il lattante ma piccole quantità di cibo degli adulti, cucinato in modo leggero e salutare poiché sarà il neonato stesso a orientarsi verso i cibi che gli interessano. Ovviamente sminuzzato o schiacciato.

Non sono molto in linea con questa metodologia, soprattutto perché il neonato non è in grado di capire quali siano i suoi fabbisogni nutrizionali quindi le sue scelte potrebbero non essere le più idonee per la sua crescita salutare.

Per l’autosvezzamento è assolutamente necessario che il bimbo sia in grado di star seduto da solo con la schiena ben dritta e di deglutire non solo liquidi, dimostrare interesse per il cibo solido, dovrebbe anche già essere in grado di scegliere dicendo sì o no e di prendere il cibo da solo. In ogni caso il mio approccio è stato influenzando dal fatto che se ogni pediatra dice di fare una cosa diversa non è proprio necessario seguire una tabella, ma farsi portare un po’ dal buon senso.

Svezzare nel modo corretto è fondamentale per garantirgli una sana crescita ed un corretto sviluppo salvaguardando un apporto proteico e calorico bilanciato, significa assicurarsi che avrà un buon rapporto con il cibo e ridurrà il rischio di intolleranze, allergie e carenze vitaminiche (in particolare di ferro).

Peccato che per quanto sia importante non ti venga detto praticamente niente….io sono maniaca del controllo e questo ormai lo avrete capito ma alcune domande ce le poniamo un po’ tutte?

  • A quanto tempo dalla frutta posso dare il latte?
  • Dopo quanto posso passare alla pastina?
  • E quando aggiungere il pasto serale?

E…. potrei continuare per qualche ora!
io cercherò, come per gli altri articoli del blog, di dare delle linee guida per uno svezzamento che non segue regole precise ma neanche che lasci la mamma brancolare nel buio.

Ovviamente come già detto e ridetto queste sono indicazioni che vi danno sicurezza perché vi danno una risposta immediata se avete dubbi ma solo voi che conoscete i vostri piccolini potete trovare il metodo più corretto per lui o per lei.

L’ Organizzazione Mondiale della Sanità parla di svezzamento dal 6° mese in poi, perché ipotizza che il bambino fino al 6° mese si nutra ancora solo di latte materno. Ma questa è la teoria.

La realtà non sempre, anzi quasi mai è così.

Se il latte materno è sufficiente è fondamentale attendere il 6° mese, diverso è il caso di allattamento misto (pasti di latte materno + pasti di latte artificiale) che permette di accettare che lo svezzamento inizi intorno al 4°/5°mese.

Già da questo punto incontreremo pediatri che consigliano di aspettare, altri che fanno iniziare prima, chi dice di iniziare con solo frutta (almeno 3 settimane dopo dalla somministrazione della frutta e si propone a pranzo) e chi dice che iniziare con alimenti dolci li confonde e potrebbe rendere difficoltoso lo svezzamento stesso, e quindi?

E quindi regola base: introdurre gradualmente i vari alimenti, iniziando con piccole dosi e non più di uno al giorno. Questo è fondamentale, dopodiché scegliete l’approccio del vostro pediatra o quello che ritenete per voi il più opportuno, come detto poc’anzi se ci sono diverse teorie su dolce e salato è perché comunque danno non si fa.

Come per qualsiasi cosa, per capire se è il momento adatto per iniziare occorrerà osservare attentamente il piccolino e cogliere i segnali che ci dà per farci capire che è ponto.

Se il bambino ha più di quattro mesi, mostra con continuità molti di questi comportamenti e il suo peso natale è raddoppiato, potrebbe essere pronto per iniziare lo svezzamento; se, però, ha meno di sei mesi, dovreste parlarne col vostro pediatra e decidere come procedere.

Sintomi, cose da notare che ti faranno capire che puoi iniziare con lo svezzamento:

  • Fa quattro o cinque pasti completi al giorno, poppando bene da entrambi i seni, o bevendo un biberon di 240 ml di latte artificiale e comincia a diventare irritabile e mordersi le mani tra una poppata e l’altra
  • In genere dorme bene durante la notte e nei pisolini diurni, ma si sveglia sempre più presto;
  • Si morde troppo spesso le mani e, mostrando una buona coordinazione occhi-mano, cerca di mettere in bocca qualsiasi cosa;
  • È già incuriosito da ciò che succede in tavola e tenta di allungare la mano verso il cibo;

Sintomi, cose da notare che ti faranno capire che NON puoi iniziare con lo svezzamento:

