Cosa serve e come fare il bagnetto al tuo piccolino

Ciao Mamme!

Oggi parliamo del Bagnetto per il tuo bambino. Consigli sul dove, come, quando fare il bagnetto.

Intanto, per prima cosa, è fondamentale sapere che i primi giorni dopo la dimissione è consigliabile evitare il bagnetto per il neonato, occorre attendere la caduta del moncone che avviene in genere intorno ai 10-15 giorni di vita.

Nei primi giorni dopo la nascita, l’alternativa al bagnetto sarà lavare con acqua tiepida le varie parti del corpo, come sederino, piedini e gambine. Potrebbe risultare utile utilizzare un detergente specifico per neonati, da applicare con un batuffolo di cotone, per pulire la zona ascellare e tra le pieghe del collo. L’alternativa è l’uso di spugnature con acqua a patto che le spugne e le manopole per la pulizia del bebè vengano sterilizzate giornalmente, essendo queste un ricettacolo di batteri.

Il bagnetto dovrebbe essere vissuto come momento piacevole e rilassante, se si nota che il bambino vive il bagnetto come un momento di tensione o di disagio, soprattutto i primi giorni è meglio procedere a piccoli passi diradarne la frequenza, e nel frattempo continuare come i primi giorni di vita, limitando la fase d’immersione.

Per il neonato durante i primi giorni di vita non è necessario l’utilizzo di attrezzature particolari, andrà benissimo lavarlo sotto il getto del lavandino; è così piccino e ha la tipica posizione fetale che per i primissimi tempi non si può pensare al classico bagnetto in vasca.  In commercio ci sono dei fiori giganti che si inseriscono nel lavandino e ti lasciano libere le mani per poterlo lavare comodamente, essendo morbidissimi e avvolgenti il piccolo vivrà questa esperienza positivamente, potrete trovare un esempio qui.

Successivamente in una prima fase sarà opportuno preferire le apposite vaschette più facilmente lavabili e disinfettabili allo scopo di garantire igiene e sicurezza. L’importante è che queste siano collocate in un punto stabile e non rischino di rovesciarsi. Per i primi mesi vi consiglio di acquistare una vaschetta con sedile reclinato, come questa qui oppure con il kit per i primi mesi compreso come questa qui. In questo modo il bambino sarà supportato autonomamente e non vi verrà il mal di schiena a stare piegati per sorreggerlo tutto il tempo. Purtroppo io avevo optato per una soluzione pieghevole come quella in questo link, a causa del poco spazio, e miei lombari ne hanno subito le conseguenze. In ogni caso per la scelta è fondamentale che vi sia un blocco antiscivolamento in mezzo alle gambine, per evitare spiacevoli incidenti potenzialmente gravi.

Forse l’ideale sarebbe in bagnetto all’interno del fasciatoio provvisto di tubicino che si fa scaricare automaticamente, l’unico inconveniente è che bisogna avere spazio accanto ad uno scarico altrimenti è tutto inutile.

Quando il piccolo sarà in grado di stare seduto autonomamente, si potrà scegliere di passare alle sedute apposite, sempre che vogliate eliminare la vaschetta. Sono molto utili anche per chi non ha spazio e non ha vasca. Potrebbe essere l’unica soluzione in caso di doccia.

Dopo i 12 mesi per chi ha la vasca sarà semplicemente utile acquistare i tappetini antiscivolo come questo qui, opportunamente detergerla e porre maggiore attenzione vista la grande massa d’acqua e lo spazio molto più ampio; la vasca grande offre l’opportunità, in molte famiglie, d’immergersi accanto al figlio

Come fare il bagnetto al tuo bambino

  • Preparate l’ocorrente: Brocca,Sapone neutro o amido di riso, Shampoo, Accappatoio, Asciugamano, Termometro, Cambio comprensivo di pannolino.
  • Riempitela vaschetta: La temperatura dell’acqua dovrebbe essere intorno ai 37.5° C, mezzo grado più calda di quella corporea. Misurare con gli appositi termometri da bagno, o con il gomito (funziona come per il latte sul polso, immergendo il gomito non si deve sentire differenza di temperatura). Riempi la vaschetta in modo che l’acqua non superi le spalle e versa direttamente il detergente nella vaschetta, io ho sempre e solo utilizzato amido di riso e nient’altro, solo in un paio di occasioni per la pelle secca ho aggiunto un paio di gocce di olio di mandorle. Due accortezze: L’amido è in polvere quindi scioglierlo prima che il bimbo entri in vasca per evitare inalazioni. La temperatura deve essere regolata anche secondo la stagionalità. Usate il buon senso.
  • Create l’ambientazione: Assicuratevi che la temperatura della stanza non scenda mai al di sotto dei 21°-22° C, se necessario acquistate una stufetta. Potete mettere della musica soft e accendere delle luci soffuse. Ricordate che il neonato vive in un ambiente pulito, non ha mai toccato terra, lo scopo del bagno, al di là dei bisogni di pulizia è quello di creare una routine di gioco e rilassamento.
  • Prepariamo il bebè: parlandogli dolcemente, dopo averlo adagiato su una superficie morbida spogliamolo, togliamo il pannolino e puliamolo accuratamente per evitare che eventuali tracce di feci finiscano nell’acqua del bagnetto. Mettete il palmo della mano destra sul petto del piccolo, con medio anulare e mignolo sotto l’avambraccio sinistro. Dopodiché fate passare la vostra mano sinistra dietro il collo e le spalle inclinandolo leggermente e trasferire il peso sulla mano destra davanti infine fare slittare la mano sinistra su sederino e sollevatelo in posizione seduta leggermente piegato in avanti. Abbassatelo nella vaschetta in posizione seduta prima il sederino e poi la schiena, spostate la mano sinistra sulla nuca per sostenerlo e lentamente sdraiatelo nell’acqua. Con la destra libera potrete lavarlo. Vi consiglio di mettere un asciugamanino umido sul petto per tenerlo caldo nei primi periodi. Mentre lo facciamo stiamo calme e parliamo tranquillamente al piccolo, lui percepirà il nostro stato d’animo e sarà tranquillo.
  • Detersione con bacinella o nel lavandino: il bebè va immerso nell’acqua facendo passare il proprio braccio sinistro dietro le spalle in modo da posizionare il suo collo sul tuo polso sinistro e chiudere il braccino sinistro del neonato sotto l’ascella con il tuo indice e pollice creando un anello con le dita così che non possa scivolare, e tu abbia la mano destra libera per lavarlo. Per il lavaggio non occorrono spugne o manopole, ma basta la sola mano della mamma. Per ultimo, è bene girare il piccolo, prendendolo con la mano destra e chiudendo ad anello il braccino sinistro e girandolo facendogli appoggiare il pancino sul proprio avambraccio e con l’altra mano lavargli la schiena. Detersione con vaschetta: Ricordate che avete già messo il detergente nell’acqua non occorre versarne ancora sulla pelle delicata del bambino. Con le dita lavate bene zone, come le ascelle, le pieghe del collo, quelle dietro le orecchie o nelle gambe, perché a volte è proprio lì che si annida lo sporco. A me avevano sempre detto di fare attenzione alle pieghe di ascelle e inguine e così ho fatto, sono sempre stata meticolosa peccato che un giorno mi sono resa conto che tra le pieghette del collo era tutta arrossata poverina. Con la mano lavare la testa, in questo caso se utilizzerete dello shampoo per bambini occorrerà lavarlo via con una brocca di acqua pulita facendo attenzione che non gli vada l’acqua negli occhi. Quando il bambino sarà più grandicello, all’incirca dai tre mesi di vita in poi, si potrà mettere nella vaschetta qualche giochino galleggiante per farlo divertire
  • Fine del bagnetto: Con la mano libera prendete l’accappatoio mettendo il cappuccetto sotto il collo o fra i denti e sistemate i lembi sotto le vostre ascelle. Tirate fuori il bimbo con i stessi movimenti che avete fatto per inserirlo, così che esca da seduto (da coricato lo disorienta). Sollevatelo con la schiena rivolta verso di voi e avvolgetelo.
  • Fasciatoio: Una volta terminato il bagnetto, è importante asciugare bene il neonato, tamponando la pelle senza strofinarla e facendo attenzione alle pieghe cutanee, che non vanno lasciate umide perché possono macerare facilmente. Per asciugare le orecchie, si può adoperare una garzina, da passare nel padiglione auricolare senza entrare all’interno del condotto auricolare per non provocare lesioni. Dopo il bagnetto, non è assolutamente indispensabile applicare creme o latte idratante sulla pelle del bambino a meno che non abbia la pelle particolarmente secca, ma volendo si può effettuare un massaggio rilassante utilizzando l’olio di mandorle puro e biologico. Non avendo lo spazio per collocare il fasciatoio in bagno , per non farle prendere freddo ho acquistato mi sono attrezzata con un fasciatoio portatile ma rigido di quelli che possono collocare sopra le culle, io lo metto sopra la vasca quando finisce il bagnetto.