  • Non cominciare prima della 17° settimana perché solo dopo avrà maturato tutte quelle funzioni (neuromotorie, digestivo-metaboliche, immunitarie, renali) che gli permettono di inghiottire e digerire ogni tipo di cibo usato normalmente dagli adulti in casa.
    Molti esperti attribuiscono l’aumento delle allergie e intolleranze ad un o svezzamento precoce o tardivo se avvenuto oltre la 26° settimana di vita;
  • Non prima che il bimbo abbia uno sviluppo sufficiente neuro-muscolare di collo e la testa;
  • Non prima che abbia perso il “riflesso di estrusione” che fa si che spingano fuori con la lingua tutto quello che non è liquido e che hanno in bocca: è un riflesso di protezione, aiuta il bambino che è troppo piccolo per deglutire solidi a difendersi da quello che accidentalmente finisce in bocca. Per lo svezzamento invece deve essere in grado di spostare il cibo dalla parte anteriore a quella posteriore per poi inghiottirlo;

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Tabella di marcia sui vaccini: quando farli e altre curiosità

I vaccini, che argomento spinoso!

Soprattutto da quest’anno che sono passati obbligatori.
Premetto che il mio ruolo non è assolutamente quello di dire se è giusto o sbagliato farli, ma vi posso dire ciò che ho fatto io e il perché, forse potrà aiutarvi nelle vostre scelte.

Io sono la prima che reperisce molte informazioni su internet, ma quando lo faccio, cerco quanto più possibile di non farmi condizionare dalle mie idee anzi cerco di farmi un opinione in modo razionale.

Un convinto sostenitore del fatto che i vaccini non facciano bene, in automatico leggerà notizie su notizie e le suddividerà credendo ovviamente che chi dice il contrario è un truffatore e che chi sostiene le stesse sue tesi è un genio, quindi scriverà anche la sua opinione da profano che però vuole illuminare gli altri su ciò che ha letto e così inevitabilmente si moltiplicheranno le opinioni di chi in fondo non ne sa nulla perché non ha fatto studi specifici e si basa su informazioni riportate chissà da chi, ma allora mi chiedo: è sempre bene fidarsi di Facebook o altri social per reperire notizie?

Io penso che internet sia un valido strumento ma deve essere sempre supportato da tesi comprovate di veri specialisti del settore.

Siamo arrivati al punto in cui i medici sono tutti opportunisti senza scrupoli che per guadagnare due soldi in più ucciderebbero un sacco di bambini innocenti, somministrando medicine inutili a infanti solo per un tornaconto economico? Ma dai! Siamo seri?

La paura è intrinseca in ognuno di noi, io sono molto credente e la sera prima del vaccino prego sempre che non capiti nulla. Purtroppo è questo che guida la vita di tutti quanti noi: la paura.

I medici stessi, razionali per antonomasia, dichiarano che seppur piccoli i rischi ci sono, i vantaggi sono sempre e comunque maggiori.

È questione di numeri e calcolo delle probabilità, i numeri non sbaglino mai.

Come tutti i farmaci anche i vaccini possono causare effetti indesiderati, ma questi, nella maggior parte dei casi sono lievi e transitori. Di solito consistono infatti in febbre e gonfiore nel punto di inoculazione.

Questi effetti possono essere facilmente trattati e prevenuti con farmaci antinfiammatori ed antifebbrili. Eventi avversi più seri si manifestano solo molto raramente: un caso ogni migliaia o milioni di dosi somministrate.

È possibile che ci siano effetti collaterali gravissimi ma nei bugiardini di quasi tutte le medicine in commercio ci sono degli effetti collaterali gravi, e finché uno non prende il farmaco non può sapere se toccherà a lui o no, e allora cosa facciamo noi adulti?

Non mi risulta che se stiamo male non prendiamo medicine per paura dei possibili effetti collaterali.

Ho visto mamme non fare i vaccini e poi somministrare nuovi farmaci seppur blandi, al neonato, senza preoccuparsi minimamente se potessero esserci degli eccipienti che avrebbero potuto creare qualche reazione allergica.

Io sinceramente non vedo proprio dove sta la differenza.

I vaccini sono creati dalle stesse case farmaceutiche delle medicine, c’è un complotto internazionale che vuole ucciderci i figli e far sopravvivere gli adulti, tipo piaga d’Egitto?
Non credo.

Tutti noi amiamo i nostri figli e non vorremmo che gli capitasse mai nulla.

Sapete qual è stato il motivo principale che mi ha fatto scegliere di fare il vaccino?

Non l’obbligatorietà e non le possibili sanzioni. È stato pensare alle centinaia di bambini, i cui genitori una scelta non ce l’hanno, perché i loro bambini sono gravemente malati e non sono in grado di sostenere loro stessi un vaccino che per loro sarebbe prezioso e pagherebbero per riceverlo.

Invece loro sono costretti a pregare che il bambino accanto a loro sia stato vaccinato così non c’è rischio di contagio per una malattia che a causa del loro precario sistema immunitario sarebbe letale.

Non sono generosa o altruista ma aldilà dell’affetto per il proprio bambino, ogni bambino è importante e se il destino sceglierà che mia figlia sarà a pagarne il prezzo me ne farò una ragione ma non posso sentirmi responsabile per un eventuale decesso perché mia figlia ha attaccato qualche malattia. Io se avessi una bimba malata vorrei che gli altri non fossero egoisti e la pensassero così, allora qualsiasi discussione no vax svanirebbe nel nulla.

Ci si focalizza sull’obbligatorietà ma in realtà, almeno per quanto mi riguarda, non è stata quella a spingermi verso la scelta di vaccinarla. Se uno crede ai vaccini, lo fa a prescindere dall’imposizione.

Il decreto vaccini ha reso obbligatorie per i minori di 16 anni dieci delle vaccinazioni e ne ha fortemente raccomandate quattro ad offerta attiva e gratuita. Ma nel PNPV 2017-2019 sono altresì indicate in offerta attiva e gratuita anche le vaccinazioni antipapilloma virus (HPV) negli undicenni e anti-meningococcica tetravalente ACWY nell’adolescenza, che ovviamente mantengono il loro importante ruolo all’interno di una cornice di offerta vaccinale che mira alla protezione della popolazione fino all’età avanzata, sia attraverso i richiami periodici sia mediante vaccinazioni raccomandate specificatamente per l’anziano.

Di seguito il calendario delle vaccinazioni mese per mese:

– 3 MESE

Obbligatori

– Vaccino esavalente 1ª dose (difterite, il tetano, la pertosse, la polio, l’epatite B e le infezioni da Haemophilus influenzae tipo b)

Facoltativi

– Vaccino pneumococcico coniugato (PCV): 1ª dose
– Vaccino contro il meningococco B (MenB): 1ª dose (a distanza di 15 giorni dalla somministrazione dell’esavalente e del vaccino pneumococcico coniugato)
– Vaccino contro il rotavirus (Rotavirus): 1ª dose

– 4 MESE

Facoltativi

– Vaccino contro il meningococco B (MenB): 2ª dose (a distanza di 1 mese dalla 1ª )
– Vaccino contro il rotavirus (Rotavirus): 2ª dose

– 5 MESE

Obbligatori

– Vaccino esavalente 2ª dose (difterite, il tetano, la pertosse , la polio, l’epatite B e le infezioni da Haemophilus influenzae tipo b)

Facoltativi

– Vaccino pneumococcico coniugato (PCV): 2ª dose

– 6 MESE

Facoltativi

– Vaccino contro il meningococco B (MenB): 3ª dose (a distanza di 1 mese dalla 2ª )

– 11 MESE

Obbligatori

– Vaccino esavalente 3ª dose (difterite, il tetano, la pertosse , la polio, l’epatite B e le infezioni da Haemophilus influenzae tipo b)

Facoltativi

– Vaccino pneumococcico coniugato (PCV): 3ª dose

– 13 | 15 MESE

Obbligatori

– Vaccino tetravalente MPRV (morbillo, la parotite, la rosolia, e la varicella) o trivalente MPR + V: 1ª dose

Facoltativi

– Vaccino contro il meningococco C coniugato (MenC)
– Vaccino contro il meningococco B (MenB): 4ª dose

– 13 | 15 MESE

Obbligatori

– Vaccino tetravalente MPRV (morbillo, la parotite, la rosolia, e la varicella) o trivalente MPR + V: 2ª dose

Facoltativi

– Vaccino esavalente 4ª dose (difterite, il tetano, la pertosse , la polio) eliminati epatite B e influenza

 

Dopo la vaccinazione il bambino può condurre una vita “normale”: mangiare, bere, fare il bagnetto, uscire.

Alcune domande che mi sono sorte e a cui documentandomi e con l’esperienza ho dato una risposta.

1. Ci sono controindicazioni nella somministrazione del vaccino?

La vaccinazione può essere controindicata temporaneamente o in maniera definitiva.

Si hanno controindicazioni temporanee quando si verificano delle situazioni transitorie che non permettono la vaccinazione solo per il periodo in cui sono presenti. Si deve quindi rimandare la vaccinazione quando:

  • il bambino ha malattie acute con febbre di grado elevato;
  • se il bambino sta prendendo farmaci che agiscono sul sistema immunitario come cortisonici ad alte dosi.