Quando e quanto spesso fare il bagnetto?

Il bagnetto è uno spazio d’incontro tra la mamma e/o il papà e il bebè. Deve essere un momento piacevole e rilassante per tutti, specialmente per il bambino, che essendo immerso nell’acqua andrà a rivivere le sensazioni del ventre materno.

Per questo motivo: NIENTE FRETTA, prendetevi del tempo da dedicare al 100% al vostro cucciolo, l’ideale è un orario in cui non siete stanchissime (difficile da trovare i primi mesi) e lontano dai pasti.

Se fate ricerche su internet potrete leggere numerosi articoli che riportano che trattandosi di bagno caldo e ambiente caldo il bagno si può effettuare anche dopo mangiato poiché non si incorre nel rischio di congestione, questo risolverebbe tutti i problemi di orario, ma io ho chiesto a diversi pediatri e nessuno si è preso questa responsabilità. Mi è stato detto di attendere circa un’ora e mezza dal pasto se allattati con latte in formula e solo 10 minuti con il latte materno. Io ho preferito modificare gli orari e non rischiare. A voi la scelta!

Non esiste un’ora specifica e valida per tutti per il bagnetto: ci sono bambini che lo trovano energizzante, è un continuo giocare e in questi casi potrebbe essere fatto il mattino per iniziare la giornata. In genere, gli esperti suggeriscono che il momento più indicato sia quello serale. Momento in cui la mamma ha concluso le sue attività di casa e il piccolo sia poi completamente rilassato e pronto per si addormentarsi con maggior facilità.

Il problema sorge solo nei primi tempi, quando l’ultimo pasto serale cade circa alle 23.30. vi assicuro che dopo una giornata stremante alle 22.30-23.00 non avrete tutta questa voglia ed energia necessaria, con il tempo questo inconveniente cesserà di esistere perché l’ultimo pasto si sposterà alle 19.30 circa.

Inizialmente io ho provato a farlo prima dell’ultimo pasto, ma ero cotta e puntualmente mi dovevo svegliare per preparare tutto, dopo poco sono passata a farglielo alle 20 prima del penultimo pasto insomma, così ho potuto godermelo di più. Quindi il mio consiglio è quello di organizzarvi bene nei primi 2/3 mesi, in modo che questo momento non venga vissuto come ulteriore fonte di stress.

Per quanto tempo fare il bagnetto?

Fare il bagnetto è un’esperienza in genere molto gradita al piccolo ma la durata deve essere graduale.

Cinque minuti o anche meno dovrebbero bastare per lavarlo e sciacquarlo, man mano che cresce si potranno allungare i tempi del bagnetto, ma per ora qualche minuto è più che sufficiente. Il bagnetto può durare fino a quando il bambino mostra di gradirlo, è giusto prolungare questo momento ludico, controllando di tanto in tanto che l’acqua sia sempre sufficientemente calda. Vi consiglio di tenere un orologio in bagno, non tanto per il tempo che il piccolo trascorre in vaca ma più che altro per controllare che non si faccia troppo tardi e il piccolo cominci a urlare per la fame prima ancora di cominciare a rivestirlo.

Non è però un obbligo. Nei primi 2-3 mesi di vita del bambino, fargli il bagnetto non è strettamente necessario. Questo perché ha un sudore diverso da quello degli adulti e poi non si muove molto durante il giorno. In più, vive in un ambiente pulito, quello della culla pertanto un bagno ogni 2-3 giorni va benissimo. Al tempo stesso, non c’è alcuna controindicazione a fargli il bagnetto ogni giorno un momento che, anzi, può diventare un rituale. È una pratica che può essere molto piacevole per il bimbo, perché gli ricorda l’ambiente uterino.

Unico accorgimento è quello di addolcire l’acqua, ad esempio con l’amido di riso, perché quella del rubinetto è spesso molto dura e calcarea e potrebbe irritare la pelle delicata del piccolo.

Il bagnetto può durare fino a quando il bambino mostra di gradirlo. Lo scopo del bagno, al di là dei bisogni di pulizia e di divertimento e anche quello di attivare la circolazione sanguigna della pelle e la traspirazione.

Dubbi leciti da eliminare:

  • Non fatelo mai giocare con saponi, profumi o talco: potrebbe ingerirli o inalarli. È pericolosissimo l’uso del borotalco, in alcuni paesi è chiaramente indicata sulle confezioni la sua pericolosità in quanto può essere inalato dal bambino.
  • Se d’estate fa molto caldo, si può dare sollievo al piccolo utilizzando delle spugnature fresche oppure offrendogli più volte brevi immersioni in acqua tiepida.
  • Il bagno, in caso di tosse e raffreddore, non solo si può fare, ma è anche consigliato, a patto che l’ambiente sia ben riscaldato. L’aria caldo-umida, infatti, fluidifica il muco. Logicamente se oltre all’ostruzione nasale vi sono altre complicanze influenzali, è bene chiedere l’apposito parere pediatrico.
  • In via teorica anche la febbre non è un deterrente anzi oltre a non essere pericoloso, il contatto con l’acqua tiepida a circa un grado in meno rispetto a quella corporea dà al piccolo una sensazione di sollievo e di benessere diffuso. È, però, importante evitare accuratamente gli sbalzi di temperatura, che possono peggiorare la condizione di indebolimento dell’organismo.
  • Invece, se il raffreddore è associato all’otite è meglio evitare di fare un bagnetto o una doccia che prevedano una sorta di lavaggio anche parziale dei capelli e della testa. Questo perché l’acqua potrebbe penetrare nelle orecchie in cui vi è l’infezione e provocare al bimbo maggior fastidio.
  • Dopo il vaccino ci sono pareri medici che affermano che sarebbe meglio evitare per 48 ore il bagno per evitare possibili infezioni veicolate dall’acqua, e altri che negano tale relazione. Occorre essere guidati dalle condizioni del bambino, se la sua temperatura aumentata o non si sente bene sarebbe meglio evitare in caso contrario non ci sono restrizioni particolari da seguire. Poi ci sono quelli come me del non si sa mai, che pensa che in fondo sono solo due giorni senza bagnetto e si può sopravvivere senza.
  • Non si deve abbandonare mai, nemmeno per un attimo, il bambino da solo nella vaschetta, infatti, a parte il rischio di annegamento che può verificarsi anche in condizioni di ridotto volume di acqua, il piccolo può inalare acqua schizzata o riversata sul volto giocando con contenitori cavi, ecc. oppure, scivolando, può spaventarsi e procurarsi piccoli traumi.
  • Il piccolo non deve essere posto in prossimità di erogatori di acqua (rubinetti, miscelatori, ecc.) per il rischio di ustioni di acqua ad alta temperatura.
  • Evitate di lasciare il piccolo scoperto per il cambio e in un ambiente non ben caldo dopo il bagnetto per più di 5-10 minuti. C’è il rischio che lo stress da freddo attenui le sue difese immunitarie

Occorrente: Bagnetto per lavandino per i primi 2 mesi, Vaschetta, Seduta, Tappetino Antiscivolamento, Amido di riso, shampoo o sapone, termometro, fasciatoio portatile,Sapone neutro o amido di riso, Shampoo.

Cosa è e come alleviare i sintomi della Crosta Lattea

La crosta lattea è una forma di dermatite seborroica che interessa, come dice il nome stesso, la pelle del lattante.

Non c’è alcuna correlazione tra la crosta lattea e l’allattamento materno.

La zona più coinvolta e il cuoio capelluto del bebè, dove compaiono tante squamette untuose di colore giallastro.

Queste proliferano e aderiscono tra di loro: la testa del bimbo appare dunque come ricoperta da una crosta che impedisce la corretta traspirazione della pelle per questo si tende a rimuoverla.

L’irritazione spesso interessa anche le sopracciglia, la fronte, il mento, i lati del naso. Solo in alcuni casi, si estende alla zona del pannolino.

Colpisce il 3-4% dei bambini e fa la sua comparsa a circa 30-40 giorni dalla nascita ed è destinata a scomparire spontaneamente entro il 3°-4° mese di vita senza lasciar alcuna traccia.

Se dopo questo periodo la pelle del piccolo è ancora soggetta ad arrossamenti diffusi, tende a desquamarsi, e l’irritazione è accompagnata da un intenso prurito, occorre consultare il pediatra. Non si è infatti di fronte a un protrarsi della dermatite seborroica (crosta lattea), bensì a una probabile manifestazione di dermatite atopica, inoltre i casi con manifestazioni più estese e intense vanno valutati dal pediatra che potrà prescrivere shampoo, olio e creme a base di alludekina, una sostanza che esercita un’azione emolliente sulla pelle irritata.

Va comunque tenuto presente che le cure possono soltanto alleviare i sintomi e prevenire eventuali complicazioni, in quanto il disturbo.

In questi casi è bene:

  • ammorbidire l’area della crosta lattea ungendola con un olio di quelli per i bambini come l’olio di mandorle dolci, di oliva o di calendula. Possibilmente lasciarlo per un paio d’ore sulla cute prima di rimuovere con un bagnetto.
  • fare un bagnetto al piccolo lavando bene il cuoio capelluto e bagnando la testa in modo che renda ancora più soffice la crosta.
  • Dopo il lavaggio, con una leggera frizione eseguita con una garza imbevuta di tali oli e successivamente, se il piccolo ha molti capelli, con un apposito pettinino a denti fitti che potrete trovare qui, rimuovere le croste adagio e con delicatezza.

Non bisogna  ‘grattare’ le crosticine con il pettinino o con le dita, perché la cute potrebbe irritarsi e peggiorare la situazione.

Il disturbo viene aggravato dall’acqua e dai saponi che asportano la piccola quantità di film idrolipidico presente sulla cute, quindi attenzione ai prodotti da utilizzare consiglio amido di riso e nient’altro, o tuttalpiù arricchito con qualche goccia di olio vegetale.

Da acquistare: Amido di Riso per il bagnetto e Olio Vegetale (Ideale sarebbe olio di mandorle dolci bio), pettinino a maglia stretta, Garze o Cotone.

Come tagliare le unghie a un neonato?

Ciao Mamma!

Questa sarà una delle sfide più difficili per la pulizia e l’igiene della tua bambina o del tuo bambino. Tagliare le piccole unghie dalle  sue delicatissime manine sembrerà un’impresa impossibile. Poca ansia, forza e coraggio!

Tagliare le unghie è un lavoraccio!

Il problema non è tanto l’operazione in se ma il momento migliore per farlo.

Dopo il bagnetto, è sicuramente il momento ideale perché queste si saranno ammorbidite con l’acqua ma consiglio di farlo una volta che il piccolo si sia addormentato. Per quanto mi riguarda prima per me sarebbe stato quasi impossibile, perché la mia piccolina ferma proprio non ci stava, ora che è un po più grande cerco i momenti in cui è immobilizzata, seggiolone, seggiolino, in braccio a papà. Ma da piccolissima era un lavoro di squadra mio marito la teneva mentre dormiva, io tagliavo e poi la posavo nella culla.

Sono in molti i neonatologi che oggi raccomandano di attendere dalle tre alle quattro settimane prima di tagliare le unghie del bebè per evitare il rischio di infezioni.

Qualora le unghie dovessero apparire davvero troppo lunghe e il piccolo dovesse graffiarsi molto si potrà intervenire delicatamente con le apposite limette di carta.

Passate le primissime settimane si potranno utilizzare le apposite forbicine dalla punta arrotondata: il profilo delle unghie delle mani segue la curvatura del polpastrello delle dita, mentre quello dei piedi è più lineare, conservando l’angolatura alle estremità e avendo cura di non tagliare mai le unghie troppo corte.