Si hanno controindicazioni definitive, è bene quindi non fare il vaccino, quando il bambino:

  • ha manifestato gravi reazioni a precedenti vaccinazioni;
  • è affetto da malattie neurologiche in evoluzione;
  • è allergico ad alcuni antibiotici quali streptomicina e neomicina (se l’antibiotico ne contiene)

Se il bambino è affetto da malattie quali leucemie, tumori, AIDS la situazione va valutata caso per caso.

Vi sono poi situazioni che non rappresentano vere e proprie controindicazioni ma richiedono alcune precauzioni.

Dovete segnalare quindi al pediatra se…

  • il bambino ha avuto febbre molto alta ad una precedente dose dello stesso vaccino;
  • se ha pianto molto ed era inconsolabile;
  • se il bambino ha avuto convulsioni febbrili;
  • se di recente gli sono state somministrate immunoglobuline;

2. Il bambino è contagioso?

Tanto per cominciare, bisogna distinguere tra ”vaccini inattivati e vaccini vivi attenuati”.

I primi non contengono agenti patogeni vivi, ma virus inattivati e sono costituiti solo da minime componenti di virus o batteri e non dai microrganismi nella loro interezza. I secondi, invece, proprio come dice il termine, sono costituiti da microrganismi ancora vivi, ma indeboliti.

Un vaccino inattivato – come l’esavalente – è per definizione incapace di trasmettere la malattia, perché di fatto non contiene l’agente responsabile.

In linea puramente teorica, il discorso potrebbe essere leggermente diverso per i vaccini che contengono virus vivi attenuati. Perché, appunto, in questo caso i microrganismi presenti sono vivi. Non dobbiamo però dimenticare che sono attenuati, cioè trattati in modo tale da non risultare infettivi, considerato che il loro obiettivo non è far ammalare chi li riceve, ma solo mettere in guardia il suo sistema immunitario, quindi anche il vaccino MPR è sicuro.
Il caso del vaccino contro la varicella è leggermente diverso. Chi riceve il vaccino può a sviluppare una forma molto lieve di malattia, con febbre e qualche vescicola. In questo caso il bimbo in questione è contagioso fino a che le vescicole saranno guarite. Ciò però accade molto raramente.

3. Il mio bambino è irrequieto. Che cosa devo fare?

Dopo la vaccinazione i bambini possono essere particolarmente irrequieti o piangere in modo inconsolabile, poiché possono sentire dolore nella sede di iniezione e/o avere la febbre. Si può somministrare un farmaco, il “paracetamolo” che aiuta a ridurre il dolore e la febbre. Se lo stato di irrequietezza persiste, nonostante il farmaco, per più di 24 ore consultate il pediatra di base.

4. La sede di iniezione è calda ed arrossata. Cosa devo fare?

Applicare un panno intriso di acqua fredda (ghiacciata), ben strizzato sulla zona dolente ed infiammata. Se ritenete che il bambino abbia molto dolore, poiché reagisce alla minima pressione, potete somministrare il paracetamolo secondo il peso del bambino. La zona di inoculazione non va mai massaggiata ma potrebbe essere utile spalmare Arnica gel.

Boiron Arnigel è un rimedio omeopatico in gel consigliato per attenuare i dolori di natura, viene utilizzato per calmare i gonfiori e i versamenti ematici, alle punture d’insetti. Buoni sono gli impieghi per il trattamento di disturbi osteo-articolari, leggere bruciature. Questa pianta difatti, oltre a ridurre il gonfiore, si presta come analgesico naturale. https://www.amazon.it/Arnica-35-6908-Boiron-Gel/dp/B00L7QNLAC/ref=sr_1_2?s=hpc&ie=UTF8&qid=1536323140&sr=8-2&keywords=arnica+gel+neonati
Se dopo 24 ore il rossore tende ancora ad aumentare chiamate il pediatra di fiducia o il vostro servizio vaccinale.

5. Penso che il bambino abbia la febbre. Che cosa devo fare?

Prima di tutto verificate se è vero, misurando la temperatura del bambino.

Se il bambino ha la febbre:

  • dategli da bere acqua in abbondanza;
  • vestitelo in modo leggero senza coprirlo eccessivamente
  • somministrate il paracetamolo

La febbre può comparire entro due giorni dall’effettuazione della maggior parte dei vaccini. Solo per i vaccini contro il morbillo-parotite-rosolia e varicella, la febbre ed eventualmente l’esantema (puntini rossi diffusi sul corpo) possono comparire dopo 7/26 giorni.

Se il bambino continua ad avere la febbre per oltre 24 ore, se la febbre aumenta o il bambino presenta sintomi insoliti, consultare il pediatra o il pronto soccorso.

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