Da Acquistare: Kit che comprende sia forbicine che lime per i primi periodi. Io ho il Kit della Chicco, le lime sono 6 ma non è necessario buttarle una volta utilizzate, con le unghie piccolissime dei neonati prima che si consumino si possono utilizzare circa 3 volte. A me sono addirittura avanzate. L’importante è comunque acquistare un Kit che sia composto da forbicine e da lime, quest’ultime fondamentali nelle prime settimane.

Fatemi sapere come è andata la vostra prima esperienza con il taglio delle unghie!

Come si puliscono Occhi, Orecchie e Naso di un neonato?

Buongiorno Neo Mamme!

State guardando il vostro piccolino, tenero e soprattutto così delicato, ma avete bisogno di pulirgli occhi, orecchie e naso. Come fare?

Probabilmente quando ci pensavate (se ci pensavate) prima di diventare mamme, pulire gli occhietti di un neonato, le sue orecchie o il bel nasino, poteva sembrare un’operazione semplice. In realtà, è proprio così, basta solo prendere un po’ di dimestichezza.

Iniziamo subito!

Come pulire gli occhi di un neonato?

La pulizia degli occhi deve essere eseguita giornalmente, con soluzione fisiologica e garze sterili.
La garza deve essere passata delicatamente lungo la palpebra del bimbo, dalla rima interna verso l’esterno, cercando di rimuovere tutti i residui di secrezione lacrimale e utilizzando una garza pulita per ogni occhio.

Da acquistare: Garze, Fisiologica Monodose poiché per evitare congiuntiviti è necessaria la sterilità.

Come pulire le Orecchie di un neonato?

La pulizia dell’orecchio del neonato si limita al padiglione esterno e all’accesso del condotto uditivo, ricordandosi di non utilizzare cotone idrofilo (cotton-fiock) o altro materiale estraneo all’interno del condotto, in quanto il piccolo, reagendo a stimoli dolorosi o fastidiosi, potrebbe improvvisamente effettuare bruschi movimenti del capo con conseguenti lesioni del timpano.

Per la pulizia delle orecchie è sufficiente che il neonato appoggiato al braccio del genitore, stia immerso nell’acqua così che il livello raggiunga le orecchie in modo da far entrare vapore. Questa posizione provoca lo scioglimento del cerume, mentre quello che compare alla vista si toglie semplicemente piegando una garza sterile attorno al dito ed effettuare la pulizia, in alternativa è possibile arrotolare un po’ di garza imbeverla nella fisiologica e successivamente pulire l’accesso del condotto.

Da acquistare: Garze, Fisiologica Monodose poiché per evitare otiti è necessaria la sterilità.

Come pulire il Naso di un neonato

La pulizia del naso dovrebbe essere effettuata prima di ogni pasto, anche per la pulizia interna del naso, si raccomanda di non usare corpi estranei, ma tutt’al più l’installazione di qualche goccia di acqua, di soluzione fisiologica per narice.

E’ bene effettuare la pulizia una volta al giorno e nel caso di naso chiuso è fondamentale prima di ogni pasto e comunque ogni volta sia necessario.

In caso di naso chiuso indispensabile è associare lavaggi nasali per liberare le vie respiratorie, con 5 ml (se il bimbo ha meno di 12 mesi) con 10 ml (se ha tra 12 mesi e 3 anni) di fisiologica preferibilmente scaldata ( sotto acqua calda ) a 37° (temperatura corporea) e solo qualora risultasse necessario procedere con la pulizia tramite aspiratore nasale.

In caso di tosse grassa potrebbe essere utile effettuare l’aerosol con acqua ipertonica dopo i lavaggi e prima della pappa. Vi consiglio di preparare tutto prima o tenerlo direttamente accanto al fasciatoio. Un consiglio utile è quello di lavarglielo la sera dopo il bagnetto, che con i suoi fumenti ha già espletato una funzione ammorbidente e fluidificante.

Perché è bene fare i lavaggi al naso di un neonato?

I lavaggi sono utili per un duplice motivo.

Il primo più conosciuto, è che in caso di raffreddore i neonati con meno di un anno d’età non potendosi soffiare il naso, se hanno il naso chiuso non riescono a succhiare e a mangiare bene, quindi risulta fondamentale pulirlo sia per facilitare la loro alimentazione sia per permettere un sonno notturno tranquillo.

Va precisato che circa il 70-80% delle infezioni respiratorie nei bambini sono di natura virale e questo significa che non esiste una terapia mirata al virus (come avviene invece nel caso dei batteri che vengono uccisi con un antibiotico), bensì terapie utili ad alleviare i sintomi respiratori che le accompagnano.

Il secondo motivo è che in caso di bambino in salute con il lavaggio non si cerca la prevenzione del raffreddore ma l’eliminazione della colonizzazione virale e batterica nasofaringea e con essi i rischi di otite e sinusite.

Inoltre, un naso non libero favorisce il ristagno di secrezioni nei seni paranasali e queste secrezioni possono scendere nelle basse vie aeree per aspirazione causando bronchiti asmatiche, bronchiti catarrali e polmoniti.

So bene che veder piangere i nostri piccini ci fa stringere il cuore e pertanto questa pratica spesso non è effettuata se non in caso di raffreddamento, ma vorrei condividere con voi la mia esperienza dicendovi che io la pensavo esattamente così fino a che la mia piccola si è ammalata e a causa di un raffreddore che non le permetteva di respirare, ho dovuto fare un day hospital all’ospedale dove le hanno effettuato un mega lavaggio e diagnosticato un principio di bronchiolite e come unica terapia quella di fare prima di ogni pasto lavaggi e aerosol.

Vi posso assicurare che ha sofferto molto di più in quei giorni, che quando giornalmente le faccio il lavaggio che ormai è diventato di prassi e non la fa piangere neanche più.

Come effettuare i lavaggi al naso di un bambino

Vi consiglio di preparare tutto prima o tenerlo direttamente accanto al fasciatoio. Io glielo lavo la sera dopo il bagnetto che con i suoi fumenti ha già espletato una funzione ammorbidente e fluidificante. Quando aveva il raffreddore e occorreva assicurarsi un’umidità circa del 55% -65%, non avendo l’umidificatore prima di effettuare il bagnetto lasciavo scorrere l’acqua della doccia così che stando un po’ di tempo in quell’ambiente saturo di umidità le si sciogliesse bene il muco.

La procedura da seguire è la seguente:

  • Aspirare nella siringa la quantità di soluzione fisiologica prevista per l’età e lasciare l’ago nel flacone di fisiologica
  • Riscaldare la siringa sotto acqua calda per circa 10-15 secondi
  • Adagiare supino il neonato con il capo ruotato da un lato e posizionare la siringa all’ingresso della narice superiore, direzionata verso l’orecchio dello stesso lato.
  • Svuotare tutta la siringa, esercitando sul pistone una pressione continua e lenta. La soluzione fisiologica fuoriesce solitamente dalla narice inferiore, trascinando con sé le secrezioni.Esistono in commercio dei particolari cappucci ( Nasal Washing Cup) che si applicano alla siringa così da tappare bene la narice ed evitare che l’acqua rifluisca giù per la stessa per gravità. Se la posizione è corretta, la soluzione non raggiunge la gola e non provoca fastidio. Ripetere sul lato opposto.
  • Un altro metodo se non riuscite a tenere fermo il piccolo e può essere tenuto in braccio, è posizionarlo lateralmente con la sua testa più in basso rispetto al piano delle sue spalle. Potrebbe essere il caso di farsi aiutare dal proprio marito/compagno.
  • Non è necessario utilizzare un aspiratore nasale a meno che il bimbo non sia molto raffreddato.
  • Lavare la siringa sotto acqua corrente e riposizionarla nell’ago connesso al flacone di fisiologica.

Non è necessario utilizzare un aspiratore nasale a meno che il bimbo non sia molto raffreddato.
Lavare la siringa sotto acqua corrente e riposizionarla nell’ago connesso al flacone di fisiologica.

Da acquistare:

  • Soluzione fisiologica isotonica è acquistabile in comode monodosi (costano circa 8€ e se effettuati lavaggi giornalieri durano circa 24 giorni) o in bottiglie da 500ml decisamente più economiche circa 1.80 € e durano più di 3 mesi, inoltre all’ospedale mi hanno riferito che l pressione esercitata dalla siringa è quella più corretta per il lavaggio rispetto alla pipetta monodose.
  • Soluzione fisiologica ipertonica (da utilizzare con aerosol)
  • Siringa
  • Aspiratore. In commercio i più gettonati sono quelli della Chicco e della Narhinel, io ho acquistato il primo poiché sia l’aspiratore che le ricariche costano decisamente meno. L’ho utilizzato quando era piena di catarro e vi posso assicurare che la funzionalità è la medesima.
  • Aerosol

Spero abbiate trovato consigli utili. Come sempre vi invito a scrivermi e a condividere con me le vostre esperienze!

Come si cambia un pannolino e quanto spesso?

Questa sarà l’azione che ripeterai più spesso nella tua nuova vita da mamma, soprattutto se tuo marito non riesce a gestire, per vari motivi, questa incombenza.

Il famoso cambio pannolino, quando e quanto?

Questa è senz’altro la pratica che si svolge più spesso ed è inoltre la prima che ci si trova a dover affrontare.

Nei primi giorni dopo la nascita il bambino va generalmente cambiato e lavato molto spesso, in rapporto alla frequenza dei suoi bisogni poiché le feci, le urine, il sudore sono irritanti per la pelle e il loro contatto potrebbe essere dannoso e portare ad irritazioni.

Detto questo va seguita anche una regola del buon senso, se il bambino dorme e ha fatto la pipì non occorre svegliarlo.

Vi consiglio nei primissimi mesi di effettuare il cambio prima di farlo mangiare per un duplice motivo:

  • il primo per evitare spiacevoli reflussi
  • il secondo deriva dal fatto che il più delle volte si addormenterà subito dopo aver poppato,

È anche vero che spesso, soprattutto se allattati al seno, questi defecheranno dopo il pasto in tal caso sarà opportuno cambiarli anche dopo. Man mano che il bimbo crescerà, e rimarrà sveglio più a lungo, potrete slittare il cambio.

Come si cambia il Pannolino?

Le prime volte, cambiare il pannolino a un neonato può risultare un po’ difficoltoso. Niente paura! E’ tutto normale.

Prepara il fasciatoio. Devi avere tutto l’occorrente pronto a portata di mano, in modo da non dover abbandonare mai il bambino, soprattutto se sei da sola.

Il fasciatoio per comodità sarebbe meglio posizionarlo in bagno per agevolare la pratica ed evitare di andare in giro con un neonato nudo e urlante per la casa, soprattutto d’inverno.

Ma per chi non ha spazio in bagno come la sottoscritta non ci sono molte alternative, per questo vi consiglio di mettere una stufetta vicino al fasciatoio che lo terrà al caldo.

Ad ogni cambio il bambino dovrebbe essere lavato con acqua nel lavandino del bagno, tenendolo in braccio a pancia in giù e ben appoggiato sul braccio di sostegno, mentre viene deterso e risciacquato con l’altra mano.

Non è necessario che il piccolo stia a penzoloni, quando e se vorrà ,per sentirsi più comodo potrete fargli appoggiare i piedini al lavandino.

Verificate sempre prima che l’acqua corrente sia tiepida e dopodiché asciugate subito il piccolo,  l’umidità fa proliferare i germi.

Per quanto riguarda le bambine, per evitare che eventuali fonti d’infezione passino dall’ano alla vagina, sarà opportuno lavarle e asciugarle allargando le grandi labbra e procedendo dal davanti al dietro, per le mamme dovrebbe essere una prassi normale, niente di nuovo, occorre quindi solo avvisare i papà. Inoltre per quanto riguarda le bambine, nel corso delle prime settimane dopo la nascita, è bene sapere che possono essere frequenti delle secrezioni vaginali biancastre (conseguenza dell’effetto di ormoni materni ricevuti attraverso la placenta nel corso della gravidanza, ma nel volgere di 15-20 giorni esauriscono i loro effetti), ma non è assolutamente opportuno tentare di rimuoverle dall’interno.

Nei maschietti il prepuzio è spesso aderente al glande, ma nelle delicate manovre di detersione del pene non è opportuno cercare di scoprire del tutto il glande con manovre di stiramento verso il dietro del prepuzio inoltre in attesa del distacco del cordone ombelicale, il pene dovrebbe essere rivolto verso il basso, nel tentativo di evitare che, facendo la pipì, il piccolo lo bagni.

Infine quando si asciuga è bene fare attenzione alle pieghine dello scroto, dove possono rimanere residui di feci.

Detto ciò è ovvio che per occorre eliminare le feci prima del lavaggio.

Io mi sono attrezzata con delle salviette umidificate al 99.9% composte d’acqua e 0.1% estratti di frutta. Ve le consiglio perché essendo naturali anche in caso foste fuori casa non avreste problema di irritazioni o problema alcuno, le potete trovare qui. Inizialmente utilizzavo i quadrotti di cotone ma occorreva bagnarli (dovevo riempire una ciotola d’acqua da cambiare dopo ogni lavaggio, non essendo vicino al lavandino, alche a parità di prezzo ho preferito orientarmi sulle salviettine umide e i quadrotto rimasti li utilizzo per struccarmi).

Dopo averlo lavato occorre mettergli il pannolino:

Aprilo prima di fare tutte le altre operazioni così da evitare perdite di tempo.

Sollevagli le gambine con una mano e con l’altra infila sotto al culetto il pannolino pulito. Ora è meglio specificare che per evitare le eruzioni, non mi riferisco alla pipì, occorre scegliere un buon pannolino, della taglia giusta (quando cominciano a essere piccoli perdono e bisogna aumentare la taglia) e soprattutto chiuderli correttamente.

Quando la parte posteriore, quella con gli elastici, sarà all’altezza dei reni circa, adagiate giù le gambine.

Inizialmente il cambio cercherete di praticarlo nel minor tempo possibile e non farete caso alle linee che delimitano i bordi delle gambine, ecco quando andate a coprirlo con la parte superiore dovrete fare in modo che quelle linee aderiscano bene all’inguine così da evitare le fuoriuscite.

Infine fissatelo con gli adesivi sul davanti, ne troppo stretto ne troppo largo.

Ricordate che inizialmente il pannolino dovrà essere risvoltato per non coprire il cordone e farlo respirare.

 

Ecco alcuni problemi del Cambio pannolino

Di fronte a banali arrossamenti del sederino è spesso sufficiente, cambiare con più frequenza il pannolino e se le condizioni ambientali lo consentono, detergere e asciugare delicatamente la parte e lasciarla esposta alla circolazione d’aria attraverso l’impiego di un pannolino applicato in modo ampio e molto largo, oppure ponendo per qualche ora il piccolo a pancia in giù adagiato su un telo cambio assorbente per raccogliere la pipì.

In ogni caso il pannolino non deve mai essere troppo aderente, ma di misura adatta e posizionato con gli adesivi davanti.

Se il piccolo si è scaricato più volte e ha una pelle molto sensibile, magari già irritata, si può pensare di proteggerla con un velo di crema all’ossido di zinco, ma diciamo che l’applicazione della crema è a necessità, non abituale.

Nel caso si presentasse invece una vera e propria dermatite da pannolino, che si mostra come un eritema o un arrossamento della pelle, talvolta anche leggermente gonfia e calda al tatto, che può estendersi anche su tutti i glutei.

Le cause possono essere molteplici:

  • Sfregamento ripetuto con il pannolino che appare maggiormente tra i 9 e i 12 mesi, quando stanno molto a lungo seduti;
  • irritazione dovuta al contatto con urina e feci e sudore più frequente in estate o successiva a episodi di diarrea;
  • allergia da contatto: in questo caso l’irritazione può dipendere da una reazione a detergenti, profumi, creme, materiali del pannolino o, in caso di pannolini lavabili, detersivi utilizzati per lavarli;
  • infezioni come la Candida;
  • variazioni nell’alimentazione. L’introduzione di nuovi cibi (per esempio durante lo svezzamento). In tal caso è utile sciacquare la pelle con acqua e bicarbonato o lavarlo con amido di riso e successivamente applicare una crema adeguata all’ossido di zinco pasta o pomate alla Calendula e Camomilla, in farmacia sapranno consigliarvi, se riuscite munitevi di foto sul cellulare così da far capire bene la situazione.

Nel caso anche con l’applicazione delle creme specifiche l’eritema non dovesse guarire entro un paio di giorni risulta indispensabile la visita del pediatra che dovrà valutare se vi è una possibile infezione e nel caso prescrivere una crema antimicotica.

Tutto quello che ti serve per fare il cambio pannolino

  • Ovviamente i Pannolini Qui potete leggere come scegliere i pannolini migliori;
  • Salviette Umide il più neutre possibile o quadrotti di cotone, io utilizzo le WaterWipes 99,9% acqua depurata, 0,1% di estratto di frutta;
  • Sapone Neutro essendo un po’ fissata per le cose naturali pertanto non sono andata sul sapone più economico ma su quello che mi hanno consigliato essere tra i più naturali Intimo Me di Fiocchi di Riso (Senza sodium lauryl sulfate, senza sodium laureth sulfate, senza profumi sintetici, senza coloranti). Utilizzo della linea Fiocchi di Riso anche lo shampoo, sono un po’ carucci ma risparmio sulla crema che non ho praticamente mai avuto bisogno di mettere. Questo prodotto è fondamentale nella “fase pannolino”, deterge con agenti schiumogeni naturali delicati, rispetta le mucose delle parti intime promuovendo il mantenimento di un pH acido protettivo e la fisiologica attività della flora vaginale prevenendo gli arrossamenti,
  • Crema a base di ossido di ossido di zinco da utilizzare in caso di necessità. Sinceramente non l’ho mai acquistata, mi hanno dato dei campioncini di Connettivina Baby e nei rari casi in cui, dopo dissenteria, la mia piccola ha avuto il sederino arrossato, ho utilizzato appunto questi campioncini che hanno risolto il problema. Per chi volesse andare sul tradizionale anche la Pasta per il Cambio della Mustela è ottima.

Per chi volesse acquistare marchi più conosciuti, mi hanno parlato molto bene della Mustela ed Euphidra, e dopo aver visto l’INCI posso dire che sono comunque un valida alternativa con un buon rapporto qualità, anche in termini di ingredienti/prezzo.

 

Come pulire e medicare il cordone ombelicale

Una delle prime operazioni delicate da fare al nostro bambino, è quella di pulire e medicare il cordone ombelicale.

Moltissime mamme mi hanno riferito di sentirsi a disagio a effettuare questa operazione, un po’ perché impressionabili, e per questo non c’è rimedio a parte il pensiero di aiutare il proprio piccolo, un po’ per paura di fargli male e su questo invece mi sento di tranquillizzarvi.

Non correte alcun rischio di arrecare dolore se procedete con cautela inoltre è un operazione più semplice di quanto si immagini.

Per medicare il moncone sono necessarie solo delle garze sterili da avvolgere attorno al moncone in modo che rimanga sempre ben asciutto, e una benda per bloccare il tutto da avvolgere alla vita del neonato, non serve nient’altro, utilizzare antibatterici o disinfettanti potrebbe rivelarsi addirittura controproducente e ritardare il distacco.

In commercio vendono Kit già così composti  che potrete trovare qui, ma nel caso si avessero già a casa delle comunissime garze si possono tagliare lungo la metà di un lato fino al centro, in questo modo si può infilare l’ombelico nel taglio della garza stessa.

La medicazione è da cambiare almeno 3 volte al giorno, e comunque ogni volta che viene accidentalmente bagnata, fino alla caduta. Fate attenzione quindi quando lo lavate o quando lo cambiate, la mia piccolina durante il cambio del pannolino lo ha bagnato diverse volte.

È possibile che alla base si formi un po’ di secrezione non vi preoccupate e procedete normalmente, solo qualora l’odore della secrezione non fosse buono, o se l’emanazione fosse tanta ci sarebbe la necessità di disinfettare la zona con gli stessi prodotti che si utilizzano dopo la caduta del cordone stesso cioè con Acqua Ossigenata o Eosina al 2%, sino alla completa guarigione, che di solito avviene entro una settimana.

Non preoccuparti se, caduto questo, l’ombelico è sporgente, rientrerà col tempo spontaneamente senza necessità particolari, ricordate invece che il mancato distacco del tralcio del cordone ombelicale, dopo 15-20 giorni, o la presenza d’infezioni ombelicali o peri-ombelicali richiedono l’intervento e le cure di personale sanitario specializzato.

Da acquistare: garze, bende e disinfettante.

Quali sono i migliori pannolini in commercio in rapporto qualità – prezzo?

Buongiorno mamme oggi vi parlerò di… PANNOLINI!

Diciamoci la verità, di tutti gli acquisti che si devono fare per i neonati, i pannolini, considerata la loro vita media e soprattutto l’esborso di denaro che richiedono, sono la spesa meno accettata di tutte eppure non se ne può proprio fare a meno.

Cominciamo a fare una distinzione fondamentale, in commercio si trovano sia i pannolini lavabili che quindi si possono riutilizzare, sia i classici usa e getta.

Usa e getta:

Sul mercato si possono trovare innumerevoli varianti: in base al sesso, alle taglie (primi giorni, primi mesi e primi passi), la versione da notte e quella da giorno.

Che dire iniziamo con alcuni consigli:

Non fare molta scorta delle taglie 1 e 2 poiché il piccolo cresce in fretta,  dalla taglia 3 si può cominciare ad aumentare la quantità, ma è dalla 4 che si rimarrà un po fermi.

Secondo consiglio, prima di avventarsi sui pacchi maxi occorre provare prima i pannolini, sia per evitare che non siano ben tollerati dal piccolo, e sia in quanto non tutte le marche hanno la stessa vestibilità.

Consiglio 3: Per la taglia attenetevi a grandi linee rispetto a quanto  indicato nelle confezioni, ma fate più riferimento alle dimensioni del bambino, inoltre quando cominceranno a esserci frequenti fuoriuscite, soprattutto nella parte superiore è perché ormai la taglia è da aumentare.

Sebbene io sia qui a recensire la qualità di diverse marche e darvi consigli d’acquisto,  soprattutto in relazione ai prezzi, mi sento di poter affermare che sono una fan sfegatata dei pampers progressi. Credo siano il top della gamma e ineguagliabili, non per niente utilizzati nei reparti di maternità.  La scelta da fare, per me, sarebbe ovvia peccato che ci si debba scontrare con il prezzo che è anch’esso il top della gamma, ma in negativo purtroppo.

Se state leggendo questo post con la speranza che vi dica la marca di pannolini alternativa ai pampers progressi mi spiace deludervi ma ancora non è stata inventata.

Per quanto riguarda tutte le altre marche se avrete modo di confrontarvi con amiche non troverete mai una risposta univoca poiché i pannolini sono un po’ come il latte artificiale, ogni bambino risponde in modo differente … ci sono mamme che si trovano benissimo con una marca e altre che quella marca la denigreranno e quindi che fare?

Le alternative sono due :

1.Scegliere di acquistare i pampers progressi a cifre ragionevoli, cercando di spendere il meno possibile.

La quasi totalità delle mamme con cui ho parlato li reputa i migliori, ma ad un certo punto li abbandona a causa dei prezzi elevati. Vorrei offrirvi una soluzione per ovviare a questo problema:

  • Acquistare on-line…Attenzione però non sempre è vantaggioso come si pensa,  al prezzo del pannolino occorerà aggiungere quello delle spese di spedizione, quindi fate bene i calcoli. Vi consiglio il sito su cui acquisto di più: Amazon 

    Frequentemente ci sono offerte e l’ultima volta ho acquistato 208 pannolini Pampers taglia4 a 43.04 €,poco più di 0.20 € a pannolino, fantastico! I costi di consegna sono pari molto bassi euro o gratuiti e hanno il miglior assortimento in circolazione.

  • Acquistare i Pampers tedeschi o inglesi, quasi identici a quelli italiani ma con un prezzo inferiore. Non sono proprio uguali, ma è un buon compromesso tra la qualità alla quale siete abituati e un buon prezzo.

I New Baby o premium protections sono i progressi italiani mentre i baby dry sono chiamati esattamente come i nostri. Vi riporto i link sotto, come noterete rimaniamo al di sotto dei 0.19 € a pannolino che per i pampers è un miracolo.

Se invece volete i pampers progressi italiani a tutti i costi vi basterà attendete le promozioni.

Ovviamente è importante puntare sui multipack (pacchi famiglia) e cercare offerte e promozioni spesso lanciate sia nei negozi tradizionali che online. Vi assicuro che i supermercati effettuano le promozioni dei pannolini a rotazione quindi un mese ci saranno i progressi, un mese i sole e luna e infine i baby dry.

Gli ultimi maxi pacchi che ho acquistato al Carrefour sono i Baby dry taglia 3×168 pz a 28.99€ cioè 0.17€ pannolino e taglia 4×156 pz a 28.99€ cioè 0.19€ pannolino.

Se si presta attenzione si riesce a non spendere eccessivamente per un pannolino che a prezzo pieno costano cifre improponibili.

Pampers New Baby 1 (poco più di 0.19 € pannolino) li potete trovare qui.

Pampers Simply Dry 3X 180 pannolini  li potete trovare qui.

Pampers New Baby 0X 24 pannolini li potete trovare qui.

Pampers New Baby 1X 144 pannolini li potete trovare qui.

Pampers Premium Protections 2X 240 pannolini li potete trovare qui.

Pampers Baby Dry 3X 198 pannolini li potrete trovare qui.

2.La seconda alternativa è provare le altre marche, facendovi un po guidare da questa recensione che vi chiarirà alcuni dubbi ed esporrà  le caratteristiche ritenute importanti per la scelta che andrete a compiere.

Vi stilerò la mia personale classifica, motivata dalle mie recensioni. I prezzi riportati sono considerati in assenza di promozioni particolari quindi a prezzo pieno.

  • Pampers PROGRESSI (1° Posto nella mia classifica personale QUALITA’ OTTIMA, ovviamente li acquisto solo in offerta)

Prezzo: Prezzo che in base alle taglie varie da 0.3 a 0.45 pannolino circa

Assorbimento:  Ottimo, bordi ampi e retina che trattiene la pupù liquida in modo che non sia a contatto della pelle e rimanga sempre sottile, banda che si colora se bagnato nelle taglie 1-2-3.

Perdite: Nessuna

Tenuta: Extraforte Ottimo, bande elastiche e linguette che si attaccano benissimo

Traspirabilità: Super morbido e sottile permette massima traspirabilità

  • Pampers BABY DRY (2° Posto nella mia classifica personale, QUALITA’ ELEVATA)

Prezzo: Prezzo che in base alle taglie varie da 0.33 a 0.40 pannolino circa

Assorbimento:  Super assorbente anche se si gonfiano molto, bordi ampi.

Perdite: Nessuna

Tenuta: Molto Buono bande elastiche avvolgenti

Traspirabilità:  morbidi al tatto, la loro particolare struttura lascia passare liberamente l’aria al suo interno per una naturale traspirabilità anche se si gonfiano, inoltre hanno una lozione con aloe per evitare irritazioni ed effettivamente mi durano tutta la notte senza mai un rossore.

  • Huggies BEBE’ (2° Posto nella mia classifica personale qualità elevata) I primi mesi, visto il costo dei pampers progressi, ho cercato un pannolino che rispondesse al meglio alle mie esigenze e mi sono orientata sugli huggies e devo dire che mi sono trovata bene…la taglia 1 e 2 le ho trovate molto simili per qualità a pampers progressi, stessa leggerezza, stessa banda colorata per la pipì, stessa assorbenza insomma non capivo perché tutta questa diffidenza nei confronti di questa marca, purtroppo però dalla taglia 3 in poi mi è sembrato di cambiare pannolini. L’odore è orrendo, a volte non capisco se ha fatto la pipi o è proprio il pannolino a puzzare inoltre non ha più la banda colorata ed è molto più spesso e plasticoso. Avvicinandomi alla stagione estiva ha iniziato talvolta a dare problemi di arrossamento, essendo spesso, non è molto traspirante anche se continua ad essere assorbente.

Prezzo: Prezzo che in base alle taglie varie da 0.20 a 0.24 pannolino circa. I prezzi non sono concorrenziali ameno che non ci siano delle offerte al supermercato, in compenso vi allego due link vantaggiosi:

Huggies 1 (0.16 € pannolino) : https://amzn.to/2RtAHqe

Huggies 2 (0.20 € pannolino) : https://amzn.to/2O80B4u

Assorbimento: Ottimo, bordi ampi, rimane sempre sottile, banda che si colora se bagnato.

Perdite: Nessuna

Tenuta: Bande elastiche buone

Traspirabilità: Super morbido e sottile permette massima traspirabilità

  • LUPILU’ del lidl (3° Posto nella mia classifica personale qualità molto buona)

Prezzo: Prezzo è d circa 0.16 € pannolino

Assorbimento: Buona assorbenza grazie a uno strato assorbente aggiuntivo, hanno il comodo indicatore di umidità che cambia colore quando il bambino ha fatto la pipì

Perdite: Poche, è presente una banda elastica in vita che trattiene anche le fuoriuscite superiori

Tenuta: Bande elastiche ottime e confortevoli

Traspirabilità: Rivestimento super morbido e sottilissimo per ridurre l’umidità e evitare irritazioni

Prezzo: Sia Chicco che Conad hanno un prezzo medio di 0.21 € pannolino

Assorbimento: Buona assorbenza grazie a uno strato ultra assorbente.

Perdite: Poche, è presente una banda elastica extra contenitiva

Tenuta: Bande elastiche buone

Traspirabilità: Tendono a rimanere umidi al tatto, morbido internamente ma plasticoso esteriormente

Prezzo: Pampers Prezzo che in base alle taglie varie da 0.24 a 0.35 pannolino circa; (Carrefour Baby circa 0.13 € pannolino, Eurospin 0.15 € circa)

Assorbimento: Buona assorbenza con micro granuli assorbi-pipì

Perdite: Qualcuna

Tenuta: Bande elastiche non molto elastiche

Traspirabilità: Relativamente Sottili, con lozione all’aloe per evitare irritazioni e profumo alla camomilla

Prezzo: Huggies Prezzo che in base alle taglie varie da 0.35 a 0.42 pannolino circa;( Trudy circa 0.21€; Coop circa 0.19 €; Esselunga 0.16 €)

Assorbimento: Buona assorbenza

Perdite: Poche, è presente una banda elastica in vita che trattiene anche le fuoriuscite superiori

Tenuta: Bande elastiche non molto elastiche e linguette che tendono a rimane in mano

Traspirabilità: Sono molto rigidi e spessi e purtroppo tendono a surriscaldare il culetto esponendolo ad irritazioni.

Perché i pannolini lavabili sono una valida alternativa?

Per quanto riguarda questo tipo di pannolini ci sono sempre molti pregiudizi a riguardo.

Iniziamo con l’elenco dei fattori positivi:

Ecologici, poiché evitano tonnellate di rifiuti;

Salutari, perché realizzati in cotone privi di sostanze chimiche che possono causare irritazioni e arrossamenti;

Aumentano il controllo delle funzioni fisiologiche, facendo associare la sensazione di bagnato al fare pipì e favorendo così un più precoce passaggio alla mutandina;

Più economici rispetto ali usa e getta;

Elimina il pensiero di rimanere senza;

Dopo aver letto questo elenco immagino che anche voi vi chiediate come mai non sono molto utilizzati?

Gli elementi ci sono tutti, sono vantaggiosi sotto tutti gli aspetti ma la gente preferisce ugualmente pagare di più e avere più disagi per un motivo…la comodità…ma questi pannolini sono effettivamente scomodi? Io ho sempre pensato “che schifo lavare pannolini sporchi” ma ignoravo il vero funzionamento. I pannolini lavabili sono disponibili sul mercato in diverse tipologie e modelli, ecco i principali:

All-in-Two (a due pezzi): sono pannolini composti da una parte interna assorbente, biodegradabile usa e getta e una mutandina impermeabile da sovrapporre esternamente;

Pocket: la loro caratteristica è la forma a ‘tasca’, appunto. Sono formati da una parte interna in e una esterna cucite assieme. Nella tasca si inseriscono degli inserti assorbenti di diversa tipologia a seconda delle specifiche necessità. Sono realizzati in materiali naturali o sintetici (pile, cotone, canapa, bambù, microfibra, spugna, flanella) che tratterranno la cacca e potranno essere gettati direttamente nel wc perché interamente biodegradabile. In alternativa esistono veli in micropile dove la pupù non si attacca e può essere gettata nel wc;

All-in-One (ad un unico pezzo): Sono i più simili ai pannolini usa e getta; Ciripà, pannolini di stoffa in cui sopra ci si mette la mutandina impermeabile.

Ok gli ultimi due non sembrano proprio praticissimi soprattutto quando non fa la pipì, ma per quanto riguarda i primi due modelli sono utilizzabilissimi, la popò finisce nel wc e la pipi si lava. Io nella mia concezione credevo che si dovesse lavare in ogni caso tutto e l‘idea non me li rendeva allettanti ma dopo essermi resa conto che mi sbagliavo perché non li ho presi in considerazione?

Semplice richiedono uno esborso iniziale non indifferente.

Il costo di un kit di pannolini lavabili va dai 400 a 800 euro una tantum.

Ovviamente nel lungo periodo conviene rispetto a quelli usa e getta, considerando che in base alla marca si spende da 600 a 1500 € l’anno (si deve considerare un utilizzo di 2.5/3 anni).

Il problema è che acquistare a questa cifra, decisamente significativa, non avendoli mai provati prima mi ha portato, mio malgrado, a ripiegare sui tradizionali pannolini usa e getta. Indubbiamente se avessi avuto dei campioni da provare, una possibilità gliel’avrei data per valutare se facessero a caso mio.